SCHUMACHER VS HAMILTON AL NETTO DEI LORO DOMINI

Che Hamilton raggiungesse Schumacher era ormai scontato e quel giorno, inesorabilmente, è arrivato.

Novantuno vittorie a testa, 182 insieme, che fanno il 18% dei Gran Premi di Formula 1 che la storia ha regalato ai posteri: un dato impressionante.

Sui socials spopola la disputa tra tifosi oltranzisti dell’una e dell’altra sponda, con furibonde discussioni su quanto sia stato determinante per l’uno o per l’altro il periodo al volante della loro monoposto dominante.

Traendo spunto da un commento del nostro Pier Alberto, mi è balenata l’idea di ragionare al contrario, ovvero fare un’analisi dei risultati dei due big AL NETTO dei periodi in cui hanno dominato. Sono stati quindi esclusi tutti gli anni da cui sono partiti i loro regni, dal 2000 per Il Kaiser e dal 2014 per Hamster.

Per fortuna l’andamento delle carriere dei nostri due ha permesso di spogliare le stesse in maniera equa per entrambi gli attori, regalandoci due quadri con contesti molto simili anche in termini temporali.

Ne è venuta fuori la tabella di cui sotto sulla quale trovate dei numeri che danno un’idea di quanto accaduto in quegli anni.

 

Curiosamente, prima dei loro “imperi”, entrambi avevano corso lo stesso numero di gare, 130 Schumacher e 129 Hamilton: il campione preso in esame è perciò significativo ma, soprattutto, confrontabile.

Tra i KPI evidenziati ci sono il numero di vittorie, di pole, di podi totali (comprese le vittorie) ed anche i Giri veloci in gara tanto cari a qualcuno..

Volutamente non sono stati presi in considerazione i punti conquistati perché, al di la della distribuzione diversa di punteggio, si è passati da periodi in cui si premiavano i primi 6 per passare ad 8 e poi a 10 piloti.

Il confronto è puro, su numeri incontrovertibili e chiari.

A voi i commenti.

 

(immagine in evidenza tratta dal sito Formula1.it)

HAMILTON RAGGIUNGE SCHUMACHER IN GERMANIA

Doveva succedere. Ed è successo proprio in Germania. Nella patria di Michael Schumacher. Nel week-end in cui suo figlio Mick avrebbe dovuto debuttare ufficialmente in F1, anche se solo nelle prove libere.
Le carriere di Lewis e Michael si sono incrociate tante volte.
Hanno avuto il tempo di farlo in pista, cosa che non sarebbe successa se Schumacher non avesse deciso di ritornare alle corse dopo il primo ritiro del 2006.
Ed è toccato all’inglese sostituire il grande campione tedesco in Mercedes, costringendolo, di fatto, al ritiro. E cedendo la propria monoposto a colui che avrebbe poi cancellato i suoi record.

La 91a vittoria sembrava non dovere arrivare mai. La distrazione della sua squadra a Monza e a Sochi gli è costata due vittorie, rimandando così il tutto proprio in terra tedesca, per rendere l’evento ancora più suggestivo.

Bottas ha provato a rimandare il tutto all’anonimo Portogallo, prima prendendosi imperiosamente la pole position, e poi resistendo strenuamente all’attacco di Lewis in partenza. Ma inutilmente, perchè un suo errore al 13° giro, e il cedimento della sua power unit al 18* giro, lo hanno riportato al suo solito standard, quello di maggiordomo ben pagato.

Per il resto, la gara è vissuta unicamente di quanto accaduto dietro i soliti tre, e a debita distanza. Il primo degli altri in qualifica è stato Leclerc, con una Ferrari apparsa in ripresa. Apparsa e basta, però, perchè è bastato che si spegnessero i semafori per rivedere la solita, inefficace, SF1000, con Charles costretto a prendersi 2 secondi al giro per i primi 9 giri, e a farsi poi sverniciare da Ricciardo fermandosi ai box prima di subire il sorpasso dagli altri.

E al compagno di squadra è andata pure peggio, autore di un errore da principiante e costretto a remare nelle retrovie lottando con le Haas, le Sauber e le Williams.

