FORMULA 1 2021- APPROVATE LE SPRINT RACE

Che fosse questione di tempo era ormai scontato.

Oggi FIA e LM hanno deliberato quanto i puristi non volevano.

A Silverstone, Monza ed Interlagos (pandemie permettendo) ci saranno le tre gare di 100Km in luogo delle tradizionali qualifiche.

Il weekend si articolerà come da immagine di cui sotto e verranno premiati i tre piloti che saliranno sul podio con rispettivamente 3 punti al primo, 2 al secondo e 1 al terzo.

Non ci sarà obbligo di pit stop e la scelta delle gomme sarà libera.

A voi le considerazioni.

 

(immagine di copertina tratta da twitter)

SONO GIA’ VENT’ANNI – MICHELE ALBORETO

Non mi voglio perdere in troppe parole. Che bisogno c’è di fare un ulteriore racconto della vita di Michele? I frequentatori di questo posto sanno bene di chi stiamo parlando.

Sono passati già vent’anni da quel 25 aprile ed è ancora grande in tanti di noi il ricordo di quell’uomo al quale rimase sempre il sorriso di un ragazzo.

Mi piacerebbe, per una volta, che questo ricordo non fosse scritto da chi sta pubblicando queste righe, ma che venisse da tutti coloro che lo ricordano con piacere, stima ed affetto.

Vi lascio solo qualche foto sparsa, nella certezza che ridesterà il suo ricordo in ognuno di voi e che lo vorrete ricordare con un pensiero.

Grazie

 

(immagine di copertina tratta da international classic)

 

I TEMPI DELLA LANCIA MARTINI

(immagine tratta da motorsport.com)

 

LA FORMULA UNO, LA TYRREL E LE SUE PRIME VITTORIE

Las Vegas 1982

(immagine tratta da Wikipedia)

(immagine tratta dal sito motor emotion)

Detroit 1983 e l’ultima vittoria della Tyrrell in F1 con la 011

(immagine tratta da formulapassion)

(immagine tratta da automoto.it)

 

MICHELE SI VESTE DI ROSSO FERRARI

(immagine tratta dal sito top speed)

La prima volta a Zolder…due anni dopo. Il 27 rosso torna a vincere grazie a Michele.

(immagine tratta dal sito primato nazionale)

(immagine tratta dal sito F1 in generale)

(immagine tratta da twitter)

L’ultima vittoria in F1 al Ring 1985

Nurburgring, Germany.
2-4 August 1985.
Michele Alboreto (Ferrari) 1st position, Alain Prost (McLaren TAG Porsche) 2nd position and Jacques Laffite (Ligier Renault) 3rd position on the podium.
Ref-85 GER 06.
World Copyright – LAT Photographic

 

 

LA VITTORIA A LE MANS

Immagine tratta dal sito motor1.com)

(immagine tratta dal sito motor1.com)

L’ULTIMA AUTO

(immagine tratta da automoto.it)

 

PICCOLI PILOTI CRESCONO

Qualche tempo fa ho scritto un articolo sui piloti più interessanti tra gli esordienti assoluti alla guida di una monoposto. Mi ha fatto piacere osservare come la quasi totalità di loro ha rispettato le promesse, ma mi ha dato ancor più piacere scoprire che quest’anno tutti coloro gareggiano nello stesso  campionato, la Formula Regional Europe.

L’attuale assetto del motorsport a ruote scoperte vede, in ordine di importanza, F1, F2 e F3, poi le varie F3 regionali e infine le F4 regionali. La Formula Regional Europe vuole essere l’egemone tra le F3 regionali e prende le mosse dalla storica Formula Eurocup (30 stagioni disputate). Quella di quest’anno è la sua prima edizione e, visto che attribuisce tanti punti per la Superlicenza quanti la Superformula, la griglia è ricca di piloti di talento. Si disputerà in 10 weekend e si è aperto col weekend di Imola, come gara di contorno per la F1.

David Vidales (classe 2002) è il mio personale favorito, sia perché lo ritengo di notevole talento ma anche perché corre per la Prema, che nelle Formula Regional negli ultimi due anni è stata la consueta mattatrice. Nel 2020 ha esordito vincendo le prime due gare in monoposto + pole nella prima qualifica, risultato particolarmente significativo in quanto il suo debutto è avvenuto in Formula Eurocup, una serie più impegnativa delle varie F4. Dopo un inizio eccezionale, con 6 podi nelle prime sette gare, nella seconda metà di campionato ha faticato a ripetersi, ma concluse comunque in sesta posizione, davanti a piloti più quotati, pur avendo saltato il primo round. Ha siglato la prima pole e vittoria della serie in gara1, mentre in gara2 (dove sarebbe partito in pole se non fosse stato per una bandiera gialla) ha sofferto un’uscita alla Tosa mentre lottava per il podio e ha concluso solo settimo, segnando il giro più veloce.

