VERSTAPPEN VINCE A MONZA. LA SAFETY CAR TORNA PROTAGONISTA.

La matematica non è un’opinione. E la matematica dice che la stagione 2022 per la Ferrari, è stata, fino ad ora, come la 2019. Anno che poteva passare alla storia come un mezzo fallimento, dopo un 2018 nel quale Vettel, ad un certo punto, era il favorito per il titolo.

Ma del 2019 abbiamo un ricordo dolce, grazie al trionfo di Leclerc a Monza. E c’è da pensare che la dirigenza Ferrari contasse, alla vigilia, di ripetere quell’exploit, in un momento della stagione nel quale la F1-75 pare avere perso la straordinaria competitività di inizio stagione, e la squadra avere perso la bussola, con continui pasticci strategici.

La storia insegna che l’aria monzese fa bene alle macchine rosse, e infatti la F1-75 si presenza all’autodromo brianzolo in piena forma, con Leclerc capace di centrare una straordinaria quanto inaspettata pole, davanti a Verstappen che, nel caos delle penalità per cambio di componenti varie ed assortite, si ritrova retrocesso in settima posizione. Pure Sainz, terzo sul campo, si ritrova spedito in fondo alla griglia per cambio completo della Power Unit. 

La Ferrari ha scelto un assetto scarico, al contrario della Red Bull, e con una Mercedes che in rettilineo non va neanche a spingerla, per Charles si spalanca l’opportunità  di mettere un bel po’ di secondi fra sè e il rivale olandese, prima che quest’ultimo riesca a farsi largo e a recuperare, forte di una macchina con un passo gara superiore.

Si spengono i semafori e Leclerc scappa via, solo minimamente impensierito da Russell. Norris rimane quasi fermo, mentre Verstappen guadagna ben 3 posizioni portandosi in quarta posizione, che diventa la terza al termine del primo giro e la seconda al termine del quarto giro.

E così, dopo soli 5 giri di gara, Verstappen si trova a soli due secondi da Leclerc, mentre dal quarto, Ricciardo, in poi, il distacco è già di 8 secondi.

Al giro 9 si ferma Perez, partito anch’egli dal fondo e in difficoltà nel rimontare. Gli viene montata gomma dura, ma il freno anteriore sinistro fuma vistosamente, e delle fiamme escono dalla parte interna del cestello. Per fortuna del messicano, il problema si risolve in pochi giri.

Nel frattempo, Sainz ha rimontato furiosamente dalla diciottesima posizione e al giro 12 è già in quinta posizione. Proprio in quella tornata, Vettel si ferma con il motore rotto, e viene attivata la Virtual Safety Car. La Ferrari fa fermare Leclerc, mentre Verstappen continua. La VSC viene disattivata proprio mentre Charles sta ripartendo, e all’uscita riesce per un niente a rimanere davanti a Ricciardo, che poco dopo viene superato da Sainz, che si porta così in quarta posizione.

La fermata ha fatto teoricamente guadagnare 7 secondi a Leclerc, ma il monegasco dovrà fare molti giri con il set di gomme che ha montato. Con le gomme nuove, il ferrarista recupera qualcosa, ma il ritmo di Verstappen continua ad essere ottimo e costante, pur con gomme soft che hanno già percorso ben 18 giri.

L’olandese si ferma esattamente a metà gara per quella che sarà la sua unica sosta, montando gomme a mescola media. Il suo svantaggio dopo la fermata è di 10 secondi, ma il rivale ferrarista ha gomme che hanno già percorso più di 10 giri. E, infatti, Max inizia a guadagnare 1 secondo al giro.

Al giro 31 si ferma Sainz per montare gomma soft. Lo spagnolo, che al momento della sosta era terzo, si ritrova ottavo alle spalle di Perez e Alonso, che la loro sosta l’hanno già fatta.

Al giro 34 la Ferrari fa fermare un’altra volta Leclerc, per montare la gomma soft. Charles ha a disposizione 18 giri per recuperare 19 secondi, impresa praticamente impossibile. Anche perchè il cronometro dice che il vantaggio di Verstappen inizialmente aumenta, anzichè diminuire.

A 5 giri dalla fine, Ricciardo si ferma in mezzo alla pista, e viene attivata la Safety Car. Verstappen e Leclerc non riescono a fermarsi subito, cosa che invece fanno Russell e Sainz. I primi due si fermano al giro successivo. Ma Max ha una gomma nuova, mentre Charles no.

