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LA STORIA DELLA FERRARI 312T: 1977 (QUARTA PARTE)

L’11 giugno si corre la 24 Ore di Le Mans, obiettivo principale della Renault per il 1977 prima di debuttare in F1. La Régie presenta uno squadrone con tre Alpine A442 turbo a coda lunga affidate a Patrick Tambay e Jean-Pierre Jaussaud, Patrick Depailler e Jacques Laffite e Jean-Pierre Jabouille e Derek Bell (unico non francese). Anche il muletto della squadra, gestito da Hugues de Chaunac, viene portato in pista da René Arnoux, Didier Pironi e Guy Fréquelin. Jabouille stabilisce la pole davanti alla vettura gemella di Laffite mentre Tambay e Pironi segnano il quarto e quinto tempo. In mezzo, col terzo miglior crono, la Porsche 936 di Jacky Ickx ed Henri Pescarolo.

A metà del primo giro la A442 di Pironi prende fuoco per la rottura di un tubo dell’olio e si ritira, così come anche Pescarolo che dopo 3 ore si ferma col motore della sua 936 rotto. Ickx viene quindi dirottato sulla Porsche gemella di Jürgen Barth e Hurley Haywood che ha già perso 10 minuti ai box per sostituire la pompa della benzina.

Le Mans, France. 11th – 12th June 1977.
Jurgen Barth/Hurley Haywood/Jacky Ickx (Porsche 936/77), 1st position, pit stop and driver change, action.
World Copyright: LAT Photographic
Ref: B/W Print.

 

Ickx è velocissimo e rimonta fino alla quarta posizione ma le Alpine sono imprendibili. Durante la notte il motore della terza A442 di Jaussaud si rompe mentre Depailler deve fermarsi ai box dove gli smontano il cambio che ha bisogno di una revisione. Alle 9 del mattino anche Jabouille rientra lentamente ai box con un pistone rotto e la Porsche si ritrova al comando. Rimane in gara solo la vettura di Laffite e Depailler, staccata di 2 giri, ma a mezzogiorno anche il suo V6 turbo rende l’anima completando il disastro Renault. Con tutte le quattro avversarie fuori gara, l’unica Porsche superstite ha un enorme vantaggio ma a 45 minuti dal termine anche la n°4 rientra ai box con un problema a un pistone. A 10 minuti dallo scadere delle 24 ore Barth viene rimandato in pista per concludere la gara lentamente (a 5 cilindri) con ancora 11 giri di vantaggio sulla Mirage di Vern Schuppan e Jean-Pierre Jarier che, ironia della sorte, monta lo stesso motore delle 4 Alpine ritirate per guasto al motore. Barth porta a termine la gara e Jacky Ickx vince la sua quarta Le Mans (la terza consecutiva), eguagliando il suo connazionale Olivier Gendebien.

(L-R) Jacky Ickx, Jurgen Barth and Hurley Haywood celebrate after winning the 24 Hour Le Mans auto race, France, June 12, 1977. (Photo by – / AFP) (Photo by -/AFP via Getty Images)

 

Archiviata la pesante sconfitta, la Renault torna a lavorare sulla F1 con Jabouille impegnato in alcuni test a Le Castellet dove però la RS01 mostra qualche problema di troppo per cui la decisione sulla data del debutto (previsto per luglio) viene rinviata.

Il GP di Svezia che si corre ad Anderstorp chiude la stagione dei circuiti “lenti” e le novità tecniche sulle monoposto sono pochissime. Niente di nuovo alla McLaren con Hunt che ha l’incarico di migliorare la M26 e dispone del DVF “al magnesio”. Mass continua con la M23 e deve digerire l’occasione persa a Zolder.

Twelfth placed James Hunt (GBR) McLaren M26, talks with Teddy Mayer (USA) McLaren Team Owner (Left) and Gordon Coppuck (GBR) McLaren Designer (Centre) in the pits during practice.
Swedish Grand Prix, Rd8, Anderstorp, Sweden, 19 June 1977.

 

Alla Tyrrell si ritenta con l’aerodinamica 1977 in attesa di nuove modifiche annunciate per il successivo GP di Francia. Questa volta il DFV speciale è per Depailler.

Macchina che vince (anche col secondo pilota) non si cambia e la Lotus porta in Svezia le sue splendide 78 prive di modifiche. Andretti dispone di un Cosworth ulteriormente evoluto (con testate in alluminio) approntato direttamente a Northampton per sfruttare al massimo il potenziale della monoposto di Chapman. Ovviamente c’è grande attesa per Nilsson, atteso con gioia dai suoi connazionali dopo la vittoria di Zolder.

Dopo le due sfortunate gare di Monaco e Zolder la Brabham ha costruito una nuova BT45B (la sesta della serie) per Watson, tanto veloce quanto perseguitato dalle avversità.

ANDERSTORP RACEWAY, SWEDEN – JUNE 19: Hans-Joachim Stuck, John Watson and Bernie Ecclestone during the Swedish GP at Anderstorp Raceway on June 19, 1977 in Anderstorp Raceway, Sweden. (Photo by Ercole Colombo / Studio Colombo)

 

Niente di nuovo sulle March di Ribeiro e Scheckter, con quest’ultimo che continua con la vecchia monoposto.

Il secondo posto ottenuto da Lauda in Belgio è stato un ottimo placebo per i mali della Ferrari ma la guarigione è ancora lontana. La T2 soffre di un forte sottosterzo in ingresso di curva che poi si trasforma in brusco sovrasterzo. Questo obbliga i piloti ad alzare il piede e perdere decimi preziosi ad ogni curva. A Maranello sono state apportate alcune modifiche alla sospensione anteriore e addirittura è stata modificata la scocca della 027 (usata come muletto) applicando un distanziale in lamiera scatolata per allungare il passo di una ventina di centimetri.

Intanto Lauda, sempre caustico nei confronti della Ferrari, si fa vedere spesso al box della Brabham, tanto che qualcuno gli attacca il logo della squadra sulla schiena.

Fifth placed John Watson (GBR) (Centre) Brabham, in conversation with Niki Lauda (AUT) (Right) Ferrari, who retired from the race on lap 48 with handling problems. The two drivers would be Brabham team mates the following season.
Swedish Grand Prix, Rd8, Anderstorp, Sweden, 19 June 1977.
Niki Lauda (AUT) Ferrari, who retired from the race on lap 48 with handling problems, has had a Brabham team sticker added to the rear of his race overalls by Brabham mechanics. Lauda would be a Brabham driver the following season.
Swedish Grand Prix, Rd8, Anderstorp, Sweden, 19 June 1977.

 

Riccardo Patrese è impegnato al Mugello per l’Euro F2 per cui Don Nichols rimette in macchina Jackie Oliver che affianca Jones e torna a disputare un vero GP dopo 3 anni e mezzo. La Shadow copia le paratie laterali dell’alettone della Brabham.

Jackie Oliver, Don Nichols, Grand Prix of Sweden, Anderstorp Raceway, 19 June 1977. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

 

Nessuna novità alla Surtees che conferma Perkins come compagno di squadra di Brambilla.

ANDERSTORP RACEWAY, SWEDEN – JUNE 19: Vittorio Brambilla during the Swedish GP at Anderstorp Raceway on June 19, 1977 in Anderstorp Raceway, Sweden. (Photo by Ercole Colombo / Studio Colombo)

 

Il capoclassifica deve riscattare la brutta gara di Zolder, compromessa prima dall’errore tattico di un cambio gomme troppo affrettato e poi da un problema alla pompa della benzina che ha causato il secondo “zero” della stagione. Questa volta Scheckter sceglie la WR2 e usa la WR1 come muletto. La Cosworth ha preparato un DFV speciale per la Wolf con un livello di evoluzione leggermente inferiore a quello fornito ad Andretti.

Clay Regazzoni e l’Ensign sono in crisi di risultati dopo un avvio di campionato promettente. In attesa di qualche punto iridato, il ticinese e l’inglesissimo Mo Nunn si accontentano di un italianissimo piatto di pasta (molto probabilmente scroccato alla Ferrari) nella loro esclusivissima hospitality.

Niente di nuovo alla Hesketh che schiera ancora tre vetture per Keegan, Ertl e Rebaque.

Alla Ligier c’è un’atmosfera pesante. La squadra è ancora senza punti nonostante alcune buone prestazioni e lo sconforto sta prendendo il sopravvento, tanto che Laffite dopo le prove dice a Ducarouge di bruciare la JS7. Guy Ligier è assente, trattenuto ad Abrest da problemi inerenti la sua attività di costruttore di microcar.

Frank Williams e Patrick Head riescono a fare ottenere a Patrick Neve la miglior qualifica dell’anno con il 20° tempo.

Patrick Neve (BEL) Williams March, finished the race in fifteenth position.
Swedish Grand Prix, Rd8, Anderstorp, Sweden, 19 June 1977.

 

Emerson Fittipaldi esce di pista per aver perso una ruota dopo appena 20 minuti di prove e decide di continuare il weekend con la vecchia FD04/3 perché vuole capire la causa dell’incidente prima di tornare sulla F5.

Sulla Lec di David Purley appare un adesivo raffigurante un coniglio, un “commento” sarcastico riferito a quel “rabbit” gridatogli in faccia da Lauda a Zolder.

Per l’occasione la ATS trova una piccola sponsorizzazione da parte della Volvo.

A Conny Andersson piacerebbe qualificarsi tra i primi 24 per partecipare almeno al GP di casa ma la BRM è ancora troppo lenta.

Anche questa volta gli iscritti sono 31, molti di più rispetto alla capienza dei box, così le squadre minori (BS Fabrications, De Villota e RAM Racing/F&S Properties) devono sistemarsi nel retro della tettoia, a lato della corsia di ingresso.

Tra questi c’è il 29enne Michael “Mikko” Kozarowitzky, secondo finlandese a tentare la qualificazione in F1 tre anni dopo Leo Kinnunen. La RAM Racing/F&S Properties gli ha messo a disposizione una 761 nuova di zecca (l’ottava e ultima costruita a Bicester) grazie alla sponsorizzazione della Marlboro ottenuta per aver vinto il campionato europeo di F. Super Vee.  Kozarowitzky si è messo in luce anche nel torneo Peter Stuyvesant New Zealand Formula Pacific al quale ha partecipato con la Chevron B34 del Fred Opert Racing come compagno di squadra del connazionale Keke Rosberg.

Mikko Kozarowitsky (FIN) RAM Racing March, failed to qualify on his debut GP appearance.
Swedish Grand Prix, Rd8, Anderstorp, Sweden, 19 June 1977.

 

Non partecipa Arturo Merzario che preferisce andare a Pergusa per vincere la Coppa Florio da pilota ufficiale Alfa Romeo per rimpinguare un po’ le finanze.

In realtà gli iscritti sarebbero 32 contando anche Jac Nellemann che aveva già tentato inutilmente di qualificarsi l’anno precedente. Il danese ha acquistato una Penske PC3 di proprietà del team Hexagon of Highgate con l’intenzione di istituire una propria squadra, la Grand Prix Racing Denmark, per partecipare ad almeno 4 GP. La monoposto viene presentata a gennaio all’Auto Show di Copenhagen ma poco dopo comincia uno sciopero dei poligrafici che lascia la Danimarca senza giornali per 4 mesi, vanificando la possibilità di pubblicizzare il progetto e quindi raccogliere sponsor, costringendo Jacob Vilhelm Nellemann ad abbandonare definitivamente il suo sogno.

La vera novità tecnica di questa gara è la distribuzione di gomme più tenere da parte della Goodyear. Il regime di monopolio delle ultime 3 stagioni ha consentito all’azienda di Wolverhampton di risparmiare sullo sviluppo delle loro coperture ma, ora che sta per arrivare la Michelin, deve accontentare i suoi clienti, soprattutto i più prestigiosi. La Ferrari si è lamentata più volte anche nel corso della stagione precedente per la difficoltà di adattamento delle sue monoposto e a Fiorano ha già effettuato numerosi test comparativi con le coperture radiali francesi.

A larger than normal selection of Goodyear Ôcotton reelÕ tyre hubs were found in the paddock as Goodyear offered teams a selection of tyres for the first time in years ahead of the proposed entry into Formula One by Michelin.
Swedish Grand Prix, Rd 8, Anderstorp, Sweden, 19 June 1977.
BEST IMAGE

 

Le prove del venerdì vedono Watson davanti a tutti con un decimo e mezzo su Scheckter, 3 su Andretti e mezzo secondo su Hunt. Male le Ferrari con Reutemann nono a un secondo e Lauda quattordicesimo a 1.3”.

Il sabato mattina piove ma la pista si asciuga in tempo per la sessione decisiva del pomeriggio nella quale Andretti si migliora di mezzo secondo e mette di nuovo in riga tutti senza nemmeno bisogno di usare le gomme più morbide. Contrariamente alla Ferrari che non riesce a mandare in temperature le Goodyear, quando le Lotus si fermano ai box Bob Dance si affretta a raffreddarle con l’acqua.

Watson non riesce a migliorare il tempo del venerdì ma mantiene la seconda posizione dall’attacco di Hunt che precede Scheckter, Stuck, Depailler, Nilsson e Laffite, mentre le Ferrari sono sempre in grande difficoltà. Reutemann e Lauda provano anche la vettura a passo lungo ma la bocciano entrambi perché troppo sottosterzante. Alla fine nessuno dei due riesce a migliorare il tempo del venerdì, con Lole che si qualifica 12° e Lauda addirittura 15°, alle spalle di Regazzoni e davanti a Oliver. L’austriaco gira 3 decimi più lento dell’anno scorso ed è arrabbiatissimo con tutti. Ormai nessuno crede più che possa rimanere ancora a Maranello.

Si qualificano agevolmente Purley, Neve, Ian Scheckter, Lunger, Ertl e Keegan mentre vengono esclusi Ribeiro (March), de Villota (McLaren), Perkins (Surtees), Hayje (March), Rebaque (Hesketh), Andersson (BRM) e Kozarowitzky (March).

In attesa di vedere come si comporteranno Andretti e Watson alla partenza, Laffite è nettamente il più veloce durante il warm-up della domenica mattina staccando di 9 decimi Watson, Depailler, Brambilla, Andretti e Hunt. Eppure la JS7 è la stessa di cui si è platealmente lamentato il giorno prima ma ora “calza” due nuovi treni di gomme più tenere di quelle convenzionali appena consegnati da un addetto della Goodyear.

La partenza viene data alle 13:30 e anche questa volta Watson sorprende Andretti il quale viene superato all’esterno della prima curva anche da Scheckter. Le Ferrari sono a centro gruppo.

Andretti recupera la seconda posizione già nel corso del primo giro alla staccata della curva Hansen che immette nel Karusell e si mette alla caccia di Watson.

Ancora un giro e Piedone si riprende la testa del GP con un sorpasso fotocopia, sempre alla curva Hansen, per poi allungare subito sull’irlandese della Brabham seguito da Scheckter, Hunt, Stuck, Depailler, Mass e Peterson.

ANDERSTORP RACEWAY, SWEDEN – JUNE 19: Mario Andretti, Lotus 78 Ford during the Swedish GP at Anderstorp Raceway on June 19, 1977 in Anderstorp Raceway, Sweden. (Photo by Ercole Colombo / Studio Colombo)

 

Nilsson invece è in difficoltà perché nel corso del primo giro è entrato in collisione con Laffite. Il francese è sceso dalla settima all’undicesima posizioni senza subire danni mentre la Lotus ha perso lo spoiler anteriore destro. Lo svedese fatica a tenere in strada la vettura e perde alcune posizioni fino al sesto giro quando decide di fermarsi ai box per sostituire il musetto. Nilsson riparte ultimo e si fa doppiare da Andretti per mettersi a ruota e cercare di recuperare il più possibile sfruttando il compagno di squadra come “lepre”.

Dopo un’ottima qualifica e partenza, Stuck fatica a tenere il passo di Watson, Scheckter e Hunt, tanto che viene superato da Depailler, Mass, Reutemann e Laffite a causa di un treno di gomme non adeguato. Il tedesco viene raggiunto anche da Lauda che si trova in decima posizione e ha altrettanti problemi. Al 14° giro il ferrarista, nel tentativo di attaccare Stuck, perde il controllo della T2 al termine del Karusell e finisce in testacoda alla curva Gislaved che immette davanti ai box. L’auto non subisce danni e Lauda riparte tredicesimo dopo aver fatto sfilare Jarier, Regazzoni e Oliver.

Chi invece sembra non avere nessun problema è Laffite che al 23° giro supera Reutemann e si mette all’inseguimento di Mass per il sesto posto.

Il vantaggio di Andretti sfiora i 10 secondi quando, al 29° giro, Watson trova il doppiato Ertl al Karussell. Scheckter tenta l’attacco in frenata alla Gislaved ma valuta male le distanze e sperona la Brabham mandandola in testacoda. L’irlandese, tamponato per la seconda volta in due gare, riparte dopo aver perso 5 posizioni mentre Scheckter si ritira con la sospensione anteriore destra rotta. Questo è il secondo grave errore consecutivo per il pilota della Wolf.

Andretti è saldamente al comando con una ventina di secondi sul redivivo Hunt (non era così avanti in classifica dalla gara di Kyalami) a sua volta seguito da Depailler, Mass, Laffite e Reutemann.

ANDERSTORP RACEWAY, SWEDEN – JUNE 19: James Hunt, McLaren M26 Ford during the Swedish GP at Anderstorp Raceway on June 19, 1977 in Anderstorp Raceway, Sweden. (Photo by Ercole Colombo / Studio Colombo)

 

Continua il calvario di Lauda che al 36° giro si ferma a sostituire 2 gomme e poco dopo ritorna ancora ai box per cambiarle tutte e poi ritirarsi volontariamente quando si trova in diciannovesima posizione.

Intanto Laffite è scatenato. Al 38° giro supera Mass alla Gislaved (dove ha sbagliato Scheckter) e al successivo si sbarazza di Depailler salendo al terzo posto con una mossa identica e mettendosi alla caccia di Hunt.

Ancora due giri e il parigino della Ligier sferra l’attacco decisivo al Campione del Mondo infilandolo (sempre alla Gislaved) per la seconda posizione e avvantaggiandosi immediatamente.

Hunt infatti ha le gomme anteriori molto usurate per via di un forte sottosterzo e al 46° e 47° giro viene superato da Mass, Reutemann, Depailler e Watson prima di fermarsi a montare 4 pneumatici nuovi. Quando riparte il suo DFV si spegne a causa di un problema alla frizione e l’inglese torna in pista in tredicesima posizione, vedendo sfumare la possibilità di muovere la sua classifica molto deficitaria.

Mancano 20 giri alla fine e Andretti gestisce gli oltre 22 secondi di vantaggio che ha su Laffite abbassando il regime del motore anche perché si è accorto da tempo di avere un’iniezione molto grassa e soprattutto la spia del carburante comincia a lampeggiare.

Il vantaggio di Andretti si riduce progressivamente e a 5 giri dalla bandiera a scacchi il suo margine è di soli 5 secondi ma al terzultimo giro il DFV perde colpi e Piedone rientra ai box dove gli viene aggiunto qualche litro di benzina per terminare la corsa. La Lotus riparte velocissima ma ora è in sesta posizione.

Jacques Laffite conclude gli ultimi 3 giri senza problemi e conquista la prima vittoria per lui, per la Ligier e per il motore Matra. Si tratta della prima vittoria iridata per un pilota francese su una macchina francese con motore francese, a 21 anni di distanza da quella ottenuta da Robert Manzon con la Gordini T16 al GP di Napoli non valido per il Mondiale.

Jochen Mass ottiene il suo secondo miglior risultato in carriera e riporta sul podio la McLaren dopo il GP del Brasile davanti a uno splendido Carlos Reutemann, autore di una gara regolare che lo ha portato dal 12° al 3° posto finale davanti a Depailler, Watson e allo sfortunato Andretti.

Nessuno dei pretendenti al Mondiale sale sul podio e la classifica di vertice resta quasi invariata con Scheckter ancora fermo a 32 punti davanti a Lauda con 31. Reutemann sale a quota 27 superando Andretti (23) mentre Mass si porta al quinto posto con 14 davanti a Nilsson (13), Depailler (10) e Hunt desolatamente fermo a 9.

Nonostante le premesse non fossero delle migliori, la Ferrari rafforza la prima posizione tra i Costruttori con 50 punti davanti alla Lotus (34), Wolf (32) e McLaren (21).

Dopo la gara si scopre che il regolatore dell’iniezione della Lotus si era spostato ingrassando troppo la carburazione del DFV, facendo consumare troppa benzina allo sfortunato Andretti che perde un’occasione d’oro per raggiungere i primi due della classifica. La Ensign, settima classificata con Regazzoni, presenta un reclamo contro la Lotus per presunto rifornimento irregolare ma i commissari lo respingono. L’unica consolazione per Andretti e Chapman è che la 78 è chiaramente la F1 più veloce in circolazione.

Quattro giorni dopo, il 23 giugno, alcune squadre sono a Dijon-Prenois per provare il circuito modificato, in vista del Gp di Francia che seguirà la settimana successiva. I proprietari dell’autodromo hanno trovato i soldi per allungare il tracciato con l’inserimento di una “bretella”, costituita da due brevi allunghi raccordati da un tornante a destra in salita, che porta la lunghezza totale da 3289 a 3800 metri.

Il progetto originale prevedeva fin dal 1972 un disegno più complesso che avrebbe portato la lunghezza a 5000 metri ma i finanziamenti ottenuti hanno permesso solo una modifica più semplice.

Fa la sua prima apparizione in un confronto diretto con gli avversari la Renault, dotata di una turbina di diametro maggiore e con Jabouille alla guida. Al termine dei 3 giorni di prove il miglior tempo è dell’euforico Laffite in 1’12”5 (circa 14 secondi più lento rispetto alla versione precedente della pista) che precede proprio Jabouille (1’12”9) ma molti attribuiscono la sorprendente prestazione del pilota della Renault a speciali gomme Michelin. In ogni caso il debutto in gara è confermato per il GP di Gran Bretagna.

La Ferrari corre ai ripari e costruisce la settima T2 (telaio 031) che ha un’evidente modifica alle fiancate, la cui parte laterale più alta è stata “scalinata” e rastremata dietro gli sfoghi dei radiatori. Lauda ne effettua il collaudo mentre Reutemann si limita a fare da osservatore infreddolito per un principio di influenza.

La Wolf prova un coperchio per aumentare la pressione dell’aria che entra nel motore.

Il lungo lavoro effettuato sulla vettura laboratorio ha portato alla Tyrrell i primi frutti. La P34 piena di sensori installati dal matematico statunitense Karl Kempf ha girato a lungo a Silverstone con Ronnie Peterson e i dati rilevati sono stati registrati su cassette e poi interpretati dallo stesso Kempf.

Karl Kempf (USA) studies the data logging equipment used by the Tyrrell team on the Tyrrell P34. His system was one of the first examples of telemetry and computers being used in F1. Kempf worked for Goodyear in the 1970s before working with Tyrrell.
Formula One Testing, Silverstone, England, c. May 1977.
Karl Kempf (USA) secures the data logging equipment into the sidepod of the Tyrrell P34 of Ronnie Peterson (SWE). His system was one of the first examples of telemetry and computers being used in F1. Kempf worked for Goodyear in the 1970s before working with Tyrrell.
Formula One Testing, Silverstone, England, c. May 1977.
Karl Kempf (USA) secures the data logging equipment into the sidepod of the Tyrrell P34 of Ronnie Peterson (SWE). His system was one of the first examples of telemetry and computers being used in F1. Kempf worked for Goodyear in the 1970s before working with Tyrrell.
Formula One Testing, Silverstone, England, c. May 1977.
Karl Kempf (USA) secures the data logging equipment into the sidepod of the Tyrrell P34 of Ronnie Peterson (SWE). His system was one of the first examples of telemetry and computers being used in F1. Kempf worked for Goodyear in the 1970s before working with Tyrrell.
Formula One Testing, Silverstone, England, c. May 1977.
Some of the data logging equipment used by the Tyrrell team. The system, devised by Karl Kempf (USA), was one of the first examples of telemetry and computers being used in F1.
Formula One Testing, Silverstone, England, c. May 1977.

 

Questo ha portato Derek Gardner a modificare la P34/7 allargando la doppia carreggiata anteriore, facendo sporgere le ruote dalla carenatura di circa 15 cm per lato (snaturandone quindi la filosofia originaria), allungando il muso e spostandovi i radiatori dell’olio in posizione inclinata. Le modifiche si rendono necessarie anche perché la Goodyear, impegnata a sviluppare le sue gomme convenzionali per soddisfare la Ferrari e contrastare l’arrivo della Michelin, ha deciso di non seguire più la Tyrrell sulle gomme da 10 pollici. Gardner continua a seguire la sua creatura ma ha già annunciato le sue dimissioni dalla squadra a fine stagione e cominciato a collaborare con la Borg-Warner come direttore del reparto ricerca e sviluppo. Lo sostituisce Maurice Phillippe che sta lavorando alla monoposto per il 1978 che molto probabilmente avrà “solo” 4 ruote.

Karl Kempf (USA) (Right) studies the data logging equipment used by the Tyrrell team on the Tyrrell P34 with Derek Gardner (GBR) Tyrrell Designer His system was one of the first examples of telemetry and computers being used in F1. Kempf worked for Goodyear in the 1970s before working with Tyrrell.
Formula One Testing, Silverstone, England, c. May 1977.

 

Negli stessi giorni la regina Elisabetta del Regno Unito conferisce a Guy Edwards la Queen’s Gallantry Medal, un’onorificenza civile di terzo livello assegnata per atti di coraggio. In questo caso il riferimento è alla partecipazione di Edwards al salvataggio di Niki Lauda al Nürburgring.

Il venerdì seguente cominciano le prove ufficiali del GP di Francia, il nono della stagione che conclude la prima parte del campionato. La McLaren è rinfrancata dopo la gara di Anderstorp nella quale la M26 si è dimostrata competitiva con la concorrenza (Lotus esclusa) e Mass ha ritrovato il podio sul quale non saliva da 11 mesi con la vecchia M23.

DIJON-PRENOIS, FRANCE – JULY 02: Teddy Mayer talks to James Hunt, McLaren M26 Ford, during practice during the French GP at Dijon-Prenois on July 02, 1977 in Dijon-Prenois, France. (Photo by Rainer Schlegelmilch)

 

La Tyrrell porta la P34/7 modificata per Depailler mentre Peterson continua con la P34/6 usata finora. L’allargamento delle carreggiate anteriori è stato ottenuto inserendo una struttura in lamiera scatolata tra la scocca e le sospensioni.

