VERSTAPPEN INGRANA LA SESTA A MONTREAL. LA FERRARI ARRIVA IN FONDO.

Una Montreal fredda e affollata accoglie nuovamente il circus della Formula 1 dopo tre anni, arrivato da Baku dopo avere percorso 9000 km in una settimana in nome della sostenibilità.

Per Leclerc le cose si mettono subito male, anche se era prevedibile. Prima cambia la centralina, e sono 10 posizioni di penalità, e poi la squadra decide saggiamente di “omologare” un quarto motore, in sostituzione di quello andato in fumo in terra azera. E questo significa partire dal fondo.

E così per la pole Verstappen ha un bel tappeto, ovviamente rosso, steso davanti a sè. In un tempo da lupi, il giovane Alonso piazza l’Alpine in prima fila, relegando Sainz, autore dell’immancabile sbavatura, in seconda. Un felicissimo (!) Hamilton partirà di fianco a lui, mentre in terza fila, udite udite, si trovano le due Haas di Magnussen e Schumacher. Per trovare Perez bisogna scendere fino alla settima fila. Il messicano ha mandato la sua macchina a muro in Q2 e poi non è riuscito ad ingranare la retro per riportarla ai box.

La domenica splende il sole, anche se fa ancora freddo e c’è vento. La partenza non regala emozioni. Verstappen parte a fionda, e i primi 4 mantengono le posizioni. Alonso non riesce però a reggere il passo dell’olandese, e, non appena viene abilitato il DRS, al terzo giro Sainz lo passa. Ma l’anziano spagnolo gli rimane incollato agli scarichi, mentre Hamilton, quarto, non riesce a stare assieme ai due davanti a lui e perde progressivamente terreno.

Al nono giro il primo colpo di scena: la trasmissione abbandona Perez, che si ferma al tornante. La direzione gara attiva la Virtual Safety Car e Verstappen ne approfitta per fare il suo pit-stop, mentre Sainz e Alonso continuano. Max ha risparmiato una decina di secondi ma dovrà farne 60 con il set di gomme che ha montato.

Al giro 15, Leclerc è risalito fino alla 12a posizione, mentre Verstappen supera senza tanti problemi Alonso e si riporta in seconda posizione a 5 secondi da Sainz.

Al giro 20 si ritira Mick Schumacher, che navigava in una buona nona posizione,   e viene nuovamente attivata la VSC, ma Sainz e Alonso sono appena passati davanti ai box e non ne possono approfittare subito. Carlos rientra al passaggio successivo ma per sua sfortuna la VSC viene tolta prima che finisca l’operazione. All’uscita si ritrova dietro a Nando, che non si è  fermato, e, di pochissimo, davanti ad Hamilton, che, invece, si era già fermato in occasione della neutralizzazione precedente.

Al giro 25 Verstappen ha 9 secondi di vantaggio su Sainz, che è seguito a qualche secondo da Hamilton, mentre Alonso tiene la quarta posizione ma è sempre più in difficoltà con le gomme che non ha ancora cambiato.

Leclerc, risalito fino alla sesta posizione, grazie anche al fatto che non si è ancora fermato, si trova bloccato dietro ad Ocon, che invece ha già effettuato la sua sosta. Sembra che la Ferrari non abbia sufficiente trazione in uscita dalle curve lente, e questo vanifica l’effetto del DRS. Dai box a Charles dicono che stanno seguendo il piano “D”, e lui risponde, un po’ sconsolato, che comunque non è in grado di  passare il francese dell’Alpine.

In Ferrari stavano aspettando a fermare Charles per farlo restare davanti al gruppetto di 4 auto guidato da Stroll. Purtroppo per il monegasco, però, il suo box sbaglia la sosta, e si ritrova così tristemente dietro a tutti loro.

Al giro 43 Verstappen, già da qualche giro in difficoltà con le gomme, viene fatto fermare. Ma l’olandese si ritrova all’uscita fianco a fianco ad Hamilton, che senza tanti complimenti lo chiude. Ma nello stesso giro anche Hamilton si ferma e Max riguadagna la seconda posizione dietro a Sainz. Ora il dilemma per la Ferrari è se fermarlo o tentare di andare fino in fondo gestendo i 10 secondi di vantaggio con 25 giri ancora da fare,

Al giro 49, quando il distacco è ormai diventato di soli 6 secondi, arriva la soluzione: Tsunoda commette un errore grossolano andando a sbattere all’uscita dai box. In Ferrari fermano subito Sainz e, nonostante il solito pit-stop non perfetto, riescono a mantenerlo davanti ad Hamilton e subito dietro a Verstappen.