I giri passano, e la Safety Car non compatta il gruppo, ma, soprattutto, la macchina di Ricciardo non viene spostata. In questo modo la gara non riesce a riprendere, e finisce con Verstappen che coglie la sua undicesima vittoria stagionale, davanti a Leclerc, Russell, Sainz, autore di un’ottima rimonta, Hamilton, Perez, Norris, Gasly, il debuttante De Vries e Zhou.

Ora il calendario prevede una pausa di ben tre settimane, per riprendere in quel di Singapore, dove si ritornerà dopo 3 anni. Chissà che una delle solite gare pazze non consenta di interrompere il dominio dell’accoppiata Verstappen-Red Bull, che sta rendendo questo campionato molto simile a quelli del dominio Mercedes con l’accoppiata Hamilton-Bottas.

P.S. 1 quando in ballo c’era un mondiale per Max, si sono sbrigati a sgombrare la pista e a fare sdoppiare quelli che serviva far sdoppiare. Oggi, invece, se la sono presa comoda. Bastava, come anche ad Abu Dhabi, una bandiera rossa. Venne fatto, qualche anno fa, a Baku, quando mancavano solo 2 giri. I fischi del pubblico sono stati meritati, e la gestione sportiva del carrozzone ha rimediato l’ennesima figura barbina. Cambiano le persone, ma non i metodi.

P.S. 2 complimenti all’organizzazione, che ha chiamato nientepopodimeno che Andrea Bocelli a cantare l’inno italiano, ma poi si è scordata di far alzare il volume del microfono. 

F1 2022: GP D’ITALIA

Monza, terra d’emozioni! Anzi, pure meglio, terra di emozioni agognate e quasi mai conquistate. Invero il destino del Ferrarista comunemente inteso, quello che passa la vita a bestemmiare quando la Federazione fa a pezzi la sua monoposto vincente mentre al Board Rosso ride anche il culo già che con una trimestrale delle loro ancora un pò e risananerebbero al volo la bilancia dei pagamenti del Burkina Faso. Parliamo di Sport (o di quel che ne resta) che è meglio. Il  GP d’Italia a volte è stato decisivo per il Mondiale o il suo indirizzo ed altre ha semplicemente dato una spinta nella direzione già presa dal WDC. Come al solito vado alla rinfusa citando le edizioni che ritengo maggiormente rappresentative del GP Brianzolo

Nel 1974 il compianto Clay sta dominando la gara con un distacco enorme sul secondo in classifica quando il Boxer (o, per meglio dire, il flat twelve) lo lascia a piedi. Sarà di fatto questo ritiro, e non il disastroso weekend del Glen, a negargli un titolo mondiale che il suo piede destro avrebbe largamente meritato.

Del rientro alle gare di Sua Santità nell’edizione 1976 si è già scritto tutto. La gara passò alla storia anche per la vittoria di Ronnie Peterson su March che fece la Parabolica in drift ogni santo giro. Già che il compianto Ronnie era uno col piede destro di cemento armato ma una vera e propria capria nel settare l’auto la dritta vincente gliela diede il Vittorione Nazionale che, dopo le prove del venerdì (foto), gli suggerì di usare un alettone posteriore a “carico zero” per il resto del weekend in modo da ottenere velocità di punta degne di un 12 cilindri anzichè di un Cossie.

La mia personalissima idea di come non dovrebbe essere un pilota di Formula Uno. Ossia un pensionato in servizio attivo un metro dopo la bandiera a scacchi che ne decreta la vittoria nel WDC.