Paul Aron (classe 2004) è un suo teammate in Prema, ed è l’unico pilota che attualmente fa parte del programma giovani della Mercedes. Il suo esordio nella F4 italiana (la più competitiva) nel 2019 fu interessante, dove concluse terzo, migliore dei rookie. Nel 2020 ha anche preso parte alla Formula Eurocup, ma tra errori di gioventù, incidenti sfortunati e soprattutto problemi meccanici di varia natura (di solito occorsi mentre stava per maturare un buon risultato) lo hanno relegato ad una misera 11a posizione, dietro a tutti i compagni di squadra. Quarto in gara1 e secondo in gara2, dove ha lottato per la vittoria, attualmente è terzo in classifica. Sarà uno dei pretendenti per il titolo.

Concludo lo squadrone Prema con Dino Breganovich (classe 2004), unico rappresentante della FDA in questa serie. Lo svedese si è mostrato molto rapido nei kart e nella F4 italiana è stato solido, concludendo terzo all’esordio. Nel primo round di FRE è stato il migliore dei rookie in quali1 e gara1, ma in gara2 finisce fuori dai punti dopo un contatto con Alex Quinn.

Kas Haverkort (classe 2003) è uno dei pochi piloti della storia che possono vantarsi di aver vinto le prime tre gare in monoposto della carriera. Nel 2020 ha dominato la F4 spagnola ed è meritatamente approdato nella Formula Regional Europa. Come tutti i piloti olandesi, corre per la MP Motorsport, che nella FRE ha rilevato il team giovanile di Fernando Alonso. Conosce già le monoposto in seguito a qualche gara disputata come guest driver l’anno scorso. Il primo weekend ad Imola è stato sfortunato, vittima di un tamponamento in gara1 e della rottura dell’alettone nei primi giri di gara2, ma scommetto che si rifarà a Barcellona.

Franco Colapinto (classe 2003) è da un paio d’anni un protetto di Alonso. Dopo la vittoria nella F4 spagnola nel 2019 (ottenuta vincendo 9 delle ultime 12 gare), nel 2020 è stato il Miglior Rookie tanto nella Formula Eurocup quanto nella Toyota Racing Series, dove ha concluso terzo, più vicino al campione che al quarto classificato Yuki Tsunoda. Nella formula regionale aveva trovato un sedile solo all’ultimo momento, ma ha dimostrato subito di meritarlo esordendo vittorioso a Monza. Impiega metà stagione per tornare sul podio, ma poi ne ottiene 7 nelle ultime 10 gare, cosa che gli è valsa la terza posizione finale – migliore dei rookie. Nella FRE anche lui corre per la MP Motorsport, ma a causa della concomitanza con la European Le Mans Series non ha preso parte nel round inaugurale a Imola.

Il siciliano Gabriele Minì (classe 2005, uno dei più giovani) è una delle speranze del motorsport italico. Il suo esordio nella F4 italiana nel 2020 è stato impeccabile: tre pole nelle sue prime tre gare, quattro vittorie (tra cui al debutto) e una decina di podi gli hanno fruttato la vittoria con ottanta punti di vantaggio sul secondo, Francesco Pizzi (vedi sotto). Nicolas Todt (il suo manager) gli ha procurato un sedile per la ART Grand Prix in FRE. Il suo primo weekend della stagione è stato all’insegna dell’apprendimento, ma dopo una gara1 penalizzata da una brutta partenza, in gara2 ha effettuato una bella rimonta ed ha concluso sesto. Attualmente è il migliore dei rookie.

Oltre a Minì, gli italiani sono ben rappresentati anche dal romano Francesco Pizzi e dal torinese Andrea Rosso. Il primo -che a Febbraio 2020 ha dominato la F4 degli Emirati Arabi all’esordio in monoposto- è stato l’unico che ha retto il passo di Gabriele Minì (col quale c’è già una rivalità storica). Nella FRE corre con la Van Amersfort Racing, che purtroppo non è una scuderia di vertice – infatti i risultati nelle prime due gare sono stati infimi, anche a causa di alcuni problemi fisici. Non credo che potrà ambire a posizione di vertice, ma qualche soddisfazione se la toglierà. Il secondo corre per FA Racing ed è anche lui tenuto d’occhio da Fernando Alonso. Anche per lui pochi risultati da Imola.