Si riparte quando mancano 16 giri alla fine e Sainz si incolla agli scarichi di Max. Mentre Leclerc, con due sorpassi incredibili al tornantino, riesce a sbarazzarsi delle due Alpine salendo in quinta posizione, Sainz dopo avere illuso per qualche giro, è costretto a rassegnarsi ad una comunque ottima seconda posizione.

Finisce così con Max che porta a casa la sesta vittoria su nove gare, Sainz che arriva vicino alla vittoria come forse non gli era mai successo in carriera, ma arriva comunque secondo, e Hamilton che completa il podio con una W13 che, su questa pista, è a soli 3 decimi dai primi. Quarto mr. consistenza George Russell, al nono piazzamento consecutivo fra i primi cinque. Quinto Leclerc, che forse può recriminare un po’ per la gestione di gara del suo box. Sesto Ocon, settimo un imbufalito Alonso al quale il suo muretto ha letteralmente distrutto la gara. Ottavo Bottas, nono un ottimo Zhou e decimo Stroll, autore di una buona gara in casa sua.

Si ritorna in Europa con una Ferrari che conferma di avere risolto il problema della velocità di punta, ma che ora non deve più sbagliare, se vuole rimanere in lotta per il mondiale. Ma, soprattutto, deve migliorare la gestione di gara, perchè anche oggi qualche decisione ha destato più di una perplessità.

P.S. visto che il p.s. è sempre gradito, non avendo sottolineature da fare in merito agli episodi di gara, voglio dedicarlo a Sky. Pazienza per le inutili chiacchiere e la patetica spiritosaggine con le quali riempiono il pre e il post-gara, pazienza per le telecronache urlate con un pilota stipendiato dalla Ferrari che cerca poco credibilmente di criticare la sua squadra, ma ripetere all’infinito che sono i 40 anni dalla scomparsa del grande Gilles, che è stato ampiamente e giustamente ricordato, dimenticandosi completamente che esattamente 40 anni fa, su questa stessa pista, morì Riccardo Paletti, loro che quando c’è da parlare di un incidente non lesinano mai le parole, ebbene questo la dice lunga sulla professionalità di questa squadra di giornalisti e commentatori. E’ tristemente vero che ricordare gli ultimi alla massa fa comodo solo quando periscono il giorno prima dei primi. Per fortuna ci ha pensato questo blog.

P.S. 2 se per caso mi fossi perso qualche ricordo di Sky in merito al povero Riccardo, qualcuno me lo faccia sapere e chiederò scusa.

* immagine in evidenza dal profilo Twitter @redbullracing

F1 2022 GP DEL CANADA

Il nostro Alle è in licenza per questa Preview quindi vi tocca una lettura diversa, in linea con chi per questioni anagrafiche (ma non solo) ama rammentare i momenti più salienti del passato di un GP che sta per ospitare la gara di quest’anno. L’immagine in evidenza, doverosissima, è per il nostro compianto Riccardo Paletti scomparso 40 anni addietro nel tragico incidente al via del quale ricordiamo tutti i dettagli inclusa la dabbenaggine dei soccorsi (Didier fu il primo ad azionare un estintore, da non credere). Il povero Riccardo è uno dei tanti unsung heroes della Storia della Formula 1 lastricata di uomini la cui passione a volte eccedeva il loro talento ma non per questo li rendeva meno degni del posto che occupavano, tutt’altro. Specie in un’era come quella delle wing-cars appunto nella quale lasciarci la buccia era un’eventualità nemmeno troppo remota come quel tremendo 1982 ci rammenta sempre. Un doveroso ciao al nostro Riccardo quindi, troppo spesso colpevolmente dimenticato da un mondo che va di fretta e quindi dimentica quello che conta davvero

Il GP del Canada, doverosamente intitolato a Gilles da lustri ormai, è stato spesso teatro di gare storicamente importanti. Non può essere un caso che il suo esordio nel Mondiale di Formula Uno nel 1978 fu benedetto dal primo trionfo dell’Aviatore nella Categoria Regina al termine di un GP dominato da Jarier sulla Lotus 79 lasciata libera dal povero Ronnie (Andretti notoriamente andò in  pensione un metro dopo la bandiera a scacchi di Monza) finchè non fu tradito da un guasto. Un clima già invernale salutò la prima volta dell’uomo senza paura

