Hamilton vince la scampagnata a Le Castellet

Correva l’anno 1978. 2 di luglio, per la precisione. Davanti ad una TV in bianco e nero un bambino di poco più di 10 anni vedeva uno dei suoi primi GP, quello di Francia che quell’anno si correva a Le Castellet. E quel bambino notò una cosa che gli sembrò molto strana: la classifica in sovrimpressione non cambiava mai. C’erano due macchine nere in testa, e questo era abbastanza normale, ma i nomi dei piloti che le seguivano, passati i primi giri, non cambiarono più fino alla fine. Quell’anno una simile situazione non si ripeté più. Ma la vittoria, quella no, rimaneva prerogativa di una delle due macchine nere, salvo imprevisti che a quell’epoca erano frequenti.

41 anni dopo. 23 giugno. Gran Premio di Francia a Le Castellet. Le macchine nere sono diventate grigie. Il circuito è diventato un parcheggio. Ma passati i primi 9 giri, la classifica dei primi 6 rimane quella e non cambia più fino alla fine.

Una scampagnata, l’abbiamo definita nel titolo. Di sicuro per Hamilton questo è stato il Gran Premio di oggi. Almeno in apparenza. Sempre davanti, sempre in controllo, il suo compagno di squadra annichilito, gli altri a debita distanza, perfino il giro più veloce all’ultima tornata, con gomme dure vecchie di 30 giri e piene di blister. Lo score dice che il punto va a Vettel, ma lui il giro più veloce l’ha fatto con gomme soft nuove. Ed è stato più veloce di soli 24 millesimi. Quell’ultima tornata di Lewis indica in un colpo solo la forza di un pilota e di una vettura che, continuando così, rischiano di cancellare in breve tempo tutti i records, quelli tanto cari ai ferraristi.

Ora la cronaca, anche se la voglia di farla è poca. Prima fila tutta Mercedes, la novità è Vettel in quarta fila a causa di un non meglio precisato problema al motore, che squadra e pilota hanno cercato di minimizzare. A salvare l’onore Ferrari ci pensa Leclerc, terzo un po’ distante, con a fianco Verstappen. E subito dietro due ritrovate McLaren.

Ma saranno proprio i due ragazzini in seconda fila a regalarci il momento più bello del GP. Alla partenza scattano bene le due Mercedes, dietro Leclerc viene raggiunto da Verstappen e affiancato, e i due si fanno un bel pezzo di tracciato con le ruote a pochi cm di distanza. E’ l’antipasto di ciò che speriamo di potere vedere in futuro. Il Max 2.0 capisce che l’altro non molla, e lo lascia sfilare, insediandosi in una quarta posizione che non abbandonerà più. Dietro Sainz supera Norris ed entrambi riescono a tenere dietro Vettel per 9 giri, quando anche il tedesco si prenderà la quinta posizione che non abbandonerà più e che rappresenta il massimo che può ottenere oggi.

I primi 20 giri passano con i primi 5 equidistanti l’uno dall’altro, e ad aprire i pit-stop è Verstappen, con Leclerc che lo imita alla tornata successiva per prevenire l’undercut. Al 24° giro viene fermato Bottas, a quello successivo Hamilton, e subito dopo anche Vettel completa l’unica sosta della giornata.

Da questo momento, la gara procede stancamente fino all’ultimo giro, quando Leclerc riesce ad annullare il distacco da Bottas e tenta un timidissimo quanto improbabile attacco all’ultima curva. Ma le emozioni arrivano dalla lotta per la settima posizione, che viene contesa fra i (doppiati) Raikkonen, Ricciardo, Hulkenberg e Norris. E in questa situazione si vede quanto ridicolo sia il layout del nuovo Paul Ricard, dove le vie di fuga sono solo asfalto colorato. Le macchine si possono sì affiancare, ma i piloti passano ovunque, anche fuori pista, e così assistiamo ad un duello surreale con Ricciardo e Norris che vanno per strisce blu. L’australiano guadagna la settima posizione in pista (anzi, fuori pista) ma su di lui arriva inesorabile la mannaia dei 4 soggetti (uno dei quali pilota dal passato in F1 discutibile) che davanti ad un PC decidono le sorti dei GP, con il regolamento alla mano e la discrezionalità di un paio di dadi dall’altra. E quindi doppia penalità per Daniel, con conseguente retrocessione dal 7° all’11° posto. Pertanto dietro ai primi 5 la classifica vede Sainz, un ottimo Raikkonen con la rediviva Alfa Romeo, Hulkenberg, Norris e uno spento Gasly.

Fuori dai punti, oltre a Ricciardo, le due Force India, le due Toro Rosso, un pessimo Giovinazzi, le altrettanto pessime Haas e le disperse Williams, con Kubica davanti a Russell.

Ora si va in Austria, fra una sola settimana, e la domanda è: per quanto ancora durerà la striscia vincente di Hamilton e della Mercedes? La risposta l’ha già data Toto Wolff: quello di Zeltweg è un circuito ostico per la Mercedes, come del resto, sentendo lui, tutti quelli in cui si è corso fino ad ora. Quindi in terra austriaca vincerà… la Mercedes, of course.

P.S. in Ferrari continuano a vivere con grande serenità la costante bastonatura da parte dei tedeschi, e il non funzionamento di parte degli sviluppi portati in pista. E continuano a ripetere che “ci saranno opportunità per battere la Mercedes”. Paradossalmente da questa situazione tecnica poco edificante chi ci guadagna, e non poco, è Leclerc, oggi impeccabile. Lui non ha nulla da perdere, e non è certo deluso dal non potere combattere per il mondiale, perchè non era questo che si aspettava ad inizio stagione. Non ci sarebbe da sorprendersi se da qui in avanti la lotta fra i due ferraristi diventasse più intensa, e, nel caso, sarà interessante vedere come la gestiranno la squadra e lo stesso Vettel.

Immagine in evidenza dal profilo twitter @MercedesAMGF1