Ronnie Peterson (SWE) Tyrrell P34 finished the race in twelfth position.
French Grand Prix, Rd 9, Dijon-Prenois, France, 3 July 1977.

 

Mario Andretti e Gunnar Nilsson hanno lasciato la Svezia con l’amaro in bocca. L’italoamericano ha visto sfumare la vittoria a 10 km dalla fine per un consumo anomalo di benzina mentre il compagno di squadra ha effettuato una splendida rimonta dall’ultimo al 10° posto prima di ritirarsi per la rottura di un banale cuscinetto. Entrambi sono in cerca di riscatto.

sl

 

Alla Brabham continua la crisi di risultati, soprattutto per Watson che è riuscito a conquistare solo due punti negli ultimi 3 GP nonostante sia sempre partito dalla prima fila. Nel paddock si accettano scommesse su chi lo tamponerà questa volta.

DIJON-PRENOIS, FRANCE – JULY 03: John Watson during the French GP at Dijon-Prenois on July 03, 1977 in Dijon-Prenois, France. (Photo by Rainer Schlegelmilch)

 

Niente di nuovo alla March con Scheckter che continua con la 761B perché la 771 ha ancora troppi problemi di assetto mentre Ribeiro continua a fallire la qualificazione.

Lauda porta in gara la 031 (la settima e ultima T2 costruita) deliberata nelle prove della settimana precedente mentre Reutemann continua con la 029. Entrambe le vetture hanno le fiancate con la nuova aerodinamica e delle bandelle flessibili in stile Lotus (perfettamente inutili) sotto la scocca.

Patrese torna sulla Shadow dopo i due secondi posti consecutivi ottenuti nell’Euro F2, prima al Mugello e poi a Rouen, che lo hanno portato al terzo posto nella classifica generale, staccato di 5 punti da Arnoux (Martini Renault ufficiale) e 3 da Cheever (Ralt BMW del Project 4 Racing di Ron Dennis). Nessuna novità sulla sua DN8 e su quella di Jones.

DIJON-PRENOIS, FRANCE – JULY 03: Riccardo Patrese during the French GP at Dijon-Prenois on July 03, 1977 in Dijon-Prenois, France. (Photo by Ercole Colombo / Studio Colombo)

 

L’unica novità in casa Surtees è costituita dal fatto che i motori di Perkins e Brambilla sono stati revisionati direttamente dalla Cosworth e non dal suo preparatore privato.

Jody Scheckter arriva da due brutte battute d’arresto di cui può accusare solo sé stesso. Deve reagire se vuole mantenere la prima posizione nel Mondiale. Per questa gara sceglie la WR3 usata a Zolder.

sl

 

Alla Ensign sono state apportate diverse modifiche alla MN06. La carreggiata anteriore è stata allargata, i dischi freno posteriori sono di diametro più grande e sono stati applicati due scivoli per deviare l’aria davanti alle ruote posteriori. I radiatori dell’olio sono stati tolti dalle fiancate e spostati sotto l’alettone e il roll bar è stato rinforzato. La MN07 è invariata per permettere a Regazzoni di fare dei confronti in tempo reale. Avrebbe dovuto esserci una terza monoposto nuova perché Mo Nunn ha ricevuto denaro da Teddy Yip per far correre il 28enne parigino Patrick Tambay ma la vettura non è stata completata per cui il debutto è rinviato.

Cambiamenti anche sulle Hesketh di Keegan ed Ertl che ora hanno il radiatore dell’olio spostato sul muso come sulla Wolf. Inoltre è sparita dalla vettura n°24 l’immagine della Penthouse Pet.

Harald Ertl in a Hesketh-Cosworth, French GP 1977

 

Ovviamente c’è grande euforia attorno alla Ligier dopo la vittoria di Anderstorp che può dare una svolta alla squadra. Questa volta è presente anche Guy che riceve la visita di Jean-Claude Killy, triplice oro olimpico di Grenoble ’68 nonché pilota automobilistico amatoriale. Nel paddock c’è anche Jabouille a consigliare il cognato Laffite.

Formula 1 Grand Prix De France 1977 Circuit Of Dijon-Prenois: Test Sessions. Prenois, juin 1977 : Les essais du Grand Prix de France de Formule 1 1977 sur le circuit de Dijon-Prenois : avec Guy LIGIER, Jacques LAFFITE, Patrick DEPAILLER, Jean-Pierre JARIER et Jean-Pierre JABOUILLE; la nouvelle voiture de F1 Renault RS 01 qui ne participera pas au Grand Prix. (Photo by Benjamin Auger/Paris Match via Getty Images)

 

Nulla da segnalare per la scuderia di Frank Williams.

Situazione imbarazzante alla Copersucar che, oltre ai problemi della F5, subisce l’abbandono da parte del progettista Dave Baldwin sostituito dal pakistano Shahab Ahmed. Fittipaldi è decisamente abbacchiato.

Weekend difficile per Brett Lunger.

Sulla Lec di Purley spicca sempre il coniglio stilizzato.

Alla ATS si fa un altro tentativo durante le prove per cercare di migliorare, andando a rispolverare il muso a tutta larghezza creato dalla Penske quando fu prodotta la PC4.

La BRM ha prodotto la seconda P207 per cercare di qualificarsi con Andersson.

Merzario e la sua squadra tornano nel Circus dopo la vittoria nella Coppa Florio.

La Hesketh di Rebaque passa dalla colorazione giallo-rossa a quella bianco-rossa.

Nel paddock c’è anche la Apollon di Loris Kessel che però resta in esposizione sotto la tenda della squadra perché senza motore.

I partecipanti alle prove sono 29 (mancano le March del RAM Racing/F&S Properties) di cui solo 22 ammessi alla partenza per via della brevità del circuito. Al termine della prima giornata di prove Watson dimostra ancora una volta la competitività della BT45B mettendosi alle spalle le Lotus di Andretti e Nilsson, la McLaren di Hunt e la Ligier di Laffite. Seguono Reutemann, Scheckter e Lauda. I primi 8 sono racchiusi in 7 decimi.

John Watson (GBR) Brabham BT45B was cruelly denied victory when he ran out of fuel on the final lap of the race, spluttering past the finish line to take second position.
French Grand Prix, Rd 9, Dijon-Prenois, France, 3 July 1977.
BEST IMAGE

 

Il sabato mattina c’è un cambiamento alla Surtees dove Larry Perkins (27° il venerdì) viene appiedato in favore di Patrick Tambay, la cui valigia proveniente da Hong Kong è evidentemente più pesante di quella dell’australiano. Il parigino “fa il sedile” mentre John Surtees gli spiega come funziona una F1.

L’ora decisiva delle qualifiche è guidata a lungo da Hunt che sembra finalmente aver ritrovato la sua velocità in prova ma a pochissimi minuti dalla bandiera a scacchi Andretti ferma il cronometro sull’1’12”21, oltre mezzo secondo più veloce del Campione del Mondo che conserva la prima fila sull’altra Lotus di Nilsson per soli 6 centesimi.

Questa volta Watson si deve accontentare del quarto tempo davanti a Laffite, Reutemann, Mass, Scheckter e le Ferrari di Reutemann e Lauda.

Formel 1, Grand Prix Frankreich 1977, Dijon, 03.07.1977 Boxengasse, Ferrari-Box Mauro Forghieri, Ferrari Niki Lauda Ferrari-Mechaniker www.hoch-zwei.net , copyright: HOCH ZWEI / Ronco (Photo by Hoch Zwei/Corbis via Getty Images)

 

Non si qualificano Ribeiro (March), Neve (March-Williams), Lunger (McLaren), Ertl e Rebaque (Hesketh), Tambay (Surtees) e Andersson che chiude la sua esperienza con la BRM e la F1. Tambay, dopo un’uscita di pista durante le libere del mattino, ha dovuto usare il muletto il cui motore era decisamente fiacco. Debutto rimandato definitivamente per il parigino.

La partenza è fissata per le ore 14 di una splendida giornata estiva. Jacques Laffite cade in moto mentre si reca al circuito e si ferisce a un polso ma decide di partire ugualmente.

All’accendersi della luce verde Andretti fa pattinare troppo le gomme e viene sfilato da Hunt, Watson e Laffite, quest’ultimo partito benissimo dalla terza fila. Patrese brucia la frizione in partenza.

Start of the 1977 French GP, Hunt takes the lead from polesitter Mario Andretti on Lotus-Cosworth

 

A metà del primo giro, all’ingresso della curva in discesa che immette nella Bretella, Mass attacca Reutemann per la settima posizione ma arriva lungo, sperona l’argentino e lo butta fuori pista facendogli perdere diverse posizioni.

Al termine del primo giro Hunt precede Watson, Laffite, Andretti, Nilsson, Scheckter, Brambilla, Jones e Lauda, con Reutemann che è precipitato al 12° posto. Andretti prende la scia a Laffite e in fondo al rettilineo lo supera per portarsi in terza posizione. Mass deve fermarsi ai box per far controllare la sospensione anteriore destra danneggiata nell’urto e riparte ultimo.

Watson, che ha fatto segnare il giro più veloce nel warm-up, rompe gli indugi e all’inizio del quinto giro supera Hunt in fondo al rettilineo e passa a condurre.

Il trio di testa prende vantaggio sugli inseguitori mentre nelle retrovie si ritirano Jarier e Purley, entrambi fuori pista per essere rimasti senza freni, e Patrese col motore rotto.

Lauda sfrutta al massimo la T2, più maneggevole con il pieno di benzina, e tra il sesto e l’undicesimo giro supera Jones, Brambilla e Scheckter portandosi in sesta posizione.

L’unico punto debole della Lotus 78 è la velocità di punta, sacrificata in nome del carico aerodinamico, e riesce ad avere la meglio su Hunt solo dopo 17 giri, quando Watson ha accumulato 5 secondi di vantaggio.

La classifica si stabilizza con Watson al comando davanti ad Andretti e Hunt. Segue Laffite a 12 secondi tallonato da Nilsson e Lauda. Scheckter e Jones hanno 20 secondi di distacco e sono seguiti da Reutemann che è salito al nono posto grazie a un testacoda di Brambilla e precede Depailler, Peterson e Regazzoni.

Le Tyrrell sono in crisi e perdono terreno. Peterson si ferma a cambiare le gomme mentre Depailler, dopo essere stato superato da Regazzoni, cerca di resistere al sorpasso di Stuck alla staccata in fondo al rettilineo. Le monoposto vengono a contatto, il francese ha la peggio ed è costretto al ritiro con una sospensione rotta. Altra gara da dimenticare per le macchine di “Chopper”.

Liberatosi di Hunt, Andretti comincia a recuperare lentamente su Watson, riducendo il suo distacco da 5 a 3.5 secondi al 50° degli 80 giri previsti. Reutemann intanto raggiunge e si lascia alle spalle prima Jones e poi Scheckter.

Stuck si ferma ai box dove un meccanico gli taglia la paratia laterale sinistra danneggiata nella collisione con Depailler e rientra in pista doppiato, alle spalle di Fittipaldi. Il tedesco viene quindi raggiunto dal terzetto formato da Laffite, Nilsson e Lauda. La Brabham è molto veloce sul rettilineo, grazie al potente motore Alfa Romeo, e nel resto del tracciato Stuck non si lascia doppiare pur essendo più lento, facendo innervosire Laffite. Nilsson approfitta della situazione e al 61° giro supera la Ligier per il quarto posto. Ancora 5 giri e Stuck esagera nella sua resistenza andando in testacoda alla staccata del nuovo tornante in salita. Nilsson riesce a passare ma la BT45B ritorna in pista di traverso proprio mentre sta arrivando Laffite che lo colpisce piegando l’ala anteriore. Il francese raggiunge i box per cambiare il musetto ed esce dalla zona punti. Stuck invece si ritira.

Al giro seguente Regazzoni tampona Scheckter alla staccata della Courbe des Gorgeolles che reimmette sul tracciato originale rompendogli una ruota e mettendolo fuori gara. Terzo ritiro consecutivo per il capoclassifica del Mondiale, questa volta senza colpe.

Intanto Andretti ha chiuso il distacco su Watson sfruttando al meglio la sua esperienza nei doppiaggi e ora gli è in scia ma sul lungo rettilineo (oltre 1 km) non può impensierire l’irlandese della Brabham.

Second placed John Watson (GBR) Brabham BT45B would lead the race from Mario Andretti (USA) Lotus 78 until the final lap, when he cruelly ran out of fuel within sight of the finishing line, handing victory to Mario.
French Grand Prix, Rd 9, Dijon-Prenois, France, 3 July 1977.
BEST IMAGE

 

A 13 giri dal termine Hunt è saldamente al terzo posto con un ampio vantaggio su Nilsson il quale sta tenendo d’occhio Lauda.

Gunnar Nilsson in his Lotus-Cosworth leads Niki Lauda’s Ferrari

 

Watson controlla agevolmente Andretti dall’alto della potenza del 12 cilindri Alfa Romeo ma all’inizio dell’ultimo giro un fumo azzurrognolo esce dagli scarichi della BT45B. Nell’accelerazione all’uscita del tornante in salita, punto di forza della Brabham fino a quel momento, il motore Alfa Romeo ha un buco di potenza, Andretti si butta sulla sinistra, affianca Watson e lo supera nella successiva Courbe des Gorgeolles, portandosi al comando quando manca poco più di 1 km alla bandiera a scacchi.

La replica di Wattie non arriva e così Piedone vince il suo quinto GP di F1 (il terzo della stagione) con un secondo e mezzo di vantaggio sul pilota irlandese.

Pochi secondi dopo si scopre il motivo del rallentamento della Brabham Alfa quando Watson si ferma nel giro di rientro, praticamente a secco di benzina, e si fa dare un passaggio da Lauda per tornare ai box. Ironia della sorte, due settimane prima Andretti si è visto sfuggire una vittoria ampiamente acquisita per lo stesso motivo.

Nel frattempo i commissari di percorso si fanno le foto al volante della BT45B.

Hunt chiude terzo a più di 30 secondi davanti a Nilsson e Lauda che si salva per pochissimo dall’onta del doppiaggio. Reutemann completa la zona punti, doppiato dalla Brabham Alfa Romeo. Uno smacco non indifferente per la Ferrari.

Niki Lauda torna in testa alla classifica con un punto di vantaggio su Andretti e Scheckter appaiati a quota 32. Reutemann è quarto con 28 punti davanti a Nilsson (16), Mass (14) e Hunt (13). Il Campione del Mondo ritrova il podio che mancava da Kyalami ma non ci sale perché debilitato dal mal di stomaco. Piedone rende onore alla prestazione di Watson, da Gran Signore qual è.

La Ferrari è l’unica squadra sempre a punti in tutti i primi 9 GP della stagione ma il regolamento prevede che vengano conteggiati solo i migliori 8 risultati per cui il quinto posto di Lauda non è valido ai fini della classifica. La Scuderia rimane perciò ferma a quota 50 punti davanti a Lotus con 43, Wolf 32 e McLaren 25.

Tre giorni dopo le squadre sono già a Silverstone dove si svolgono 2 giornate di prove (mercoledì 6 e giovedì 7 luglio) organizzate dalla Goodyear in vista del GP di Gran Bretagna. Tra esse c’è anche la Renault che si presenta con una veste aerodinamica nuova rispetto a quella vista a Digione due settimane prima. Il muso avvolgente è stato sostituito da uno stretto con spoiler laterali e il radiatore dell’olio davanti. Il cofano motore è stato eliminato e ora il V6 turbo è completamente scoperto, rivelando forse un problema di surriscaldamento non ancora risolto.

1977 British Grand Prix.
Silverstone, Great Britain. 16 July 1977.
Jean-Pierre Jabouille, Renault RS01, retired, in the pitlane, action.
World Copyright: LAT Photographic
Ref: 35mm transparency
SILVERSTONE, UNITED KINGDOM – JULY 16: Detail of the Renault engine in Jean-Pierre Jabouille’s RS01 during the British GP at Silverstone on July 16, 1977 in Silverstone, United Kingdom. (Photo by LAT Images)

 

La McLaren ha intenzione di far debuttare Gilles Villeneuve al volante della M23/8-2 con la quale Hunt ha vinto 4 GP nel 1976 e ora inutilizzata. È stato proprio il Campione del Mondo a tesserne le lodi dopo averlo visto in azione a Trois-Rivières lo scorso settembre e così Teddy Mayer, durante la trasferta nordamericana di fine campionato, ha raggiunto un accordo con Villeneuve per fare un test ed eventualmente qualche gara nel 1977. Il canadese ha appena vinto a Edmonton la terza prova del campionato di F.Atlantic davanti al finlandese Keke Rosberg e sembra avviato a ripetere il successo ottenuto l’anno precedente.

Villeneuve, per la prima volta alla guida di una F1, va in testacoda praticamente a ogni curva (senza fare danni e senza far spegnere il motore) e ogni volta che rientra ai box dice alla squadra che la macchina va benissimo e che sta solo scoprendo a quale velocità si possano affrontare le curve. Alla fine si migliora fino ad ottenere il tempo di 1’20”9, quasi due secondi più lento di Hunt con la M26 (1’19”03).

Silverstone, England.
14-16 July 1977.
Gilles Villeneuve (McLaren M23 Ford) 11th position on his Grand Prix debut, portrait.
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ref: 10169/31

 

La Ferrari torna a Maranello e il sabato Lauda è di nuovo in pista a Fiorano per provare un’altra modifica alle fiancate. Gli sfoghi laterali dei radiatori anteriori sono ora chiusi con la vetroresina e vengono aperte due finestre di evacuazione sopra alle fiancate, dotate di un bordino che devia il flusso d’aria.

Il primo GP della seconda parte del campionato (decimo della stagione) è appunto il GP di Gran Bretagna e d’Europa in programma a Silverstone sabato 16 luglio. Come d’abitudine la gara casalinga è da sempre quella preferita dagli albionici “garagisti” per mettersi in mostra e assicurarsi sponsorizzazioni tanto estemporanee quanto remunerative. Questa volta vengono battuti tutti i record con ben 36 piloti a contendersi uno dei 26 posti sullo schieramento di partenza. Le recenti polemiche relative al sovraffollamento in pista inducono Bernie Ecclestone, a capo dell’Associazione Costruttori (FOCA), ad istituire una “scrematura” preliminare attraverso pre-qualifiche (Rabbits’ Day) da disputarsi il mercoledì in due sessioni da 90 minuti al mattino e al pomeriggio alle quali possono partecipare solo le squadre “non FOCA”. La debuttante Renault è esentata anche se è debuttante e non è nemmeno iscritta alla FOCA: noble$$e oblige.

Scendono in pista 14 piloti a disputarsi 5 posti per le qualifiche ufficiali.

Patrick Tambay ha finalmente a disposizione la terza Ensign N177 (MN08) commissionata a Mo Nunn da Teddy Yip.

L’unica novità sulla March di Williams è il casco di Patrick Neve che passa dal Jeb’s rossonero al Bell bianco.

Brett Lunger prende con spirito il “Rabbits’ Day” tanto da apporre la sagoma di un coniglio rosso ai lati della presa d’aria della sua M23.

NORTHAMPTON, ENGLAND – JULY 16: Chesterfield Racing McLaren M23B Formula One driver Brett Lunger of the USA during the British Grand Prix at the Silverstone Circuit in Northampton, England on July 16, 1977. (Photo by Bob Thomas/Popperfoto via Getty Images/Getty Images)

 

Al contrario, David Purley toglie il coniglio bianco dall’abitacolo della sua Lec.

Poca fortuna per Kozarowitzky che esce di pista nella sessione del mattino e conclude anticipatamente la sua brevissima esperienza in F1.

La RAM Racing affitta la 761 abitualmente pilotata da Hayje al 30enne inglese Philip Sutcliffe (conosciuto come Andy), un tipo abbastanza singolare (ha un coccodrillo domestico) il cui apice della carriera è stato il terzo posto nella F3 inglese del 1972.

Jarier e l’ATS vengono “retrocessi” alle pre-qualifiche nonostante il punto conquistato a Long Beach.

mt

 

Anche la BRM (iridata nel 1962) finisce nel girone infernale delle pre-qualifiche. L’unico cambiamento è la sostituzione di Andersson con il neo-decorato Guy Edwards.

Emilio de Villota ci riprova dopo aver saltato il GP di Svezia.

Tra i partecipanti alle “forche caudine” del mercoledì finisce anche Merzario nonostante la sua March 761B privata sia costantemente più veloce di quelle ufficiali.

Brian Henton torna al volante della sua 761 dopo averla noleggiata senza successo a Bernard de Dryver per la gara di Zolder.

Tra i più attesi c’è ovviamente Gilles Villeneuve con la terza McLaren ufficiale, accompagnato dalla moglie Joann e osservato forse con un pizzico di invidia dal 24enne irlandese Derek Daly, vincitore del F.Ford Festival 1976 e capoclassifica del campionato BP di F3.

Silverstone, England.
14-16 July 1977.
Gilles Villeneuve (McLaren M23 Ford) 11th position on his Grand Prix debut. Here shares a moment with his wife, Johann, in Offical practice for the race, portrait.
World Copyright – LAT Photographic.
ref:10166/1A

 

Tony Trimmer ha speranze di qualificazione con la Surtees della Melchester Racing che sta dominando il campionato britannico ShellSport Group 8.

L’ultimo dei partecipanti è Brian McGuire, pilota amatoriale australiano trapiantato in Inghilterra dal 1966. Grande appassionato di motori (ha condiviso un appartamento a Londra con Alan Jones nei primi anni ’70), il 31enne si dedica alle corse compatibilmente con la sua attività di commerciante di roulotte presso la Windmill Motor Caravan che appare come sponsor sulla macchina. La vettura è la McGuire BM1, che non è altro che la vecchia Williams FW04-2 del 1975 modificata da Mike Pilbeam e rinominata dallo stesso pilota per correre nel campionato ShellSport International.

Il miglior tempo della sessione del mattino è di Villeneuve che con 1’19”48 migliora di un secondo e mezzo il tempo ottenuto la settimana precedente. Alle sue spalle si classificano Tambay (tenuto d’occhio dal box Ferrari), Henton, Neve e Lunger.

Purley gira poco a causa di un principio di incendio al motore, prontamente spento dai commissari con gli estintori. Non c’è tempo per sostituire il motore prima della sessione pomeridiana così il pilota inglese decide di scendere in pista ugualmente. Purley porta al limite la sua Lec, fa segnare il tempo di 1’20”63 (non sufficiente per passare il turno) e va in testacoda a Woodcote senza toccare nulla per poi ripartire senza nemmeno rientrare ai box. Pochi minuti più tardi entrando alla curva Maggots le ghigliottine del DFV restano aperte, probabilmente bloccate dalla polvere degli estintori, mentre la monoposto si dirige verso la curva Becketts. La vettura è incontrollabile, Purley non riesce a rallentare e nemmeno a intraversarla, travolge le file di reti di contenimento e poi va schiantarsi frontalmente contro le traversine ferroviarie messe a protezione del terrapieno. L’urto è violentissimo, la Lec passa da 174 kmh a zero in 66 centimetri, per una decelerazione stimata in circa 180 G.

Le operazioni di soccorso sono difficilissime perché la parte anteriore della vettura è collassata fino all’altezza dello schienale ma Purley è incredibilmente vivo.

Trasportato al Northampton General Hospital, gli vengono riscontrate 17 fratture alla gamba sinistra e 13 alla destra, il bacino rotto, diverse costole fracassate e un trauma cranico. Dopo 6 mesi di ospedale Purley comincia una lunga riabilitazione con la gamba sinistra più corta di 5 cm.

Il risultato finale delle pre-qualifiche vede sempre Villeneuve e Tambay davanti a tutti nonostante non abbiano migliorato il loro tempo del mattino. Ottengono l’ammissione anche Jarier, Lunger ed Henton ai quali si aggiungono anche Merzario e Neve perché gli organizzatori hanno cambiato idea e hanno deciso di ammettere i migliori sette alle prove ufficiali.

Il giovedì mattina scendono in pista 30 monoposto per entrare tra i 26 aventi diritto a partecipare al GP di Gran Bretagna ed Europa. I tempi ottenuti nelle pre-qualifiche non valgono per lo schieramento perché la sessione è stata effettuata al di fuori del regolamento vigente, per cui chiunque potrebbe aver utilizzato gomme e carburanti “non conformi” senza incorrere in sanzioni. Ora si ricomincia da zero con regole chiare.

A partire da questa gara anche Jochen Mass abbandona la vecchia M23 in favore della M26. Si tratta del primo esemplare portato in pista proprio da Mass a Zandvoort ’76 ma rifatto completamente sulle specifiche dell’attuale macchina di Hunt e per questo ribattezzata M26/1-2. Ovviamente il Campione del Mondo ha la vettura con la quale è arrivato terzo a Digione.

Alla Tyrrell si è lavorato molto per modificare la macchina di Peterson in versione “allargata” come quella del compagno di squadra ma senza i radiatori sul muso, nella speranza di fare bella figura davanti al proprio pubblico. Depailler continua con la vettura vista in Francia, sempre sotto la direzione tecnica di Gardner.

Swedish racing driver Ronnie Peterson (1944-1978) drives the #3 six wheel Elf Team Tyrrell Tyrrell P34B Cosworth V8 in the 1977 British Grand Prix at Silverstone Circuit in Northamptonshire, England on 16th July 1977. (Photo by Bob Thomas Sports Photography via Getty Images)

 

Andretti e Nilsson continuano con le stesse monoposto usate finora. Il muletto (78/1 JPS15) viene dismesso e sostituito dalla quarta e ultima vettura della serie (78/4 JPS18).

SILVERSTONE, UNITED KINGDOM – JULY 16: A sticker on Mario Andretti’s Lotus 78 Ford reads: MARIO RULES OK during the British GP at Silverstone on July 16, 1977 in Silverstone, United Kingdom. (Photo by David Phipps / Sutton Images)

 

Nessuna novità sulle Brabham Alfa Romeo, con la speranza che questa volta Herbie Blash faccia mettere la benzina sufficiente per portare a termine la gara.

(L to R): Michael Blash, better known as Herbie Blash (GBR) Brabham Team Manager, sits with John Watson (GBR) Brabham BT45B, who led much of the race before retiring on lap 61 with fuel feed problems.
British Grand Prix, Rd 10, Silverstone, England, 16 July 1977.
BEST IMAGE
Hans-Joachim ‘Striezel’ Stuck

 

L’unica novità in casa March è la colorazione della 761B di Scheckter che ora è giallo-blu.

Anche Lauda e Reutemann mantengono le stesse vetture del GP precedente. Il muletto ha le fiancate con le modifiche provate da Lauda a Fiorano.