Altra edizione famosa anzi, famigerata, quella del 1980. Jones manda a muro Piquet al primo start assicurandosi di fatto il Mondiale già che alla ripartenza Nelson è costretto all’uso del muletto che è più spompo di un cavallo buono solo per il macello

L’anno successivo Gilles si produce in quella che resterà alla storia come la gara più epica della sua carriera. Della quale si è già detto tutto pertanto lasciamo parlare le immagini

L’edizione 1985 è teatro del trionfo più netto di Michele e della sua 156/85 in un’annata che poteva essere Rossa ma che Rossa non fu

Altra gara che fece la Storia per ovvi motivi fu il 1995. Col primo ed unico successo di Alesi in Ferrari (ed in Formula 1) al termine di una gara rocambolesca segnata dal problema di affidabilità del Kaiser mentre era in testa

L’edizione del 1999 consegnò invece alla Storia il poi ribattezzato “Wall of Champions” in uscita dell’ultima curva del tracciato

L’edizione 2007 verrà ricordata per il jolly giocato dal Kubo quando Trulli provò a mandarlo a guardare le margherite dalla parte del gambo

L’anno successivo ricordiamo tutti la coglionata di quello che finchè AMG non pescò una sequela di vetture imbattibili (grazie ad un regolamento scritto su misura per loro) aveva statistiche degne di Damon Hill

L’edizione del 2014 segnò la prima vittoria di Riccio in Formula Uno, io di quell’edizione ricordo che Vettel fu il primo ad andare a congratularsi. Dopo che Trulli tagliò il traguardo a Monaco nel 2004 qualcun altro era ai box a sfasciar tutto dalla rabbia invece

Nel 2016 al povero Sebestemmio viene negata quella che sarebbe stata l’unica vittoria di un anno particolarmente difficile per via di una errata strategia del box ad inizio gara

Il 2019 invece vede sempre il povero Sebestemmio subìre la nota penalità per via della sua difesa della posizione su Hamilton in gara. Rammentiamo tutti la teatralità, peraltro giustificata, del nostro nel dopogara immediato

Arriviamo quindi all’edizione 2022 di questo weekend con un SuperMax in fuga nel Mondiale (per non parlare della Rubra Bovina nel Costruttori) e la Ferrari che si è pocanzi dimostrata velocissima ma fragile. La speranza di chi scrive è che a Maranello si continui a cercare la performance assoluta lavorando contestualmente sull’affidabilità quando possibile (ergo difficile sia stato fatto con 5gg di stacco tra Baku e Montreal ed il materiale spedito in Canada direttamente dall’Azerbaijan) anzichè settarsi su standard inferiori sapendo di venir battuti in gara prima ancora di iniziare. Di podi a mezzo minuto dal primo non ce ne facciamo nulla, senza contare che la Storia dimostra che in genere un’auto velocissima sia pure inaffidabile di solito è il preludio alla gloria negli anni a venire.

Buon GP del Canada a tutti e Forza Ferrari

 

 

F2 AZERBAIJAN 2022 – I ROOKIE VINCONO, DRUGOVICH NON SBAGLIA

Il weekend di gare appena trascorso ci ha consegnato una doppietta di gare alquanto movimentate. Come spesso accade a Baku, le insidie del tracciato hanno indotto all’errore molti piloti e sono stati premiati quelli più abili a districarsi tra i guai che non i più veloci in assoluto. Ovviamente Drugovich figura tra i primi.

BAKU, AZERBAIJAN – JUNE 10: Liam Lawson of New Zealand and Carlin (5) touches the hair of Juri Vips of Estonia and Hitech Grand Prix (8) prior to qualifying ahead of Round 6:Baku of the Formula 2 Championship at Baku City Circuit on June 10, 2022 in Baku, Azerbaijan. (Photo by Joe Portlock – Formula 1/Formula Motorsport Limited via Getty Images)

Le prove libere si svolgono in una giornata ventosa. Juri Vips (Hitech) e Liam Lawson (Carlin), qui grandi protagonisti l’anno scorso, concludono davanti a tutti separati da soli 7 centesimi.