F1 | Storia: GP Italia 1982, un podio tutto Ferrari

Autosprint intitolò “Ferrari ieri, oggi e domani” dopo il Gp di Monza del 1982 in riferimento a questo podio. Cosa avesse da ridere Tambay ancora mi risulta ignoto già che, grazie al suo fisico degno della bocciofila dei pensionati, si giocò le possibilità nel WDC di quel disgraziato anno. Poi vabbè, perla assoluta del Vecchio che in ossequio alla nostalgia di Digione 1979 fece shopping in Renault ma anzichè prendere il fenomeno emergente mise in Rosso il decotto Renè che formò con Tambay  nel 1983 la coppia che avrei poi amabilmente chiamato “Gianni e Pinotto”

Il GP dell’addio ai sogni di gloria nel Mondiale 1985. Michele si presenta a Monza con un distacco di 3 punti da Prost nel Mondiale. Si qualifica settimo ed in gara rompe il motore mentre è sesto. In testa Keke sta dominando quando il V6 Honda lo lascia a piedi regalando la vittoria a Prost che, issatosi a +12 nel WDC, chiuderà la pratica il GP dopo a Brands Hatch. Sipario

F1 | Su Monza 1988, un angelo di nome Enzo Ferrari - Storia - Motorsport

In nomine Patris

1996: Schumacher vince per la prima volta con la Ferrari a Monza

L’edizione 1996 con la vittoria del Kaiser sulla cassapanca F310 in una gara ad eliminazione

F1 | Storia: GP Italia 2000, il dramma di Paolo Gislimberti

Mi domando come mai la Roggia non sia stata ancora intitolata al povero Paolo Gislimberti, ivi deceduto nell’edizione 2000

Gazzetta dello Sport - Foto del Giorno

Il passaggio di consegne nell’edizione 2006

Sebastian Vettel: Toro Rosso history – Monza win 2008

Il capolavoro del Sebestemmio Nazionale nel 2008

Il trionfo di Charles nel 2019

L’edizione di quest’anno vede la Ferrari in difficoltà per i noti motivi ascrivibili alla TD039 mentre AMG è in recupero e Redbull in allungo. Purtroppo l’outlook è simile a quello di Spa, sempre con la domenica come giorno peggiore del weekend ahinoi tutti.

Buon GP (si fa per dire….)

 

WSBK 2022- FRENCH ROUND

Dopo oltre sei settimane di pausa riparte il mondiale Sbk in Francia sul circuito di Magny Course.

Il recap delle prime gare è molto semplice da fare visto che i protagonisti della prima parte della stagione sono stati i soliti tre noti.

In testa alla classifica svetta Alvaro Bautista che ha condotto sino ad adesso una stagione veloce oltre che concreta rispetto alla sua precedente esperienza bolognese. Alle sue calcagna il “re Rea regolarissimo” con 31 punti di distacco che precede il campione del mondo in carica Toprack Ragzatliogu che a sua volta dista 38 punti dalla vetta.

Che il mondiale si giocasse tra questi piloti era cosa nota sin dal principio ma, se inizialmente il turco era apparso appannato, negli ultimi 3 appuntamenti ha ricominciato a macinare vittorie come lo scorso anno.

Su 9 gare (comprese 3 Superpole race) ne ha vinte lasciandone solo 3 al leader mondiale. Johnny Rea non vince da maggio, ovvero quasi quattro mesi, un’enormità per colui che negli ultimi anni aveva patito digiuni del genere solo durante l’inverno a stagione conclusa.

I nostri tre hanno cannibalizzato la stagione lasciando poco più che le briciole al resto dello schieramento. Solo 7 podi su un totale di 54 posti da inizio anno. Ma quel che più conta è che nessuno degli altri ha mai potuto pensare lontanamente di vincere e nemmeno di pensarci.

Tre piloti diversi in sella a tre moto di marca diversa. E’ una lotta tra uomini quindi, molto di più che tra mezzi tecnici.

Al solito il meteo di questo periodo non è storicamente bello nel centro della Francia e per il fine settimana è si prevista una domenica di sereno, ma un venerdì ed un sabato all’insegna del maltempo con rischio pioggia molto alto. Il fattore meteo sarà quindi influente e complicherà la vita a teams e piloti per la ricerca della giusta messa a punto delle moto tra prove e gare.

Toprack è il più “estroso” dei tre quindi potrebbe esserne avvantaggiato seppur non sarà un compito semplice lottare con il Rea Leone sempre molto veloce con la pioggia e sul circuito di Nevers.

Fatta questa premessa vincerà a mani basse tre gare su tre proprio Bautista (sigh!)

Scherzi a parte la lotta è serrata perché se 30 punti di distacco in Motogp (con una gara a weekend) sono tanti, in SBK non lo sono affatto soprattutto perché siamo a tutti gli effetti a metà campionato considerando il restante numero di gare. E’ strano che ciò accada a settembre quando in passato ormai i giochi erano quasi fatti di questi tempi, ma il calendario 2022 ha questa sequenza quindi il mondiale è ancora tutto da giocare.

