LA BELLA (GP21) E LA BESTIA – ARAGON POST GP

DUCATI CAMPIONE DEL MONDO COSTRUTTORI, PER IL TERZO ANNO DI FILA. Bastianini vince ad Aragon la battaglia con Bagnaia e si rimette in lizza per il Titolo. Out Quartararo.

Che la Ducati fosse la moto da battere non era di certo una scoperta. Che la Ducati dello scorso anno (GP21) vincesse 4 gare quest’anno con un Pilota privato nessuno se lo sarebbe aspettato.

Enea Bastianini ha vinto il GP di Aragon in modo “Valentiniano”. Si. Sembrava di rivedere la superiorità del Rossi 2001 contro gli avversari. Ad un certo punto ha superato Bagnaia ed il giro successivo, complice un piccolo lungo, ha girato 1.5 secondi più lento ( da 48.1 a 49.6), rimanendo tranquillo e sapendo di avere l’asso in mano.

Immagine tratta dal sito MotoGP.com

L’ultimo giro è stato d’antologia e senza repliche per Bagnaia che non può far nulla contro un Bastianini, che quando è in giornata sembra nettamente più forte di Pecco.

Sul podio chiude ancora una volta Aleix Espargaró in sella alla RS-GP 22 che si porta a soli 17 punti dalla vetta della Classifica.

DISASTRO QUARTARARO

Aragon e Sepang sarebbero state le due piste peggiori per Fabio. Aragon è stata un inferno dal quale il Diablo dovrà uscire più forte che mai. In uscita di curva 3 prende in pieno Marc Marquez che aveva pelato il gas per un highside e distrugge sia la sua moto che quella del Campione di Cervera. Il Mondiale si riapre.

Immagine tratta dal sito MotoGP.com

MARQUEZ RITORNO COL BOTTO

Senza Marc non c’è spettacolo. Con Marc è assicurato, ieri anche troppo. La partenza dell’otto volte Campione del Mondo è stata uno spettacolo, si è portato subito in 6^ posizione. Poi Quartararo l’ha centrato in pieno e la sua gara è finita. Un pezzo della carena di Fabio si è incastrato tra la ruota posteriore e il dispositivo holeshot e quando in uscita di curva è stato attivato, si è bloccato e Marc ha perso il controllo della moto. Chi ne paga le conseguenze è stato Nakagami, che fortunatamente è uscito vivo…

Adesso lo capite perché queste diavolerie devono essere abolite immediatamente? 

DUCATI IMBATTIBILE

Personalmente avevo visto soltanto la NSR500 e RCV211 così dominanti, con la differenza che li era il Pilota (Doohan – Rossi) a stritolare gli avversari. Qui la GP21 o 22 funziona davvero bene quasi con tutti, vincendo 10 gare su 15 e finendo sempre sul podio in ogni GP. 

4 PILOTI IN MENO DI 50 PUNTI.

Classifica Mondiale. Immagine tratta dal sito MotoGP.com

 

Mancano 5 gare alla fine del Mondiale e non sono gare normali, è la trasferta asiatica dove sappiamo bene che tutto può succedere. Il “Trittico” (mi piace chiamarlo ancora così) non va mai sottovalutato anche perché queste moto non ci corrono dal 2019, le condizioni climatiche potranno essere ben diverse da quelle che piacciono a tutti, e soprattutto non si hanno riferimenti con queste MotoGP…

Questo venerdì si vola in Giappone a Motegi, dove già un turno di prove libere è stato annullato (FP del venerdì mattina) cause logistiche, col rischio che non si corra neanche il GP viste le condizioni climatiche avverse che interesseranno il Giappone in questa settimana.

Poi avremo in sequenza Thailandia, Australia, Malesia ed infine Valencia. Buona fortuna a tutti.

 

Francky

 

P.S.

Immagine tratta dal sito MotoGP.com

 

 

 

(Immagine di copertina tratta dal sito agentysportmedia.com)

MOTOGP 2022-GP D’ARAGONA

Aragon 2021 segnò il momento dell’iniziazione alla vittoria del nostro Francesco Bagnaia. E che iniziazione… una bella battaglia nientepopodimeno che con sua maestà Marc Marquez. Facile adesso dire che quel Marc non era quello di un tempo, ma in quel frangente di stagione riusciva ad essere competitivo nonostante l’infortunio.