Le qualifiche vedono il dominio di Ayumu Iwasa (DAMS) nei primi venti minuti ma nell’ultimo run incoccia il muro in curva 4 e deve abbandonare i sogni di gloria. Gli altri piloti miglioreranno e scenderà fino alla tredicesima posizione.

BAKU, AZERBAIJAN – JUNE 10: Juri Vips of Estonia and Hitech Grand Prix (8) drives on track during practice ahead of Round 6:Baku of the Formula 2 Championship at Baku City Circuit on June 10, 2022 in Baku, Azerbaijan. (Photo by Joe Portlock – Formula 1/Formula Motorsport Limited via Getty Images)

Nei cinque minuti finali i giri si veloci affastellano. Vips si conferma il mattatore di questa pista e con 1:53:762 sigla pole e record del tracciato con questa generazione di vetture. Come qualche ora (e 12 mesi) prima, Lawson completa la prima fila. Con un guizzo finale Dennis Hauger (Prema) si piazza in terza posizione davanti a Marcus Armstrong (Hitech). La Academy Red Bull controlla i primi tre posti sulla griglia.

BAKU, AZERBAIJAN – JUNE 10: Felipe Drugovich of Brazil and MP Motorsport (11) drives on track during qualifying ahead of Round 6:Baku of the Formula 2 Championship at Baku City Circuit on June 10, 2022 in Baku, Azerbaijan. (Photo by Dan Mullan/Getty Images)

Il leader di campionato Felipe Drugovich (MP) conquista una quinta posizione che non gli preclude nessuna opzione. La sua posizione è rafforzata anche dal fatto che Theo Pourchaire (ART), il suo rivale principale, è perso nel gruppo. Quindicesimo nelle prove libere, il talentuoso francese è solo 12°, dietro anche al teammate Frederik Vesti, nono. Si segnala anche il fatto che Jack Doohan (Virtuosi) per la prima volta in stagione non si qualifica nei primi 3.

La Sprint Race vede Jake Hughes (VAR) in pole seguito da Vesti e da Jehan Daruvala (Prema), grazie all’inversione della griglia.

BAKU, AZERBAIJAN – JUNE 11: Frederik Vesti of Denmark and ART Grand Prix (9) leads Jake Hughes of Great Britain and Van Amersfoort Racing (24), Jehan Daruvala of India and Prema Racing (2) and the rest of the field into turn one at the start during the Round 6:Baku sprint race of the Formula 2 Championship at Baku City Circuit on June 11, 2022 in Baku, Azerbaijan. (Photo by Joe Portlock – Formula 1/Formula Motorsport Limited via Getty Images)

Il britannico in testa dura poco. Vesti lo infila in staccata ma manca una cambiata in uscita, Daruvala ne approfitta e passa entrambi in curva 2. I contendenti per il titolo rimangono più o meno nelle posizioni cui partivano, intorno alla decima.

Hughes, come sovente gli capita, va subito in sofferenza con gli pneumatici e fa da tappo agli inseguitori. Quando l’alfiere della ART lo trova (sorpasso all’esterno di curva 3!) è il sesto giro su 21 e ha quattro secondi di svantaggio da Daruvala.

Il calvario di Hughes prosegue. Compatta le posizioni fino alla tredicesima e viene sorpassato da almeno un pilota a giro. Rispetto alla Spagna le manovre sono mediamente più spettacolari (da segnalare per esempio il doppio sorpasso di Pourchaire su Hughes e Hauger in curva 3).

La gara, finora relativamente tranquilla, si ravviva quando Hauger tenta una staccata impossibile in curva 3 nel tentativo di sorpassare Pourchaire. La manovra non può che finir male e si pianta nelle barriere. Safety Car in pista.

Dopo i classici cinque minuti (tempo medio per rimuovere una macchina, a Baku) la gara riparte al giro 17. Daruvala mantiene la leadership, mentre Drugovich e Vips perdono posizioni. Fittipaldi prova a fare l’eroe in curva 3 ma ottiene solo di schiantarsi (e di trascinare Vips nella via di fuga). Nuova SC.

Stavolta i commissari sono alacri e si riparte subito, nel giro 19. La ripartenza è ben più incasinata, ma a differenza della SC precedente Daruvala blocca in curva 1 e si fa superare da Vesti. Anche stavolta la bandiera verde dura lo spazio di un minuto: Verschoor va a muro in curva 7, terza SC in cinque minuti.