Dopo i primi tre ci si aspetta le consuete lotte tra i compagni dei primi e la BMW di Redding che nelle ultime gare ha regalato qualche piccolo segnale di miglioramento.

Notte fonda per Honda anche in questa categoria. Un solo podio in stagione risalente addirittura ad aprile e nonostante l’aver ingaggiato Lecuona ex Motogp. Si dovrebbe avere voglia e tempo per cercare negli annali una stagione più disastrosa di questa per i giapponesi in tutte le categorie.

Buon divertimento a tutti.

F2 OLANDA 2022 – LES JEUX SONT FAIT

La F2 è alle battute finali: da una parte il prossimo appuntamento a Monza sarà il penultimo, dall’altra Felipe Drugovich (MP) ha de facto chiuso il discorso iridato. Per lo sfidante Theo Pourchaire (ART) restano solo le speranze offerte dall’aritmetica. Ma procediamo con ordine.

QUALIFICHE

Zandvoort è un circuito inadeguato già per le necessità della F2. Dal punto di vista dei sorpassi peggio di lui c’è solo Montecarlo e forse Imola. Con queste premesse è chiaro che per ottenere un buon pottino di punti è vitale disputare una qualifica soddisfacente.

ZANDVOORT, NETHERLANDS – SEPTEMBER 02: Theo Pourchaire of France and ART Grand Prix (10) crashes during qualifying ahead of Round 12:Zandvoort of the Formula 2 Championship at Circuit Zandvoort on September 02, 2022 in Zandvoort, Netherlands. (Photo by Lars Baron – Formula 1/Formula Motorsport Limited via Getty Images)

Pourchaire si schianta sulle barriere di curva 3 durante il secondo run. L’incidente del francese lascia liberi Jack Doohan (Virtuosi) e Drugovich di lottare per la pole. Come a Spa il brasiliano segna un tempo quasi irraggiungibile a pochi minuti dalla fine. Un testacoda di Daruvala poco dopo pone termine alle ostilità e di conseguenza Drugovich conquista la seconda pole consecutiva, la quinta della stagione.

ZANDVOORT, NETHERLANDS – SEPTEMBER 02: Pole position qualifier Felipe Drugovich of Brazil and MP Motorsport (11) stops in parc ferme during qualifying ahead of Round 12:Zandvoort of the Formula 2 Championship at Circuit Zandvoort on September 02, 2022 in Zandvoort, Netherlands. (Photo by Alex Pantling – Formula 1/Formula Motorsport Limited via Getty Images)

Alle spalle del brasiliano partirà Doohan, il quale vorrà proseguire il duello di Spa. Terzo è il solido Logan Sargeant (Carlin). Quarto è Verschoor (Trident), alla sua migliore prestazione in qualifica davanti al pubblico di casa. Pourchaire è solo sedicesimo ed è in una pessima situazione, tanto in gara quanto in campionato.

SPRINT RACE

La farò breve, visto che è stata una delle gare con meno spunti della stagione. L’inversione della griglia premia Clement Novalak (MP), che è scortato sulla griglia da Marcus Armstrong (Hitech), Vips (Hitech) e Hauger (Prema).

Armstrong infila Novalak in curva 1, mentre in accelerazione Vips si trova la traiettoria ideale occupata e subisce prima il sorpasso di Hauger e poi alla chicane una sontuosa infilata di Liam Lawson (Carlin). Vips ha spesso la capacità di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

All’inizio del secondo giro, nella foga della rimonta Pourchaire tira una staccata impossibile a Beckmann e finisce nella ghiaia. Passerà il resto della gara a duellare con Tatiana Calderon e Marino Sato e buonanotte ai suonatori.

Il resto della gara è ravvivata solo dalle escursioni di pista di Daruvala e dalla SC uscita per recuperare la vettura di Calderon, insabbiatasi in curva 2. Alla ripartenza Iwasa (Dams) strappa la sesta piazza all’autoctono Verschoor (Trident) ma la cosa finisce lì.