(immagine tratta dal sito ufficiale della Motogp)

Da quel giorno di un anno fa le vittorie sono state ben 10, numeri da fuoriclasse assoluto. Eppure il nostro Pecco “paga” il fatto di guidare quella Ducati che ormai è universalmente considerata la moto migliore di tutte.

A lui interessa poco in questo momento, perché è focalizzato sul completare quella rimonta che pareva impossibile due mesi fa e che potrebbe diventare impresa epica in caso di vittoria finale. Eppure ci sarà sempre chi avrà da ridire, da sospettare, da giudicare, da criticare, senza tener conto che poi le gare le devi vincere davvero sull’asfalto.

Aragon non è di certo pista Yamaha, quindi il leader Fabio Quartararo avrà di che non dormire la notte. Sarà costretto a fare gli straordinari nelle curve per recuperare quel gap che inevitabilmente pagherà sul lungo rettilineo aragonese.

Il resto della griglia ha i compiti ben definiti come nelle ultime gare. Bagnaia “potrebbe” contare su più scudieri tutte le domeniche, se questi non pensassero di asfaltarsi come fatto a Misano in un giro e mezzo…

Avere dietro gente come Bastanini, Miller, Zarco, Martin (demoralizzatissimo dopo il mancato accordo con il team ufficiale) sarebbe opportuno per il riavvicinamento alla vetta. Mancano 6 gare a fine stagione: Pecco potrebbe anche farcela da solo vincendole tutte con Fabio sempre secondo e sarebbe Campione in virtù del maggior numero di vittorie. Ma non è verosimile che possa vincerle tutte realizzando una striscia di 10 vittorie consecutive.

Di fatto i ducatisti non hanno più molto da chiedere per se stessi in questa stagione. Dopo l’ufficializzazione nel team Factory di Bastianini e le conferme della line up Pramac è arrivata anche la conferma per entrambi Mooney Vr46. Possono dare gas e far gioco di squadra, qualora ci riuscissero.

In mezzo a loro ci sarà anche un gran bel Maverick Vinales che pare risorto nelle ultime gare. Ha dichiarato di arrivare ad Aragon con l’intenzione di vincere la gara adesso che la sua Aprilia lo asseconda: potrebbe pure provarci. Più appannato il suo compagno Espargaro che ha perso una posizione in classifica generale ma che vorrà far di tutto per mantenere almeno quella.

Veniamo alle note lietissime. Marc Marquez ha annunciato il suo rientro e chissà… ci regalerà un’altra delle sue perle? L’infortunio lo ha reso più “mortale” e gli ha donato più “indulgenza” da parte di coloro che si erano stufati del suo dominio (ivi compreso chi scrive). Se recupererà il feeling potrebbe essere colui che avrà il compito di “decidere” il mondiale 2022. Sono pronto a scommettere che vincerà almeno la gara delle “giapu” in quel di Aragon salvo risalire la china sin dai prossimi appuntamenti.

Al rientro anche Mir sulla Suzuki e Cal Crutchlow che prenderà il posto di Dovizioso ritirato sulla Yamaha RNF.

Con LCR che ha confermato Nakagami (farà coppia con Rins ex Suzuki), si completa un altro tassello dello schieramento 2023. In pratica rimane un unico posto in GasGas Tech3 per il quale il favorito ad affiancare Pol Espargaro dovrebbe essere Augusto Fernandez. Il team userà delle KTM versione 2023.

Usciranno da giro “buono” Remy Gardner e Raul Fernandez, ovvero i due “ufficiali KTM” Moto2 che si contesero il campionato 2021. Un anno solo di Motogp per loro sotto l’ala di KTM e Red Bull… insomma come per i “cugini” a quattro ruote?

Buona gara a tutti e che vinca il migliore……

 

Salvatore V.

 

 

(immagine in evidenza tratta dal sito di sportmediaset)

BASTIAN CONTRARIO: LA F1 NON S’E’ DESTA

Anche il GP d’Italia, uno degli eventi di F1 più attesi dell’anno, viene archiviato e viene fatto nel modo più orrendo che si possa immaginare e naturalmente con non poche polemiche. Il tempio della velocità per eccellenza (almeno prima si raggiungevano anche i 370 km/h), il circuito più veloce del mondo, il GP dove conta solo il piede dell’acceleratore affondato per il 70% del giro termina nel modo più ignominioso… in regime di Safety Car a si e no 150 km/h di media. Niente da fare… la F1, a differenza del nostro Paese cantato nell’inno di Mameli, non s’è desta.