Altri piloti che sicuramente diranno la loro per pole e vittorie (anche se per la Formula 1 è già un po’ tardi) sono Alex Quinn (tra i vertici in gara1, tamponato da Breganovich in gara2), Gregoire Saucy (dominato quali e gara2, attualmente in testa al campionato), Patrick Pasma (l’anno scorso il migliore dei piloti non-Prema in Formula Regional), William Alatalo e Hadrien David (ex Academy Alpine, campione di F4 francese all’esordio in monoposto nel 2019, costantemente nei primi 4 in tutto il weekend di Imola).

Posso dirlo senza troppi timori: loro sono il futuro.

[Immagine di copertina tratta da Motorbox.com]

Lorenzo Giammarini a.k.a. LG Montoya

 

VINCI CON UN’ALTRA MOTO – NO, VINCO CON UN’ALTRA VITA.

La frase più diffusa nei peggiori bar di Caracas (o d’Italia, fate voi) e tra i più importanti esperti del settore è “Marquez per entrare nella storia deve vincere il Mondiale con un altra moto, come Agostini e Rossi“. Molto spesso omettono sempre di citare Lawson.

Detto ciò credo che sia una cazzata epica tanto quanto quei kolossal Americani di Hollywood, tipo Ben Hur, Qui Vadis o Giovannona Coscialunga…

Per quale motivo a Marc Marquez non serve cambiare moto⁉️

 

1. Semplicemente perché le regole di oggi (pneumatici ed elettronica) hanno portato gli standard di competizione di tutte le moto ad un livello inimmaginabile. Oggi tutte le case hanno una moto, chi più chi meno, che può vincere. Nelle epoche di Rossi, Doohan ed Agostini non era così.

Le moto vincenti erano quelle dei Piloti Ufficiali, gli altri si arrangiavano. Per non parlare dei fornitori di pneumatici, in continua competizione tra loro e molto spesso più importanti del Pilota. Immaginate un Marco Melandri nel 2004 con le regole di oggi, moto clienti e gomme uguali per tutti… Non farebbe nulla in meno rispetto a quanto fatto da Quartararo e Morbidelli nel 2020 ad esempio… 

Vincere oggi, con questo regolamento (che si è evoluto negli anni portando IL PILOTA al centro del progetto) è molto più difficile di allora. Naturalmente senza sminuire assolutamente quei Titoli vinti con moto molto più pericolose di oggi ed in circuiti molto più pericolosi di oggi, si parla di competitività dei mezzi meccanici.

Quanti sono rientrati da un infortunio ed hanno vinto il Mondiale⁉️

2. Sareste in grado di trovare un Atleta nel Motociclismo che è tornato da un brutto infortunio, che gli poteva costare la carriera, vincendo poi il Mondiale⁉️ Barry Sheene nel 1976 e Michael Doohan nel 1994 sono entrati nella Leggenda proprio per questo, pur consapevoli che Sheene vinse una sorta di monomarca (tutte Suzuki ad eccezione dalla MV di Ago) e Mick si trovò a fronteggiare il rookie Cadalora (subentrato a Rainey) e la Cagiva di Kocinski. Entrambi saltarono poche gare. Se per Barry il ritorno dall’incidente di Daytona fu veloce, Mick ci mise quasi un anno (1993) per ritornare altamente competitivo. Marc Marquez ha saltato tutta la stagione 2020, mai nessun Pilota nella storia del Motomondiale è mancato tanto dalle gare. Un assenza così lunga voleva dire due cose: Si era ritirato o era morto.

Quanti sono i Piloti che hanno messo fine ad un “Era Motociclistica”⁉️

3. Marc ha già posto fine ad un’era Motociclistica, ci ha messo una pietra tombale sopra. Ha praticamente annientato i “Fab4” ad eccezione di Stoner (ritirato 2012) facendo ritirare Pedrosa e Lorenzo, pensionando Rossi. Il tutto battendo ben 17 Titoli Mondiali…. (Rendo l’idea?…) quindi vincere anche un’altro Titolo Mondiale contro una nuova generazione di Piloti (1997/2000) sarebbe EPICO dopo un infortunio del genere. Per non parlare della nidiata 2001/2004, ma mi auguro si ritiri prima.