In una gara caratterizzata da strategie anche molto diverse e fantasiose a causa delle temperature fredde e del poco tempo passato in pista dopo l’annullamento delle prove del venerdì per la nebbia, si sono visti diversi bei duelli, e anche ben 5 ritiri. A rendere il finale di gara più emozionante ci ha pensato la ormai immancabile safety car “americana”, uscita al giro 44 per consentire di rimuovere la McLaren di Lando Norris, parcheggiata in zona peraltro sicura. 6 tornate per ricompattare tutto il gruppo e poi una gara sprint di 10 giri, che non ha però regalato le emozioni attese, evidenziando la difficoltà di queste auto a viaggiare vicine.

Fra i primi 10, tutti tranne uno hanno motivi per essere soddisfatti se non proprio felici. Di Hamilton e delle sue 91 vittorie abbiamo già detto. Verstappen secondo, e mai in grado di lottare con Lewis, si è tolto la soddisfazione del giro più veloce proprio all’ultima tornata. Terzo Ricciardo, che ha riportato la Renault sul podio dopo 11 anni, resistendo ai tentativi di attacco del redivivo Perez, ottimo quarto dopo diverse gare in ombra. Sainz, quinto, ritorna a punti dopo tre zeri, l’ultimo dei quali a causa di un suo grave errore. Sesto Gasly, che meriterebbe senza dubbio il posto di Albon, oggi ritirato e autore della solita scialba prestazione. Settimo Leclerc, l’unico che non ha motivo di essere felice, fra i primi dieci, per i motivi già spiegati. Ottavo Hulkenberg, autore di una magnifica prestazione dopo essere stato chiamato in extremis a sostituire l’indisposto Stroll e avere percorso solo pochi giri in Q1. Nono Grosjean, che ha marcato i primi punti della stagione, e decimo Giovinazzi, autore di una ottima prestazione stando, per una volta, davanti al proprio compagno di squadra.

Fuori dai punti Vettel, il quale farebbe meglio a farsi da parte per non continuare a rimediare figure indegne di un quattro volte campione del mondo, e Raikkonen, che ha festeggiato il record di Gran Premi con una prestazione da ragazzino, speronando violentemente Russel e beccandosi la penalità che gli ha impedito di concludere a punti.

Ora il mondiale fa tappa a Portimao, pista bellissima che nessuno ha mai visto. Delle 6 gare che mancano, ben 4 si correranno su tracciati per i quali non esistono riferimenti, così come è avvenuto al Nurburgring e precedentemente al Mugello. Questo potrebbe aiutare a vedere gare meno noiose, almeno dal quarto posto in giù. Perchè in condizioni normali il podio è già assegnato. Salvo imprevisti.

* immagine in evidenza dal profilo Twitter @MercedesAMGF1

 

IL TEMPO DI STAR ZITTI – MOTOGP 2020 FRANCIA POST GP

È il tempo di star zitti. Vince Petrucci, 2° Alex Marquez. Soltanto 9° Quartararo davanti a Vinales e Mir. Cade dopo due curve Valentino Rossi.

Oggi è il giorno in cui i sassolini dalle scarpe vengono tirati fuori.

Se ne leva tanti Petrucci. Anche Alex Marquez non scherza però.

In Francia la pioggia scende come prevedibile (siamo ad ottobre, è tempo di funghi non di moto) e scompiglia i piani dei pretendenti al titolo.

Immagine tratta da MotoGP.com

In realtà ci mette lo zampino pure Valentino. Si stende dopo neanche 10 secondi e rovina la gara di Mir e Vinales che riescono ad evitarlo, fortunatamente non cadendo ma perdendo molte posizioni.

Con Mir e Vinales quasi fuori gioco, Quartararo non ne approfitta ed anzi perde via via posizione. Le Ducati di Petrucci, Dovizioso e Miller la fanno da padrone prima che la GP20 dell’Australiano lo molli.

La parte più bella è la lotta tra Dovizioso e Petrucci con una serie di sorpassi e controsorpasso da paura (Dovizioso a mio avviso molto scorretto) con Petrucci che si riprende la testa della gara in modo molto brusco.

Da lì in poi Dovizioso perde via via posizioni. In Ducati saranno acque agitate visto che il Mondiale (nonostante i numeri) si allontana.

https://twitter.com/AngyFra89/status/1315260840589889537?s=19

Al giro 15 quello “raccomandato” ( ma de che⁉️) fa segnare il giro più veloce della gara. Onestamente credevo la potesse vincere. Alex Marquez arriva 2°

Arriva 2°. Avete capito bene. Personalmente ho sempre avuto dei dubbi, non sul talento, bensì sulla necessità di schierarlo nel team ufficiale. Promuovere Crutchlow e dare ad Alex la sua sella sarebbe stato più opportuno ma… Alex Marquez si è messo dietro Nakagami, Bradl e lo stesso Crutchlow (seppur infortunato).