Nel frattempo la classifica vede Vesti davanti a Daruvala e Lawson (che ha recuperato molto con la seconda SC), seguiti da Armstrong, Sargeant, Drugovich, Pourchaire e Iwasa. Vips si è fermato per montare gomme super soft ed è 19°.

I commissari sono insolitamente rapidi e si riparte in tempo per l’ultimo giro. La terza ripartenza è tranquilla nelle prime posizioni, meno nelle retrovie.

Ralph Boschung (Campos) allarga in uscita e stringe Calan Williams (Trident) sulle barriere. Il pilota inglese rimbalza in pista e viene centrato dalle vetture di Sato e Cem Bolukbasi. Il casino permette a Vips di recuperare fino alla 12a posizione, ma intanto la gara è finita.

BAKU, AZERBAIJAN – JUNE 11: Race winner Frederik Vesti of Denmark and ART Grand Prix (9) celebrates on the podium during the Round 6:Baku sprint race of the Formula 2 Championship at Baku City Circuit on June 11, 2022 in Baku, Azerbaijan. (Photo by Joe Portlock – Formula 1/Formula Motorsport Limited via Getty Images)

Vesti vince la sua prima gara di F2 davanti a Daruvala, irritato per l’errore finale, e Lawson, abile a approfittare della seconda ripartenza per portarsi in zona podio.

BAKU, AZERBAIJAN – JUNE 12: Juri Vips of Estonia and Hitech Grand Prix (8) leads the field into turn one at the start during the Round 6:Baku feature race of the Formula 2 Championship at Baku City Circuit on June 12, 2022 in Baku, Azerbaijan. (Photo by Joe Portlock – Formula 1/Formula Motorsport Limited via Getty Images)

La Feature Race si svolge su una distanza di 29 giri.

All’avvio Vips e Lawson confermano le posizioni, mentre Armstrong passa Hauger. Drugovich viene quasi mandato a muro e perde varie posizioni tanto da trovarsi appena davanti a Pourchaire, che partiva sette caselle più indietro. L’immancabile incidente (Cordeel (VAR) decolla su Williams e atterra su Caldwell, Campos) chiama in ballo la Safety Car per la prima volta.

La ripartenza è non priva di azione, ma è complessivamente ordinata. Pourchaire perde un paio di posizioni, mentre Vips può allungare su Lawson, braccato da Armstrong e Hauger. L’estone riesce a privare Lawson del DRS (qui più potente del solito) fin da subito.

BAKU, AZERBAIJAN – JUNE 12: Liam Lawson of New Zealand and Carlin (5) makes a pitstop during the Round 6:Baku feature race of the Formula 2 Championship at Baku City Circuit on June 12, 2022 in Baku, Azerbaijan. (Photo by Clive Rose/Getty Images)

Lawson resiste ma a lungo andare la resa è inevitabile, quindi al nono giro va ai box, insieme ad Hauger. Il pitstop del neozelandese tuttavia è problematico e, al termine delle soste, perde ben sei (!) posizioni (grazie anche alle temperature che hanno favorito l’overcut).

In testa è doppietta Hitech (la sosta per Vips non è stata lenta abbastanza da fargli perdere la testa della corsa), mentre Pourchaire sembra in difficoltà. Le posizioni non fanno in tempo a stabilizzarsi che uno scontro ta Bolukbasi e Nissany richiama in pista la Safety Car (peraltro l’incidente ha fatto sfiorare la rissa nel paddock tra il padre di Bolukbasi e il personal trainer di NIssany, che per poco non sono venuti alle mani).

Boschung, partito penultimo su medie, ne approfitta per un pitstop a costo zero (ma è costretto a montare supersoft). L’unico altro su medie, Williams, decide di proseguire senza cambiarle ed è primo.

La ripartenza è stata di gran lunga la più caotica vista finora. A Baku queste manovre mi fanno sempre paura: il gruppo prosegue compatto per quasi due chilometri e il leader dà lo strappo solo giunti in prossimità della linea del truaguardo. C’è pertanto sempre il fenomeno che, in mezzo al gruppo, cerca di anticipare le mosse e dà gas prima del tempo. Puntualmente centrando qualcuno. Stavolta sono Iwasa, che tampona in pieno Hughes, e Pourchaire, che evita incidenti maggiori ma rompe l’ala e si condanna all’irrilevanza per il resto della corsa.