Ditemi voi… Quanti sono i Piloti che hanno messo fine ad un era Motociclistica?!? A memoria Freddie Spencer (Kenny Roberts) e Barry Sheene (Agostini).

Questa Honda è davvero imbattibile ⁉️

4. Marc Marquez ha già vinto con un mezzo meccanico inferiore alla concorrenza, su tutti i Campionati del Mondo 2016 e 2017 dovrebbero fare scuola. Il 2020 ha portato alla luce proprio la fragilità del mezzo meccanico che possiede a fronte di Yamaha, Suzuki e Ducati. 

Il vecchio Leone.

5. Marc Marquez si trova per la prima volta in carriera ad essere il “vecchio Leone” nella Giungla della MotoGP. Ha raggiunto l’apice nel 2019 con una stagione da antologia. Adesso si trova a fronteggiare tutti Piloti più giovani e più affamati di lui, nel modo peggiore possibile, ovvero dopo un anno di stop. 

I rivali per il Titolo MotoGP. 📸 Francky

Quartararo (1999) e Martin (1998) si trovano nella situazione in cui lui si trovò a fronteggiare Jorge Lorenzo nel 2013 (Pilota più vecchio di 6 anni). Tutti questi Piloti poi, godono del pieno appoggio del case motociclistiche in termini di materiali (non esistono clienti, a parte Morbidelli).

È fatto di un’altra pasta. Rientra dopo un anno di stop contro Piloti più giovani di lui, che possono “evolversi e migliorarsi più di lui che di anni ne ha già 28.   cit. Jorge Lorenzo

Quanto incide per un Atleta stare fermo tanti mesi⁉️

6 (ed ultimo). La maggior parte dei Piloti di nuova generazione MotoGP sono Atleti, con una preparazione fisica ai più alti livelli agonistici, molti di loro potrebbero tranquillamente competere in altri sport. Sapete cosa significa stare 5/6 mesi fermo per un Atleta? È come una morte sportiva dalla quale è difficilissimo riprendersi. Se poi ci metti un grave infortunio come quello di Marc Marquez capisci quanto EPICO potrebbe essere quello che tenta di fare.

Sapreste dirmi il nome di un’Atleta che ha rischiato così tanto ed è tornato a vincere riprendendosi la corona 👑⁉️ Non c’è ne sono tanti, a me viene in mente soltanto uno sciatore ed un ginnasta, ma questa è un’altra storia…

Non serve cambiare Motocicletta, lui sta già riscrivendo la storia. Lo sta facendo proprio sotto i nostri occhi. Ci riuscirà? Non lo sappiamo. Ritornerà a vincere un Titolo Mondiale? Non lo sappiamo. Godiamoci il suo rientro, perché detto fra noi…Mancava.

 

 

✍️Francky

 

 

YAMAHA M1 DA FAVOLA – QUARTARARO DOMINA L’ ALGARVE – POST GP

“Se l’è presa di forza, come piace a noi in vecchio stile MotoGP, tirando dall’inizio alla fine come una gara di velocità si rispetti. Sempre più padrone della M1…”

La M1. Quella vecchia bistrattata moto Giapponese che soli pochi mesi fa veniva additata da stampa e TV (Italiane) ed addetti ai lavori (Italiani) come la “mela dell’Eden” della MotoGP (scegliete voi chi fosse Eva e chi Adamo…).

Eppure ha vinto 11 degli ultimi 20 Gran Premi… Fabio Quartararo vince di forza, com’era logico che facesse viste le FP, su un circuito bellissimo come l’Algarve. I saliscendi di Portimao esaltano le caratteristiche della nuova M1 e sin da venerdi “El Diablo” batte un passo mostruoso, unico a scendere sotto il 40.

Gara che regala subito brividi ed emozioni come la bagarre tra il Campione del Mondo Mir ed il rientrante Marquez, quando prima viene superato “bruscamente” da Mir e poi rischia di essere tamponato a causa di un suo block pass ai danni proprio di Marquez 👇

Curva 3, scontro Marquez/Mir. Foto MotoGP.com

Molti gli spunti interessanti, in primis la bellissima partenza a”Old style” di Vinales che sceglie di partire a spinta con la sua M1 come facevano in 500 negli anni 80 (ironia), alla prima curva è praticamente ultimo, buttando nel gabinetto un intero weekend di gara mentre il Compagno di team lo bastonava senza pietà.