Alex Marquez è un due volte Campione del Mondo ed oggi lo ha dimostrato, correndo con un intelligenza tattica fuori dal comune.

Completa il podio il Pilota KTM Pol Espargaró che ha la meglio, negli ultimi giri, di Andrea Dovizioso.

Delusione per il Pilota Ducati che quest’anno non riesce ad approfittarne neanche quando si allineano i pianeti.

Immagine tratta da MotoGP.com

Adesso fermiamoci un attimo e ragioniamoci su. 7 vincitori su 9 GP.

Hanno vinto praticamente tutti sulla Yamaha M1, eccetto Valentino (quello che l’ha sviluppata nel Post Lorenzo😏) Poi hanno vinto entrambe le Ducati Ufficiali e due KTM. Mancano all’appello Suzuki, Honda ed Aprilia.

Molti si stropicciano gli occhi dinanzi al Mondiale più competitivo di sempre, al più incerto di sempre, al più bello di sempre.

Ringraziamo Marc Marquez. Credo sia il minimo.

Mondiale apertissimo, con 5 gare ancora da disputare. 4 Piloti in 19 punti. Quartararo e Mir i favoriti al titolo, non per la posizione in classifica ma per quello che hanno dimostrato finora.

Scivola in P13 Valentino Rossi, addirittura dietro al rookie Brad Binder e davanti di appena 11 punti ad Alex Marquez. 

Interessante Nakagami. È l’unico Pilota che ha chiuso finora tutte le gare a punti, adesso si ritrova in 5^ posizione.

Ci aspettano la doppia di Aragon e la doppia di Valencia. Infine la sconosciuta Portimao dove potrebbe vincere MARC MARQUEZ.

Immagine tratta da MotoGP.com

 

MOTO2 – Vince Lowes, male Marini.

In Moto 2 vince Sam Lowes, davanti a Gardner e Bezzecchi, (cade a pochi giri dalla fine Jake Dixon, intesta fino a quel momento) che con le unghie e con i denti cerca di tenere aperto un Mondiale che sembra tutto Italiano. Accorcia le distanze Bastianini che arriva 9°. Mondiale apertissimo anche qui, con quattro Piloti in lotta ed un Sam Lowes sempre più in palla.

Bezzecchi guadagna 20 punti su Marini nella corsa al Titolo Mondiale, dimezzando quindi il distacco.

Immagine tratta da MotoGP.com

 

MOTO3 – Acuto di Celestino Vietti

Mondiale apertissimo anche in Moto 3 con 4 Piloti in 20 punti.

Vietti vince, davanti ad Arbolino ed Arenas, portandosi a soli 16 punti dalla testa della classifica dietro ad Ogura ed Arenas. A 20 punti Arbolino.

Cade e dice addio al Mondiale invece McPhee.

Immagine tratta da MotoGP.com

 

Appuntamento a domenica prossima per la tappa di Aragon. Si correrà per le prossime due domenica consecutive, quindi preparatevi…. Potrebbero esserci delle sosprese “grosse”…

Saluti Francky.

 

 

 

 

F1 2020 – GP DELL’EIFEL

Della serie “c’eravamo tanti amati”,  la F1 rimette le ruote su un circuito che era tappa fissa a cavallo degli anni 90 e 2000, il “nuovo Nurburgring”.

Circuito assolutamente nuovo per l’era ibrida della F1 anche se, curiosamente l’ultimo ad essere partito in pole è stato Hamilton nel 2013, l’ultimo giro veloce in gara di Alonso e l’ultimo a vincere un Vettel ancora “bibitaro”. Tutta gente che nel 2021 si ritroverà in griglia, cosa difficilmente immaginabile nel 2013.

immagine da formulapassion.it

La stretta attualità ci porta inevitabilmente a parlare dell’abbandono (fuga?) di Honda dalla F1 a partire dal 2022. Di sicuro i giapponesi si immaginavano un altra “history” rispetto a quella strombazzata a colpi di hashtag in un 2015 che sembra lontano anni luce nonostante siano passati solo cinque anni.

Di sicuro è un colpo che sarà complicato ammortizzare da un mondo che, alle prese con il caos Covid, una ridicolmente costosa complessità tecnologica che spaventa nuovi competitor e la “noia” dovuta al dominio Mercedes, sta ancora aspettando una vera occasione di rilancio.