Per il secondo GP consecutivo, ci dobbiamo sciroppare tutta l’inadempienza e la sudditanza di un circo (il termine circus è troppo professionale… con tutto il rispetto per i circensi si capisce!) che palesemente dipende dalle due super potenze Red Bull e Mercedes e non smetterò mai di ripeterlo, Ferrari ha una grossissima responsabilità in questo stillicidio. Per l’ennesima volta ci troviamo una monoposto ferma in rettilineo (a Monza!) e di nuovo ci troviamo di fronte all’inamovibilità della direzione gara, perché conscia che qualunque azione applichi (ed una Safety Car o bandiera rossa sono le uniche alternative possibili) determinerà l’esito della gara. Evidentemente i fatti di Abu Dhabi dell’anno scorso bruciano ancora, forse quella scelta di Masi fu troppo eclatante ed ecco che per risolvere un problema ne viene creato uno ancora più grande, tanto che (l’ironia della sorte non ha confini) addirittura si invoca il ritorno dello stesso ex direttore, silurato proprio dopo i fatti di Abu Dhabi. Nessuno si vuole prendere la responsabilità, sebbene siano pagati proprio per quello e guai se ciò avviene se a condurre il GP c’è la Red Bull dell’idolo del momento.

Sia chiaro a tutti voi che avete lo stomaco di leggere questo mio pensiero, in modo di placare ogni tipo di polemica, che il sottoscritto non crede e non ha mai creduto che, ammesso e non concesso ci fosse stata una ripartenza, sia dopo Safety car o da fermo dopo una eventuale bandiera rossa, LeClerc avrebbe avuto una possibilità di vittoria. Attualmente il pacchetto RB18 – Verstappen è una macchina da guerra inarrestabile e non ci sono illusioni perché i restanti GP che si devono disputare li ha già vinti! Certo, alla notizia che l’olandese partiva settimo, mi ero quantomeno illuso che avrebbe perso due, tre giri per liquidare tutti i colleghi che lo separavano dal redivivo LeClerc. Poi ho visto la partenza scellerata di Norris, il tappeto steso da Gasly e la non trazione di Ricciardo in uscita dalla Parabolica (con tutto il rispetto per Michele Alboreto, per me quella curva si chiamerà sempre a quel modo) e mi rendo conto che, alla fine del primo giro, non solo Verstappen era già terzo, addirittura aveva già vinto!

Eppure la Beneamata ha reagito e piacevolmente stupito, in quanto ha provato a diversificare e a non subire l’infausto destino  dell’unica strategia consentita su una pista come quella brianzola. Binotto, prima della partenza, aveva detto che fino ad ora la Safety Car ha sempre fatto ingresso in pista ed è proprio su quello che la Rossa puntava ed hanno avuto ragione. Purtroppo le modalità sono state quelle che tutti noi abbiamo visto. La F1 non s’è desta quando ci vogliono due giri per far uscire una Safety Car quando in rettilineo c’è una monoposto. La F1 non s’è desta quando c’è un trattore in pista con le monoposto che, per quanto possono andare piano, hanno comunque una velocità pazzesca e inevitabilmente ci hanno riportato a Suzuka 2014! La F1 non s’è desta quando non si assume le proprie responsabilità, non mettendo una palese bandiera rossa, affondando così lo sport per far prevalere gli interessi del team di turno padrone. Sappiamo benissimo che Red Bull e Mercedes sono le principali squadre che fanno girare tutta la giostra ed ecco che ci tocca assistere ad oscenità come quelle viste domenica scorsa. Centinaia di migliaia di spettatori che hanno pagato a caro prezzo l’obolo, pardon il “token” d’ingresso, mortificati da uno spettacolo insulso, una farsa mai vista. Domenicali, in una fase di esaltazione mentale, visto il grande successo che la F1 sta riscuotendo in tutto il mondo (su questo c’è da dargli atto perché abbiamo la fila da parte di ogni Paese per ospitare un GP ed ogni evento è sempre sold out), elargisce proposte per spettacolarizzare ancora di più la Formula wrestling a cui assistiamo ogni weekend, non ultima la griglia invertita (!). Ebbene come può il buon Stefano spingere in tal senso e permettere, nel contempo, che lo stesso spettacolo da egli perorato si concluda a quel modo?