Austrian racing driver Niki Lauda drives the #11 Scuderia Ferrari SpA SEFAC Ferrari 312T2 Ferrari 015 3.0 F12 to finish in 2nd place in the 1977 British Grand Prix at Silverstone Circuit in Northamptonshire, England on 16th July 1977. (Photo by Bob Thomas Sports Photography via Getty Images)

 

Ovviamente la Renault concentra su di sé l’attenzione di tutti. Per il debutto la RS01 mantiene la stessa veste aerodinamica vista nelle prove libere della settimana precedente. Per il momento le uniche particolarità della nuova squadra sono il rombo cupo che esce dall’unico terminale di scarico e il pullman adibito a sala stampa. Jabouille resta concentrato sul suo lavoro.

Scocca nuova per Patrese, la DN8/5A, in sostituzione di quella vecchia che ha esordito con Pryce a Zandvoort ’76. Jones ha sempre la vettura con la quale ha esordito a Long Beach. La novità più importante alla Shadow è il ritorno di Tony Southgate che ha lasciato la Lotus vincente per tornare alla scuderia abbandonata solo un anno fa.

(L to R): Seventh placed Alan Jones (AUS) stands alongside his Shadow team mate Riccardo Patrese (ITA), who retired from the race on lap 21 with low fuel pressure.
British Grand Prix, Rd 10, Silverstone, England, 16 July 1977.
NORTHAMPTON, ENGLAND – JULY 16: British mechanical engineer and Formula One racing car designer Tony Southgate during the British Grand Prix at the Silverstone Circuit in Northampton, England on July 16, 1977. (Photo by Bob Thomas/Popperfoto via Getty Images/Getty Images)

 

Con Tambay definitivamente accasato all’Ensign, John Surtees cambia di nuovo pilota per quanto riguarda la macchina sponsorizzata Durex. Questa volta tocca all’australiano Vern Schuppan, secondo classificato alla 24 Ore di Le Mans, che torna in F1 dopo due anni. Per lui c’è una TS19 nuova, la settima ed ultima costruita. Niente di nuovo su quella di Brambilla.

SILVERSTONE, UNITED KINGDOM – JULY 16: Vern Schuppan during the British GP at Silverstone on July 16, 1977 in Silverstone, United Kingdom. (Photo by Ercole Colombo / Studio Colombo)

 

La Wolf è in piena crisi dopo tre ritiri consecutivi. Si decide di tornare alla WR1 che ha vinto a Buenos Aires e Montecarlo per interrompere il momento negativo. Viene adottato il coperchio sopra alle trombette di aspirazione provato a Digione un mese fa e non manca il sostegno dei tifosi.

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A Jody Scheckter (RSA) Wolf, fan carries in the paddock a flag proclaiming ‘Who’s afraid of the big bad Wolf.’
British Grand Prix, Rd 10, Silverstone, England, 16 July 1977.

 

Entrambe le Ensign di Regazzoni sono state modificate con la carreggiata anteriore allargata e i radiatori sotto l’alettone.

La Hesketh prepara la gara che si corre dietro casa concentrando tutte le risorse su Keegan. Ertl e Rebaque hanno finito i soldi per cui il pilota inglese può scegliere fra ben quattro monoposto, considerando che a Towcester è appena stata completata la 308E/4.

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NORTHAMPTON, ENGLAND – JULY 14: Penthouse Rizla Racing Hesketh 308E Ford V8 Formula One driver Rupert Keegan of Great Britain during the British Grand Prix at the Silverstone Circuit in Northampton, England on 16 July 1977. (Photo by Bob Thomas/Popperfoto via Getty Images/Getty Images)

Laffite decide di correre con il primo modello della JS7 usato l’ultima volta a Long Beach. Il parigino viene omaggiato con un dipinto celebrativo della vittoria di Anderstorp.

Jacques Laffite (FRA) Ligier JS7, shown in the pits during practice, finished the race in sixth position.
British Grand Prix, Rd 10, Silverstone, England, 16 July 1977.
BEST IMAGE
(L to R): Sixth placed Jacques Laffite (FRA) Ligier, and fourteenth placed Mario Andretti (USA) Lotus, show off a painting of Laffite in the Ligier JS7.
British Grand Prix, Rd 10, Silverstone, England, 16 July 1977.

 

La Copersucar è in piena crisi tecnica e Fittipaldi sta cercando di riorganizzarsi. Per il momento continua con la F5 “orfana” del suo progettista e la vecchia FD04.

L’assenza di Ertl fa scendere a 22 gli associati FOCA per cui l’organizzazione ripesca anche de Villota, ottavo classificato delle pre-qualifiche, portando così a 30 il numero di partecipanti alle prove ufficiali.

Hunt sorprende tutti facendo segnare il miglior tempo della prima giornata in 1’18”49 davanti al ritrovato Lauda che precede Scheckter, Andretti, Stuck, Nilsson, Jones e Keegan.

NORTHAMPTON, ENGLAND – JULY 14: Marlboro Team McLaren McLaren M23 Formula One driver James Hunt of Great Britain during the British Grand Prix at the Silverstone Circuit in Northampton, England on 16 July 1977. (Photo by Bob Thomas/Popperfoto via Getty Images/Getty Images)

 

Deludono Watson (decimo), che si dice scioccato per l’incidente di Purley, e Jabouille, solo ventottesimo. Il turbo Renault si è rotto dopo 10 giri nella sessione del mattino e al pomeriggio il francese ha effettuato solo 15 giri.

Jean-Pierre Jabouille (FRA) (Left) talks with a Renault mechanic beside the Gordini turbocharged engine in the Renault RS01. It was the debut appearance in F1 for Renault, a turbocharged engine (a 1.5 litre V6) and for tyre manufacturer Michelin. Jabouille qualified twenty-fourth and retired on lap seventeen with a blown turbo.
British Grand Prix, Rd 10, Silverstone, England, 16 July 1977.
BEST IMAGE

 

L’ora decisiva del sabato vede Watson tornare al livello che gli compete ma non abbastanza per superare il tempo ottenuto da Hunt del giorno precedente. Il Campione del Mondo torna quindi in pole position (la dodicesima) davanti a Watson, Lauda, Scheckter, Nilsson, Andretti (che non riesce a trovare il migliore assetto per la sua Lotus), Stuck e Brambilla.

La sorpresa del giorno arriva da Gilles Villeneuve che si qualifica nono davanti al suo idolo Ronnie Peterson, con un distacco di 8 decimi da Hunt ma soprattutto con 2 decimi di vantaggio sulla M26 di Mass.

1977 British Grand Prix.
Silverstone, England.
14-16 July 1977.
Gilles Villeneuve (McLaren M23 Ford) 11th position on his Grand Prix debut.
World Copyright – LAT Photographic.
ref: 10169/27.

 

Il piccolo franco-canadese stupisce ancora di più il sabato mattina facendo segnare il miglior tempo nel warm-up, mettendosi alle spalle Hunt, Watson e Lauda. Prima della partenza del GP si disputa una gara di F1 storiche con Stirling Moss al volante della Maserati 250F e Roy Salvadori che rimane al comando fino a quando la sospensione anteriore destra della sua Aston Martin DBR4 si rompe.

Exhibit of his old Maserati motor car by Stirling Moss.

 

Dopo un warm-up mediocre (nono tempo) Chapman fa sostituire il motore di Andretti, ufficiale Cosworth, con quello preparato da John Nicholson.

SILVERSTONE, UNITED KINGDOM – JULY 16: A message left on the Ford engine from Mario Andretti’s Lotus 78. The engine would expire 6 laps from the end of the race during the British GP at Silverstone on July 16, 1977 in Silverstone, United Kingdom. (Photo by LAT Images)

 

Jabouille riesce a qualificare la Renault turbo col 21° tempo e partirà a fianco di Fittipaldi nonostante un altro motore rotto e conseguente fumata bianca di vapore che vale alla RS01 il soprannome di “yellow teapot”.

I non qualificati sono Ribeiro (March), Regazzoni (Ensign), Henton (March) e de Villota (McLaren). Stupisce la pessima prestazione di Regazzoni, anche perché Tambay con l’altra Ensign si è qualificato comodamente col 16° tempo, appena dietro a Reutemann e Laffite, girando un secondo più veloce del ticinese.

Il giro di ricognizione prende il via alle 15. La BBC non trasmette la corsa a causa della pubblicità di tabacco presente sulle monoposto (Lotus esclusa).

Quando il semaforo passa dal rosso al verde Hunt ha un problema alla frizione e si fa sorprendere da Watson, Lauda e Scheckter.

Il gruppo si snoda lungo il perimetro del vecchio aeroporto e a Stowe Watson conduce con sicurezza davanti a Lauda, Scheckter, Hunt, Nilsson, Andretti, Villeneuve e Mass mentre Keegan si è già ritirato dopo un contatto con Reutemann.

Tambay si ritira subito per un problema elettrico mentre Andretti supera Nilsson che ora è insidiato da Villeneuve. Il canadese, dopo aver superato Stuck e Brambilla alla partenza, ha davanti a sé 6 piloti vincitori di almeno un GP. Niente male per un debuttante.

Al settimo giro Hunt prende la scia a Scheckter sull’Hangar Straight e lo supera in staccata a Stowe portandosi al terzo posto.

Nello stesso giro Reutemann va in testacoda a Woodcote e rientra ai box dove gli viene riscontrata la rottura di un tubo dei freni. I meccanici provvedono alla riparazione che però necessità di molto tempo e Lole riparte ultimo, staccato di 5 giri.

Al 10° passaggio Villeneuve si ferma ai box con la temperatura dell’acqua alle stelle e scende dalla macchina, convinto che la sua corsa sia finita. Dopo un controllo generale i meccanici non trovano nessuna perdita e ne deducono che il termometro sia rotto per cui fanno risalire il canadese, gli riallacciano le cinture e lo rimandano in pista davanti a Scheckter, Andretti e Nilsson ma con 2 giri di distacco. Gilles si sposta per farli passare per poi accodarsi al terzetto tenendo agevolmente il loro passo.

Ancora 2 giri e si ferma ai box anche Jabouille al quale viene sostituito il collettore di aspirazione crepato. Il francese rientra in pista dietro a Reutemann per accumulare chilometri ma dopo altri 4 giri il turbo si rompe definitivamente. Prima della sosta si trovava in sedicesima posizione, alle spalle di Patrese e davanti a Fittipaldi.

Watson è sempre in testa ma ora Lauda e Hunt lo seguono da vicino.

Finisce malissimo la giornata della Tyrrell. Dopo il ritiro di Peterson a inizio gara per la rottura del motore, Depailler rimane senza freni a Copse ed esce di pista (senza danni fisici) dopo aver abbattuto diverse file di reti.

Patrick Depailler (FRA) Tyrrell P34 crashes out of the race and into the catch fencing at Copse after suffering brake problems.
British Grand Prix, Rd 10, Silverstone, England, 16 July 1977.
mt

 

Lauda perde terreno da Watson e Hunt lo incalza. La Ferrari è più veloce sui rettilinei ma Hunt è scatenato e al 23° giro supera l’austriaco alla staccata di Woodcote.

SILVERSTONE, UNITED KINGDOM – JULY 16: James Hunt, McLaren M26 Ford leads Niki Lauda, Ferrari 312T2 during the British GP at Silverstone on July 16, 1977 in Silverstone, United Kingdom. (Photo by LAT Images)

 

A metà gara Hunt e Watson hanno un vantaggio di 8 secondi su Lauda, in difficoltà con i freni. Scheckter è saldamente quarto e tiene a bada le due Lotus, oggi meno competitive del solito.

Al 44° giro, approfittando del doppiaggio di Schuppan, Hunt affianca Watson in staccata a Woodcote ma l’irlandese si difende tenendo la traiettoria interna e il pilota della McLaren deve riaccodarsi.

Sei giri più tardi Hunt, dopo aver fatto segnare il giro più veloce, supera Watson sull’Hangar Straight e passa condurre. Alla fine del giro il pilota della Brabham entra ai box perché c’è un problema di pescaggio della benzina. I meccanici tentano di risolvere con un rabbocco di carburante e lo rimandano in pista ma ormai è dodicesimo.

Quando mancano 18 giri alla fine Hunt ha una ventina di secondi su Lauda e altrettanti su Scheckter e può quindi gestire comodamente la gara. Watson ottiene il secondo miglior tempo sul giro ma il problema di pescaggio si ripropone e questa volta l’irlandese si ritira definitivamente. Ennesima gara sfortunata per Wattie.

SILVERSTONE, UNITED KINGDOM – JULY 16: Silverstone pit staff walk down the pitlane as John Watson gets into his Brabham BT45B Alfa Romeo during the British GP at Silverstone on July 16, 1977 in Silverstone, United Kingdom. (Photo by LAT Images)

 

Intanto Andretti ha un calo di motore e fa passare Nilsson che comincia a mettere pressione a Scheckter.

Gunnar Nilsson, Lotus-Ford 78, Grand Prix of Great Britain, Silverstone Circuit, 16 July 1977. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

 

Il sudafricano della Wolf aumenta il ritmo per difendersi dal ritorno di Nilsson ma al 60° giro il suo DFV esplode costringendolo al quarto ritiro consecutivo.

Anche il motore di Andretti si rompe a soli 5 giri dalla fine e così anche Piedone rimane a bocca asciutta.

Mario Andretti (USA) Lotus 78, pulls off to the side of the road at Woodcote after suffering a blown engine on lap 63 of the race.
British Grand Prix, Rd 10, Silverstone, England, 16 July 1977.

 

James Hunt torna alla vittoria (l’ottava) dopo 8 mesi e 11 GP.

Arm raised, Britain’s James Hunt acknowledges the chequered flag as he crosses the line to win his home Grand Prix at Silverstone (Photo by S&G/PA Images via Getty Images)

 

Il ritiro di Scheckter e Andretti, insieme alla gara sfortunata di Reutemann, consente a Lauda di consolidare la sua posizione in testa alla classifica con 39 punti contro i 32 della coppia motorizzata Cosworth e i 28 del compagno di squadra. Hunt passa in quinta posizione con 22 punti superando Nilsson a 20. Lo svedese della Lotus è al suo quarto e ultimo podio.

Per Hunt è un successo importantissimo (il primo col numero 1 sulla macchina) davanti al proprio pubblico e davanti a Lauda. Una rivincita morale e materiale dopo la squalifica del 1976 che lo rilancia nella classifica mondiale.

La Ferrari sale a 56 punti tra i costruttori davanti alla Lotus con 47 e alla McLaren che con la prima vittoria della M26 sale a 34 punti e supera la Wolf, ferma a 32.

NORTHAMPTON, ENGLAND – JULY 16: Mechanical Engineer and Ferrari Formula One Team Manager Mauro Forghieri during the British Grand Prix at the Silverstone Circuit in Northampton, England on July 16, 1977. (Photo by Bob Thomas/Popperfoto via Getty Images/Getty Images)

 

Sale sul podio anche Gilles Villeneuve, undicesimo al traguardo a 2 giri dal vincitore ma autore di una gara entusiasmante coronata col quinto miglior tempo sul giro. Il 25enne debuttante viene nominato “Driver of the Day” per quello che con un po’ di fortuna sarebbe potuto essere un comodo quarto posto finale. Un approccio niente male.

 

Giovanni Talli

LE OFF SEASONS DI UNA VOLTA

40 anni fa le pause invernali erano più divertenti. Capitava ad esempio di veder foto del genere arrivare sulla sezione sportiva dei quotidiani nazionali:

Non corse mai ma avrebbe ammazzato la concorrenza. Il passo maggiorato per via della doppia gommatura posteriore garantiva un Venturi mostruoso e la sezione ridotta delle posteriori, che invero erano quattro anteriori, la rendeva capace di velocità di punta equiparabili ai motori turbo dell’epoca. Interessante anche questa:

Altra perla British che non corse mai. La BT51 ad effetto suolo per il 1983 effettua quello che oggi chiameremmo shakedown al Ricard. Le linee snelle ricordano più la vincente BT49 rispetto alla giunonica BT50 che la precedette. Il ban della FIA di fine dicembre 1982 su minigonne ed effetto suolo con imposizione del fondo piatto la pensionarono che era ancora in fasce. La cosa curiosa è che Brabham e Ferrari, pronte con le loro vetture ad effetto suolo per il 1983 (noi con la 126C2B a cambio longitudinale che aveva già corso a fine Mondiale) di fatto dovevano essere le più svantaggiate per la decisione della FIA. Ovviamente Gordon Murray reagì con l’agilità di una pantera e sfornò al volo questa che, altrettanto ovviamente, vinse all’esordio e poi il Mondiale (sia pure con un aiuto irregolare da parte delle benzine illegali sul quale il Vecchio (ovviamente) chiuse un occhio a fine 1983 perchè aveva vinto il Costruttori (quindi stigrandissimicazzi del Piloti)

Nelson Piquet (BRA) Brabham BT52 finished second.
Monaco Grand Prix, Rd 5, Monte Carlo, 15 May 1983.
BEST IMAGE

Noi altri invece, con la famigerata velocità di un Ministero il giorno prima delle vacanze di Natale, portammo in pista questa cassapanca ai limiti dell’inguardabile

Patrick Tambay (FRA) Ferrari 126 C2B

Verso metà stagione invece (sic) venne pronta questa, ossia la 126C3 “punto zero”

Alle sue forme snelle fecero seguito i record in pista nei test a Fiorano e Zeltweg. Misteriosamente cassata a favore dell’aero della 126C2B (sic) che debuttò a SStone nelle mani di Tambay in ossequio al fatto che precedeva Arnoux nel Piloti

Altri tempi proprio……..

LA STORIA DELLA FERRARI 312T: 1976 (QUINTA PARTE)

Mercoledì 4 agosto Max Mosley annuncia pubblicamente che Vittorio Brambilla è a disposizione della Ferrari per sostituire Lauda fino al termine del campionato ma Audetto è sempre in contatto con il conte Zanon per portare Peterson a Maranello, tanto che si sta adattando l’abitacolo di una T2 per via della notevole differenza di statura con Lauda. Ovviamente su mandato di Enzo Ferrari la cui prima scelta sarebbe Emerson Fittipaldi, il quale è però legato da un contratto blindatissimo con la Copersucar.

Lo stesso giorno il RAC respinge il reclamo della Ferrari sul risultato di Brands Hatch e conferma la classifica determinata in pista. Audetto preannuncia che si appellerà al Tribunale d’Appello della FIA.

Daniele Audetto (ITA) Ferrari Competition Manager, argues for the exclusion of British hero James Hunt (GBR).
Formula One World Championship, Rd9, British Grand Prix, Brands Hatch, England. 18 July 1976.

 

L’indomani, giovedì 5 agosto, la Ferrari emette un comunicato ufficiale nel quale annuncia la sospensione dell’attività sportiva in seguito alla decisione della FIA di restituire a Hunt la vittoria nel GP di Spagna e minaccia di ricorrere alla magistratura ordinaria.

La reazione di Enzo Ferrari è quanto di più puerile e deleterio si possa fare, una sorta di “non gioco più” che sa tanto di resa da impotenza. Inoltre il Drake chiede e ottiene alla CSAI di esaminare il relitto della 028 (riportato in Italia la sera del GP, prima di un eventuale sequestro da parte delle autorità tedesche) per verificare se l’incidente sia dipeso da un guasto tecnico. L’indagine conclude che:

La responsabilità viene scaricata implicitamente sul pilota.

A proposito di magistratura, Mosley dichiara che adirà le vie legali nel caso che la Ferrari dovesse ingaggiare Peterson.

(L to R): Max Mosley (GBR) March Team Owner, with Ronnie Peterson (SWE) March, who crashed out on the opening lap of the restarted race.
German Grand Prix, Rd 10, Nurburgring, Germany, 1 August 1976.

 

Intanto a Mannheim Lauda si sta riprendendo in maniera miracolosa (solo il giorno prima gli è stato somministrato il Sacramento dell’Estrema Unzione) ed è tornato a respirare senza l’ausilio dell’ossigeno. Ora riesce anche a parlare con la moglie Marlene, il fratello Florian e i genitori Ernst ed Elisabeth. La notizia del ritiro della Ferrari accelera la sua guarigione tanto che domenica 8 agosto, a una settimana dall’incidente, lascia l’ospedale di Mannheim e viene riportato in quello di Ludwigshafen dove giovedì 12 agosto, alla vigilia delle prove del GP d’Austria, Lauda subisce il primo trapianto di pelle.

L’attività a Fiorano non si ferma con Regazzoni che prova di nuovo il ponte De Dion (anche all’anteriore) ma con gomme Michelin che, come già provato da Lauda prima di andare in Germania, si dimostrano più adatte a quel tipo di sospensioni rispetto alle Goodyear.

Si arriva così a Knittelfeld per il classico weekend di Ferragosto senza Lauda e senza la Ferrari, che campeggiano sulla cartellonistica del GP (patrocinato da uno degli sponsor personali del campione austriaco). Questo significa che molte decine di migliaia di italiani (ma anche svizzeri e austriaci) che solitamente affollano le alpi della Stiria diserteranno l’appuntamento. Il meteo non aiuta scaricando molta pioggia sull’autodromo fin dal giovedì.

The Tyrrell team and cars under cover during a downpour.
Austrian Grand Prix, Rd 11, Osterreichring, Zeltweg, 15 August 1976.

 

Gli organizzatori hanno apportato alcune modifiche all’impianto, sbancando il terrapieno all’interno della Vost-Hugel Kurve, dov’è avvenuto l’incidente mortale di Donohue un anno fa, e montando una terza lama di guardrail all’esterno. Inoltre sono stati abbattuti 650 alberi all’interno della Jochen Rindt Kurve per migliorare la visuale dalle tribune del rettilineo principale. Sulla strada che porta all’autodromo è stato eretto un cippo alla memoria di Jochen Rindt.

La Tyrrell ha realizzato la quarta P34 che monta un radiatore sul muso con annessa presa d’aria. In questa gara viene utilizzata come muletto.

Nessuna particolare novità sulle Brabham Alfa che sperano in una buona prestazione su un circuito veloce e senza curve lente che dovrebbe adattarsi bene al 12 cilindri di Arese.

OSTERREICHRING, AUSTRIA – AUGUST 15: Pitboards leaning against the pitwall during the Austrian GP at Osterreichring on August 15, 1976 in Osterreichring, Austria. (Photo by Ercole Colombo / Studio Colombo)

 

I meccanici della March hanno lavorato sodo per ricostruire le vetture di Brambilla e Peterson incidentate al ‘Ring alle quali si aggiunge una quinta vettura nuova per lo svedese che ora dispone di un muletto personale.

Hunt ha provato la nuova M26 a Goodwood e Silverstone e anche sull’Österreichring con buoni risultati la settimana prima del GP ma, considerando l’assenza della Ferrari e l’assoluta competitività della M23 (ha vinto 3 GP consecutivi), la McLaren preferisce non rischiare i guai di gioventù tipici delle auto nuove e lascia la M26 in esposizione nel paddock.

OSTERREICHRING, AUSTRIA – AUGUST 15: James Hunt’s McLaren M23 Ford during the Austrian GP at Osterreichring on August 15, 1976 in Osterreichring, Austria. (Photo by Ercole Colombo / Studio Colombo)
OSTERREICHRING, AUSTRIA – AUGUST 15: A member of the press interviews James Hunt during the Austrian GP at Osterreichring on August 15, 1976 in Osterreichring, Austria. (Photo by Ercole Colombo / Studio Colombo)

 

La Surtees di Lunger è stata rottamata in seguito all’incidente del Nürburgring ma per fortuna è stato appena completato il quarto esemplare costruito per Jones. Lunger sale quindi sulla vettura usata in precedenza dall’australiano riverniciata nei colori Chesterfield. Entrambe le vetture hanno un nuovo muso con prese d’aria separate per i freni.

Merzario è sempre l’unico pilota alla Wolf-Williams. Con le sue indicazioni ha fatto togliere l’ala a sbalzo anteriore. Lo assistono ai box anche l’ing. Dallara e il 30enne Patrick Head. Il padre di Head era stato un generale di Brigata distaccato in Svezia e poi consigliere del War Office britannico che si divertiva a correre in auto negli anni ’50 trasmettendo la passione al figlio. Laureatosi all’University College di Londra nel 1970, il 24enne Head entra all’ufficio progettazione della Lola (dove lavora anche John Barnard), poi progetta la Scott F2 e collabora con Ron Tauranac alla Trojan. Nel 1975 si dedica alla costruzione di una barca a vela quando viene chiamato da Frank Williams per dare una mano a Harvey Postlethwaite. Quando nel 1976 quest’ultimo è impegnato a tempo pieno al progetto di una nuova monoposto per il 1977, Head viene promosso a ingegnere capo e dirige il lavoro in pista.

Chris Amon ha chiuso definitivamente con la F1 lasciando libero il suo posto alla Ensign. Mo Nunn contatta Jacky Ickx, presente in Austria e ora libero da impegni, ma il costruttore gli chiede un contributo in denaro e il belga rifiuta. Si fa avanti Hans Binder, 28enne austriaco gestito da Helmut Marko che ha appena realizzato un buon quarto posto a Estoril con la Chevron F2. Binder (zio di René) paga l’equivalente di 14 milioni di lire (70mila euro) grazie agli sponsor Elan (sci), Alp Quell (acqua minerale) e soprattutto Raiffeisen Bank, la stessa che ha permesso a Lauda di esordire in F1.

Guy Edwards è assente perché nella concitazione del salvataggio di Lauda si è fatto male a un polso. Questo consente a Ertl di prendere parte al GP perché la sua 308D è andata distrutta e allora può usare quella del compagno di squadra, opportunamente ridipinta e ora sponsorizzata dalla Heyco Tools.

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La Copersucar può avvalersi della collaborazione di Maurice Phillippe, il progettista della Lotus 72 con cui Fittipaldi ha vinto un Mondiale e 9 GP.

Emerson Fittipaldi of Brazil aboard the #30 Copersucar Fittipaldi Fittipaldi FD04 Ford Cosworth DFV V8 talks with his engineer David Baldwin (L) and chief mechanic Dave Luff during practice for the Austrian Grand Prix on 14th August 1976 at the Österreichring circuit in Spielberg, Austria. (Photo by Grand Prix Photo/Getty Images)

 

Loris Kessel ha ottenuto giustizia e ha ripreso il suo posto sulla BT44B. Il giudice di Coblenza ha infatti sentenziato che il ticinese abbia la gestione della squadra fino alla totale restituzione dei soldi non dovuti da parte della RAM Racing. Inoltre Kessel trattiene per sé il 50% di quanto paga la Lavazza a ogni gara per far correre Lella Lombardi sulla seconda Brabham.