Le emozioni non mancano anche davanti: Armstrong manca il punto di frenata e si appoggia sul posteriore di Vips, che riesce a mantenersi in traiettoia. Tempo due curve e Williams spreca la sua prima posizione finendo lungo nella via di fuga di curva 3. Nella bagarre a centro gruppo Doohan tocca Lawson, rompendo l’alettone e causando una foratura al neozelandese, mentre anche Armstrong rientra ai box per sostituire le gomme spiattellate.

Dopo tutti questi scontri le posizioni a centro gruppo sono stabili (solo Boschung perde posizioni a causa delle gomme inadeguate) mentre si accende il duello per la testa della corsa. Hauger è più lento nel settore centrale ma il DRS (e la scia) gli permette di recuperare il tempo perso sul rettilineo finale. Sei settori viola di fila (!) non bastano a Vips per scrollarsi di dosso l’avverario, che comunque sta spingendo al massimo delle sue possibilità.

Dopo qualche giro il degrado delle gomme fa alzare i tempi, ma il distacco resta stabile. La vittoria, condita dalla pole e dal giro più veloce, permetterebbe a Vips di riportarsi in zona Pourchaire, quindi di rilanciarsi in ottica campionato, quando ecco che a 5 minuti dalla fine, il disastro.

Va a sbattere in curva 8 e si sradica la sospensione anteriore dx. Hauger ringrazia e va a vincere.

BAKU, AZERBAIJAN – JUNE 12: Race winner Dennis Hauger of Norway and Prema Racing (1) celebrates in parc ferme during the Round 6:Baku feature race of the Formula 2 Championship at Baku City Circuit on June 12, 2022 in Baku, Azerbaijan. (Photo by Dan Istitene – Formula 1/Formula Motorsport Limited via Getty Images)

Il norvegese diventa il terzo pilota distinto ad affermarsi in una Feature Race, il primo rookie a riuscirci. Se la vittoria precedente era giunta senza meriti particolari (vincere la Sprint Race partendo dalla pole, a Montecarlo, richiede solo di non metterla a muro), stavolta è il frutto di una condotta di gara sapiente e di un passo gara ottimo. Con la vittoria il norvegese scala ben cinque posizioni in classifica (!) ed è quinto.

BAKU, AZERBAIJAN – JUNE 12: Race winner Dennis Hauger of Norway and Prema Racing (second from right), Second placed Logan Sargeant of United States and Carlin (second from left), Third placed Felipe Drugovich of Brazil and MP Motorsport (R) and Pedro Matos of Prema Racing (L) celebrate on the podium during the Round 6:Baku feature race of the Formula 2 Championship at Baku City Circuit on June 12, 2022 in Baku, Azerbaijan. (Photo by Joe Portlock – Formula 1/Formula Motorsport Limited via Getty Images)

Logan Sargeant (Carlin) completa la doppietta rookie; il secondo podio della stagione è sufficiente per conquistare la quarta posizione in classifica, appena davanti a Hauger.

Drugovich chiude il podio. Questo fine settimana non aveva la velocità per competere per la vittoria, ma con Pourchaire solo dodicesimo in qualifica ha potuto pensare a gestire e a tenersi lontano dai guai. La strategia ha pagato, dato che nessuno dei suoi rivali principali ha marcato punti.

Il resto della top 10 è composto da sopravvissuti: Verschoor, Enzo Fittipaldi (Charouz), Marino Sato (primi punti in stagione), Vesti (abile a rimontare, dopo aver stallato in partenza), Boschung (salvato dalla SC finale) e Hughes.

Dopo sei gare su quattordici il trend è in parte già tracciato. Riflessioni più organiche arriveranno con il prossimo appuntamento, ma si può già dire qualcosa.

BAKU, AZERBAIJAN – JUNE 12: Third placed Felipe Drugovich of Brazil and MP Motorsport (11) celebrates on the podium during the Round 6:Baku feature race of the Formula 2 Championship at Baku City Circuit on June 12, 2022 in Baku, Azerbaijan. (Photo by Joe Portlock – Formula 1/Formula Motorsport Limited via Getty Images)

Con cinquanta punti di vantaggio su Pourchaire, Drugovich potrà affrontare il prossimo round con rilassatezza. La MP è ormai uno dei top team (c’è una ragione ben precisa alle spalle) e il brasiliano ne sta concretizzando il potenziale.