Marcus Armstrong conquista la terza vittoria di stagione. Malgrado il numero di trofei è appena decimo in classifica e ciò la dice lunga sulla sua stagione. Novalak invece conquista il primo podio in F2 (ricordo che il suo compagno di squadra sta vincendo il mondiale) mentre Hauger vi ritorna per la prima volta da Baku. Drugovich decimo era e decimo arriva ma sigla il giro più veloce e conquista un punticino.

FEATURE RACE

A causa degli spazi angusti, in caso di Safety la pitlane verrà chiusa. A dimostrazione della natura di pista di F3 del tracciato (per la quale ha funzionato ottimamente). Legittime le proeccupazioni sulla sicurezza ma  così si distruggono le strategie alternative -quelle basate su un lungo stint iniziale sulle dure. Se uscisse la SC il pilota vedrebbe il vantaggio annullato ma potrebbe pittare  solo in condizioni di bandiera verde e gruppo compatto. Non è la notizia migliore  per Pourchaire, cui viene tolto uno strumento fondamentale per la rimonta.

ZANDVOORT, NETHERLANDS – SEPTEMBER 04: Felipe Drugovich of Brazil and MP Motorsport (11) leads the field into turn one at the start as Jack Doohan of Australia and Virtuosi Racing (3) locks a wheel under braking during the Round 12:Zandvoort Feature race of the Formula 2 Championship at Circuit Zandvoort on September 04, 2022 in Zandvoort, Netherlands. (Photo by Clive Mason/Getty Images)

Il via è regolare per 21 piloti su 22. Lo scatto di Drugovich è sufficiente per conservare la prima posizione, mentre Hauger si impone su Verschoor e Iwasa. Vips perde la consueta caterva di posizioni grazie a posizionamenti poco furbi fino a trovarsi ingarellato con Pourchaire, che dal via guadagna due posizioni.

La star dello start stavolta è Sargeant: prima arriva alla Tarzan con freni e gomme fredde e parte per la tangente. Sfrutta una stradina asfaltata per tornare in pista senza perdere un eternità e nel rientro si sfiora con Boschung danneggiando l’ala. In curva 7 poi tenta una staccata improbabile ai danni dello stesso. Per evitare la Campos si butta nelle vie di fuga e si schianta, danneggiando le barriere al punto che il direttore dopo due giri di SC sospende la gara.

Nel frattempo Beckmann e Nissany si sono scontrati dietro la vettura di sicurezza dopo aver battibeccato per un giro intero su chi dei due fosse davanti all’inizio della sospensione. Il comportamento inqualificabile  dei due sarà punito dalla direzione gara – in particolare a Nissany verrà impedito partecipare al round di Monza.

ZANDVOORT, NETHERLANDS – SEPTEMBER 04: Felipe Drugovich of Brazil and MP Motorsport (11) leads Jack Doohan of Australia and Virtuosi Racing (3) and the rest of the field at the start during the Round 12:Zandvoort Feature race of the Formula 2 Championship at Circuit Zandvoort on September 04, 2022 in Zandvoort, Netherlands. (Photo by Lars Baron – Formula 1/Formula Motorsport Limited via Getty Images)

La ripartenza è lanciata e le posizioni restano invariate. Vale la pena segnalare alcuni cambi di mescola avvenuti in regime di sospensione: Pourchaire ora monta le dure, così come Lawson, che dall’alto della quinta posizione è il leader dei piloti su strategia alternativa.

Rispetto alla Sprint Race la corsa è animata da alcuni duelli, frutto della difficoltà dei piloti ad accendere le hard e a preservare le soft. Ma anche stavolta l’unica azione vera è costituita dalle escursioni fuori pista di Daruvala (ad occhio il weekend peggiore da due anni).

ZANDVOORT, NETHERLANDS – SEPTEMBER 04: Felipe Drugovich of Brazil and MP Motorsport (11) leads Jack Doohan of Australia and Virtuosi Racing (3) during the Round 12:Zandvoort Feature race of the Formula 2 Championship at Circuit Zandvoort on September 04, 2022 in Zandvoort, Netherlands. (Photo by Clive Mason/Getty Images)

La lotta per la vittoria si risolve all’ottavo giro quando Doohan, fino allora in scia al leader, spiattella una gomma alla Tarzan, perde ritmo ed è costretto a rientrare in anticipo. Drugovich non ha difficoltà a coprirne la sosta e conserva la posizione (a differenza della settimana scorsa) anche se i suoi primi giri palesano difficoltà maggiori del rivale a far funzionare le hard.