I giapponesi, tenendo fede alla loro pragmaticità, si sono fatti due conti in tasca e considerando, con tutta probabilità, l’impossibilità a breve di raggiungere il livello competitivo della PU Mercedes e di conseguenza la possibilità di vincere il mondiale, hanno preferito fare i bagagli dietro il paravento della crisi Covid e della riconversione “green” delle loro fabbriche.

immagine da gpblog.com

Chi è rimasta col cerino in mano è stata Red Bull che adesso deve cercarsi un altro fornitore di PU, a meno di volersela costruire in casa. Fornitore che al momento non potrebbe che essere la tanto (all’epoca) vituperata Renault, trattata a pesci in faccia e ora vista come àncora di salvezza. Qualcuno direbbe che in Red Bull hanno un brutto “karma”…

Una Renault che si trova forse nel momento migliore della propria era ibrida sia in pista che dal punto di vista politico e che ne approfitta per chiedere l’anticipo della revisione dei regolamenti delle PU, previsto per il 2025, proprio a causa dell’abbandono di Honda.

In effetti, con solo tre motoristi nel 2022, si fa strada il pensiero che il futuro sportivo della F1 possa essere incerto e che la situazione non possa che peggiorare a meno di apportare dei cambiamenti. Per Domenicali la strada comincia in salita, anche se viene da pensare che la sua nomina a CEO Liberty Media sia stata causata proprio dal “sayonara” dei giapponesi di Minato.

Il domino dell’abbandono Honda sta facendo vacillare un sacco di tessere tra cui quella di Max Verstappen, che si ritrova nel 2021 a combattere una battaglia già persa data la continuità dei regolamenti tecnici e il congelamento dello sviluppo di larga parte della monoposto e dal 2022 in un team che sarà costretto a tornare alle PU Renault. Dati i chiari di luna attuali tutto ciò vuol dire che il 33 dovrà ulteriormente rimandare i sogni di gloria, a meno che Newey&Co non sfornino una monoposto che è capace di vincere senza la PU migliore….oppure che l’olandese faccia i bagagli per trasferirsi a Brackley.

Meanwhile gli anglo-tedeschi avanzano al piccolo trotto verso un gran premio che possono considerare di casa. Il confronto in pista è così impietoso per gli altri che gli unici motivi di “tensione” sono il rinnovo del contratto di Hamilton e la sua “sindrome calimero”.

Dall’alto degli ormai sette titoli, l’inglese ha alzato la posta fino a 44 milioni per tre anni fino al 2023 ma il gran capo Kallenius non sembra volerlo accontentare. Forse il primo segnale che Hamilton non è più visto come indispensabile per vincere.

immagine da silverarrows,net

Un Hamilton che, per sua stessa ammissione, è tornato a studiare il regolamento per evitare altre penalità come quelle ricevute a Sochi. A mente fredda il campione inglese ha ritenuto più opportuno mettere da parte ipotesi “complottistiche ” ai suoi danni e concentrarsi per rintuzzare il ritorno ( si fa per dire) di uno sboccato Bottas. I finlandesi devono avere un debole per i team radio un pò ad “estro”…

Dal punto di vista “tecnico”, si è corso così tanti anni fa al nurburgring che per i team sarà un pò come affrontare un tracciato mai visto prima. Tracciato da medio carico in cui la più grossa incognita sarà il clima e le temperature basse che probabilmente accompagneranno l’azione in pista. Le gomme scelte da Pirelli sono le C2/C3/C4, data la pista poco impegnativa per le gomme.

Non sarebbe una sorpresa trovare la pioggia, fattore che chi seguirà da casa spera ardentemente al fino da rendere meno scontata la vittoria di una delle Mercedes.

In casa Ferrari arrivano piccoli aggiornamenti per la SF1000. Nuovi barge board e una sospensione posteriore meglio regolata che dovrebbe aiutare a diminuire il sottosterzo cronico in accelerazione. Una buona notizia per Vettel, finora un corpo estraneo di questa monoposto, proprio per il GP di casa.

immagine da automoto.it

GP di casa speciale anche per un fresco debuttante in F1 dal cognome pesante, pesantissimo: Mick Schumacher sarà in pista nelle PL1 su Alfa Romeo al posto di Giovinazzi. Il ragazzo si avvia a vincere il campionato di F2 e ormai si fanno insistenti le voci di un suo possibile arrivo in F1 proprio in Alfa Romeo, con Raikkonen come compagno di squadra e mentore. Al di là delle feroci aspettative nei confronti del figlio di Michael, speriamo possa essere l’inizio di una fulgida carriera nel gotha del motorsport a quattro ruote.