Dopo il buon esordio in Germania, Pesenti-Rossi porta in Austria la 007 con i colori della Gulf (prima non c’era stato il tempo per verniciarla).

Alessandro Pesenti-Rossi of Italy aboard the #39 Scuderia Gulf Rondini Tyrrell 007 Ford Cosworth DFV V8 in the pits during practice for the Austrian Grand Prix on 14th August 1976 at the Österreichring circuit in Spielberg, Austria. (Photo by Grand Prix Photo/Getty Images)

 

Max Mosley ha venduto la 761 di Merzario al 34enne austriaco Karl Oppitzhauser, pilota amatoriale di cronoscalate e proprietario di una concessionaria il quale ha vinto un premio messo in palio dall’ÖASC (l’equivalente austriaco della CSAI) che comprende anche l’iscrizione al GP d’Austria. Non avendo esperienza su auto così potenti la sua partecipazione è vincolata al consenso degli altri piloti. Mancando l’unanimità, Oppitzhauser non viene ammesso alle prove e tenterà di qualificarsi con la stessa macchina in una gara del campionato Shellsport di F5000 senza raggiungere l’obiettivo. Continuerà a correre saltuariamente con vetture a ruote coperte (Ferrari Challenge Europe 2017) e a 80 anni suonati dirige ancora la concessionaria di famiglia a Bruck an der Leitha, vicino a Vienna.

Le iscrizioni prenotate dall’ÖASC sono due. La seconda se la guadagna il 29enne Otto Stuppacher, pilota più affermato rispetto a Oppitzhauser nonché amico ed ex compagno di squadra di Niki Lauda. Per lui l’AC austriaco ha acquistato la Tyrrell 007 muletto di Scheckter, un DFV e un po’ di gomme. Un ulteriore aiuto economico arriva dall’esclusivista Gulf di Linz, sulla falsariga di quanto fatto da Pesenti Rossi. Anche Stuppacher però, nonostante abbia referenze migliori, si scontra con le perplessità di organizzatori e colleghi che gli negano il consenso (Hunt e Fittipaldi), così nessuno dei due vincitori dell’iscrizione può prendere parte alle prove e di conseguenza al GP.

Il venerdì mattina il cielo è sereno e la pista è asciutta e Hunt fa segnare il miglior tempo davanti a Watson, Peterson, Nilsson, Laffite, Pryce, Brambilla e Pace. Il pomeriggio piove per cui nessuno può migliorare il proprio tempo. Come al solito il sabato mattina i tempi non sono validi per lo schieramento e al pomeriggio piove di nuovo, così lo schieramento è determinato dai tempi della prima sessione e Hunt conquista la sua sesta pole senza doversi impegnare troppo.

La domenica mattina il presidente dell’ÖAMTC Paul Weissenburger premia Arturo Merzario, il commissario di percorso del Nürburgring Walter Raab, Harald Ertl e Brett Lunger con la medaglia d’oro Heiliger Christophorus, la massima onorificenza automobilistica austriaca.

Dopo il warm-up disputato sotto il sole, il cielo si copre e alle 13:30, mezz’ora prima della partenza, comincia a piovigginare. L’organizzazione sospende la procedura per valutare le condizioni della pista che è bagnata solo nella parte ovest e la corsa parte con mezz’ora di ritardo.

Allo sventolare della bandiera austriaca Hunt e Watson scattano meglio di tutti, seguiti da Nilsson, Peterson, Pryce, Laffite, Pace e Scheckter. Il GP d’Austria è il primo a essere teletrasmesso a colori sulla RAI.

Peterson super Nilsson dopo la prima curva, poi all’uscita della curva Glatz prende la scia a Hunt e si porta in seconda posizione prima della meravigliosa Boschkurve.

Alla fine del primo giro due monoposto di marca diversa ma con lo stesso sponsor guidano la corsa con Watson che precede Peterson, Hunt e Nilsson. Alle loro spalle Laffite supera Pryce che è a sua volta seguito da Pace, Scheckter e Andretti.

Il primo ritiro è quello di Reutemann con la frizione rotta dopo un solo giro. I rapporti tra l’argentino (terzo classificato nel Mondiale ’75) e la Brabham sono deteriorati da parecchio tempo e Gordon Murray lo accusa di aver bruciato la frizione volontariamente alla partenza.

Nel corso del secondo giro Brambilla va in testacoda, perde il musetto della sua March e riparte come se niente fosse.

Le condizioni della pista esaltano Peterson che all’inizio del terzo giro supera Watson davanti ai box e si porta al comando.

Peterson prende un piccolo margine di vantaggio su Watson che è impegnatissimo a contenere Hunt e Nilsson i quali spingono alle sue spalle ma il più veloce in pista è Scheckter che dopo aver superato Mass e Laffite raggiunge Nilsson e lo passa prima della curva Bosch nel corso del sesto giro. Il sudafricano è scatenato e al giro successivo supera Hunt all’ingresso della Glatz e Watson alla Jochen Rindt con due staccate mozzafiato, portandosi al secondo posto.

Ancora tre giri e Scheckter supera anche Peterson alla Jochen Rindt con una staccata fotocopia di quella fatta su Watson e passa in testa ma all’uscita della curva si trova la Shadow del doppiato Jarier che lo rallenta. Peterson lo affianca sul traguardo e lo risupera portandosi dietro Watson.

Al giro successivo Nilsson infila Scheckter con una stupenda staccata alla Jochen Rindt così Scheckter passa da primo a quarto in meno di 6 km.

Nel corso del dodicesimo giro Watson sorprende Peterson alla prima curva della Texaco Schikane e ritorna in testa al GP. Seguono Nilsson, Scheckter, Hunt, Laffite, Mass e Andretti mentre il sole torna a splendere.

Ancora tre giri e la sospensione anteriore destra della Tyrrell di Scheckter si rompe all’ingresso della Vost-Hugel. La vettura picchia frontalmente contro le barriere e viene evitata da Hunt e Laffite i quali, investiti dal fango buttato in pista dalla Tyrrell, rallentano perdendo contatto Peterson e Nilsson. La P34 sarà spostata solo a fine gara. Scheckter è illeso.

Watson aumenta il proprio vantaggio mentre Peterson fatica a contenere il connazionale della Lotus anche perché la sua March è in crisi con i freni. Al 19° giro Nilsson rompe gli indugi e supera Peterson allo stesso modo di quanto fatto da Watson e sale al secondo posto.

Al 21° giro Brambilla, che si trova in undicesima posizione, decide di fermarsi per far montare il musetto che ha perso dopo nemmeno due giri. Riparte diciottesimo.

Intanto Laffite si libera di Hunt e in breve raggiunge e supera anche Peterson dopo un paio di giri durante i quali i due si sorpassano a vicenda.

Al 40° giro Carlos Pace conclude la sua gara contro il guardaril esterno della Glatz Kurve. I dischi con inserti in fibra di carbonio hanno mandato in ebollizione il liquido dei freni e la Brabham ha picchiato violentemente col posteriore. La scocca nuova e alleggerita della BT45/4 è da buttare.

Ausfall von Carlos Pace

 

La pressione dell’olio del DFV di Nilsson comincia a scendere e lo svedese è costretto a tirare i remi in barca nella speranza di vedere la bandiera a scacchi e a 10 giri dal termine viene raggiunto e superato da Laffite con la sua Ligier inzaccherata di fango.

Anche Peterson deve gestire al meglio i freni della sua March e poco dopo cede la quinta posizione ad Andretti.

Il 30enne John Marshall Watson vince il suo primo GP di F1, uno dei più avvincenti di sempre, regalando la prima vittoria anche alla Penske.

Jacques Laffite chiude al secondo posto (miglior risultato per la Ligier) davanti a Nilsson che rompe il motore nel giro di rientro.

Osterreichring, Zeltweg, Austria. 13th – 15th August 1976.
John Watson (Penske PC4-Ford), 1st position celebrates taking his maiden Grand Prix win and Penske’s only victory with Jacques Laffite (Ligier JS5-Matra), 2nd position and Gunnar Nilsson (Lotus 77-Ford), 3rd position on the podium, portrait.
World Copyright: LAT Photographic
Ref: 76 AUT 11.

 

Ora Wattie deve onorare la scommessa fatta con Roger Penske di radersi la barba che lo identifica dall’inizio della sua carriera di pilota.

Hunt chiude solo quarto, in scia a Nilsson, nonostante il giro più veloce della corsa. Lauda resta in testa al Mondiale con 58 punti, Hunt ne ha 47 mentre Scheckter e Depailler restano a 34 e 26. Nella Coppa Costruttori la Ferrari ha ora soltanto 8 punti sulla McLaren e 14 sulla Tyrrell quando devono essere disputati ancora 5 GP.

James Hunt takes a quick cigarette after qualifying for pole position, Austrian GP, 1976

 

Lauda sorprende i medici e continua a migliorare giorno dopo giorno. Non ha potuto vedere il GP perché la TV tedesca non lo ha trasmesso per via della legge sulla pubblicità del tabacco ma, raggiunto telefonicamente da Autosprint dopo la gara, si dice ottimista sul suo rientro in pista non appena possibile.

Pochi giorni dopo l’austriaco viene dimesso dall’ospedale di Ludwigshafen per trascorrere la convalescenza in Austria, nella villa di un amico. Venerdì 20 agosto viene raggiunto da una delegazione Ferrari composta da Piero Lardi, Sante Ghedini e Luca di Montezemolo per sincerarsi delle sue condizioni di salute. Per tutta risposta Lauda chiede a Ghedini di ordinargli casco e tuta nuovi.

Lunedì 23 agosto Enzo Ferrari e il CdA dell’azienda si riuniscono a Fiorano insieme ai presidenti di ACI Filippo Carpi de’ Resmini e della CSAI Alberto Rogano. Al termine la Ferrari annuncia di aver “deciso di riprendere l’attività a partire dal Gran Premio d’Olanda con il pilota Clay Regazzoni, in attesa che il campione Niki Lauda possa presto rientrare al suo posto come ha già deciso e ieri comunicato”.

Finalmente la Shadow riesce a terminare la nuova DN8, logica evoluzione della DN5 completata da Dave Wass sulla base dei disegni del suo ex capo Tony Southgate, grazie ai soldi della Tabatip. L’unico esemplare realizzato viene sgrossato a Snetterton da Tom Pryce, anche perchè il rapporto tra la squadra e Jean-Pierre Jarier è destinato a esaurirsi a fine stagione.

Le monoposto vengono spedite a Zandvoort dove si discute di una nuova polemica, esplosa subito dopo il GP d’Austria, secondo la quale alcune squadre, tra le quali Penske e soprattutto McLaren, userebbero benzine addizionate di metanolo. Chris Amon aveva già espresso qualche sospetto al proposito facendo riferimento al suono dei DFV delle M23 (preparati in esclusiva da John Nicholson) diverso da tutti gli altri. Teddy Mayer e la Texaco ovviamente respingono qualsiasi addebito.

La Ferrari torna nel paddock con due 312T2 (026 e 027) entrambe a disposizione di Clay Regazzoni che però ha una costola incrinata, frutto di un infortunio subìto giocando a tennis. Enzo Ferrari, che ormai ha deciso di licenziare il ticinese a fine stagione, ordina ad Audetto di verificare le sue condizioni così il venerdì sera i due si recano al vicino ospedale di Overveen dove la radiografia evidenzia appunto l’incrinatura.

Clay Regazzoni (SUI) Ferrari 312T2 was the sole Ferrari representative after missing the previous GP and finished in second position.
Dutch Grand Prix, Rd12, Zandvoort, Holland, 29 August 1976.
BEST IMAGE

 

La Tyrrell incidentata da Scheckter in Austria non è ancora pronta per cui il sudafricano usa la P34/4 che ha il radiatore sul muso. La rottura delle sospensioni anteriori che hanno causato il ritiro di entrambi i piloti a Zeltweg sono state attribuite alle vibrazioni create dalle piccole ruote da 10 pollici su un circuito da alta velocità come quello austriaco.

Seventh placed Patrick Depailler (FRA) takes a look at one of the brakes on the Tyrrell P34.
Dutch Grand Prix, Rd 12, Zandvoort, Holland, 29 August 1976.

 

Nessuna novità tecnica al box della Lotus. In compenso c’è molto interesse per il test della nuova   vettura, svoltosi in gran segreto a Silverstone la settimana precedente e di cui non ci sono fotografie. I pochi testimoni presenti parlano di una monoposto con fiancate molto grandi e che potrebbe diventare un nuovo punto di riferimento per la categoria, come la Lotus 25, la 49 e la 72.

Demolita la scocca alleggerita di Pace, Gordon Murray accantona i dischi freno con inserti in carbonio e la Brabham porta in Austria le tre vecchie monoposto. Le BT45 sono prive di prese d’aria per il boxer Alfa Romeo già da qualche gara, avendo realizzato che proteggendo le trombette di aspirazione con un semplice filtro in poliestere non c’è nessuna perdita di potenza.

Vittorio Brambilla dispone di una 761 completamente rinnovata (tranne la scocca) mentre la vettura di Peterson ora ha un’ennesima livrea dovuta al fatto che la First National City Bank ha di nuovo ritirato la sponsorizzazione (alla macchina ma non al pilota). Durante le prove le scritte riferite all’istituto newyorkese vengono quindi rimosse o coperte. Dopo due gare in “arancione Jägermeister”, la March di Stuck riprende i colori della John Day Model Cars.

La McLaren porta in Olanda ben quattro macchine, tre M23 (due per Hunt e una di scorta) e la debuttante M26 affidata a Jochen Mass.

Come annunciato, tocca a Tom Pryce far debuttare la nuova Shadow DN8 che per l’occasione trova anche la sponsorizzazione della F&S Properties.

Brett Lunger è a Elkhart Lake per la concomitanza con la sesta prova del campionato statunitense di F5000 (per le precedenti 5 gare aveva fatto la spola settimanalmente tra USA ed Europa) e la sua Surtees viene noleggiata a Conny Andersson, 37enne vice-campione europeo di F3 che sta contendendo l’Euro F3 a Riccardo Patrese. Con Andersson diventano tre i piloti svedesi iscritti al GP d’Olanda.

Conny Andersson (SWE) Surtees TS19, retired from his first and only GP start on lap 10 with a blown engine.
Dutch Grand Prix, Rd 12, Zandvoort, Holland, 29 August 1976.

 

Nuovo musetto per la Williams, sul quale Postlethwaite ha montato un radiatore nel tentativo di migliorare il comportamento della vettura ma i risultati non migliorano.

Jacky Ickx e Mo Nunn trovano l’accordo, così il belga rimette casco e tuta e si cala nella Ensign sempre priva di sponsor.

Jacky Ickx, Mo Nunn, Ensign-Ford N176, Grand Prix of the Netherlands, Circuit Park Zandvoort, 29 August 1976. Jacky Ickx and Ensign team owner Mo Nunn. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

 

Il polso di Guy Edwards è ancora malconcio e non gli permette di partecipare al GP d’Olanda. La sua Hesketh viene quindi affidata a Rolf Stommelen, al suo terzo cambio di macchina in sole due partecipazioni. La 308D di Ertl ora ha il musetto e il cockpit azzurri e il nuovo sponsor ATS (cerchi in lega) sull’ala anteriore.

Ritorna la Boro che non può non partecipare al GP di casa, ovviamente sempre con la vecchia Ensign N175 e sempre con Larry Perkins al volante.

Larry Perkins (USA) Boro 001, crashed out of the race on lap 45.
Dutch Grand Prix, Rd 12, Zandvoort, Holland, 29 August 1976.

 

Come promesso, l’unica novità alla Penske è la faccia pulita di John Watson che si è sbarbato.

La vecchia PC3 usata finora come muletto è stata venduta al team Hexagon of Highgate (la vecchia scuderia per cui correva Watson) che la iscrive per far correre il 27enne olandese Johan Gerard “Boy” Hayje, campione nazionale di F.Ford 1600 nel 1974 e buon pilota di F3 con la scuderia F&S Properties che lo finanzia per correre il GP di casa.

Boy Hayje (NED) retired from his GP debut on lap 64 with a broken halfshaft driving a privately run Penske PC3,
Dutch Grand Prix, Rd 12, Zandvoort, Holland, 29 August 1976.

 

Il team RAM Racing non si presenta nel paddock. Il camion che trasporta le Brabham è partito dall’officina di Kessel a Lugano in direzione Zandvoort, ma prima di entrare in Germania l’autista cambia strada e riporta il materiale nella sede della squadra a Willesden su ordine di John Macdonald. Con le macchine nel Regno Unito, Loris Kessel non può più vantare alcun diritto dal momento che la legge britannica non ritiene valide le ingiunzioni di altri tribunali.

Il miglior tempo del venerdì è ottenuto da Hunt che precede Watson e Brambilla. Regazzoni è solo quindicesimo anche perché la Goodyear ha distribuito le stesse gomme fornite a Zeltweg (mescola 66 all’anteriore e 82 al posteriore), dove la Ferrari era assente, non ha potuto quindi provarle e non riesce a mandarle in temperatura. L’indomani Antonio Tomaini trova nel camion della Goodyear le mescole 14 anteriore e 57 posteriore usate al Nürburgring e le fa montare sulla 312T2. Derek Williams, responsabile della Casa di Akron in pista, si oppone energicamente, Audetto minaccia di rompere il contratto e passare seduta stante alla Michelin e alla fine Clay può completare le prove con le gomme più adatte alla Ferrari.

Le prove del sabato vedono il ritorno in pole position di Ronnie Peterson (l’ultima risale a Buenos Aires ’74 con la Lotus) la quinta e ultima per la March. Questa volta la FOCA decide di invertire le sessioni, facendo disputare la qualifica al mattino per dedicare l’ultima sessione del sabato pomeriggio alla messa a punto per la gara.

Ronnie Peterson, Grand Prix of Netherlands, Zandvoort, 29 August 1976. (Photo by Paul-Henri Cahier/Getty Images)
Ronnie Peterson, Grand Prix of Netherlands, Zandvoort, 29 August 1976. (Photo by Paul-Henri Cahier/Getty Images)

 

Hunt migliora il suo tempo ma non abbastanza e si qualifica secondo con soli 8 centesimi di distacco. Sorprende il terzo tempo di Pryce con la nuova Shadow DN8 che precede Watson e Regazzoni, il quale riporta la Ferrari nella parte alta dello schieramento. Ickx è undicesimo al rientro con la Ensign mentre Mass è solo quindicesimo con la nuova McLaren M26. L’unico non qualificato è Pesenti-Rossi.

1976 DUTCH GP.
Tom Pryce sits on the grid in the Shadow Ford.
Photo: LAT

 

Per la corsa la March dello svedese monta il musetto della 761 di Stuck, in sostituzione di quello con le scritte FNCB coperte col nastro adesivo nero.

Ronnie Peterson (SWE) March 761 took pole position, but handling difficulties put him in third position until low oil pressure forced him out of the race on lap 53.
Dutch Grand Prix, Rd12, Zandvoort, Holland, 29 August 1976.
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Da questa gara cambia la procedura di partenza. Le monoposto non vengono schierate un centinaio di metri più indietro per poi avvicinarsi alle relative piazzole di partenza ma sono già nella posizione determinata dalle prove. Da qui si parte per un giro di ricognizione nel quale l’autore della pole position conduce il gruppo che si riporta sullo schieramento, pronto per la partenza vera e propria. L’unico problema è che né lo speaker, né tantomeno gli spettatori e i commentatori televisivi sono stati informati per cui si genera un po’ di confusione.

Ronnie Peterson effettua una partenza delle sue e arriva alla prima curva davanti a Hunt, Watson, Andretti, Pryce (chiuso da Hunt e per questo superato da Andretti), Regazzoni, Laffite e Scheckter.

Watson allunga la frenata, affianca Hunt all’esterno e lo supera all’uscita della Tarzanbocht con una manovra perfetta, portandosi al secondo posto.

Al terzo giro Regazzoni, dopo una partenza attenta a non finire addosso a Pryce e Andretti, supera il gallese della Shadow e si riprende la quinta posizione.

Peterson continua a guidare il GP ma Watson e la Penske sono in stato di grazia. All’inizio dell’ottavo giro l’irlandese affianca Peterson davanti ai box e lo supera ma arriva leggermente lungo alla Tarzanbocht e si scompone. L’irlandese riesce a controllare la PC4 ma deve cedere il secondo posto a Hunt.

Due secondi più tardi, nello stesso punto, Regazzoni supera Andretti e si mette all’inseguimento del terzetto di testa.

Al nono giro esplode il DFV della Surtees di Andersson lasciando dell’olio sull’asfalto nei pressi di Scheivlak. Il suo connazionale Nilsson scivola su quell’olio ed esce di pista. La Lotus ha un principio d’incendio che viene prontamente estinto dai commissari mentre vengono esposte le bandiere gialle. Al passaggio successivo il terzo svedese in pista Ronnie Peterson sbanda leggermente e rallenta mentre Hunt, incurante delle bandiere gialle, lo supera e prende il comando della gara.

Race winner James Hunt on McLaren-Cosworth M23 besides the track, Dutch GP, Zandvoort, 1976

 

Watson prende la scia della March e all’inizio del 13° giro lo supera in fondo al rettilineo.

Come al solito la March comincia a perdere efficienza col passare dei giri. Peterson viene raggiunto da Regazzoni e nonostante una guida spettacolare al 18° giro deve cedere la terza posizione al ferrarista.

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Watson sembra avere qualcosa in più rispetto a Hunt. L’irlandese tenta di sorprendere l’avversario in fondo al rettilineo ma Hunt mantiene la traiettoria interna costringendo il pilota della Penske a tentare il sorpasso all’esterno della Tarzanbocht. Watson prova più volte ma Hunt non commette il benché minimo errore e mantiene la prima posizione.

Al 47° giro Watson prende di nuovo la scia di Hunt ma questa volta, invece di spostarsi per tentare il sorpasso, rallenta bruscamente e si ferma pochi metri dopo l’uscita dei box per la rottura del cambio.

Quando mancano ancora 28 giri alla bandiera a scacchi, Hunt è al comando con 6 secondi di vantaggio su Regazzoni e 15 su Peterson. Seguono Andretti, Pryce, Scheckter, Ickx con la Ensign e Brambilla.

Ancora 4 giri e si ritira anche Peterson con la pressione dell’olio a zero. Mario Andretti sale in terza posizione.

L’ultimo ritiro eccellente è quello di Jacky Ickx che perde un sesto posto ormai acquisito a causa di un guasto elettrico. Brambilla entra in zona punti.

Le posizioni sembrano ormai definite quando mancano 9 giri al termine ma Regazzoni recupera parte del distacco e si avvicina minacciosamente ad Hunt, approfittando di una maggiore scaltrezza nei doppiaggi. I 4 secondi che separano le due vetture si riducono di mezzo secondo al giro e quando mancano gli ultimi 4226 metri al termine, Hunt conserva solo 87 centesimi di vantaggio sull’arrembante svizzero.

All’inizio dell’ultimo giro la coppia di testa si trova a doppiare Alan Jones che è ottavo. All’uscita della Tarzanbocht l’australiano della Surtees si sposta correttamente dalla traiettoria per lasciare strada a Hunt che lo supera agevolmente ma, invece di far passare anche Regazzoni, Jones riprende la linea ideale e tiene alle spalle la Ferrari fino al tornante Hugenholtz, facendo guadagnare terreno all’inglese della McLaren. Quando Regazzoni si libera di Jones è ormai troppo tardi e James Hunt vince il sesto GP nel giorno del suo 29° compleanno.

Hunt torna sul primo gradino del podio proprio sul circuito nel quale ha ottenuto la sua prima vittoria con la Hesketh. Al suo fianco Regazzoni staccato di 92 centesimi e Andretti, terzo a 2 secondi. Lauda ha ancora 2 punti di vantaggio su Hunt in classifica (58 a 56).

Ottimo debutto per la Shadow DN8 con Tom Pryce che la porta al quarto posto, a soli 6 secondi dal vincitore. Scheckter e Brambilla completano la zona punti.

Tom Pryce, Shadow-Ford DN8, Grand Prix of the Netherlands, Circuit Park Zandvoort, Netherlands, August 29, 1976. (Photo by Paul-Henri Cahier/Getty Images)

 

Delude invece la nuova McLaren M26, solo nona al traguardo con Mass con un giro di ritardo dalla vecchia M23.

Jochen Mass (DE), Marlboro Team McLaren M26.
Debut race for McLaren M26.
Dutch Grand Prix, Zandvoort, Holland, 29/08/1976.

 

Durante il weekend di Zandvoort arrivano anche alcune notizie che riguardano il futuro della F1.

L’incidente di Lauda ha convinto gli organizzatori tedeschi che il Nürburgring ha bisogno di una lunga e profonda ristrutturazione. Per i prossimi 3 anni il GP di Germania si disputerà a Hockenheim per tornare sul ‘Ring appena terminati i lavori.

Carlos Reutemann ha corso per l’ultima volta con la Brabham Alfa Romeo. L’argentino ha chiesto a Ecclestone di rescindere immediatamente il contratto (che scade il 31 dicembre con opzione per il 1977) per passare alla Ferrari. Eccle$tone offre tutta la sua disponibilità ad andare incontro alle richieste di Lole ma solo in cambio di parecchi soldi. Interviene la Martini & Rossi con la mediazione del marchese Franco Di Suni, presente a Zandvoort, che ridimensiona la richiesta del “Padrino” di Ipswich a soli 70mila dollari (circa 300mila euro).

Mercoledì 1 settembre Reutemann è a Maranello per definire il contratto e preparare la macchina in quanto l’argentino è più alto sia di Lauda che di Regazzoni per cui c’è bisogno di adattare l’abitacolo della 025 alle sue misure. Nel tardo pomeriggio Lole effettua qualche giro di assaggio sul circuito di Fiorano.

La mattina seguente Reutemann raggiunge Regazzoni a Monza per continuare l’acclimatamento sulla pista (modificata con le nuove varianti) che lo vedrà debuttare dopo 10 giorni. Secondo il contratto, l’argentino può continuare a portare i colori Martini sulla tuta. Intanto il quotidiano austriaco Kurier scrive che il 7 settembre Lauda si recherà a Maranello per provare la Ferrari per la prima volta dopo l’incidente.

In Giappone, sul circuito del Fuji, svolge i primi test una nuova F1, la Kojima. Si tratta di una monoposto progettata da Masao Ono (lo stesso che ha disegnato la Maki), completamente  costruita in Giappone e pilotata dal 28enne Masahiro Hasemi. Il motore è il classico DFV mentre le gomme sono le giapponesi Bridgestone.