Molto probabilmente, quando Verstappen avrà chiuso le pratiche (tra Singapore ed Austin… manca poco ormai), forse la prona F1 anglo centrica, permetterà una condotta più lineare e all’altezza dell’evento che organizza e scommetto che quando, all’improvviso, diverrà coerente ed equanime ci sarà proprio quella martoriata Ferrari che “a casa sua” è stata malmenata. Se abbiamo evitato l’umiliazione, dobbiamo ringraziare solamente il mancato campione LeClerc, che ha portato a casa una pole che è un mezzo miracolo e a quel “pippone” di Sainz che ha fatto una rimonta non scontata, visto che a Monza non è così semplice il sorpasso e, udite udite, proprio quel muretto tanto bistrattato che ha osato ed ha cercato di diversificare il più possibile la strategia… perché a parità di opzioni e senza Safety Car, Verstappen al traguardo ci avrebbe dato almeno trenta secondi.

Il Presidente, bontà sua e come anticipato la settimana scorsa, ci ha degnato della sua presenza e (finalmente!) ha elargito parole positive verso la squadra, confermando la fiducia a Binotto anche se ha voluto sottolineare che la Gestione sportiva “è un’altra cosa”. Jhon Elkann se ha detto quello che ha detto è solo perché è con l’acqua alla gola, in quanto sa bene che se mandasse via Binotto, non solo sfascerebbe un gruppo che nel bene e nel male è consolidato (visto la telenovela in casa Red Bull tra Verstappen e Perez? Ormai sono cosi forti che si possono permettere persino screzi in mondo visione con scie volutamente non offerte), non solo sa che poi si dovrebbe ricominciare tutto daccapo, bensì sa perfettamente che sul carro della Rossa non ci vuole venire nessuno; di certo non a queste condizioni. Intanto anche quest’anno sportivo sta lentamente finendo e, sebbene le premesse fossero ben altre rispetto alla realtà che stiamo vivendo, attendiamo sempre una maggiore presenza politica da parte della Ferrari, perché (e quanto successo quest’anno lo dimostra caso mai ci fossero stati dubbi) i GP prima di vincerli in pista si devono vincere nelle stanze che contano. Forse ad Elkann ciò non interessa più di tanto, eppure se la F1 attrae sempre più pubblico è perché finalmente c’è nuovamente competizione e non monologhi di una squadra sola e, soprattutto, perché c’è una Ferrari che è ritornata nuovamente competitiva, DT039 a parte.

A volte mi viene il dubbio che la Rossa sia usata solo come specchietto per le allodole, come una luce ultravioletta che attira le mosche: una Ferrari competitiva serve ad attirare pubblico in tutto il mondo per poi, al momento opportuno, tarparle le ali per indirizzare il mondiale in altre direzioni. Lungi da me fare dietrologie da tifoso da curva… eppure sono troppi i dubbi su questa dannata direttiva che ha allontanato la Rossa dai bibitari, facendo riavvicinare la Mercedes ad essa, così come rimarrà sempre un mistero il livello prestazionale della Red Bull (solo con Max ovviamente) nonostante il budget cap imponga ben altre spese. Prestazioni che sono inarrivabili al momento e che, di certo, non hanno bisogno di essere accompagnate fino al traguardo dietro una safety car… spiacente, la F1 così proprio non s’è desta!

 

Vito Quaranta

MIT’S CORNER: MONZA

Metrodoro il Teorematico dixit:

Verstappen: Onestamente il Max di ieri è stato superlativo. Giustamente i commentatori gli davano del “martello”: tutti i giri sugli stessi tempi, doppiaggi gestiti alla grande, gomme gestite alla grande, tutto perfetto. Resta da capire se questa perfezione c’è stata perché ha guidato da fenomeno (e lo è, beninteso) oppure perché aveva ancora tanto margine. Qualche che sia la risposta non cambia il giudizio. Che gli siano andate tutte dritte sugli eventi che non l’hanno riguardato direttamente (VSC, SC) non è una gran considerazione: se sei lì davanti e con quel margine la probabilità che eventi del genere ti favoriscano ulteriormente è più alta del contrario – c’è poco da fare.