Dopo qualche giro di effettivo duello tra i due la situazione si stabilizza. In testa ora c’è Lawson, davanti a Armstrong e Pourchaire. La speranza per loro dura poco: a Sato fissano male l’anteriore sx e si schianta in curva 2. La SC entra in pista e la pitlane viene chiusa. Fregati.

Alla ripartenza Lawson adotta una tattica stile Baku, ovvero ritardare lo strappo fino alla linea del traguardo. Anche gli effetti sono simili: a centro gruppo si innesca una collisione multipla causata da una falsa partenza di Doohan, che viene tamponato da Verschoor e si deve ritirare. Continuano gli incidenti stupidi che hanno caratterizzato il suo anno da rookie. Il pilota olandese invece prosegue con il naso danneggiato ma ancora funzionale.

ZANDVOORT, NETHERLANDS – SEPTEMBER 04: Liam Lawson of New Zealand and Carlin (5) leads Theo Pourchaire of France and ART Grand Prix (10) during the Round 12:Zandvoort Feature race of the Formula 2 Championship at Circuit Zandvoort on September 04, 2022 in Zandvoort, Netherlands. (Photo by Joe Portlock – Formula 1/Formula Motorsport Limited via Getty Images)

La seconda ripartenza (siamo ancora al 25° giro su 40!) invece è regolare. I superstiti su hard andranno ai box poco dopo. Grazie ad una buona tattica ai box Pourchaire si prende la posizione relativa su Lawson e Armstrong, ma resta dodicesimo a una ventina di secondi dalla zona punti. E’ comunque il primo dei piloti su option e può ancora rimontare.

Il muso danneggiato impedisce a Verschoor di costituire una minaccia per Drugovich, che così va a vincere con più di due secondi di vantaggio. Il secondo posto dell’olandese è sub judice per qualche ora ma poi viene scagionato dalla responsabilità per l’incidente che ha posto termine alla gara di Doohan. L’ultimo gradino del podio è di Iwasa, abile a superare Hauger in occasione delle soste.

Quinto è l’inossidabile Enzo Fittipaldi – a quanto pare, più ne parlo male e più fa gare gagliarde, sia pure aiutato dalla dinamica caotica della corsa. Sesto è la vera sorpresa del weekend, Amaury Cordeel (!!!). Il belga era stato finora il pilota più imbranato di tutta la griglia (leggendaria la sua gara di Imola). Qui si è qualificato a centro gruppo, è partito bene, ha scelto la strategia giusta, ha evitato i guai della ripartenza e nel finale ha rintuzzato gli attacchi di Vips. Insomma, la gara della vita. Va comunque detto che negli ultimi appuntamenti sta mostrando una comprensione maggiore di macchina e gare.

La zona punti è completata da David “contratto a chiamata” Beckmann, Olli Caldwell (Campos) -un altro pilota che va a punti per la prima volta in F2- e da Pourchaire.

ZANDVOORT, NETHERLANDS – SEPTEMBER 04: Theo Pourchaire of France and ART Grand Prix (10) drives on track during the Round 12:Zandvoort Feature race of the Formula 2 Championship at Circuit Zandvoort on September 04, 2022 in Zandvoort, Netherlands. (Photo by Joe Portlock – Formula 1/Formula Motorsport Limited via Getty Images)

Il francese negli ultimi giri ha chiuso il distacco che lo separava dal gruppo (negli ultimi due giri ha recuperato ben dieci secondi su Daruvala!) ed ha messo a segno qualche buon sorpasso che alla fine gli ha permesso di concludere la gara con un paio di punti (decima posizione + gpv). Non smuove la classifica ma forse fa morale.

CONCLUSIONI

Del doman non v’è certezza ma Felipe Drugovich potrà affrontarlo con il miglior equipaggiamento disponibile. Con 69 punti di vantaggio su Pourchaire su 78 disponibili è probabile che la formalità del titolo verrà sbrigata già a Monza.

Il campionato sembrava riaprirsi dopo l’Ungheria, dove la crisi di prestazioni della MP aveva raggiunto il punto più acuto. Ma al rientro dalla pausa estiva la compagine olandese ha messo a segno un 53 a 5 (!!!) che ha frantumato le speranze del giovane talento francese.