*immagine in evidenza da siviaggia.it

Rocco Alessandro

 

 

MOTOGP 2020-GP DI FRANCIA, LE MANS

Dopo un weekend di pausa si riparte per un altro trittico di gare tutte d’un fiato come il format 2020 prevede causa forza maggiore.

Si ricomincia dal circuito Bugatti di Le Mans nel sud della Francia dove si presume la farà da padrona la pioggia complicando ancor più il lavoro delle squadre e mischiando ulteriormente le carte.

La versione “Bugatti” dello storico circuito de La Sarthe ha in comune poche parti rispetto al tracciato su cui si corre la 24H automobilistica più famosa del mondo. Condividono il rettilineo di partenza e la prima variante. Dopo il ponte Dunlop la pista scollina e i due layout si dividono nel lungo curvone a destra in discesa. In quel punto le moto continuano a piegare verso destra mentre i prototipi proseguono per affrontare la parte del tracciato che porta verso il rettilineo delle Hunaudieres. Le moto invece “tornano indietro verso la parte “interna” del comprensorio affrontando altre nove curve di raggio differente per poi ricongiungersi nella zona dell’ultima chicane della 24H. in quel punto c’è poi una doppia destra lentissima che riporta verso il traguardo.

Le prossime tre gare saranno cruciali per la lotta al campionato. Chi vorrà far punti pesanti ha tre occasioni di fila da non sciupare prima del rientro del marziano. Marquez comincia a far qualche comparsata su socials e media rispetto al silenzio di tomba di qualche tempo fa. Vederlo allenarsi con il suo bel sorriso stampato in faccia non è un buon segnale per i suoi “orfani”.

Con il maltempo incombente, e con una stagione che fatica a trovare un vero padrone, far pronostici o delineare forze in pista diventa impresa ardua.

Al netto della presenza di Marquez trattasi di circuito storicamente amico di Yamaha. Quelli bravi dicono che possa aiutare Ducati e Ktm. Chi scrive pensa (o spera) che sarà la volta di Mir su Suzuki. La sua vittoria è ormai nell’aria e sarebbe bello vederla sulla pista che nel 2007 vide tornare alla vittoria la casa di Hamamatsu dopo un digiuno di quasi 7 anni. All’epoca vinse Vermuelen la sua prima ed unica gara Motogp, proprio su una pista bagnata e con una gara ricca di colpi di scena.

Con gara bagnata potremmo anche sperare negli exploit degli specialisti dell’acqua come Zarco, Petrucci, Rins

Nel frattempo si sono delineate alcune line up 2021: in pratica si sono svelati i segreti di Pulcinella…

Rossi ha firmato con Petronas ed avrà la stessa moto dei piloti del team ufficiale solo verniciata di altri colori, mentre il suo promettente e giovane compagno Morbidelli monterà a cavallo di una moto con meno upgrade. Lin Jarvis ha spiegato che logisticamente non sono in grado di gestire 4 moto ufficiali come fanno in KTM e Ducati….no  comment.

Pecco Bagnaia raggiungerà Miller del team ufficialissimo Ducati mentre Zarco e Martin saliranno sulle Pramac.

Dovizioso ancora “unemployed”.

La classifica è corta, ma durante questo trittico qualcuno si perderà per strada. Staremo a vedere chi.

 

MOTO2

Territorio di caccia italiano. Luca Marini, in odore di passaggio di categoria, vorrà dare uno strappo in campionato. Non troverà d’accordo Bastianini che, in procinto anch’esso di fare il salto, vorrà salire di classe con un Campionato in tasca.

Anche tra i cadetti ci saranno gli specialisti del bagnato seduti sulla riva del fiume in attesa che la piena li possa avvantaggiare.

 

Moto3

Al solito ci sarà da divertirsi. Quello che sembrava l’unico campionato quasi deciso ha avuto un sussulto nelle ultime gare, con il giapponesino Ai Ogura che ha scalzato Arenas dalla vetta grazie ai passi falsi dello spagnolo nell’ultimo periodo. Ai non ha ancora vinto una gara eppure comanda la classifica generale. gli serve la vittoria prima possibile, sia per la classifica che per il morale che per evitare di diventare Campione del mondo alla Alzamora.

Buon divertimento a tutti.

(immagine in evidenza tratta dal sito f1fansite)

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