CLC Ha fatto il suo. Anche ieri le gomme non duravano (almeno non tanto quanto a Max). La sosta in VSC tutto sommato ci stava, se fosse stata “piena”, ossia se avessero dato green flag quando CLC era già a regime, e a parità di tutto il resto, allora l’ultimo stint di CLC sarebbe cominciato (dicono) a circa 8/9 sec da Max. Molto probabilmente non sarebbe cambiato nulla sul risultato finale però la F1, in quei momenti lì, ha anche tanta psicologia in gioco e mettere un po’ di pressione a Max è un esperimento che sarebbe interessante fare (e alla SC si sarebbe trovato senza doppiati in mezzo mettendo un po’ di ulteriore pepe allo strano finale). Certo il buon Max ha tanta cazzimma che Rione Sanità scansate quindi…

Russell: Il ragazzo dimostra ancora una volta una solidità eccezionale. Se la MER l’anno prossimo tira fuori (da subito) una macchina che può competere per la vittoria diventa un serio contender.

Sainz: Ottima ottima gara. Anche lui nella seconda parte di gara si è trovato delle gomme difficili e con un ritmo insufficiente per andare oltre (nonostante il suo tifoso Genè lo desse a podio quasi per certo) però nella prima parte ha fatto, e alla grande, un recupero notevole. Eccellente il sorpasso su Perez.

Hamilton: gara notevole anche la sua, considerando i limiti sul dritto della sua vettura. Comunque non è più quello di una volta – e non è più quello di una volta già dal 2020, secondo me. Comunque quel doppio sorpasso in uscita dalla prima variante è stato favoloso, da old fox di primo livello.

Perez: inguardabile.

Norris: partenza inguardabile – resto della gara così così. Si è rifatto solo grazie ad una strategia a lui più congeniale rispetto a quella del pur accomodante teammate. Per nulla brillante, almeno rispetto a quanto ci ha abituato.

Ricciardo: al contrario del suo oggi appannato teammate oggi l’ho visto (stranamente) brillante, considerate le premesse poco entusiasmanti. Ieri avrebbe tenuto dietro anche un F-35. Strategia adatta al suo momento vista la velocità sul dritto (inaspettata).

Gasly: boh. Strano che non ne abbia avuto minimamente per neanche tentare il sorpasso all'(ondeggiante?) Ricciardo. Si conferma in un momento un po’ strano. Forse non stava bene (leggevo di agenzie che lo davano non in forma)

Tsunoda: non pervenuto

Alonso/Ocon: embé? O hanno sbagliato tutto in termini di assetto oppure anche Alpine va a passo di gambero con lo sviluppo come un altro team di nostra conoscenza. Comunque per l’ennesima volta quest’anno (e al netto del problema tecnico) Alonso>Ocon la qual cosa non depone a favore del primo quanto invece depone a Sfavore del secondo.

Zhou/Bottas: bene il primo dopo una Q deludente. Bottas tutto sommato ok. Cmq Alfa, a parte i primi GP, si conferma delusione.

Aston Martin: pietosa

Bravo Mick: nonostante l’errore si è dato da fare per quanto poteva.

Magnussen: anonimo.

Latifi: l’ho già detto che deve cambiare mestiere?

Lascio per ultimo De Vries: ottimo. Stava là dove contava e si è portato a casa punti importantissimi. Ha guidato veloce ma anche con oculatezza: la figura del fesso o dell’ansioso era dietro ogni curva e non c’è cascato – forse ne aveva per provare a passare Gasly e Ricciardo ma il rischio era troppo grande e ha saputo evitare il patatrac. Cioè: fossi stato io al suo posto mi sarei sbrodolato per tutto il GP: Monza, dicasi MONZA, debutto in gara in F1, qualifica della madonna e teammate messo a distanze misurabili solo in Parsec. Bravo. Peccato solo non averlo potuto misurare con Albon invece che con Latifi.

Cmq Williams in progresso nelle ultime tre gare: sai mai che la TD39…

TOPRAK VINCE, REA STENDE BAUTISTA. MONDIALE RIAPERTO.