Il weekend successivo si corre il Grand Prix de Trois-Rivières, ultima prova del campionato nordamericano di F.Atlantic. La gara si svolge su un circuito cittadino e il parco piloti, come accade da un paio d’anni, viene arricchito dalla presenza di piloti europei che vanno a misurarsi volentieri (anche perché pagati molto bene) con la concorrenza di oltreoceano su monoposto che sono assimilabili alle F3.

Tra gli invitati sono presenti Vittorio Brambilla (vincitore dell’ultima edizione), Patrick Tambay, Alan Jones e nientemeno che James Hunt. L’inglese è ingaggiato dalla Ecurie Canada per la quale corre Gilles Villeneuve che ha già vinto matematicamente il campionato con 8 vittorie in 9 gare disputate. Il canadese non ha potuto correre la precedente gara di Mosport perché il suo sponsor personale Skiroule è in gravi difficoltà economiche ma per questo gran finale è riuscito a trovare il denaro necessario per scendere in pista.

Villeneuve ottiene facilmente la pole position davanti a Tom Klausler, Bobby Rahal, Vittorio Brambilla, Patrick Tambay, James Hunt e Alan Jones.

Trois-Rivieres, Canada. 5th September 1976.
Gilles Villeneuve (March 76B-Ford BDA), 1st position, action.
World Copyright: Bill Murenbeeld/LAT Photographic.
Ref: 76ATL03.

 

La gara non ha storia col piccolo canadese che prende subito la testa della corsa e incrementa il suo vantaggio giro dopo giro, andando a conquistare una vittoria di prestigio davanti a Jones e Hunt.

L’indomani, lunedì 6 settembre, la Ferrari dirama un comunicato nel quale afferma che Niki Lauda proverà la 312T2 a Fiorano per verificare le proprie condizioni in vista del suo rientro alle corse. Alle 11 di martedì 7 settembre l’austriaco atterra a Bologna col suo Cessna 421 Golden Eagle proveniente da Ibiza, accompagnato dalla moglie e da Willi Dungl, dopodiché viene prelevato da Sante Ghedini che lo porta a Fiorano dove c’è il mondo ad aspettarlo.

Dopo un breve colloquio con Enzo Ferrari, Lauda indossa un casco con l’imbottitura modificata appositamente per proteggere le orecchie offese ed effettua i primi giri al volante della 312T2 senza forzare. Al termine della prova l’austriaco si concede per qualche foto a bordo della monoposto ma non rilascia dichiarazioni perché ha la gola ancora molto irritata. Al termine Franco Gozzi legge un comunicato per conto di Lauda nel quale l’austriaco ringrazia tutti per l’interessamento sulle sue condizioni. Sono passati 38 giorni da quel 1 agosto.

Il giorno seguente, mercoledì 8 settembre, Lauda si sottopone a ulteriori controlli clinici a Salisburgo al termine dei quali i medici lo dichiarano idoneo per correre il GP d’Italia a Monza. L’annuncio viene dato dallo stesso pilota in una conferenza stampa tenuta all’hotel Schloss Fuschl insieme a Willi Dungl. A un giornalista che gli chiede come si senta quando si guarda allo specchio, l’austriaco risponde: “Preferisco avere il mio piede destro che un bel viso”.

Der österreichische Formel-1 Fahrer Niki Lauda und sein Masseur Willi Dungl während einer Pressekonferenz in Salzburg nach seinem Unfall am Nürburgring. Schloß Fuschl. Salzburg. 8. September 1976. Photographie.

 

Intanto spuntano le prime foto della nuova e avveniristica Lotus 78 “rubate” a Snetterton durante una sessione di prove private. La prima cosa che salta all’occhio sono le fiancate molto larghe e lunghe e il fatto che non ci sia luce tra le fiancate e l’asfalto.

Un’altra novità è rappresentata dalla firma di Ronnie Peterson con la Tyrrell per il 1977.

Si arriva così in quel di Monza per il weekend più atteso dell’anno. La gara si disputa dopo che le autorità hanno dato il via libera in seguito al disastro di Seveso, avvenuto il 10 luglio nell’azienda ICMESA di Meda, che causò la fuoriuscita e la dispersione di una nube di diossina, una sostanza artificiale fra le più tossiche.

ITALY – AUGUST 01: Chemical incident occurred in 1976 releasing of a chemical product that contaminated of the surrounding population areas in Seveso The road that leads to Seveso is closed since July 10th. NB 94135 in Seveso, Italy in August, 1976. (Photo by Francois LOCHON/Gamma-Rapho via Getty Images)

 

L’Autodromo Nazionale ha subìto due importanti modifiche per migliorarne la sicurezza. La prima chicane che ha creato più di un problema negli anni precedenti è stata eliminata. Al suo posto ne sono state ricavate due, qualche centinaio di metri più avanti, con apposite vie di fuga in sabbia su entrambi i lati. Nel caso in cui qualche monoposto dovesse insabbiarsi è stato installato un argano fisso che permette ai commissari di rimuovere le macchine velocemente e senza fatica tramite un cavo d’acciaio e relativo gancio. Attorno alla nuova variante sono state erette cinque nuove tribune. Una seconda variante sinistra-destra è stata inserita all’altezza della curva della Roggia, anche questa con ampia via di fuga in caso di “lungo” in frenata e annesso argano per il recupero delle monoposto. La media sul giro in qualifica scende dai 251 kmh del 1971 (senza varianti) ai 225 kmh del 1975, agli attuali 206 kmh.

Per contro, i prezzi dei biglietti sono molto alti. Il Prato costa 4000 lire (20 euro), le migliori tribune 25mila lire (125 euro) e la terrazza box 30mila (150 euro). Gli organizzatori pagano 250mila dollari (un milione e 240mila euro) alla FOCA (Ecclestone e Mosley) per avere 26 monoposto alla partenza.

Ovviamente gli occhi sono tutti puntati su Niki Lauda che torna in macchina nonostante le ferite alla testa siano tutt’altro che guarite.

Niki Lauda (AUT), Scuderia Ferrari SpA SEFAC, first race back after his accident. Italian Grand Prix, Monza, Italy. 12/09/1976.
AUTODROMO NAZIONALE MONZA, ITALY – SEPTEMBER 12: Niki Lauda during the Italian GP at Autodromo Nazionale Monza on September 12, 1976 in Autodromo Nazionale Monza, Italy. (Photo by Ercole Colombo / Studio Colombo)
Niki Lauda, Grand Prix of Italy, Monza, 12 September 1976. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

 

La Ferrari iscrive 3 monoposto per il Campione del Mondo, Clay Regazzoni e Carlos Reutemann, al suo debutto sulla Rossa, che porta in gara il n°35. Non succedeva dal GP degli USA 1972 (Ickx, Regazzoni e Andretti). Sulla 312T2 dell’argentino viene saldato un tubo supplementare sopra al roll-bar per via della sua statura.

AUTODROMO NAZIONALE MONZA, ITALY – SEPTEMBER 12: Carlos Reutemann during the Italian GP at Autodromo Nazionale Monza on September 12, 1976 in Autodromo Nazionale Monza, Italy. (Photo by Ercole Colombo / Studio Colombo)

 

Sulla Brabham Alfa Romeo n°7 sale Rolf Stommelen.

AUTODROMO NAZIONALE MONZA, ITALY – SEPTEMBER 12: Rolf Stommelen during the Italian GP at Autodromo Nazionale Monza on September 12, 1976 in Autodromo Nazionale Monza, Italy. (Photo by Ercole Colombo / Studio Colombo)
Rolf STOMMELEN – Brabham F1 BT 45 – Alfa Romeo – Martini Racing – Copyright © ATP Arthur THILL

Nessuna novità alla Lotus dove Mario Andretti, come da scuola USAC, controlla scrupolosamente che il diametro delle sue gomme interne rispetto al senso di rotazione del circuito sia minore di quelle esterne (stagger).

Mario Andretti (USA), (Centre) who crashed out of the race on lap 24, inspects the front Goodyear tyres on his Lotus 76 during practice with Colin Chapman (GBR) Lotus Team Owner (Left) taking interest.
Italian Grand Prix, Rd 13, Monza, Italy, 12 September 1976.

Nuovo sponsor e nuovi colori per la Ensign. La Tissot ha chiuso il contenzioso con la RAM Racing e ha deciso di investire sulla macchina di Mo Nunn pilotata da Jacky Ickx.

I fratelli Hoogenboom hanno chiuso l’attività a Zandvoort (leggi “finito i soldi”) ma Larry Perkins ha chiesto e ottenuto il noleggio della Boro (la vecchia Ensign N174) per partecipare al GP d’Italia. Ovviamente tocca a lui far fronte ai costi ma l’australiano riesce a trovare un paio di finanziatori. Il primo è la Distilleria Magnoberta di Casale Monferrato che vuole promuovere la sua grappa Raspo d’Oro. L’altro è un privato olandese, tale Do van der Kleij, grande fan della Boro che si offre di pagare il carburante e per questo il suo nome viene apposto sull’abitacolo. Siccome di mestiere fa l’ottico, viene aggiunto al suo nome la parola Brillen (occhiali, in olandese).

Le prove del venerdì cominciano sotto una pioggia torrenziale. Durante la sessione del mattino si avventurano in pista solo Brambilla, Stommelen e Perkins ma con risultati poco entusiasmanti.

La pioggia continua anche al pomeriggio e convince quasi tutti a scendere in pista in previsione di un eventuale GP bagnato. Al termine della sessione Lauda viene accompagnato al Centro di Medicina dello Sport di Milano per una ulteriore visita di controllo disposta dagli organizzatori del GP. Visita superata brillantemente.

Il sabato il cielo è sempre coperto ma almeno non piove. Loris Kessel, dopo la chiusura con la RAM Racing, ha acquistato la vecchia Williams FW03 usata da Renzo Zorzi proprio a Monza l’anno precedente, l’ha fatta restaurare da Dallara a Varano de’ Melegari e cerca di scendere in pista per un tentativo di qualifica ma ben presto viene fermato dalla direzione gara perché troppo lento.

Anche questa volta, come a Zandvoort, le qualifiche si disputano il sabato mattina. Jacques Laffite sfrutta al massimo il V12 Matra e conquista la prima pole per lui e per la Ligier. Il parigino festeggia con spumante Ferrari.

Scheckter è secondo a soli 3 centesimi e precede Pace e Depailler. Niki Lauda è incredibilmente quinto ed è il più veloce dei piloti Ferrari.

Sesto tempo per Stuck davanti a Reutemann e Watson. Hunt è soltanto nono davanti a Peterson mentre Regazzoni è addirittura dodicesimo. Sorprende Larry Perkins che inserisce la sua privatissima Boro tra le Lotus di Nilsson e Andretti, in sedicesima posizione. Non si qualificano Lunger, Merzario e il lentissimo Stuppacher che gira con un tempo superiore al 113% della pole.

La mancata qualificazione di Merzario (premiato dalla Fina Italia per il suo atto di coraggio) e il suo giudizio sulla inadeguatezza della FW05 (il comasco rifiuta di partecipare all’ultima sessione del sabato perché considera la vettura imprevedibilmente pericolosa nonché irrecuperabile) fanno esplodere la rabbia di Walter Wolf che licenzia in tronco Frank Williams e Patrick Head dopo un rumoroso litigio nel paddock. Il petroliere canadese decide di rifondare completamente la squadra sostituendo Williams con il DS pluricampione del mondo della Lotus Peter Warr e ingaggiando nientemeno che Jody Scheckter per 100mila dollari (740mila euro). Harvey Postlethwaite rimane come direttore tecnico anche perché la nuova Wolf è in fase di assemblaggio.

Nelle libere del pomeriggio la Tyrrell prova una nuova ala posteriore priva del sostegno centrale per avere un flusso d’aria il più pulito possibile. Il supporto è costituito da un telaietto che si aggancia alle paratie laterali dell’ala stessa le quali scendono fino quasi al suolo. Questa soluzione viene utilizzata solo durante le prove.

Al termine dell’ultima sessione Niki Lauda consegna a Lunger, Ertl ed Edwards un Cavallino Rampante in bronzo inviato personalmente da Enzo Ferrari in segno di ringraziamento.

 

Austrian racing driver Niki Lauda (right) with driver Harald Ertl during the Italian Grand Prix at Monza, 12th September 1976. Ertl helped pull Lauda from the burning wreck of his Ferrari, after his near fatal crash at the German Grand Prix earlier that year. (Photo by Tony Duffy/Getty Images)

Durante le prove i commissari monzesi hanno prelevato campioni di benzina da Ferrari, McLaren, Penske, Ligier, Tyrrell e Lotus sotto la supervisione dell’avv. Roberto Causo. Il carburante viene analizzato in un laboratorio della SNAM, società del gruppo ENI.

Monza, Italy. 10th – 12th September 1976.
McLaren drivers, James Hunt and Jochen Mass were put to the back of the starting grid due to fuel irregularities, portrait.
World Copyright: LAT Photographic.
Ref: SL76 – 532 – 33A.

 

La domenica mattina vengono resi noti i risultati delle analisi: Ferrari e Ligier 98.6 ottani, Tyrrell 100.7, Lotus 99.7, McLaren 101.6 e Penske 105.7. Essendo fissato il limite massimo a 101 ottani, la benzina di McLaren (Texaco) e Penske (Sunoco) è dichiarata illegale e i tempi ottenuti al sabato dalle due squadre vengono cancellati e sostituiti con quelli (altissimi) del venerdì. Questo retrocede Watson, Hunt e Mass in fondo alla classifica escludendoli dal GP e scatena gli sfottò dei 100mila spettatori presenti, tenuti a bada con metodi fin troppo sbrigativi da una compagnia privata di “berretti verdi” francesi, armati di manganelli e cani addestrati ad azzannare le caviglie di chiunque non gli vada a genio.

Monza, Italy. 10th – 12th September 1976.
Tom Pryce (Shadow DN8A-Ford), 8th position, paraded through the paddock infront of the Police and guard dogs, atmosphere.
World Copyright: LAT Photographic.
Ref: 76 ITA 24.

 

Il primo provvedimento lo prende la First National City Bank che, senza più la Penske in gara, si affretta a pagare e far attaccare le decals sulla March di Peterson che aveva disputato le prove senza alcuno sponsor.

Lo schieramento di partenza però non è ancora definitivo. La Williams e il team di Stuppacher hanno già caricato il materiale e sono ripartiti sabato sera. Guy Edwards preferisce ritirarsi e così Hunt, Mass e Watson possono schierarsi in fondo alla griglia e partire per il giro di ricognizione. Il nuovo schieramento vede quindi Laffite in pole davanti a Scheckter, Pace, Depailler, Lauda, Stuck, Reutemann, Peterson, Regazzoni e Ickx.

The crowd at the Italian Grand Prix, Monza, Italy 1976. (Photo by: GP Library/Universal Images Group via Getty Images)

 

Alle 15:34 il semaforo passa da rosso a verde e il gruppone si avventa verso la nuova Variante Goodyear. Laffite ha lo spunto migliore mentre Lauda, che ha capito male la nuova procedura di partenza, ha una grossa esitazione che gli fa perdere numerose posizioni.

Scheckter prende l’interno alla prima frenata e si porta in testa al GP davanti a Laffite, Pace, Depailler, Regazzoni, Stuck, Peterson, Reutemann, Andretti, Nilsson e Lauda.

Alla nuova Variante della Roggia Depailler infila Pace in staccata e sale al terzo posto.

Pace ha problemi al motore Alfa e nel corso del primo giro viene superato anche da Peterson e Reutemann. Lauda è tredicesimo, tra Jones e Ickx.

Al terzo giro Depailler supera Laffite prima della Parabolica, portandosi in scia Peterson che sul rettilineo del traguardo passa la Tyrrell del francese e si porta al secondo posto mentre Regazzoni supera Reutemann per la quinta posizione.

Ronnie Peterson (SWE) March 761 came through from eighth on the grid to claim March’s third and last F1 GP victory.
Italian Grand Prix, Rd 13, Monza, Italy, 12 September 1976.

 

Intanto Lauda ha preso un buon ritmo e recupera posizioni in scia a Brambilla. Al nono giro entrambi superano Reutemann e salgono al sesto e settimo posto.

All’undicesimo giro Peterson prende la scia a Scheckter, lo supera dopo il traguardo e passa a condurre. Lo svedese è velocissimo sul dritto perché ha l’alettone posteriore a incidenza zero, come suggeritogli da Brambilla. Poco più indietro Regazzoni supera Laffite per la quarta posizione.

Ronnie Peterson (SWE) March 761 came through from eighth on the grid to claim March’s third and last F1 GP victory.
Italian Grand Prix, Rd 13, Monza, Italy, 12 September 1976.
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Nel frattempo Hunt ha superato Pryce ed è risalito fino al dodicesimo posto ma al dodicesimo giro si scompone alla Variante Goodyear e Pryce lo affianca in accelerazione. Le due monoposto percorrono la Curva Grande appaiate ma alla Variante della Roggia la McLaren resta senza freni, vola sul cordolo e si ferma nella sabbia per la gioia del pubblico. Hunt torna ai box a piedi salutando i tifosi che lo fischiano.

Peterson è sempre al comando ma ora alle sue spalle c’è Depailler che ha superato Scheckter il cui motore sta perdendo potenza.

Lauda continua a mettere pressione a Brambilla che arriva lungo alla Variante Goodyear e rientra in pista costringendo l’austriaco a una brusca frenata che fa imbestialire il pubblico ferrarista. Al 14° giro l’austriaco riesce a passare ed entra in zona punti.

Al 23° giro comincia a cadere una leggera pioggia e Regazzoni ne approfitta per sorprendere Scheckter e portarsi al terzo posto, trascinandosi dietro anche Laffite. La pista umida tradisce Stuck che arriva lungo alla Variante Goodyear e sperona Andretti. Entrambi sono fuori gara.

La pioggia aumenta di intensità e al 25° giro lo starter Gianni Restelli espone la bandiera nera con croce in campo bianco. Significa che i piloti devono rallentare e rientrare ai box perché la gara sta per essere sospesa con bandiera rossa per permettere a tutti di montare le gomme da bagnato. In realtà pochissimi conoscono il significato di quella bandiera, infatti si fermano solo Jones, Lunger, Fittipaldi e Pesenti-Rossi mentre gli altri continuano. Peterson e Depailler rallentano (girano in 1’53”) per la pista bagnata ma continuano a duellare mentre alle loro spalle Regazzoni alza decisamente il piede (1’56”4), indeciso sul da farsi. Laffite (2’02”) rallenta al punto che Scheckter (1’54”6) lo risupera ma nessuno ha capito cosa deve fare. La procedura è sbagliata (bisognava esporre una bandiera nera insieme a un cartello nero con croce bianca), la bandiera rossa non esce e la corsa continua ma Regazzoni e Laffite pagano carissimo l’errore dell’organizzazione.

La pioggia diminuisce di intensità, Peterson e Depailler hanno 6 secondi di vantaggio su Regazzoni, 7.4 su Scheckter e 13 su Laffite. Regazzoni ora è il più veloce in pista.

Al 38° giro Laffite si riprende il quarto posto anche perché il motore della Tyrrell di Scheckter continua a perdere potenza e il sudafricano viene superato anche da Lauda quando mancano 11 giri al termine.

Anche il motore di Depailler perde colpi per problemi elettrici e questo facilita il compito a Regazzoni e Laffite che lo superano nel corso del 46° giro.

Negli ultimi giri Regazzoni tenta il tutto per tutto per raggiungere Peterson che però riesce a mantenere il vantaggio tra i 2 e i 3 secondi e si aggiudica per la terza volta il GP d’Italia, come Fangio e Moss.

Ronnie Peterson (SWE) March 761 takes the chequered flag at the end of the race to claim March’s third and last F1 GP victory.
Italian Grand Prix, Rd 13, Monza, Italy, 12 September 1976.

 

Niki Lauda, a 43 giorni dall’incidente che stava per ucciderlo, conclude al quarto posto in volata su Scheckter dopo che entrambi hanno superato Depailler. Monza è in estasi.

Regazzoni e soprattutto Laffite hanno molto da recriminare sull’episodio della bandiera nera ma il risultato della gara viene confermato, anche perché gli unici ad aver seguito le regole sarebbero stati 4 piloti mentre gli altri sarebbero dovuti essere tutti squalificati. La classifica mondiale vede ora Lauda al comando con 61 punti, 5 più di Hunt, quando mancano ancora 3 GP. Nella Coppa Costruttori la Ferrari è sempre prima con 73 punti davanti alla McLaren con 61 e Tyrrell 51.

Intanto Bernie Ecclestone continua nel suo “secondo lavoro” di rappresentante della FOCA (insieme a Max Mosley) imponendo a chiunque voglia organizzare un GP di F1 una cauzione di 100mila dollari (740mila euro) come garanzia a partire dal 1977.

La domenica seguente si corre la 200 Miglia di Salisburgo, ultima prova del Mondiale Sport Prototipi al quale partecipa Arturo Merzario con l’Alfa Romeo 33TS12. Inaspettatamente si presenta ai box Niki Lauda, accompagnato dall’inseparabile Willi Dungl, che regala al comasco un Rolex d’oro in segno di riconoscenza per avergli salvato la vita.

Venerdì 24 settembre il Tribunale d’Appello della FIA si riunisce a Parigi per decidere sul reclamo della Ferrari nei confronti del risultato del GP di Gran Bretagna. In serata il collegio giudicante accoglie il ricorso della Scuderia ed esclude James Hunt dalla classifica perché, non avendo completato il primo giro, non aveva diritto a schierarsi alla seconda partenza. Il Tribunale respinge invece il reclamo presentato dalla McLaren per la cancellazione dei tempi di Monza perché, una volta dimostrata l’irregolarità del numero di ottani della benzina Texaco, le monoposto hanno potuto comunque prendere il via del GP.

Dopo il ricalcolo della classifica Lauda ha 64 punti, Hunt 47, Scheckter 40, Regazzoni 28, Depailler 27 e Laffite 20. La Ferrari ha ora 76 punti nella Coppa Costruttori, la Tyrrell 53 e la McLaren 52.

Il redivivo austriaco può affrontare le restanti tre corse con 17 punti di vantaggio sul principale avversario.

 

Giovanni Talli

LA STORIA DELLA FERRARI 312T: 1976 (QUARTA PARTE)

Il circuito Paul Ricard di Le Castellet è il protagonista di inizio estate della F1. Continuano i test del turbo Renault Gordini con Jabouille al volante della Alpine 500. La Régie ha autorizzato l’ex pilota Gérard Larrousse (ora direttore del ramo sportivo dell’azienda) a gestire il reparto corse in funzione della realizzazione di una monoposto per il Mondiale F1. Il test effettuato a Jarama subito dopo al GP di Spagna e quello sul tracciato del sud della Francia dove sta per disputarsi l’ottava gara del campionato servono proprio per avere dei riferimenti con la concorrenza.

Jean-Pierre Jabouille and the team of Renault Elf technicians take part in the tests of the first Formula One car powered by a turbocharged engine in Le Castellet on June 6, 1976. РFor 48 hours on the Paul Ricard circuit, a team of technicians led by G̩rard Larrousse is looking at the turbocharged engine for tuning. (Photo by Gerard FOUET / AFP) (Photo credit should read GERARD FOUET/AFP via Getty Images)

 

Terminate le prove della Renault, il Circus arriva nel dipartimento del Var per la gara che chiude la prima parte del Mondiale 1976.

Nella prima sessione di prove la Ferrari propone per la prima volta le prese d’aria dei freni anteriori carenate in un evento ufficiale. Al termine della sessione i commissari le dichiarano irregolari in quanto assimilabili ad appendici aerodinamiche mobili e i tempi ottenuti da Lauda e Regazzoni vengono cancellati. Sulla 312T2 di Lauda c’è anche il ponte De Dion che però viene smontato prima della seconda sessione del venerdì.

Al muretto Ferrari debutta un sistema interfonico via cavo tra il cronometrista Campiche della Heuer e Audetto per migliorare la comunicazione. Audetto sta sempre cercando di convincere il Drake ad adottare il ponte radio con i piloti come avviene nei rally ma senza grandi risultati.

Ora la Lotus dispone di un muletto avendo prodotto il terzo modello della 77. Da quando il nome “ufficiale” delle monoposto costruite a Hethel è John Player Special, la serie è cominciata con la JPS9 che corrispondeva alla prima delle due 76 costruite. Le due 77 si chiamano di conseguenza JPS11 e JPS12 ma per la nuova vettura si è passati alla JPS14 perché “Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male” (Eduardo De Filippo).

La 77/3 che viene portata in pista da Andretti nella prima giornata di prove ha delle modifiche evidenti come la nuova presa d’aria motore sdoppiata e il radiatore olio spostato sul musetto da Southgate per aumentare il carico anteriore. Inoltre le fiancate hanno delle spazzole, inserite da Tony Rudd, che arrivano a “spazzare” il suolo. Il venerdì sera i meccanici si accorgono che il telaio è rotto per cui Andretti prosegue il weekend con la 77/1 (JPS11) che ha fatto molto bene in Svezia. La nuova presa d’aria sdoppiata è comunque disponibile anche sulle altre macchine.

Tanto per cambiare la Brabham Alfa ha delle nuove prese d’aria per il 12 cilindri. Sulla BT45 di Pace si provano anche dei copricerchi piatti per evacuare meglio il calore dai dischi freno.

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Nessun cambiamento sulle March, tranne la livrea della 761 di Peterson che è tornata ai colori nazionali svedesi dopo la sponsorizzazione della First National City Bank vista ad Anderstorp.

Ronnie Peterson, March Ford-Cosworth

 

Alla McLaren si è deciso di ripristinare la vecchia distribuzione dei pesi per cercare di ritrovare la competitività perduta. La sottocommissione FIA per i regolamenti tecnici ha deliberato che le tubature dell’olio non fanno parte del radiatore per cui i radiatori dell’olio della M23 vengono rimessi sulle fiancate, davanti alle ruote posteriori, ma in posizione inclinata. Inoltre è stato aggiunto un “labbro” deflettore sotto alle fiancate chiaramente ispirato a quello della Lotus 77. Durante le prove Goodyear effettuate qualche settimana prima la M23 ha dato ottimi risultati, sia per quanto riguarda il bilanciamento e relativo consumo delle gomme, sia per l’efficienza del motore grazie alle temperature di esercizio più basse garantite dalla nuova posizione dei radiatori.