Per quanto riguarda la lotta per il terzo posto in classifica, nessuno dei tre piloti in lotta ha marcato punti nella Feature Race. Iwasa e Fittipaldi si avvicinano e la classifica è di nuovo molto corta – solo 19 punti tra il terzo e il settimo.

Tutte le immagini sono tratte dai canali social della F2 e dal sito ufficiale fiaformula2.com.

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya

BASTIAN CONTRARIO: LA RAGIONE DELLA VITTORIA

Tra qualche giorno inizierà il weekend del GP d’Italia e noi ferraristi lo affronteremo con il lutto nel cuore, in quanto il GP di casa di Verstappen ha confermato ciò che abbiamo visto in Belgio. Siamo consci che se la Ferrari ha preso l’ennesima legnata su un circuito “amico”, figuriamoci cosa mai potrà succedere laddove la velocità di punta la fa da padrona e, in questo settore, la RB18 non ha eguali. Pazienza…ce ne  dovremo fare tutti una ragione. Si dice infatti che chi vince ha sempre ragione e che, quindi, la ragione della vittoria non fa sconti a nessuno.

In questo ambito, purtroppo, Ferrari e noi tifosi con lei ormai abbiamo la scorza dura, già dal lontano 2017. Inutile stare a recriminare, il mondo della F1 anglofona va così e chi paga e fa girare tutta la giostra avanzerà sempre la ragione della vittoria. Gli inglesi, come hanno sempre ampiamente dimostrato, sono dei pessimi perdenti (l’ex campione del mondo non fa eccezione in questo… anzi) e, ogni volta che le cose si mettono male, intervengono per far valere la loro ragione. Eppure, sebbene abbiamo il sangue che ci ribolle nelle vene dalla rabbia e dalla delusione, per capire di chi sia la responsabilità di tutto questo, non bisogna andare lontano, basta affacciarsi a Torino. Non ho mezze misure e parole di conforto per una dirigenza che non mostra il minimo interesse (e buon senso) di vittoria per le Beneamata. Già dopo i fatti ungheresi, un qualunque presidente avrebbe tuonato in privato e fatto muro in pubblico al fine di azzerare tutto il disastro che stava succedendo e magari suonare la carica. Nulla, il silenzio cosmico e tale rimarrà, ne potete stare certi. Molto probabilmente il Presidente si presenterà domenica perché “l’etichetta” lo impone… o forse perché il circuito dista poco da casa sua! Potete contorcervi dalla disperazione quanto volete nei riguardi di Binotto, eppure come già ho detto su queste righe, proprio la settimana scorsa, e che ripeto da tempo, il Team Principal rosso è solo e nemmeno un osannato Horner o un idolatrato Wolff potrebbe fare più di tanto contro tanta inamovibilità.

Della gestione del muretto ne possiamo discutere quanto se ne vuole, perché ovvio che in quel caso è Binotto il responsabile della scelta degli uomini nei posti chiave e sottolineo “sceglie”, perché non è lui a decidere le strategie. Il disastro di Sainz al pit di domenica scorsa, in ossequio ad Irvine che era presente in circuito, è ingiustificabile e chi vi scrive ha sempre difeso, difende e difenderà sempre il buon Mattia. Certo è che di fronte all’evidenza non v’è ragione che tenga e quella mancata prontezza di riflessi alla quale abbiamo assistito è figlia di una pressione e di una tensione che ormai è destinata ad amplificarsi.  Purtroppo la famigerata DT039 ha colpito duro, checché i detrattori o gli avversari ne dicano.