In casa Ducati bene ma non benissimo. Bagnaia è autore di una rimonta da favola che in altri tempi e modi sarebbe stata incensata dalla stampa neanche fosse il Dio del vento, ottimo lavoro di Pecco che, al netto della porcata di sabato (si lo so è il regolamento ma quella bandierina non si vedeva) prende il massimo da Portimao, qui Quartararo aveva un altro passo. Jack Miller continua a stupire tutti e sceglie sempre la strada più semplice, dopo le opache gare in Qatar (9° entrambe).👇

Jack Miller scivolata. Immagine MotoGP.com

Il suo Mondiale, a meno di una vittoria a Jerez, è già finito qui. Anche Zarco , dopo aver condotto una prima parte di gara ad altissimi livelli appena viene superato da Bagnaia si fa prendere dalla foga ed perde l’anteriore.

Scivolata di Zarco. Immagine MotoGP.com

Un brutto colpo per il Francese che perde punti preziosi da Quartararo, ma che a mio avviso non mina la sua leadership interna al Team Ducati. Lo reputo il faro del progetto ed insieme a Bagnaia si giocheranno il podio Mondiale.

Bella la gara delle Suzuki, con entrambi i cavalieri di Hamamatsu che spingono sin dall’inizio della gara. Il Campione del Mondo accusa molto nella prima parte a cospetto di un Rins stratosferico che poi incappa in un altro errore (ennesimo).

Scivolata di Rins. Immagine MotoGP.com

Anche lui sa di aver buttato un occasione ghiotta. Nel 2020 era infortunato per buona parte della stagione ma quest’anno non ha scusanti. Il duello in casa Suzuki è solo all’inizio e sarà il leitmotiv del 2021 e della lotta per il Mondiale. Ottima la gara di Brad Binder (5° e prima KTM) in sella alla KTM che vede l’Europa e ritorna la luce. Risale dalla 15^ posizione segno che se ne hai, la partenza da dietro non è una scusante.

Morbidelli (Yamaha M1 2019) in bagarre con Binder (KTM RC16 2021) e Bagnaia (Ducati GP21) Immagine MotoGP.com

Grande gara anche per Franco Morbidelli che da buon Italiano generico medio si arrangia con quel che ha, come fosse uno scappato di casa. Situazione assurda quella del vice Campione 2020 che si ritrova a lottare, contro i Piloti più forti, con una M1 2019 ibrida. Nonostante ciò arriva 4° a pochi decimi dal podio. Chapeau, il compagno di team non si è neanche visto.

Chiudono la Top10 Aleix Espargaró in 6^ piazza davanti al rientrante Marc Marquez (un miracolo la sua gara) ed Alex Marquez (finalmente prende i primi punti iridati). Ottima 9^ posizione per Enea Bastianini che è il migliore dei Rookies quest’oggi. 10° Nakagami, coriaceo dopo la brutta caduta delle FP. Vinales 11° (rimango senza parole onestamente) e Marini 12° che incassa un eternità da Bastianini, troppo il Gap tra i due sulla stessa moto, IMHO non so quanto sia convenuto comprare il posto di Avintia con le due Moto3, probabilmente sarebbe stato più produttivo (per il Motociclismo Italiano) mantenere il team nella piccola cilindrata. 

Chiudo così👇

Marc Marquez, il Campione. Immagine MotoGP.com

Marc Marquez non ha nulla da dimostrare a noi ( i Titoli 2016 e 2017 parlano chiarissimo), ha soltanto da dimostrare a se stesso. Dimostrare di essere ancora un Pilota competitivo. Quelle lacrime non sono di dolore, bensì di paura. Paura di non potercela fare, ed invece lui è riuscito a ritornare in sella dopo 9 mesi e tre operazioni arrivando in TOP10, quindi altamente competitivo, ha avuto le risposte che cercava. Il futuro prossimo ci dirà se Marc ritornerà a vincere ancora in quella che è la MotoGP più competitiva di sempre, quella che dall’arrivo Michelin è stata la più combattuta di sempre in ogni GP. Lui ha raggiunto il suo apice come Atleta nel 2019 (Tutte le gare 1°-2° eccezion per il Texas dove stava dominando) all’etá di 26 anni. Adesso sta a lui decidere quanto allungare questa parabola (la sua capacità Atletica deciderà per quanto farlo), che prima o poi inizierà inesorabilmente, come per tutti gli Atleti, a scendere. Bentornato Campione.

Classifica Mondiale.

✍️ Francky

 

 

 

 

 

 

 

 

Life is racing, all the rest is waiting