L’incidente di Anderstorp costringe Amon a saltare la gara per smaltire i dolori alla schiena. Mo Nunn tratta con Lella Lombardi per sostituirlo sulla N176 ma l’accordo non viene raggiunto e al suo posto corre Patrick Neve.

Patrick Neve on Ensign-Cosworth N176 – it is his only race in F1 as substitute for the injured driver Chris Amon

 

Lo stesso Neve avrebbe dovuto correre con la seconda Brabham del RAM Racing che viene quindi guidata da Damien Magee.

Damien Magee in the RAM Racing Brabham Ford-Cosworth BT44B, could not qualify for the 1976 French Grand Prix

 

La Ligier porta a Le Castellet la seconda JS5 (che si differenzia dal primo modello per avere le fiancate meno sinuose) per farci correre Jean-Pierre Jarier. Il francese è in rotta con Don Nichols che non lo paga da quando non compaiono più sponsor sulla Shadow e ha deciso di rompere il contratto ma la sera prima delle prove il misterioso ex militare americano gli paga tutti gli arretrati (ha venduto due vecchie DN3 al team P.R.Reilly di Roger Spargett), per cui il trasferimento salta e la JS5/2 diventa il muletto di Laffite.

Alla Copersucar si continua a navigare a vista per cercare di eliminare il sovrasterzo cronico della FD04, così Divila adotta un doppio alettone posteriore come quello visto sulla McLaren di Mass, oltre a un’ala anteriore in stile Hesketh.

Anche la Hesketh monta la doppia ala posteriore sulle monoposto di Ertl e Edwards.

La Wolf-Williams ha costruito la terza FW05 per Ickx. È la prima monoposto realizzata da Postlethwaite al di fuori della Hesketh ed è priva del cofano motore.

Il team Boro non partecipa al GP perché i fratelli Hoogenboom si sono accorti che la F1 costa tantissimo anche se si dispone di una monoposto già pronta. Larry Perkins rimane senza un volante.

Il lavoro svolto a Colnbrook si dimostra proficuo tanto che Hunt è l’unico a scendere sotto al minuto e 48 secondi e torna a conquistare quella pole position (la quarta della stagione) che manca dal GP di Spagna.

Il secondo posto sullo schieramento è per Lauda che interrompe anzitempo la sessione decisiva del sabato perché il 12 cilindri Ferrari è decisamente stanco per cui si preferisce rinunciare alla pole (anche perché la pista è più lenta a causa del gran caldo) e montare un nuovo motore per la corsa.

Depailler ottiene il terzo tempo davanti a Regazzoni, Pace (miglior qualifica dell’anno per la Brabham Alfa), Peterson, Andretti e Watson. Jody Scheckter, vincitore ad Anderstorp, non va oltre il nono posto. Male anche Laffite il cui V12 Matra delude le aspettative e si qualifica col 13° tempo.

Dopo le prove si svolge una gara ciclistica alla quale partecipano i piloti. Vince Jacky Ickx che spesso si allena insieme al connazionale Eddy Merckx e si aggiudica un premio pari a un milione e 800mila lire (9000 €) messo in palio dal nuovo settimanale specializzato francese Auto Hebdo. Hunt si ritira per un problema meccanico.

Emerson Fittipaldi, Arturo Merzario, Henri Pescarolo, Jacques Laffite, Grand Prix of France, Circuit Paul Ricard, 04 July 1976. Drivers Emerson Fittipaldi, Arturo Merzario, Henri Pescarolo, Jacques Laffite, doing a bycicle race on Paul Ricard Circuit on the occasion of the 1976 Grand Prix of France. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)
Jacky Ickx, Wolf-Williams-Ford FW05, Grand Prix of France, Circuit Paul Ricard, 04 July 1976. Jacky Ickx taking part in a bycicle race on the occasion of the 1976 French Grand Prix in Paul Riicard circuit. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)
James Hunt, Grand Prix of France, Paul Ricard, 04 July 1976. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

 

Quando le tribune sono ormai vuote si tiene anche la sfida del cambio gomme tra la Brabham e la Shadow vinta da quest’ultima (e Bernie paga).

Carlos Reutemann, Jean-Pierre Jarier, Brabham-Alfa Romeo BT45, Shadow-Ford DN5B, Grand Prix of France, Circuit Paul Ricard, 04 July 1976. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)
Bernie Ecclestone, Jean-Pierre Jarier, Shadow-Ford DN5B OR Shadow-Ford DN8, Grand Prix of France, Circuit Paul Ricard, 04 July 1976. Bernie Ecclestone making a joke with Jean-Pierre Jarier. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

 

La domenica mattina i piloti vengono fatti sfilare davanti al numeroso pubblico a bordo delle nuove Porsche 924, un obbrobrio a motore anteriore (la prima volta per la Casa di Zuffenhausen) creato per andare incontro anche alla clientela meno danarosa.

Le 26 monoposto qualificate si schierano sotto al sole cocente. In realtà le vetture sono 27 dal momento che Harald Ertl si aggiunge in fondo alla griglia pur non avendone diritto (ha realizzato il 29° tempo) ma nessuno lo ferma.

Lauda è il più veloce alla partenza e imbocca per primo la S de la Verrerie davanti a Hunt, Regazzoni, Peterson, Depailler, Watson, Laffite e Scheckter.

Nel corso del primo giro Peterson supera Depailler sul Mistral e si porta in quarta posizione. Scheckter scavalca Watson e si mette alle calcagna del compagno di squadra.

Lauda imprime subito un ritmo insostenibile per tutti guadagnando un secondo al giro su Hunt e Regazzoni. Ertl rientra ai box al quarto giro col differenziale bloccato e si ritira. Non sarebbe dovuto nemmeno partire.

A metà del nono giro la 312T2 di Lauda rallenta improvvisamente e si ferma sul rettilineo del Mistral con l’albero a gomiti rotto. Il suo quarto giro rimarrà il più veloce della gara. Per l’austriaco si tratta della prima rottura in gara da Monza ’74, il primo ritiro dopo 17 GP consecutivi.

James Hunt si ritrova quindi in testa al GP tallonato da Regazzoni. Sei secondi più indietro c’è il gruppetto degli inseguitori con Peterson, Depailler, Scheckter, Watson, Pace e Laffite.

Regazzoni chases Hunt

 

All’11° giro Depailler riesce a superare Peterson e comincia subito ad avvantaggiarsi ma senza recuperare terreno sulla coppia di testa.

Patrick Depailler, Tyrrell-Ford P34, Grand Prix of France, Circuit Paul Ricard, France, July 4, 1976. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

 

Prima della fine del 18° giro Regazzoni va in testacoda e finisce col posteriore nelle reti di protezione. Non si tratta di un errore di guida del ticinese ma della rottura di un altro albero a gomiti che ha provocato il bloccaggio delle ruote posteriori della Ferrari. Terzo motore rotto in due giorni per la Scuderia.

Scheckter supera Peterson e si porta al terzo posto mentre Laffite esce di pista al Virage de l’école. La Ligier rimane intrappolata infilandosi sotto le reti di protezione e Laffite fa per scendere dalla monoposto ma i commissari lo fanno risalire in macchina. Uno spettatore a torso nudo gli riallaccia le cinture, i commissari sfilano i paletti di sostegno della rete per sollevarla dal terreno, spingono la JS5 in pista e rimettono in gara il parigino in diciottesima posizione (penultimo) subito dietro a Hunt che lo ha appena doppiato. Tutto documentato in diretta dalle telecamere. Un vero capolavoro di sicurezza.

Con Hunt saldamente al comando e Depailler in una confortevole seconda posizione, l’attenzione del pubblico si sposta sulla lotta per il terzo posto. Fra il 33° e il 35° giro Peterson supera prima Watson e poi Scheckter e stacca entrambi.

Ronnie Peterson, March-Ford 761, Grand Prix of France, Paul Ricard, 04 July 1976. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

 

La calura mette a dura prova anche i Cosworth così Scheckter deve rallentare e lasciar passare sia Watson che Pace e Andretti mentre Peterson è addirittura costretto al ritiro e a perdere uno splendido terzo posto in favore di Watson.

James Hunt vince il suo secondo GP di F1 (il primo “valido” con la McLaren) dopo una corsa molto convincente grazie alla ritrovata competitività della McLaren e sale al quarto posto nel Mondiale con 17 punti. Patrick Depailler supera Scheckter in classifica e con 26 punti è il più vicino inseguitore di Lauda che nonostante il ritiro rimane irraggiungibile con i suoi 55 punti. La Ferrari domina la Coppa Costruttori con 58 punti nonostante il primo “zero” stagionale (non succedeva da Silverstone ’75), seguita da Tyrrell con 37 e McLaren con 23.

Per la prima volta le prime 8 monoposto classificate vengono “sequestrate” dai commissari e riverificate completamente a fine gara con la conseguenza che il primo podio di Watson e della Penske viene cancellato dai commissari dopo il reclamo inoltrato da Bernie Ecclestone della Brabham. Le paratie laterali dell’alettone posteriore superano di un centimetro il limite massimo consentito per cui la vettura n°28 viene esclusa dalla classifica nonostante la violazione sia totalmente ininfluente sul suo rendimento. Il terzo posto viene quindi assegnato alla Brabham Alfa Romeo di Carlos Pace, autore della miglior gara dell’anno. Comincia l’epoca delle polemiche e delle carte bollate che toglie credibilità alla F1 ma allo stesso tempo ne aumenta la popolarità presso i media.

Carlos Pace, Jacques Laffite, Brabham-Alfa Romeo BT45, Ligier-Matra JS5, Grand Prix of France, Circuit Paul Ricard, 04 July 1976. (Photo by Paul-Henri Cahier/Getty Images)

 

Il giorno seguente la Corte d’Appello Internazionale della FIA accoglie il ricorso di Teddy Mayer e della McLaren, cancella le decisioni prese dai commissari di Jarama e riammette definitivamente James Hunt e Jacques Laffite nella classifica del GP di Spagna. Secondo il Segretario Generale della FIA Jean-Jacques Freville l’esclusione dalla classifica finale è stato un provvedimento eccessivo in rapporto alle violazioni contestate, tenendo conto anche del fatto che il nuovo regolamento è entrato in vigore solamente il giorno precedente alla gara. La punizione viene trasformata in un’ammenda di 3000 dollari (12500 €) per ognuna delle due squadre.

James Hunt conquista quindi 18 punti in poco più di 24 ore e ne guadagna 21 su Lauda. La nuova classifica piloti vede il Campione del Mondo sempre abbondantemente in testa con 52 punti (anziché 55), esattamente il doppio di Depailler e Hunt appaiati al secondo posto con 26. La Ferrari guida la Coppa Costruttori con 55 punti davanti a Tyrrell con 37 e McLaren con 31.

James Hunt, Grand Prix of France, Paul Ricard, 04 July 1976. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

 

La Penske coglie la palla al balzo e preannuncia ricorso per la penalizzazione data a Watson a Le Castellet, considerando l’analogia con i provvedimenti poi condonati a McLaren e Ligier. Inoltre la sottocommissione per il regolamento tecnico della FIA ha già annunciato che dal successivo GP di Gran Bretagna l’altezza massima dell’alettone passerà da 80 a 90 centimetri e questo aumenta l’ottimismo di Watson e del team anglo-americano che cominciano a riassaporare il gusto del podio di cui sono stati privati.

The podium (L to R): Patrick Depailler (FRA) Tyrrell, second; race winner James Hunt (GBR) McLaren; John Watson (GBR) Penske, third.
French Grand Prix, Rd 8, Paul Ricard, France, 4 July 1976.

 

Continuano a crescere i talenti italiani. Il 22enne Riccardo Patrese ha vinto il GP Lotteria di Monza di F3 con la Chevron B34 Toyota della Trivellato Racing ed è in testa all’Euro F3 con 5 punti di vantaggio sul 36enne svedese Conny Andersson, vice campione in carica della categoria.

Intanto oltreoceano il 24enne Gilles Villeneuve continua a far parlare di sé.

Viene svelato il “mistero” dei soldi improvvisamente trovati dalla Shadow. Don Nichols ha stretto un accordo di sponsorizzazione con la Villiger Söhne, azienda svizzera (con sede in Germania) produttrice di sigari il cui proprietario Heinrich Villiger è un grande appassionato di automobilismo e vuole promuovere il marchio Tabatip (sigari sottili ed economici) che è molto popolare in Germania.

In Brasile l’entusiasmo per la F1 è inversamente proporzionale ai risultati della Copersucar Fittipaldi. La municipalità di Rio de Janeiro sta costruendo un nuovo circuito a Jacarepaguá (significa “palude degli alligatori” in lingua Tupi), non molto distante dalle spiagge di Ipanema e Copacabana. Il tracciato, progettato dall’urbanista locale David Caderman, ha una larghezza costante di 12 metri ed è affiancato da ambo i lati da 10 metri di terra battuta, andando incontro ai criteri di sicurezza richiesti dai piloti. L’impianto prevede anche 36 box per le squadre e nelle intenzioni della città carioca dovrebbe alternarsi con Interlagos a partire dal 1978.

Il GP di Gran Bretagna arriva giusto in tempo per festeggiare il ritorno di James Hunt e della McLaren tra i protagonisti del Mondiale dopo un periodo molto difficile.

The British crowd were vocal and forceful in their support for James Hunt (GBR) McLaren; their vociferous derision at the original decision not to allow James to take the race restart forced a hasty change of heart from race officials, who feared a riot!
British Grand Prix, Rd 9, Brands Hatch, England, 18 July 1976.
BEST IMAGE

 

La Ferrari porta a Brands Hatch una 312T2 nuova (telaio 028, il quarto costruito) per Lauda. Lo 026 che ha vinto a Zolder e Monaco diventa il muletto mentre Regazzoni continua con lo 027. Le rotture degli alberi a gomiti avvenute in Francia vengono attribuite a una modifica effettuata prima di quel GP con una flangia di supporto applicata esternamente che ha creato delle microfratture rivelatesi fatali in gara.

Se Depailler è entusiasta della P34 fin dai suoi primi giri, Scheckter è sempre scettico anche dopo la vittoria di Anderstorp. Il sudafricano si lamenta per la poca velocità in rettilineo (le ruote posteriori hanno pur sempre la stessa sezione frontale delle altre monoposto) e per la poca maneggevolezza. Per questo il suo abitacolo viene modificato con due “finestre” in Plexiglas molto grandi per consentirgli di vedere dove mette le piccole ruote anteriori. La modifica consente agli spettatori di vedere meglio il lavoro del pilota.

Si continua a modificare la Lotus 77 in attesa dell’arrivo della nuova 78. Le fiancate sono ora bordate con una “sottana” di materiale flessibile più accentuata rispetto a quelle viste finora. La terza monoposto costruita, dotata del radiatore anteriore, è adibita a muletto per entrambi i piloti. Le vetture sono prive delle scritte John Player Special (che però è sponsor della manifestazione) per decisione della Imperial Tobacco. Il tutto in accordo col governo britannico per scongiurare la mancata diretta TV dell’evento.

EPSON scanner image

 

Carlos Pace dispone di una nuova BT45 con telaio alleggerito. Anche le fiancate della Brabham sono ora circondate da bandelle di materiale plastico. Per il sempre più deluso e svogliato Reutemann c’è una riedizione del muso provato ad Anderstorp (questa volta con l’ala a sbalzo sollevata da terra per evitare un’altra figuraccia) ma l’argentino non lo usa.

BRANDS HATCH, UNITED KINGDOM – JULY 18: The front wing on one of the Brabham BT45 Alfa Romeos in the garage during the British GP at Brands Hatch on July 18, 1976 in Brands Hatch, United Kingdom. (Photo by Ercole Colombo / Studio Colombo)

 

Nessuna variazione tecnica sulle quattro March, solo una nuova sponsorizzazione temporanea per quella di Peterson. Max Mosley si accorda con una galleria d’arte di Londra e coerentemente le scritte sulla monoposto sono dipinte a mano, a regola d’arte.

Tenta la qualificazione Divina Galica, 31enne ex sciatrice inglese nonché capitano della relativa squadra olimpica femminile (ha partecipato a Innsbruck ’64, Grenoble ’68 e Sapporo ’72) che si sta comportando molto bene nel British National di F5000 dove ha ottenuto due quarti posti con la vecchia Surtees TS16 usata da John Watson nel 1975 (e da Mass nel 1974) e gestita dall’ex pilota di vetture Turismo Nick Whiting. Tra i meccanici della squadra c’è anche il riccioluto fratello minore di Nick, Charlie.

British Formula One driver Divina Galica is pictured during the Alpine Competition Criterium de la première neige in Val d’Isère on December 1970. (Photo by – / AFP) (Photo by -/AFP via Getty Images)
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BRANDS HATCH, UNITED KINGDOM – JULY 18: Divina Galica waits in her Surtees TS16 Ford as mechanics perform adjustments during the British GP at Brands Hatch on July 18, 1976 in Brands Hatch, United Kingdom. (Photo by David Phipps / Sutton Images)
Divina Galica (GBR) Surtees TS16, failed to qualify on her first of three GP appearances.
British Grand Prix, Rd 9, Brands Hatch, England, 18 July 1976.

 

Dopo il decimo posto ottenuto da Ickx in Francia, alla Wolf-Williams si cerca di concentrare il lavoro solo sulla macchina del belga che è l’unico pilota iscritto dalla squadra per questa gara.

Chris Amon rientra dopo il GP di riposo forzato e trova una nuova colorazione sulla N176 grazie all’intervento della First National City Bank che continua a investire denaro su più monoposto. La Ensign perde però il suo progettista Dave Baldwin che a partire da questo GP passa alla Copersucar.

BRANDS HATCH, UNITED KINGDOM – JULY 18: Chris Amon waits in his Ensign N176 Ford. Team boss Morris ‘Mo’ Nunn, sits next to the cockpit during the British GP at Brands Hatch on July 18, 1976 in Brands Hatch, United Kingdom. (Photo by David Phipps / Sutton Images)

 

Per la prima volta nella storia due donne sono iscritte a un GP di F1 grazie all’intercessione di Vittorio Brambilla e soprattutto ai soldi della Lavazza che convincono John Macdonald a iscrivere la seconda BT44B per Lella Lombardi. Da questa gara il team RAM Racing si avvale della collaborazione del progettista della BRM Mike Pilbeam il quale ha capito che a Bourne non c’è futuro.

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La seconda Brabham RAM è affidata a Bob Evans in sostituzione di Loris Kessel ma il ticinese non la prende per niente bene e minaccia azioni legali, anche perché sulla macchina e sul casco dell’inglese appare sempre il suo sponsor personale Tissot.

Tenta la qualificazione anche Mike Wilds con la vecchia Shadow DN3B del 1974 appena acquistata dal team P.R.Reilly di Roger Springett.

Le prove cominciano il venerdì perché quest’anno il GP di Gran Bretagna si corre di domenica anziché di sabato, interrompendo per la prima volta una tradizione legata alla religione, e Hunt fa segnare il miglior tempo nella sessione pomeridiana davanti a Lauda e Peterson guadagnandosi le tradizionali 100 bottiglie di champagne messe in palio dall’Evening News. Il sabato però l’austriaco si prende la terza pole stagionale con 6 centesimi di vantaggio su Hunt. Al box della Ferrari, oltre a Piero Lardi e al fedelissimo Helmut Zwickl, Lauda può contare anche su Luca di Montezemolo, reduce dalla vittoriosa campagna elettorale che ha portato Umberto Agnelli al Senato della Repubblica con circa 50mila preferenze nella circoscrizione di Roma.

Ferrari driver Niki Lauda. Next to him on the left side is Austrian journalist Helmut Zwickl. On the right Luca di Montezemolo and Piero Lardi Ferrari (brown T-shirt).

Continua l’ottimo momento della Lotus con Andretti che si qualifica terzo davanti all’altra Ferrari di Regazzoni. Quinto tempo per Depailler davanti al sempre velocissimo Amon con la Ensign che precede Peterson, Scheckter e Arturo Merzario, autore di una splendida prestazione sulla pista che lo ha visto esordire in F1 sei anni prima.

Non si qualificano Jacky Ickx (per la quarta volta negli ultimi 6 GP), Divina Galica, Mike Wilds e Lella Lombardi.

Il nuovo regolamento consente all’autore del miglior tempo di scegliere la posizione di partenza e Lauda opta per la parte esterna, lasciando a Hunt la possibilità di infilarlo all’interno della Paddock Bend.

In fondo allo schieramento Guy Edwards riceve l’incoraggiamento dello sponsor.

BRANDS HATCH, UNITED KINGDOM – JULY 18: Guy Edwards sits in his Hesketh 308D Ford on the grid surrounded by ladies wearing sashes advertising one of his sponsors during the British GP at Brands Hatch on July 18, 1976 in Brands Hatch, United Kingdom. (Photo by Ercole Colombo / Studio Colombo)

 

All’accendersi della luce verde Lauda scatta benissimo mentre Hunt ha un’incertezza. Regazzoni ne approfitta e scavalca l’inglese prima della staccata della Paddock Bend.

Start for the British Grand Prix, 1976, at Brands Hatch: The front row with James Hunt (McLaren no. 11) and polesitter Niki Lauda (Ferrari), behind them Andretti (black Lotus) and Regazzoni (2nd Ferrari)
Polesetter Niki Lauda, Ferrari, takes the lead at the start. Hunt (McLaren) and Regazzoni (Ferrari) battle for 2nd place.
BRANDS HATCH, UNITED KINGDOM – JULY 18: Pole sitter Niki Lauda, Ferrari 312T2 leads team mate Clay Regazzoni, Ferrari 312T2 and James Hunt, McLaren M23 Ford during the British GP at Brands Hatch on July 18, 1976 in Brands Hatch, United Kingdom. (Photo by LAT Images)

Il ticinese intuisce la possibilità di fare il colpaccio infilandosi all’interno di Lauda ma l’austriaco, leggermente più avanti, chiude la porta e costringe Regazzoni a frenare bruscamente. Il posteriore della Ferrari numero 2 parte per la tangente e il radiatore laterale sinistro si schianta contro la ruota posteriore destra del Campione del Mondo.

Lauda controlla la sbandata causata dalla collisione e continua indenne mentre Regazzoni finisce in testacoda spargendo liquido refrigerante sulla pista. Hunt cerca di aggirarlo all’esterno ma il contatto tra le ruote è inevitabile e la McLaren decolla per poi ricadere pesantemente al suolo con la sospensione anteriore sinistra rotta.

Anche Laffite non riesce a evitare la Ferrari e vola dopo aver colpito il muso della T2.

 

18 July 1976: McLaren Ford driver James Hunt (#11) is involved in a pile up during the Formula One British Grand Prix at Brands Hatch in Kent, England. Mandatory Credit: Allsport UK /Allsport

Contrariamente a quanto succede di solito in caso di collisione alla prima curva (vedi Montjuich 1975) la corsa viene interrotta con la bandiera rossa e i 23 superstiti si fermano sul rettilineo di partenza dopo aver concluso il primo giro.

Preparations on the grid before the start of the 1976 Spanish GP

 

Regazzoni riesce a riportare la T2 ai box senza muso e soprattutto senza più acqua nei radiatori.

La Ligier di Laffite invece è inutilizzabile e viene raccolta dal carro attrezzi.

BRANDS HATCH, UNITED KINGDOM – JULY 18: Marshals assess Jacques Laffite’s retired Ligier JS5 Matra during the British GP at Brands Hatch on July 18, 1976 in Brands Hatch, United Kingdom. (Photo by LAT Images)

 

Anche Hunt raggiunge i box ma senza completare il giro come Regazzoni (e come richiesto dal regolamento), bensì approfittando di una stradina di servizio che collega il Bottom Straight al paddock. Questo gli risparmia di percorrere quasi 3 km di pista con la sospensione rotta. L’inglese ha preso una brutta botta al pollice della mano destra nell’incidente alla prima curva.

James Hunt (GBR) McLaren M23 takes a short cut back to the pits with front suspension damage as the race was stopped after the first lap accident. His car was repaired, he took the restart and finished first, but was subsequently disqualified on appeal in September for allegedly not running when the race was stopped on the opening lap.
British Grand Prix, Rd 9, Brands Hatch, England, 18 July 1976.

 

La direzione di gara annuncia che la partenza effettuata è da considerarsi nulla e che una nuova procedura sarà effettuata appena possibile. Potranno partecipare solo le monoposto che hanno completato il primo giro e non saranno ammesse al via eventuali vetture di riserva. Questo mette fuori corsa Hunt (che non ha completato il primo giro), Regazzoni e Laffite (le cui monoposto sono inutilizzabili). L’annuncio scatena la protesta degli 80mila spettatori presenti che cominciano a fischiare e battere ritmicamente le mani contro l’esclusione del proprio beniamino James Hunt.

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BRANDS HATCH, UNITED KINGDOM – JULY 18: Fans in the grandstand during the British GP at Brands Hatch on July 18, 1976 in Brands Hatch, United Kingdom. (Photo by LAT Images)

 

Il regolamento prevede che in questo caso la partenza debba essere data 20 minuti dopo l’interruzione ma le proteste del pubblico mettono in difficoltà l’organizzazione che temporeggia. Nel frattempo i meccanici della McLaren riparano la sospensione rotta e riportano sullo schieramento la M23 di Hunt mentre Divina Galica si prepara a partire come riserva dal momento che Regazzoni e Laffite sono fuori causa. Sullo schieramento c’è anche Denny Hulme a dare gli ultimi consigli a Hunt con una meravigliosa camicina stampata.

The cars being prepaired for the restart. The race had to be stoped after a start collision involving Clay Regazzoni of Ferrari, James Hunt of McLaren (No. 11), Niki Lauda (Ferrari) and Jacques Laffite (Ligier).
2nd on the grid, James Hunt, McLaren

 

Questo provoca ulteriori discussioni, così Laffite e Regazzoni salgono sui rispettivi muletti e si schierano regolarmente al via. La direzione di gara, in pieno marasma, rimanda eventuali decisioni a dopo la corsa per non perdere altro tempo e finalmente le 26 monoposto si preparano per la seconda partenza. Una volta giunto sullo schieramento, il DFV di Andretti si spegne per un problema elettrico. Un meccanico accorre ma ormai è troppo tardi per tentare di rimettere in moto la Lotus e viene bloccato dai commissari.

Il semaforo diventa verde nonostante Andretti si sbracci per segnalare la sua posizione e miracolosamente viene schivato da tutti, compreso Stuck che lo vede all’ultimo momento e scarta bruscamente sull’erba.