Round di Francia a dir poco pazzesco, Bautista vince gara 1 mentre Toprak si prende le altre due. In Gara due Jonnhy stende Bautista. Toprak ringrazia.

È stato un round davvero “incredibile” questo di Francia. Il Campione del Mondo in carica ne esce vincitore e ringrazia Jonnhy Rea che, in gara due tentando il sorpasso su Bautista, arriva lungo e si tocca con il Pilota Ducati. Risultato Bautista a terra e Jonnhy punito con un long lap penalty.

Rea ha osato buttare in terra Bautista. Avesse tirato giù Razgatioglu o fosse successo il contrario, tra Toprak e Jonnhy, nessuno si sarebbe scandalizzato più di tanto. Adesso si grida allo scandalo, quasi come fossimo ritornati in Argentina 2018, dai cugini della MotoGP.

La penalità per Jonnhy a mio avviso sarebbe dovuta essere più “pesante”, un doppio Long lap penalty. Da qui a pretendere la bandiera nera però… Un contatto di gara, un errore che ha coinvolto il Pilota sbagliato. Fine.

Nella gara 1 si assiste all’incredibile uscita di scena sia di Rea che di Razgatioglu, entrambi cadono e regalano letteralmente la vittoria a Bautista davanti ad un ritrovato Redding ed uno spettacolare Axel Bassani. Bautista vince in solitaria e guadagna 25 punti importantissimi.

Nella SP Race invece la musica cambia, Bautista non riesce a contenere Razgatioglu nonostante abbia una moto palesemente più forte. Quando apre il gas nel curvone era praticamente imprendibile ma il Campione del Mondo è su un altro livello quando si tratta di frenare ed entrare in curva. Razgatioglu vince la SP Race davanti a Bautista che regola egregiamente Rea, in un duello mozzafiato all’ultimo giro.

In gara due succede il disastro tra Rea e Bautista. Qualcuno ha visto addirittura un braccio largo di Jonnhy e volontarietà nell’azione. Anni ed anni di sconfitte probabilmente fanno ragionare in maniera poco lucida. Il Campione del Mondo Razgatioglu vince davanti a Rinaldi e Bassani. Soltanto 5° Rea che chiude dietro a Lowes.

MONDIALE APERTISSIMO.

Mancano 5 Round alla fine, tra due settimane si va in Catalogna a casa di Alvaro Bautista. Ci sono ancora 10 gare “normali” e 5 sprint Race per un totale di 310 punti a disposizione. Razgatioglu è dietro Bautista di soli 30 punti, mentre Rea solamente di 47.

Classifica Mondiale.

REA CHE SUCCEDE?

L’alfiere Kawasaki è in netta difficoltà, questo è il quarto round che non riesce a vincere una gara. L’ultima vittoria risale a maggio ad Estoril, troppo per uno come lui. Sicuramente in altri tempi non avremmo visto quella manovra così azzardata, in Kawasaki devono ritrovare un Pizzico di lucidità, perché specialmente nelle Gare 2 fanno molta più fatica degli altri.

MERCATO PILOTI

Tiene banco il “caso Bassani“. Un Pilota di questo calibro deve ottenere un trattamento da ufficiale, si vocifera che Barni lo “strappi” a Motocorsa ma ci si aspettava un chiamata da Aruba. Il team Factory invece sembra voler continuare con Rinaldi. Dovrebbe entrare nel Mondiale il Campione del Mondo Moto2 2021 Remy Gardner, prendendo la sella di Gerloff. Anche qui ci chiediamo perché non quella di Locatelli, che non sta disputando una stagione eccelsa. Da vedere anche come si evolverà la situazione di Aegerter, che potrebbe ritrovarsi senza sella in SBK avendo probabilmente due Mondiali Supersport nel palmares.

CALENDARIO

Le ultime 5 gare si correranno in Spagna (Montmelo), poi si andrà il Portogallo (Portiamo) ed Argentina (Villicum) ad ottobre,  Indonesia (Mandalika) ed il round finale in Australia (Phillip Island) nel mese di Novembre. Attenzione alla pioggia, qualcuno potrebbe alzare la manina per non correre, come accadde ad Imola qualche anno fa…

Appuntamento tra due settimane sul circuito del Montmelo.

Life is racing, all the rest is waiting