BAKU, AZERBAIJAN – JUNE 11: Theo Pourchaire of France and ART Grand Prix (10) prepares to drive during the Round 6:Baku sprint race of the Formula 2 Championship at Baku City Circuit on June 11, 2022 in Baku, Azerbaijan. (Photo by Joe Portlock – Formula 1/Formula Motorsport Limited via Getty Images)

Pourchaire ha avuto il primo weekend stagionale in cui era semplicemente troppo lento, ma Domenica ci ha messo del suo per finire male. Nulla è irrecuperabile, ma avrà bisogno di tutto il suo talento (e qualche test in più dei colleghi, ma quello è ordinaria amministrazione). Daruvala è terzo a dieci punti dal francese, ma è lì principalmente perché si qualifica male e può sfruttare le gare Sprint per guadagnare punti. La Domenica poi ha un passo gara decente ed è in grado di evitare la maggior parte dei casini, ma non è credibile come sfidante di Drugovich.

Per Vips e Lawson il treno ormai è passato. La velocità c’è, manca il resto. Se l’estone può solo recriminare sé stesso per quanto accaduto (ed è il terzo appuntamento di fila in cui lo dico), il neozelandese oggettivamente ha avuto sfortuna. Prima un pitstop lento gli fa perdere N posizioni e gli rovina la strategia dell’undercut, poi la SC gli impedisce di sfruttare le gomme già in temperatura, infine a centro gruppo l’attacco scriteriato di Doohan gli fora una gomma. Il risultato è lo stesso per tutti e due: Drugovich ormai dista quasi cento punti.

Il resto del parco partenti è una combinazione tra buoni piloti che devono ancora imparare come mettere insieme un weekend intero ad alti livelli (ci includo anche Hauger perché nella Sprint Race ha compiuto un errore da dilettante) e piloti di esperienza ma privi del guizzo del fuoriclasse (vi includo Daruvala, che ha giocato la carta Prema ma non sembra essere stata sufficiente per il salto di qualità).

BAKU, AZERBAIJAN – JUNE 11: Frederik Vesti of Denmark and ART Grand Prix (9) leads Jehan Daruvala of India and Prema Racing (2) during the Round 6:Baku sprint race of the Formula 2 Championship at Baku City Circuit on June 11, 2022 in Baku, Azerbaijan. (Photo by Clive Rose/Getty Images)Al netto delle storture politiche che caratterizzano i campionati organizzati dalla FIA e da Bruno Michel, la Formula 2 è divertente da seguire. C’è una buona variabilità di risultati ma emerge una narrativa coerente. Lo sport non sarà il massimo ma come show funziona.

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya

Tutte le immagini sono di proprietà di Fia Formula 2

 

 

MOTOGP 2022. GP DI GERMANIA SACHSENRING

Weekend nel cuore della ex DDR per il Motomondiale 2022. L’unica certezza è che, dopo ben 8 edizioni di fila, non troveremo il solito vincitore perché convalescente. Marquez abdicherà e con esso anche la Honda. La casa giapponese vanta addirittura una striscia ancora più lunga: Pedrosa aveva vinto le due precedenti edizioni per un totale di 10 di fila della casa dell’ala dorata.

Quartararo si presenterà in terra germanica col petto in fuori dall’alto dei suoi 22 punti di vantaggio su Espargaro e dei ben 66 su quello che sarebbe stato il suo più diretto antagonista (sulla carta) Bagnaia.

Il francese si dovrà difendere dall’alfiere Aprilia che nessuno avrebbe dato così brillante ad inizio campionato. L’entusiasmo suo e del suo box sono un fattore da non sottovalutare, perché Aprilia si sta dimostrando anche molto creativa da punto di vista aerodinamico. Dopo l’alettoncino sulla coda, i veneti hanno provato una nuova carena “bombata” ed allargata nella parte bassa per creare maggior carico aerodinamico alle basse velocità. Non è dato a sapersi se verrà usata al Sachsenring ma potrebbe essere adatta proprio a circuiti del genere tipicamente “lenti”.

I ducatisti ormai non devono più far calcoli. Pecco Deve cercare di non sdraiarsi (o farsi sdraiare) da qui a fine stagione, sperando in qualche passo falso dei 4 che ha davanti in classifica generale (due con la sua moto). Bastianini deve ritrovare la rotta persa da qualche gara. Su di lui non c’è pressione, perché sta già facendo una stagione al di sopra delle aspettative comunque andrà. Però, si sa, l’appetito vien mangiando e ciò che è stato messo in cascina nelle prime gare è già “ampiamente digerito”.