Qualifying resulted in Niki Lauda (Ferrari) taking pole position with James Hunt (McLaren) alongside him. Mario Andretti (3rd) had just stalled his Lotus and is waving hands.
TGC3

 

Questa volta fila tutto liscio alla prima curva, Lauda precede Hunt, Regazzoni, Amon, Scheckter, Depailler e Peterson.

Questi ultimi due entrano in collisione prima del tornante Druids ma è il solo Depailler a farne le spese arrivando lungo senza coinvolgere altre vetture. Il francese riparte ultimo e rientra ai box per un controllo.

Lauda e Hunt prendono vantaggio su Regazzoni, Scheckter e sulle March di Peterson e Brambilla. Alle loro spalle Amon è tallonato da Merzario che ha scavalcato Watson.

La bella gara del neozelandese si conclude al nono giro per la rottura del motore mentre Watson si ferma ai box per sostituire il musetto dopo un contatto con lo stesso Amon e riparte diciannovesimo.

Prima Peterson e poi Brambilla si fermano per sostituire la gomma anteriore sinistra che è molto deteriorata dopo soli 15 giri. Questo permette a Merzario di portarsi in quinta posizione davanti a Nilsson, Pryce e Jones.

Intanto Watson sta rimontando furiosamente dopo la sosta forzata. L’irlandese supera Jarier, Ertl, Fittipaldi, Peterson, Lunger, Reutemann e Jones ma la troppa foga lo porta a finire in testacoda a Druids e a perdere tre posizioni. Ora è undicesimo.

Al 37° giro Regazzoni rientra ai box a motore spento con la pressione dell’olio a zero. Altro albero a gomiti andato. Scheckter sale al terzo posto davanti allo splendido Merzario che però rompe un semiasse e si ritira al 40° giro, perdendo un meritatissimo quarto posto.

Arturo Merzario of Italy driving the #35 Ovoro March March 761 Ford Cosworth DFV V8 retires from the John Player British Grand Prix on 18 July 1976 at the Brands Hatch circuit in Fawkham, Great Britain. (Photo by /Getty Images)

 

Intanto Hunt ha raggiunto Lauda che è in difficoltà con il cambio indurito della sua Ferrari e al 45° giro l’inglese passa in staccata alla Druids e allunga immediatamente al ritmo di 2 secondi al giro per il tripudio degli 80mila di Brands Hatch.

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L’unico duello rimasto in pista è quello tra Nilsson e Pryce per la quarta posizione ma al 67° giro si rompe un pistone del DFV della Lotus e Watson, dopo aver superato di nuovo Lunger, Reutemann e Jones, si sbarazza anche di Pryce e si porta in quarta posizione.

Gunnar Nilsson, Lotus Ford-Cosworth leading Tom Pryce, Shadow Ford-Cosworth

 

James Hunt vince il Gp di Gran Bretagna davanti a Lauda, Scheckter, Watson, Pryce, Jones e Fittipaldi ma è chiaro a tutti che la corsa avrà degli strascichi legali.

BRANDS HATCH, UNITED KINGDOM – JULY 18: James Hunt, McLaren M23 Ford celebrates as he crosses the finish line in first during the British GP at Brands Hatch on July 18, 1976 in Brands Hatch, United Kingdom. (Photo by LAT Images)

 

Lauda è sempre in testa al Mondiale con 58 punti, Hunt lo segue con 35 davanti a Scheckter con 29. Depailler rimane fermo a 26 e Regazzoni a 16.

Ovviamente i reclami vengono preparati già durante la corsa e al termine sono inoltrati da Ferrari e Copersucar (Fittipaldi si è classificato settimo e con l’esclusione di Hunt andrebbe a punti). Quello della Ferrari viene redatto da Montezemolo mentre Forghieri consulta le pagine rosse dell’Annuario FIA. Audetto viene palesemente scavalcato.

I commissari respingono i reclami asserendo che la McLaren di Hunt era funzionante a differenza della Ligier di Laffite e della Ferrari di Regazzoni (esclusi anche se ritirati) per cui la classifica rimane invariata ma la Scuderia preannuncia che si rivolgerà al Royal Automobile Club britannico. La Ferrari ha ragione da vendere a cominciare dal fatto che, secondo l’art. 23 del Regolamento Sportivo, se è necessario interrompere una gara con bandiera rossa e può essere data una nuova partenza, essa deve essere data al massimo fino a 20 minuti dall’interruzione (a Brands Hatch ce ne hanno messi 47). Inoltre, sempre secondo il Regolamento Sportivo, qualsiasi riparazione fatta sulla pista può essere effettuata solo dal pilota con gli attrezzi presenti sulla vettura (e anche questo non è successo).

Per quanto riguarda la situazione alla Ferrari, Regazzoni accusa Lauda di averlo chiuso causando l’incidente ma a Maranello qualcuno non è per niente contento di ciò che è successo. Il Drake ne ha per entrambi i piloti: Regazzoni per la collisione e Lauda per aver lasciato gli ultimi collaudi a Fiorano frettolosamente per impegni personali nonostante si fossero verificati problemi di alte temperature e questo avrebbe causato il ritiro del compagno di squadra.

La mattina seguente la McLaren presenta la M26, la nuova monoposto progettata sempre da Gordon Coppuck che rappresenta un affinamento della ancora competitiva M23. La caratteristica principale è la monoscocca che è realizzata per la prima volta in pannelli di honeycomb composti da due fogli di alluminio inframezzati da una struttura a nido d’ape in Nomex che ne aumenta la robustezza e la rigidità. La monoposto è più leggera della M23 di 20 kg. Partecipa alla presentazione anche Patty Broad, la vedova di Bruce McLaren.

Sempre a proposito di novità, la Renault annuncia ufficialmente il suo ingresso in F1 in collaborazione con la Elf con una monoposto autocostruita dotata del motore V6 turbocompresso. Il debutto in gara è previsto per giugno 1977.

Lauda è in scadenza di contratto ed Enzo Ferrari cerca di anticipare i tempi per evitare sorprese, intavolando la trattativa per il rinnovo al ristorante Cavallino di Maranello, alla presenza del figlio e interprete Piero Lardi. La richiesta economica di Lauda è irricevibile per il Drake che sbraita nei confronti del suo esoso (a suo dire) pilota. L’austriaco replica che senza di lui la Ferrari non avrebbe vinto il titolo 1975 (e Lardi in un primo tempo si rifiuta di tradurre al padre) e che quell’offerta gli è già stata fatta da Audetto. Ferrari chiama il suo DS che conferma e a quel punto non può fare altro che accettare, concludendo con un inequivocabile “OK, ebreo”.

foto IPP/imagosport
1975
automobilismo formula 1
nella foto il pilota ferrari Niki Lauda con Enzo Ferrari
WARNING AVAILABL EONLY FOR ITALIAN MARKET

 

Il Circus (polemiche comprese) si sposta al Nürburgring per quella che potrebbe essere l’ultima edizione del GP di Germania sullo storico Nordschleife. Il contratto con la FOCA è in scadenza e il circuito è considerato ormai inadatto e soprattutto troppo pericoloso (dal 1927 sono morti 40 piloti e 8 tra commissari e spettatori) con i suoi quasi 23 km di lunghezza, le pendenze vertiginose e la foresta nella quale è immerso il tracciato.

Tra i più critici nei confronti del Grüne Hölle c’è Niki Lauda che si è espresso più volte per la cancellazione del circuito dal Mondiale nonostante detenga il record sul giro in prova (unico pilota ad essere sceso sotto ai 7 minuti in qualifica nel 1975), appoggiato dal sempre influente Jackie Stewart. Durante una riunione della GPDA a Long Beach l’austriaco aveva già proposto di non correre il GP di Germania all’Eifel ma la maggioranza aveva deciso diversamente.

mt

 

La Lotus porta le 77 modificate da Southgate con il radiatore spostato sul musetto. Quella di Andretti è anche dotata di una leva all’interno dell’abitacolo che permette al pilota di modificare la rigidità della barra antirollio posteriore. Si tratta di un accorgimento suggerito dallo stesso Andretti che lo ha già provato a Pocono sulla McLaren M16C di Penske con ottimi risultati. Sulla macchina di Piedone è stato montato anche un motorino di avviamento ad aria compressa come quello della McLaren.

Avviamento ad aria compressa anche sulla Brabham di Pace ma la novità più interessante sono i dischi freno in acciaio con inserti in fibra di carbonio realizzati dalla Dunlop e ispirati a quelli del Concorde. Il differenziale di dilatazione termica tra i due materiali provoca la deformazione dei dischi ma Gordon Murray continuerà a lavorare su questa soluzione che, una volta ottimizzata, garantisce minor peso e una frenata più modulabile ed efficiente.

La First National City lascia la Ensign, torna sulla March di Peterson e stringe un accordo col 32enne svedese che sarà sponsorizzato dalla banca statunitense anche l’anno prossimo, indipendentemente dalla vettura che guiderà.

NüRBURGRING, GERMANY – AUGUST 01: Ronnie Peterson waits in his March 761 Ford as a mechanic makes set up changes and Max Mosley watches on during the German GP at Nürburgring on August 01, 1976 in Nürburgring, Germany. (Photo by LAT Images)
(L to R): Ronnie Peterson (SWE) March, who crashed out heavily on the opening lap of the restarted race, talks with John Watson (GBR) Penske, who finished the race in seventh position.
German Grand Prix, Rd 10, Nurburgring, Germany, 1 August 1976.

 

La March di Stuck veste di arancione come quella di Brambilla ma per volere della Jägermeister che ha sponsorizzato il pilota tedesco anche in F2.

Il governo tedesco ha imposto il divieto di pubblicizzare le sigarette costringendo varie squadre a rimuovere o coprire i marchi dei loro finanziatori (Lotus JPS, McLaren Marlboro e Ligier Gitanes). Sulla Surtees di Lunger il marchio Chesterfield viene sostituito da quello della Campari.

NüRBURGRING, GERMANY – AUGUST 01: Brett Lunger, Surtees TS19 Ford during the German GP at Nürburgring on August 01, 1976 in Nürburgring, Germany. (Photo by Ercole Colombo / Studio Colombo)

 

Il divieto riguarda la pubblicità delle sigarette ma non quella dei sigari così, approfittando di questo appiglio burocratico, la Shadow può sfoggiare la nuova livrea Tabatip alla presenza dello stesso Heinrich Villiger che sfoggia un cappello texano e fornisce anche nuovi giubbotti alla squadra.

Jacky Ickx, stanco di figuracce e molto scettico sulla nuova vettura che Postlethwaite sta realizzando a Reading, rompe il contratto con la Wolf-Williams e preferisce non correre sulla sua pista preferita. Frank Williams corre ai ripari contattando Arturo Merzario col quale ha un debito da saldare ancora dall’anno scorso. Il comasco è molto diffidente (conosce il “modus operandi” del costruttore inglese) fino a quando Williams gli firma un assegno (garantito da Walter Wolf) da riscuotere a fine stagione che comprende anche le pendenze precedenti. La 761 con la quale era andato così bene a Brands Hatch viene restituita alla March e Arturio sale per la prima volta sulla FW05. A fine anno scoprirà che quell’assegno è scoperto ed è tuttora incorniciato e appeso nel bagno del pilota di Civenna.

Arturo Merzario (IT), Walter Wolf Racing Williams FW05.. 1976 Formula One World Championship.

 

Persa la First National City, la Ensign ritorna alla livrea rossa con il sostegno della F&S Properties per Chris Amon.

Come ampiamente previsto, la FIA cancella la penalità inflitta a Watson a Le Castellet e ne riabilita il terzo posto ottenuto in pista, giudicando sproporzionata l’esclusione dalla classifica imposta dai commissari francesi. Al ‘Ring è presente anche The Captain in persona a dare manforte alla squadra.

John Watson, Roger Penske, Penske-Ford PC4, Grand Prix of Germany, Nurburgring, 01 August 1976. John Watson with team owner Roger Penske. (Photo by Paul-Henri Cahier /Getty Images)

 

Weekend movimentato alla RAM Racing. Questa volta la vettura di Kessel è guidata da Rolf Stommelen, grande specialista del Nordschleife che fa coppia con Lella Lombardi. Durante la prima sessione del venerdì le due Brabham scendono in pista con i soliti numeri 32 e 33 ma poi l’organizzazione del GP gli comunica che questa volta dovranno usare il 36 e 37.

Risolto questo piccolo intoppo senza troppi problemi, la faccenda si fa seria quando arriva nel paddock Loris Kessel accompagnato da due avvocati di Coblenza e da tre poliziotti tedeschi. Il pilota ticinese accusa John Macdonald di averlo truffato, avendolo appiedato nonostante egli abbia pagato in anticipo 200mila franchi svizzeri (circa 340mila euro) per partecipare a tutti i GP europei, impegnando l’officina che gestisce a Lugano insieme al fratello. Inoltre Macdonald si è fatto anticipare per motivi fiscali altri 200mila franchi svizzeri dalla Tissot che poi sarebbero dovuti essere restituiti. Ovviamente questo non è avvenuto così Kessel ha presentato una petizione al giudice di Coblenza che dispone il sequestro delle monoposto (compresi i pezzi di ricambio) e del camion della RAM Racing. Le proteste di Macdonald e dei suoi meccanici vengono ammansite dai poliziotti, pistola alla mano.

Lella Lombardi resta dunque a piedi mentre Stommelen viene prontamente ingaggiato da Bernie Ecclestone che non si lascia sfuggire l’occasione di mettere in pista una terza monoposto per un pilota che conosce l’Inferno Verde come le sue tasche.

Brabham driver Rolf Stommelen, German GP Nuerburgring 1976
Rolf Stommelen sits in the spare Brabham-Alfa Romeo BT45 and talks to Bernie Ecclestone

 

Il 33enne di Gerosa (BG) Alessandro Pesenti-Rossi, vice campione italiano di F3, decide di tentare il debutto in F1 sulla pista più difficile del mondo al volante di una macchina vecchia di 2 anni, la Tyrrell 007 usata da Patrick Depailler prima di passare alla P34/2. L’operazione è possibile per l’intervento del grossista di lubrificanti Rondini di Bergamo (esclusivista Gulf) che finanzia l’operazione. Pesenti-Rossi effettua qualche giro di prova a Misano per conoscere la macchina, assistito dal suo ingegnere di pista Gianfranco Bielli, poi noleggia una BMW per imparare il Nürburgring la settimana prima della corsa.

NüRBURGRING, GERMANY – AUGUST 01: Alessandro Pesenti-Rossi during the German GP at Nürburgring on August 01, 1976 in Nürburgring, Germany. (Photo by Ercole Colombo / Studio Colombo)

 

Le prove del venerdì sono caratterizzate dal forte vento che non permette di avvicinare i tempi del 1975. La mattina il più veloce è Lauda in 7’08”2, battuto da Hunt nel pomeriggio con 7’06”5 mentre Lauda non riesce a fare meglio di 7’07”4.

(L to R): Second placed Jody Scheckter (RSA) Tyrrell talks with Niki Lauda (AUT) Ferrari, who suffered a life-threatening accident in the race; and race winner James Hunt (GBR), McLaren.
German Grand Prix, Rd 10, Nurburgring, Germany, 1 August 1976.

 

Brambilla esce di pista danneggiando la sua March e continua le prove con la vecchia monoposto di Merzario, creando una livrea “fritto-misto” abbastanza discutibile.

Il sabato piove per cui lo schieramento viene determinato dai tempi della prima giornata. James Hunt conquista la quinta pole position.

Niki Lauda affianca l’amico-rivale in prima fila. Enzo Ferrari non ha mandato in Germania Forghieri, Ghedini e Montezemolo ma tutta la squadra è unita attorno al campione austriaco.

Daniele Audetto (Ferrari team manager) and Clay Regazzoni talking to Niki Lauda sitting in the Ferrari cockpit

 

Terzo tempo per Depailler davanti a Stuck, Regazzoni, Laffite, Pace e Scheckter. La pioggia impedisce a Stommelen di realizzare un tempo valido per qualificarsi ma gli organizzatori decidono che il 15° tempo del venerdì è stato comunque ottenuto con una Brabham, anche se era quella della RAM Racing, così l’occhialuto tedesco viene ammesso alla partenza del GP di casa.

NüRBURGRING, GERMANY – AUGUST 01: Rolf Stommelen during the German GP at Nürburgring on August 01, 1976 in Nürburgring, Germany. (Photo by Ercole Colombo / Studio Colombo)

Anche Henri Pescarolo è bloccato dalla pioggia del sabato dopo aver avuto grossi problemi al venerdì che gli hanno impedito di ottenere un tempo valido, così come Lella Lombardi, per cui Alessandro Pesenti-Rossi può debuttare in F1 partendo dall’ultimo posto in griglia.

NüRBURGRING, GERMANY – AUGUST 01: Alessandro Pesenti-Rossi during the German GP at Nürburgring on August 01, 1976 in Nürburgring, Germany. (Photo by Ercole Colombo / Studio Colombo)

 

La partenza è prevista per le 13:30 ma si accumula un po’ di ritardo per raccogliere le vetture e sistemare i danni provocati dai grintosi piloti della Coppa R5 Europa.

Quando le monoposto escono dai box per schierarsi arriva la comunicazione che sta piovendo nella parte nord del tracciato e la partenza viene ulteriormente posticipata per valutare la situazione del meteo. Quando l’acqua comincia a scendere anche sulla zona del traguardo, il direttore di gara decreta che sarà “corsa bagnata” e ogni pilota sarà libero decidere con quali gomme partire. Tutti optano per le gomme da pioggia tranne Jochen Mass che, da profondo conoscitore della zona, scommette sulla breve durata del rovescio.

La pioggia smette e il via viene dato alle 14:08 davanti a 250mila spettatori. Hunt e soprattutto Lauda fanno pattinare le gomme e vengono superati da Regazzoni e Laffite che si avventano indisturbati verso la prima curva. Lauda scivola in ottava posizione. Stuck resta fermo per un problema alla frizione ma poi, quando tutti gli altri sono partiti, riesce a partire azionando il motorino di avviamento e cambiando senza frizione.

Hunt si riprende subito la seconda posizione approfittando di un’incertezza di Laffite che viene superato anche da Peterson, Mass e Pace.

A Flugplatz Regazzoni compie un testacoda completo ma non urta nessun ostacolo. Hunt passa così in testa seguito da Peterson e Pace mentre il ticinese continua in quarta posizione davanti a Mass, Laffite, Scheckter, Andretti e Lauda.

La pioggia non cade più e la pista si sta già asciugando per cui alla fine del primo giro Hunt, Scheckter, Depailler, Reutemann, Amon, Jarier, Fittipaldi, Laffite, Watson, Pace, Lauda, Merzario, Pesenti-Rossi e Stuck rientrano ai box per montare le gomme da asciutto.

Peterson passa al comando seguito da Mass, Regazzoni, Andretti, Nilsson, Pryce, Brambilla, Jones, Stommelen, Ertl, Lunger ed Edwards ma il sole comincia a filtrare tra le nuvole e prima della fine del giro Jochen Mass, unico ad essere partito con le slick, si porta in testa al GP di Germania con 30 secondi di vantaggio su Nilsson (ancora con gomme intagliate) e Hunt ancora più staccato.

Nurburgring, Germany. 1st August 1976.
Jochen Mass (McLaren M23-Ford), 3rd position, action.
World Copyright: LAT Photographic
Ref: 76GER

 

Al terzo giro Lauda sta guidando con prudenza alle spalle di Pace, dopo aver superato Lunger ed Ertl che hanno ancora le gomme da bagnato.

Nella salita verso Bergwerk, in una veloce curva a sinistra da quarta marcia Lauda, a differenza di Pace, tocca il cordolo interno e perde il controllo della T2 che si schianta frontalmente contro la roccia inutilmente protetta da due file ravvicinate di reti. Nell’urto il casco di Lauda si sfila e il pilota perde i sensi per qualche secondo.

La macchina rimbalza contro la montagna per poi fermarsi in mezzo alla pista e prendere fuoco immediatamente mentre sopraggiungono Edwards, Ertl e Lunger. I primi due riescono a evitare la Ferrari ma l’americano della Surtees la colpisce in pieno alimentando ancora di più le fiamme.

I tre piloti scendono dalle loro monoposto (Ertl è andato a sbattere contro il guardrail per non finire addosso alla T2) e si rendono conto che Lauda è bloccato dentro all’abitacolo. Edwards aziona un estintore mentre Lunger cerca di sollevare l’austriaco prendendolo per le apposite spalline della tuta ma le cinture sono ancora allacciate. Arriva un commissario senza alcun tipo di protezione antincendio e porge a Ertl un altro estintore mentre si ferma Arturo Merzario che scende dalla Wolf-Williams e cerca di aiutare i colleghi. Lauda grida disperato, il calore è fortissimo e nessuno riesce ad avvicinarsi fino a quando Ertl dirige il getto estinguente verso l’abitacolo, Merzario si getta tra le fiamme e riesce a slacciare le cinture.

Merzario ed Edwards riescono a estrarre Lauda dalla monoposto e a sdraiarlo sull’erba dove gli tolgono la tuta con l’aiuto di Fittipaldi, in attesa che arrivi un’ambulanza.

Bergwerk è all’estremo opposto del tracciato e i soccorsi arrivano solo dopo 8 minuti, pur entrando in pista dall’ingresso secondario di Breidscheid. Lauda ha gravi ustioni al volto e alle mani ma parla ed è cosciente e viene trasportato all’ospedale di Adenau in ambulanza mentre i vigili del fuoco spengono l’incendio e i quattro Eroi osservano i resti della T2. Questa volta, a differenza di Zandvoort ’73, la solidarietà tra piloti è stata determinante.

Nel frattempo la corsa è stata sospesa con bandiera rossa e quasi tutte le monoposto sono ferme nel punto dell’incidente. Ora sul ‘Ring splende il sole.

Mentre le vetture incidentate vengono riportate ai box e la pista viene ripulita dai detriti dell’incidente, la direzione di gara annuncia che la procedura di partenza sarà ripetuta e la gara ripartirà da zero alle 15:30 con lo stesso schieramento determinato dalle prove. Ovviamente non saranno al via Lauda, Lunger ed Ertl e anche Chris Amon che decide di averne avuto abbastanza del Nürburgring e della F1. Non si schierano anche Laffite (il cambio della sua Ligier è stato danneggiato dai commissari mentre la trainavano ai box) e Stuck che cercherà di nuovo di partire dai box col motorino di avviamento per via della frizione bruciata.

Niki Lauda, Ferrari 312T2, Grand Prix of Germany, Nurburgring, 01 August 1976. The remnants of Niki Lauda’s Ferrari after the accident that nearly cost him his life. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

 

 

Alle 15:32 le 20 macchine superstiti ripartono per affrontare la distanza di 14 giri e questa volta Hunt non ha problemi a mantenere la pole position davanti a Regazzoni, Depailler, Scheckter, Pace, Peterson, Mass e Andretti.

The second start of the 1976 German Grand Prix after the nearly fatal accident of Niki Lauda.

 

A Flugplatz si conclude la gara di Peterson che al salto prende aria sotto la vettura ed esce di pista danneggiando la sua March.

The March 761 of Ronnie Peterson (SWE) is craned away after he suffered a heavy crash on the opening lap of the restarted race.
German Grand Prix, Rd 10, Nurburgring, Germany, 1 August 1976.

Regazzoni va ancora in testacoda, questa volta a Brünnchen, senza urtare niente ma Depailler, che lo segue da vicino, finisce contro il guardrail per evitarlo e e si ritira. Il ticinese invece può continuare in quarta posizione.

German GP 1976: Clay Regazzoni in his Ferrari jumping in the drop down after Pflanzgarten during practice

 

Alla fine del primo giro Hunt conduce davanti a Pace, Scheckter, Regazzoni, Nilsson, Brambilla, Andretti, Jones e Mass che si è girato dopo una collisione con Andretti. L’inglese della McLaren guida la corsa con estrema sicurezza e guadagna costantemente terreno su Scheckter che ha scavalcato Pace.

Jochen Mass ha il dente avvelenato. La bandiera rossa gli ha negato probabilmente la vittoria davanti al proprio pubblico e la collisione con Andretti lo ha mandato su tutte le furie. Il tedesco si produce in una splendida rimonta che lo porta a superare Jones, Andretti, Nilsson e Pace e insediarsi al quarto posto, alle calcagna di Regazzoni, al decimo dei 14 giri previsti.

Al 12° giro Regazzoni compie il terzo testacoda della giornata al Karussell ma questa volta non riesce a evitare l’impatto contro il guardrail, piega l’ala anteriore e rientra ai box per sostituirla, finendo in nona posizione.

James Hunt vince la terza gara consecutiva ma sul podio non c’è molta voglia di festeggiare. Il pensiero di tutti è per Niki Lauda. L’austriaco è ancora in testa al Mondiale con 58 punti ma nessuno conosce le sue condizioni. Si sa soltanto che è cosciente e che è stato elitrasportato dall’ospedale di Adenau al reparto grandi ustionati di quello di Ludwigshafen am Rhein. Hunt ha ora 44 punti e Scheckter ne ha 34.

Jody Scheckter, James Hunt, Jochen Mass, Grand Prix of Germany, Nurburgring, 01 August 1976. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

 

L’incidente di Lauda avviene una settimana dopo a uno simile che ha visto coinvolti Mauro Pregliasco e il suo navigatore Angelo Garzoglio durante il Rally Valli Piacentine. Il 24 luglio nel corso della prima PS Pregliasco colpisce tre paracarri, la Lancia Stratos si incendia e finisce in una scarpata. Garzoglio è sbalzato fuori dalla vettura mentre Pregliasco perde i sensi e rimane intrappolato all’interno. Garzoglio, illeso nell’incidente, si getta tra le fiamme e riesce a estrarre il compagno di equipaggio ma per fare questo riporta ustione gravissime. Entrambi sono ricoverati al CTO di Torino dove le condizioni di Angelo Garzoglio peggiorano fino alla morte che avviene il 18 agosto. Mauro Pregliasco riuscirà a sopravvivere e tornerà a correre.

Le condizioni di Lauda sono preoccupanti. Le radiografie riscontrano la frattura dello zigomo sinistro e dello sterno ma quel che è peggio sono i danni ai polmoni, gravemente compromessi per aver inalato i gas combusti della benzina. Si decide di trasferirlo all’ospedale militare USA di Mannheim dove viene raggiunto dalla moglie Marlene e dal fratello Florian.