In nome della sicurezza la Federazione non guarda in faccia a nessuno (non sia mai si macchi di responsabilità per la sciatica di Hamilton!), la stessa sicurezza che evidentemente non era importante, quando Bottas si è fermato in pieno rettilineo e la direzione gara si è presa comodamente due giri prima di prendere la decisione di far uscire la safety car. Evidentemente i fatti di Abu Dhabi scottano ancora e nessuno naturalmente si voleva prendere la responsabilità di determinare l’esito della gara con quella scelta. Due pesi e due misure, quando si tratta di colpire la ragione di chi sta vincendo. Dal canto suo, Verstappen non si è scomposto e l’alfiere Red Bull ha fatto valere tutta la sua ragione nei riguardi di un annichilito Hamilton, facendogli fare una grama figura con quel sorpasso in ripartenza da manuale. Max è entrato in quella che chiamo “zona wow”: l’olandese sa di avere un mezzo poderoso e le vittorie non fanno che aumentare la sua fiducia nel mezzo e nei suoi di mezzi. Non sbaglia praticamente nulla, un cecchino in qualifica (sebbene deve sudare per superare LeClerc in questa classifica), un rapace durante la gara. Raggiunta la piena maturazione agonistica, non c’è nulla che lo può fermare se non la sua stessa monoposto. Del resto il buon Max, come ho già scritto, non fa altro che fare il suo mestiere e quindi quello che farebbe chiunque al suo posto se si trovasse sotto le chiappe una RB18, cioè vincere! In merito a ciò, il campione olandese ha ragione da vendere. Purtroppo resta il rammarico di trovarsi nuovamente d’innanzi ad un campione che battaglierà da solo, proprio come il campione inglese che ha sfigurato malamente davanti agli orange in visibilio. Ad inizio mondiale ci eravamo illusi che tutto il campionato sarebbe stata una lotta serrata, ruota a ruota tra lui e LeClerc (dove peraltro il monegasco ebbe ragione di lui), mentre invece ci dobbiamo arrendere al fatto che la sua sarà una cavalcata solitaria (a meno di miracoli) fino ad Abu Dhabi. Complimenti a Red Bull e, di riflesso, a Mercedes allora, perché chi vince ha sempre ragione e loro, a suon di poteri politici nelle stanze che contano, sono riusciti a ribaltare il tavolo. Da Monza in avanti, il mondiale della Rossa cambierà gli obiettivi: non sarà più un inseguimento (affannato) nei riguardi dei bibitari, bensì sarà una fuga (convulsa) da AMG, la quale clamorosamente è ritornata prepotente a ridosso della Beneamata. Solo trenta punti li separano e, considerando quanto visto sino ad ora, non è peregrino pensare ad un probabile sorpasso ai danni di Ferrari stessa.

La dirigenza rossa, questo mondiale e soprattutto questa monoposto, l’avrà sulla coscienza a vita, a causa della sua cronica assenza. Sia chiaro, il mondiale non lo perderemo principalmente a causa della dannata direttiva ed il clamoroso errore (per non dire altro), accorso in mondo visione al box Ferrari, è la certificazione che la squadra non solo non è pronta a vincere un mondiale, forse non lo è mai stata quest’anno! Eppure, passino i motori arrosto che abbiamo bruciato in giro per il mondo, sorvoliamo sulle enormità commesse dal muretto e sugli errori dei piloti, ciò che non può essere giustificato è il cambio delle regole in corso, dove ad essere colpita è sempre la stessa squadra. La F1-75 è una monoposto nata per questo regolamento che corre secondo le regole ed i risultati in un modo o nell’altro non si sono fatti attendere. Evidentemente gli avversari, capendo contro chi si sarebbero dovuti confrontare e, presagendo il destino che li attendeva, hanno pensato bene di far valere la ragione della vittoria che hanno sempre avuto: cosicché AMG ha avuto ragione in seno alla Federazione, al fine di salvaguardare il mal di testa ai suoi piloti (ed i suoi azionisti) e Red Bull, dal canto suo, ha spinto tantissimo sullo sviluppo, oltrepassando il budget cap ed acquistando una vantaggio di sviluppo tale che direttiva o meno non gli fa né caldo e né freddo. Ritornando al punto di partenza, inutile stare a recriminare dunque se la Rossa continua ad invocare l’equità sportiva da un lato rimanendo immobile dall’altra.

Godiamoci, si fa per dire, questa ultima parte di campionato sperando che chi di dovere nella dirigenza Ferrari tiri fuori le palle e, soprattutto, la voglia di vincere veramente, facendo valere così la sua ragione. Nel frattempo che a Maranello cercano di correre ai ripari per quanto sta succedendo ora e, soprattutto, per il futuro e che la dirigenza, bontà loro, abbia uno scatto d’orgoglio, assisteremo inermi al disgraziato GP d’Italia che si appresta, dove Red Bull sta già preparando la parata finale, imponendo la sua di ragione di vittoria.

 

Vito Quaranta

Life is racing, all the rest is waiting