Sarà della partita anche Martin reduce dall’operazione al tunnel carpale che, per i motociclisti di oggi, ormai è generalizzato come il gomito del tennista. Altri (vedi Zarco e Miller in passato) hanno smaltito velocemente i postumi, quindi i presupposti per far bene ci sono anche per lo spagnolo che piega più di tutti.

La griglia sarà rimpolpata dalle Yamache B, dalle KTM (#speriamosialavoltabuona) dalle Honda (#cisiamoperdoveredifirma) e dalle Suzuki che qualche speranza in più potrebbero darcela. Ad oggi sia Mir che Rins sono senza un manubrio 2023, quindi ben intenzionati a far meglio che possono per “spendersi” sul mercato.

Buona gara a tutti.

(immagine di copertina tratta da tuttomotori web)

Salvatore V.

 

PS.

Mi permetto una carrellata di grid girls dello scorso anno che male non fa, alla faccia di chi non le vuole più in giro per le piste.

(immagine tratta da motociclismo)

(immagine tratta dal sito ufficiale della Motogp)

(immagine tratta dal sito eventas.eu)

SBK 2022-MISANO. BAUTISTA VINCE DUE VOLTE, GLI ALTRI FATICANO

La riviera adriatica ha sorriso all’alfiere della casa “padrona” di casa.

Bautista ha vinto imperiosamente le due gare “lunghe” lasciando a Ragzatliogu la Superpole race della mattina di domenica. Nel frattempo ha messo dietro in tutte e tre le gare il diretto rivale Rea che esce da Misano distante in classifica di 36 punti.

Sembrano tanti, ma con tre gare a weekend sono ancora un nonnulla. Tra lui, Rea e Toprack non si frappone mai nessuno a meno di eventi eccezionali.

A Misano il solo Rinaldi ha potuto (e solo in gara 2) finire davanti ad uno dei tre big: in ottica campionato è davvero poco visto che loro tre stanno facendo un campionato a parte nel quale (ad oggi) Alvaro è l’unico a non aver sbagliato nulla. Però lo spettro del 2019 aleggia costante nel box rosso e nei sogni di tutti i ducatisti. Dita incrociate.

Gara 1 è stato un assolo con Bautista che, quando ha deciso di rompere gli indug,i ha dato uno strappo a suon di giri veloci fiaccando tutta la concorrenza. L’unico a provare una resistenza il solito Toprack che però è stato tradito in gara 1 dalla sua R1.

Il turco ha fatto sua la Superpole Race, con l’impressione che Bautista non abbia voluto forzare: forse era consapevole che nel pomeriggio di domenica avrebbe ristabilito le gerarchie. E così è stato. Dopo qualche giro di sfogo da parte del turco (sempre pronto a prendersi rischi) Bautista ha dato lo stesso strappo del sabato ottenendo il medesimo risultato.

In gara 2 il suo compagno Rinaldi è riuscito in una bella rimonta dal decimo posto di partenza. Il recupero è culminato con il sorpasso ad un Johnny Rea troppo sotto tono per essere vero. Il gran caldo ha messo in difficoltà il grip ed il setup della sua Kawa. In ogni caso l’inglese ha fatto il suo limitando i danni il più possibile perchè è una garanzia. Esce da Misano con più punti di Toprack alla fine del weekend.

Poi ci sono tutti gli altri che ormai più che attori sono comparse. Redding è irriconoscibile sulla BMW.  Le due Honda HRC sono ancora ben lontane da un livello che possa loro permettere di aspirare ad un podio in assenza di disgrazie dei tre davanti. Rispetto allo scorso anno abbiamo perso Locatelli sulla Yamaha ed anche Lowes sulla Kawa, piloti che nel 2021 erano comunque a tiro di scarico e che adesso finiscono le loro gare molto distanti dai primi. Ci aggiungo, per finire, anche quella promessa di nome Garrett Gerloff che è stato addirittura in odore di Motogp.

Adesso un mese di stop e ci si rivedrà tutti a Donington Park dove, magari, la presenza di una pioggia estiva potrà regalare qualche sussulto.

Salvatore V.

(immagine di copertina tratta dal sito ufficiale della SBK)

Life is racing, all the rest is waiting