Marc Marquez è ingordo di suo, se gli si fanno anche regali…

Il gran premio di Francia ci conferma Marc Marquez in fuga per il mondiale e lascia molto amaro in bocca il fatto che questo sia stato favorito dagli errori degli altri. Come se Marquez ne avesse bisogno…

La gara ha vissuto tutte le sue fasi più importanti (ed emozionanti) nei primi giri. Alla partenza ha provato la fuga Jorge Lorenzo seguito da Johann Zarco e da un’Andrea Dovizioso eccezionalmente reattivo allo start a differenza di Marc Marquez.

Andrea -iannone è scivolato immediatamente dopo le prime curve e ha dato il via ad un carosello di cadute eccellenti.  In un paio di giri Dovizioso si è liberato di Zarco e si è concentrato sul fuggitivo Lorenzo, forse nel tentativo di esorcizzare il ricordo della brutta caduta di Jerez in condizioni similari. L’operazione è riuscita in un paio di giri ulteriori lasciando intravedere una Ducati al top ed un Dovizioso eccezionalmente motivato. In realtà Andrea deve essersi sentito talmente sollevato dalla facilità con cui si è liberato del compagno di squadra da deconcentrarsi per un attimo e scivolare in modo balordo qualche curva dopo.

Le parole di Dovizioso,

“E’ pesante, molto pesante per me metabolizzare un errore così, non è da Dovizioso. Non credevo di poter perdere la moto. E’ inaccettabile quello che è successo, stupido. Quando hai più velocita degli altri come oggi buttare via la gara così è inaccettabile, non posso permettermi di fare questi errori se voglio lottare per il titolo con Marquez. Mi scuso con la squadra, questa caduta proprio non ci voleva. Ci può stare quando sei al limite, non quando hai la situazione in pugno”

oltre a rendere merito alla sua onestà dimostrano il livello della moto che Ducati gli ha messo a disposizione e sintetizzano efficacemente la situazione.

Qualche giro dopo  è stato Zarco a  proseguire la serie di cadute eccellenti e a sprecare la bellissima pole con cui aveva approcciato la gara di casa. Anche lui dovrà lavorare per concretizzare con risultati il periodo magico che sta vivendo.

In questo scenario Marc Marquez ha guadagnato la testa della corsa e non l’ha più abbandonata. Solo Petrucci gli è rimasto attaccato fino al traguardo girando costantemente negli stessi tempi ma non riuscendo in realtà mai ad attaccarlo. Lorenzo è scivolato lentamente fino al sesto posto in un calo di prestazioni difficilmente spiegabile. La qualità della Ducati attuale è confermata dalla risalita fino al quarto posto di Miller.

Sul gradino più basso del podio è salito il vecchietto della motogp, Valentino Rossi, che ha fatto il miracolo abituale portando la sua Yamaha fin dalla partenza nel gruppetto di testa e rimanendoci stoicamente fino alla fine della gara. Un tempo il miracolo gli riusciva fino ad accaparrarsi il gradino più alto, ma il tempo passa per tutti. A parte le battute, la Yamaha ufficiale è la moto che manca davvero in questa fase nella lotta al vertice, come conferma anche la corsa di Vinales che è finito al settimo posto solo per le cadute degli altri ma non è mai stato protagonista.

Vorrei segnalare anche l’ottavo posto di Cal Crutchlow dopo il terribile volo di Sabato.

In Moto2 occorre segnalare la conferma di Pecco Bagnaia che sta scavando un solco fra se e gli avversari per la corsa al titolo; la scelta di Pramac di affidargli la Ducati ufficiale il prossimo anno si sta rivelando particolarmente felice.

La Moto3 ci ha regalato una gara veramente avvincente che ha visto un gruppetto di cinque piloti, poi allargatosi a dieci, combattere e alternarsi continuamente per le posizioni del podio. In questa altalena ci sono state cadute eccellenti (Bastianini scivolato a pochi giri dalla fine, Martin e Bezzecchi che si sono toccati all’ultimo giro).

In una pista quasi virtuale, delimitata prevalentemente da vie di fuga in asfalto, sono state applicate (in via sperimentale!? solo per la Moto3) sanzioni temporali per i tagli di pista. La scelta non si è rivelata felice, condizionando l’intera gara per l’impossibilità di riscontrare immediatamente le penalità e soprattutto ha determinato un vincitore negato in Di Giannantonio (per una penalità di 3 secondi sanzionata dopo il taglio del traguardo). Alla fine ha vinto lo spagnolo Arenas.

La strada per arrivare ad impedire che in queste piste senza dissuasori come la ghiaia nelle vie di fuga ciascun pilota “disegni” la pista a proprio piacimento è ancora lunga, ma sicuramente non può portare ad una soluzione totalmente discrezionale (nel riscontro e nel peso) per una giuria. Neanche ad una sagra paesana…

Ci si vede al Mugello fra quindici giorni, con la speranza che le cadute non facciano venire il braccino a nessuno.

Possibile che Ducati annunci Petrucci sulla moto ufficiale 2019, salutando Jorge?

Valther