MANNHEIM —- MRS. MARLENE LAUDA, WIFE OF WORLD AUTOMOBILE CHAMPION NIKI LAUDA , NIKI S BROTHER FLORIAN ENTER THE MANNHEIM CLINIC AUGUSt 2ND, WHERE DOCTORS ARE FIGHTING FOR THE LIFE OF THE RACING STAR. NIKI LAUDA FROM AUSTRIA SUFFERED SEVERE INJURIES AND BURNS IN A FIERY CRASH OF HIS FERRARI DURING THE GERMAN GRAND PRIX AT THE NUERBURGRING AUGUST 1ST./JEP.WST/BELGA. PUBLICATIONxINxGERxSUIxAUTxONLY x85105132stx

 

In serata la Ferrari contatta Ronnie Peterson per valutare la possibilità di ingaggiarlo per sostituire Lauda negli ultimi 6 GP del campionato.

Ronnie Peterson (SWE) March crashed out on the opening lap of the restarted race.
German Grand Prix, Rd 10, Nurburgring, Germany, 1 August 1976.

 

Lauda viene sottoposto ad ossigenoterapia sotto la tenda asettica per ripulire le vie respiratorie. L’altro grande rischio è rappresentato dalla possibilità di un blocco renale.

Niki Lauda lotta tra la vita e la morte.

 

Giovanni Talli

LA STORIA DELLA FERRARI 312T: 1976 (TERZA PARTE)

Quando le squadre ripartono da Jarama, arriva la Renault per provare la Alpine A500, un prototipo costruito a Dieppe esclusivamente per collaudare e sviluppare il V6 Renault Gordini, un motore da 1500 cc³ con turbocompressore disegnato da Bernard Dudot e accreditato di oltre 500 cv. In base a queste prove la Renault deciderà se commercializzare il motore a chi ne dovesse fare richiesta. Il pilota che porta avanti i collaudi è Jean-Pierre Jabouille. Le gomme sono Michelin a struttura radiale.

Terminata l’alternanza tra Fiandre e Vallonia per via del fallimento dell’autodromo di Nivelles, il GP del Belgio resta in pianta stabile a Zolder dove ovviamente continua la polemica sui fatti edl GP di Spagna.

La McLaren ha risolto il problema della larghezza eccessiva dalla carreggiata ribassando al tornio la flangia interna dei cerchi. Inoltre, per evitare guai ulteriori, i radiatori dell’olio laterali vengono riposizionati ai lati del cambio ma entro i limiti regolamentari e questo crea i previsti problemi di surriscaldamento che avevano convinto Coppuck ad apportare la precedente modifica. In ogni caso a Colnbrook non perdono il buonumore.

HEUSDEN-ZOLDER – MAY 16: Following a technical dispute at the previous race, Team McLaren posted this sign on the rear wing of the McLaren M23/Ford Cosworth before practice for the Grand Prix of Belgium on May 16, 1976, at Circuit Zolder near Heusden-Zolder, Belgium. (Photo by Bob Harmeyer/Archive Photos/Getty Images)

 

Le polemiche non intaccano minimamente il rapporto di stima e amicizia che esiste tra Lauda e Hunt fin dal 1970, quando correvano in F3.

La Ferrari continua a cercare nuove soluzioni per l’alimentazione dei suoi 12 cilindri. Questa volta Lauda prova sul muletto delle prese d’aria più grandi ma solo durante le prove libere.

La FIAT mette a disposizione della Ferrari la nuova motrice 170 con semirimorchio per il trasporto delle vetture e un camion attrezzato per ospitare le conferenze stampa già visto nelle gare del Mondiale Rally.

A partire da questo GP anche Lauda indossa il casco AGV X1 come Fittipaldi, Brambilla e altri.

Anche se la costola è guarita, l’austriaco continua ad avvalersi delle cure di Willi Dungl (e della moglie Marlene, ovviamente).

La buona prestazione di Depailler in Spagna ha tolto ogni dubbio sulla competitività della Tyrrell a 6 ruote e ora anche Scheckter ne ha una, la P34/3. Entrambe le monoposto hanno ora una presa d’aria motore in vetroresina molto semplice e diretta.

La Lotus continua con le vetture che hanno ben figurato a Jarama grazie alle nuove sospensioni anteriori ridisegnate da Len Terry. La novità è rappresentata dall’ingaggio di Tony Southgate, ex progettista dell’ultima BRM vincente che ha lasciato la Shadow dopo aver capito che la mancanza di sponsor non avrebbe lasciato speranze alla squadra di Don Nichols. Sulla 77 compare un deflettore posizionato alla base delle fiancate.

I primi punti conquistati in Spagna danno un po’ di fiducia alla Brabham Alfa che continua a cercare un modo per far respirare al meglio il 12 cilindri di Arese. Questa volta si prova con una presa d’aria orizzontale che però viene scartata dopo le prove.

Si fa un ulteriore tentativo montando dei “polmoni” cilindrici sopra le testate ma anche questi non danno i risultati sperati.

Nuova presa d’aria anche alla March. Scartata quella orizzontale, ora le 761 ne hanno una con maggiore portata rispetto a quella vista in Spagna sulle macchine di Brambilla e Peterson.

Harald Ertl e Anthony Horsley rispolverano e aggiornano la vecchia 308B con cui Hunt vinse a Zandvoort per far correre Guy Edwards che ha trovato due sponsor “atipici” come la rivista erotica Penthouse e le cartine per sigarette Rizla+.

Racing driver Guy Edwards and Penthouse Pet Suzanne Turner in the new Penthouse Rizla Hesketh 308B Formula One racing car which was unveiled in London. The car, “jointly” sponsored by penthouse magazine and Rizla, makes it’s debut in the Belgian grand prix (Photo by S&G/PA Images via Getty Images)

 

John Watson prova un muso a cuneo sulla Penske PC3 ma per la gara sceglie la soluzione originale. La PC4 è ancora in fase di ristrutturazione per gli irrisolti problemi di alimentazione emersi fin dal primo test.

La John Day Model Cars che ha sponsorizzato la Ensign a inizio stagione trasferisce i suoi soldi sulla March di Stuck.

Nonostante qualche problema tecnico nella giornata di venerdì, Lauda ottiene finalmente la prima pole stagionale davanti a Regazzoni. Le Rosse tornano a occupare la prima fila per la prima volta dopo Monza ’75.

Cominciano i problemi per Hunt che esce di pista e si qualifica comunque terzo, a soli 2 decimi da Lauda con il tempo della prima sessione del venerdì. L’inglese avrebbe potuto fare meglio ma il motore del muletto non sale sopra ai 10mila giri. Hunt precede Depailler, Brambilla, Laffite, Scheckter e Amon con l’ottima Ensign N176.

Gli ammessi al via sono 26 su 29 e il primo degli esclusi è il due volte Campione del Mondo Emerson Fittipaldi, alla sua prima mancata qualificazione in carriera, a dimostrazione che il suo indiscutibile talento non riesce a colmare i difetti tecnici della FD04 sempre più inguidabile.

Va ancora peggio a Jacky Ickx la cui Williams, nonostante i soldi immessi da Walter Wolf, esce di pista a causa della cremagliera della scatola dello sterzo usurata. Il belga gira pochissimo e con tempi molto alti non riuscendo a qualificarsi, come già successo a Long Beach. Per la prima volta Ickx non prende parte alla gara di casa che avrebbe dovuto essere anche il suo 100° GP.

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Riescono a qualificarsi e a debuttare il 26enne belga Patrick Neve col diciassettesimo tempo e il coetaneo svizzero Loris Kessel (23°), entrambi al volante delle vecchie Brabham BT44B della RAM Racing.

All’accendersi delle luci verdi Lauda scatta alla perfezione ed entra alla prima curva davanti a Hunt che ha scavalcato Regazzoni. Seguono Laffite, Brambilla, Depailler, Amon e Scheckter.

Nel corso del quarto giro Brambilla commette un errore alla chicane, va in testacoda e scende dalla quinta alla quattordicesima posizione. Tre giri più tardi si ritira per la rottura di un semiasse.

Scheckter supera Amon ed è sesto alle spalle dell’altra Tyrrell di Depailler. Lauda è saldamente al comando mentre Hunt comincia a perdere terreno, in difficoltà con la tenuta di strada della sua M23. All’inizio del 7° giro Regazzoni supera l’inglese e si porta al secondo posto.

La McLaren di Hunt è tutt’altro che a posto così Laffite attacca l’inglese alla frenata della chicane dietro al paddock ma arriva lungo e gli assesta una decisa “sportellata”. Entrambi riescono a proseguire ma il francese deve cedere la quarta posizione a Depailler.

Laffite non si perde d’animo, al 15° giro risupera Depailler e due giri più tardi ha finalmente la meglio su Hunt. Sulla fiancata destra della Ligier è evidente il segno della ruota posteriore sinistra della McLaren. Ora ci sono tre vetture a 12 cilindri ai primi tre posti.

Alle spalle dei primi tre c’è una vera e propria ecatombe meccanica. Al 29° giro Depailler rientra lentamente ai box con il DFV che emette un suono sordo di ferraglia e Hunt si ferma al 35° senza più olio nella scatola del cambio.

A metà gara le Ferrari sono comodamente al comando, seguite a parecchia distanza da Laffite. Scheckter è ancora più indietro con la Tyrrell e precede l’ottimo Amon ma al 52° giro la sospensione posteriore sinistra della sua Ensign si rompe mentre affronta la Terlamenbocht. La monoposto finisce fuori pista e si ribalta ma il neozelandese esce da solo dall’abitacolo riportando solo una botta alla mano destra.

Niki Lauda vince il suo 10° GP con 3 secondi di vantaggio su Regazzoni e 35 su Laffite. Primo e unico Grand Chelèm in carriera per l’austriaco.

Scheckter si salva dal doppiaggio per poche decine di metri e conquista i primi punti per la Tyrrell a 6 ruote nonostante la sospensione posteriore destra rotta e la ruota in posizione innaturale.

Alan Jones chiude al quinto posto, davanti a Mass, e porta a punti la Surtees per la prima volta nell’anno.

1976 Belgian GP ZOLDER, BELGIUM – MAY 16: Alan Jones poses with his Surtees TS19 Ford and Durex models during the Belgian GP at Zolder on May 16, 1976 in Zolder, Belgium. PUBLICATIONxINxGERxSUIxAUTxHUNxONLY 1017347618-LAT-19760516-76BEL08

 

Primo podio per la Ligier Matra dopo soli 5 GP. Mai prima di oggi tre motori a 12 cilindri hanno occupato tutti i tre gradini del podio. Lauda ora ha 42 punti e precede il proprio compagno di squadra che ne ha 15. Depailler è terzo con 10 punti. Ovviamente la Ferrari è a punteggio pieno con 45 punti davanti a Tyrrell con 16 e McLaren con 10.

L’ultima settimana di maggio cominciano a Monza i lavori di modifica dell’Autodromo Nazionale per realizzare due nuove varianti, una (doppia) prima della Curva Grande in sostituzione di quella ricavata dopo ai box e contestata dai piloti e l’altra nel rettilineo successivo per rallentare le monoposto che piombano a Lesmo a tutta velocità.

Le squadre si ritrovano nel Principato di Monaco dove sono state modificate due curve.

L’Automobile Club locale ha creato una strettoia artificiale inserendo un cordolo sul lato sinistro della carreggiata alla staccata di Sainte-Dévote e costruendo uno “spartitraffico”, delimitato da larghi cordoli smussati, in mezzo al crocevia che si trova davanti alla chiesa. Questo dovrà essere aggirato da sinistra, rendendo la curva nettamente più lenta. La traiettoria precedente è riservata solo ai piloti che ripartono dai box. All’interno “dell’isola” vengono posizionati dei sacchi di sabbia per evitare eventuali “tagli” più o meno volontari.

L’altra modifica riguarda la curva che immette sul rettilineo del traguardo. L’apice viene spostato in avanti in modo da immettersi sulla Avenue du Port con un rampino molto secco che porta le vetture a salire sul marciapiede che costeggia il muro divisorio dell’uscita del Tunnel Rocher Albert 1er. L’incrocio tra la salita di Avenue de la Quarantaine e la discesa di Avenue du Port crea un dislivello che fa saltare le monoposto, aggiungendo una difficoltà in più per piloti e meccanica.

L’apice della vecchia curva diventa l’ingresso della nuova corsia box.

MONTE CARLO, MONACO – MAY 30: Jody Scheckter, Tyrrell P34 Ford with Chris Amon, Ensign N176 Ford in the background during the Monaco GP at Monte Carlo on May 30, 1976 in Monte Carlo, Monaco. (Photo by LAT Images)

 

Queste modifiche provocano un rallentamento di circa 3 secondi al giro rispetto al 1975.

La Ferrari ha costruito la terza 312T2 (telaio 027) e la affida a Regazzoni mentre Lauda continua con la 026 che ha vinto 3 dei 4 GP disputati.

Nessuna presa d’aria sulle Tyrrell che corrono col DFV in bella vista come negli anni ’60.

Torna nel paddock dopo due anni di assenza il casco verde di Henri Pescarolo. Il francese ha comprato la Surtees di Brett Lunger (che non fa parte dei 25 piloti ammessi alle prove in quanto non invitato dall’ACM) grazie alla sponsorizzazione dell’azienda di automodelli Norev. L’assistenza tecnica è fornita dalla BS Fabrications dell’ex meccanico della Lotus (nonché costruttore specializzato di monoscocche per conto terzi) Bob Sparshott. Lunger è presente in veste di spettatore in attesa che a Edenbridge sia completata la terza TS19 nuova tutta per lui.

MONTE CARLO, MONACO – MAY 30: Henri Pescarolo during the Monaco GP at Monte Carlo on May 30, 1976 in Monte Carlo, Monaco. (Photo by LAT Images)
Henri Pescarolo, Surtees-Ford Cosworth TS19 during practice. He did not qualify for the race.

 

Il duro lavoro che si è reso necessario per riparare la N176 capottata a Zolder viene ricompensato con l’arrivo di uno sponsor, la F&S Properties, una società immobiliare di proprietà di Ton Fagel e Van der Sluis, due olandesi appassionati di corse che vogliono dar vita a un loro team di F1.

Intanto i bambini con le scarpe di tela blu sognano, scambiandosi gli autografi che hanno raccolto.

Vittorio Brambilla è il primo a “collaudare” la nuova Sainte-Dévote con un dritto durante la prima sessione del giovedì nel quale sparge sabbia ovunque ma non riesce ad abbattere la Tyrrell di Scheckter.

La quantità di sabbia portata in pista rende impossibile migliorare i tempi durante la sessione per cui i sacchi vengono rimossi e la parte del cordolo che guarda il rettilineo di partenza viene piallata per evitare che qualcun altro decolli e vada a schiantarsi contro il guardrail. Quest’ultimo viene protetto con vecchie gomme usate, come a Long Beach.

Nella sessione pomeridiana Depailler rompe il cambio della P34/2 per cui entra in pista con la 007 muletto, anch’essa senza presa d’aria. Il pilota della Tyrrell dice di fare molta più fatica a controllare il sovrasterzo con la vecchia monoposto che con la 6 ruote.

Per la prima volta le F1 non sono in pista nella giornata del venerdì, lasciando la scena alle prove della Coppa Renault 5 (dove ci sono gli italiani Mauro Baldi e Massimo e Roberto Sigala) e del Campionato Europeo di F.Renault nel quale svetta il 24enne Didier Pironi, pilota ufficiale Elf. La giornata di pausa consente soprattutto ai munifici sponsor di organizzare feste e incontri commerciali con i clienti per giustificare gli investimenti. La First National City Bank è particolarmente attiva su questo fronte, con Peter Windsor e Mike Doodson che si intrattengono con Watson mentre il fotografo australiano Nigel Snowdon studia quale tipo di grandangolo usare.

(L to R): Peter Windsor (AUS) Journalist with John Watson (GBR) Penske and Mike Doodson (GBR) Journalist on board the First National Boat party.
Monaco Grand Prix, Rd6, Monte Carlo, Monaco, 30 May 1976.
The party on board the First National Bank boat provided a welcome distraction for Nigel Snowdon (AUS) Photographer.
Monaco Grand Prix, Rd6, Monte Carlo, Monaco, 30 May 1976.

 

I meccanici approfittano della giornata di pausa per assemblare i cerchi componibili.

Il sabato si ricomincia con un’ora di prove non valide per lo schieramento, come richiesto dalla Goodyear. La Lotus è presente a Monaco con una sola monoposto per Nilsson in quanto Andretti è impegnato alla Indy 500 con la McLaren del team Penske. La 77 ha il motore scoperto e le prese d’aria simil-Ferrari.

In McLaren si cerca di ritrovare la competitività perduta con soluzioni estemporanee. Sulla M23 di Mass si monta un coperchio motore privo della presa d’aria e si raddoppia l’ala posteriore montando due spoiler anteriori affiancati sotto all’alettone.

MONTE CARLO, MONACO – MAY 30: Jochen Mass, McLaren M23 Ford during the Monaco GP at Monte Carlo on May 30, 1976 in Monte Carlo, Monaco. (Photo by Ercole Colombo / Studio Colombo)
MONTE CARLO, MONACO – MAY 30: A mechanic works on the rear of Jochen Mass’ McLaren M23 Ford during the Monaco GP at Monte Carlo on May 30, 1976 in Monte Carlo, Monaco. (Photo by LAT Images)

 

La Brabham continua a provare nuove soluzioni di alimentazione nella speranza di far funzionare a dovere il 12 cilindri Alfa Romeo. Sulla macchina di Reutemann sono montate due nuove prese d’aria in vetroresina non ancora verniciate e una versione maggiorata di quelle periscopiche originali. Lole è il più critico nei confronti del motore di Chiti e il rapporto con la squadra è ormai molto deteriorato.

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Carlos Reutemann (RA), Martini Racing Brabham BT45.
Monaco Grand Prix, Monte Carlo, 30/05/1976.

 

Sulla BT45 di Carlos Pace le prese d’aria dinamiche vengono eliminate, lasciando solo due cassonetti con spugna sintetica filtrante, oltre a un cambio a 6 marce realizzato dall’Autodelta. Alla fine anche Reutemann sceglie quest’ultima configurazione aerodinamica ma preferisce mantenere il cambio Hewland a 5 rapporti.

Anche a Monaco le 312T2 sono nettamente superiori alla concorrenza, esattamente come in Belgio. Lauda (alla sua ventesima pole position) e Regazzoni sono gli unici a scendere sotto all’1’30”.

Monte Carlo, Monaco. 27th – 30th May 1976.
Journalist Alan Henry with Ferrari drivers Niki Lauda and Clay Regazzoni and a copy of Motoring News, portrait.
World Copyright: LAT Photographic.
Ref: 76 MON 78.

 

Audetto cerca di convincere Lauda a lasciar vincere il compagno di squadra per rafforzare la sua seconda posizione nel Mondiale ma il Campione del Mondo rifiuta categoricamente e attacca pesantemente il DS Ferrari chiedendone la cacciata. Questa volta Luca di Montezemolo non è presente come a Jarama perché impegnato a condurre la campagna elettorale di suo z… pardon, di Umberto Agnelli, amministratore delegato della FIAT dimissionario (in favore di Carlo De Benedetti) in quanto candidato al Senato per la Democrazia Cristiana alle elezioni politiche del 20 e 21 giugno.

sl

 

Ronnie Peterson torna in terza posizione su una delle sue piste preferite, dimostrando che il talento è ancora intatto nonostante la March. Superswede precede le due Tyrrell P34 di Depailler e Scheckter e l’ottimo Stuck con la seconda 761.

La sorpresa del sabato è rappresentata da Emerson Fittipaldi che passa dalla mancata qualificazione di Zolder al settimo miglior tempo, davanti a Laffite, grazie a una nuova sospensione anteriore provata a Le Castellet la settimana precedente.

 

Emerson Fittipaldi (BR), Copersucar-Fittipaldi FD04.. 1976 Formula One World Championship.

La McLaren è in grande difficoltà. Mass non va oltre l’undicesimo tempo, a due secondi da Lauda. Hunt è addirittura quattordicesimo.

James Hunt

 

Jacky Ickx manca la qualificazione per la seconda volta consecutiva e Walter Wolf comincia a non poterne più dello svogliato belga. Gli altri esclusi dallo schieramento sono Pescarolo, Perkins, Ertl e Merzario che ha picchiato il sabato mattina in seguito alla rottura della sospensione posteriore sinistra e ha distrutto la macchina.

Dopo le qualifiche si corre il classico GP di F3 vinto trionfalmente da Bruno Giacomelli, un 23enne della provincia di Brescia che fino a luglio 1975 faceva lo stampista in un’azienda metalmeccanica e nei fine settimana correva (e vinceva) nel campionato di F.Italia. Grazie all’aiuto del commercialista bresciano Edoardo “Edo” Lazzaroni, Giacomelli lascia il lavoro e la famiglia per fare il pilota e dopo aver firmato un contratto con Max Mosley si trasferisce a Bicester per “vivere” al massimo la sua passione come pilota ufficiale della March nel campionato inglese di F3, il più importante d’Europa. Gli inglesi lo prendono in simpatia e lo chiamano “Jack O’Malley” e lui li ripaga contendendo entrambi i campionati britannici (il BP Supervisco e lo Shellsport) a Rupert Keegan.

Le 20 monoposto ammesse si schierano a file sfalsate come l’anno precedente. La TV francese non trasmette la corsa per non inquadrare la cartellonistica Gitanes posizionata in punti strategici del tracciato.

Lauda ha un ottimo avvio seguito da Peterson che supera Regazzoni. Alle loro spalle si sgranano Depailler, Scheckter, Fittipaldi, Stuck e Laffite.

Reutemann e Jones, partiti dall’ultima fila, entrano in collisione ancora prima di Sainte-Dévote e si ritirano con le sospensioni rotte.

Lauda prende subito un cospicuo vantaggio su Peterson che deve tenere a bada Regazzoni e le Tyrrell.

All’ottavo giro Hunt, che è partito senza la presa d’aria motore, va in testacoda all’uscita del Tabac. Non urta da nessuna parte ma riparte dall’ultima poszione.

Depailler rallenta e al 15° giro lascia passare Scheckter. Un tirante della sospensione posteriore destra si sta allentando e non gli consente di tenere il passo di Regazzoni.

Al 25° giro Hunt rompe il motore alla staccata della chicane del porto e sparge olio sulla pista fino al Tabac. Regazzoni scivola sull’olio, arriva lungo alla chicane e viene superato dalle Tyrrell. Al passaggio successivo è Peterson a perdere il controllo al Tabac, lo svedese picchia col posteriore e si ritira.

Ronnie Peterson (SWE) climbs from his March 761 after crashing out at Tabac on the deposited oil of James Hunt’s (GBR) McLaren M23 on lap 27.
Monaco Grand Prix, Rd6, Monte Carlo, Monaco, 30 May 1976.

 

Ora Lauda ha 16 secondi di vantaggio su Scheckter e Depailler mentre Regazzoni sta cercando di recuperare il tempo perso nel “dritto” alla chicane. Seguono, molto più staccati, Laffite, Stuck e Mass che sono riusciti a scavalcare il “tappo” Fittipaldi.

La sospensione di Depailler continua ad allentarsi, tanto che la ruota posteriore destra tocca il suolo solo con la parte interna (come Scheckter a Zolder), così Regazzoni lo raggiunge e lo può superare facilmente nella discesa verso il Mirabeau.

Il ticinese continua a tirare per recuperare la seconda posizione, raggiunge Scheckter ma a quattro giri dal termine sbaglia l’ingresso alla Rascasse (come nel 1974), urta il guardrail interno e conclude la sua corsa andando a sbattere dalla parte opposta.

Niki Lauda vince il GP di Monaco per il secondo anno consecutivo con 11 secondi su Scheckter e oltre un minuto sullo stoico Depailler.

Stuck chiude al quarto posto mentre Laffite, in difficoltà col cambio della Ligier, va in testacoda a 2 giri dalla fine. Il francese riparte ma Mass lo sbatte contro il guardrail alla Rascasse rompendogli una ruota. Il pilota della McLaren conquista il quinto posto mentre Laffite non riesce a raggiungere il traguardo e lascia la sesta posizione a Fittipaldi.

La classifica mondiale è imbarazzante. Lauda ha 51 punti, Regazzoni 15 Depailler e Scheckter 14. La Ferrari ha vinto tutti i 6 GP disputati e ha 54 punti, la Tyrrell è la seconda forza con 22, la McLaren è terza con 12.

Hunt è settimo con 6 punti, frutto del solo secondo posto di Kyalami, ma non si abbatte più di tanto e si reca a Milano per un servizio fotografico per l’edizione italiana di Playboy.

Tre giorni dopo la corsa, una nutrita rappresentanza dei piloti che hanno partecipato al GP di Monaco raggiunge il piccolo Autodromo San Cristoforo di Varano de’ Melegari dove si disputa la Corsa per il Friuli, una manifestazione a supporto delle vittime del terremoto del 6 maggio.

Il tutto nasce da un’idea di Gian Paolo Dallara che viene raccolta da Autosprint e trasmessa ad Alfa Romeo, Ferrari, FIAT e CSAI che accettano di collaborare molto concretamente.

L’Alfa Romeo fa confluire in Emilia le Alfasud che partecipano all’omonimo trofeo per una staffetta tra i relativi piloti e i professionisti della F1 che si alternano al volante delle vetture che hanno lo stesso numero usato nel Mondiale. Si presentano Ronnie Peterson (che quindi si alterna col legittimo pilota dell’Alfasud n°10, Filippo Niccolini), Emerson Fittipaldi, Arturo Merzario, Loris Kessel, Harald Ertl, Renzo Zorzi, Jody Scheckter, Lella Lombardi, Vittorio Brambilla, Carlos Pace, Jacques Laffite e Alan Jones. Si aggiungono Maurizio Flammini e Bruno Giacomelli; gli ex piloti Alex Soler-Roig e Nanni Galli; i motociclisti Giacomo Agostini e Johnny Alberto Cecotto oltre al campione di motonautica Renato Molinari. La gara è vinta dalla coppia formata da Arturo Merzario e Paolo Galli sulla vettura n°35.

Ovviamente non possono mancare Niki Lauda e Clay Regazzoni che però fanno una gara a parte al volante delle FIAT 131 Abarth e alla quale partecipano Giancarlo Martini, Alex-Dias Ribeiro, Giorgio Pianta e i rallisti Bobo Cambiaghi, Lele Pinto e Sandro Munari.

Grazie anche alla giornata festiva del 2 giugno, vengono staccati oltre 14mila biglietti (senza considerare i soliti “portoghesi”) a 3mila lire l’uno (15 euro) ai quali si aggiungono quasi 9 milioni di offerte in denaro da parte di aziende, privati e anonimi per un totale di oltre 42 milioni (213mila euro) che serviranno per la costruzione di una scuola materna a Vedronza, frazione del comune di Lusevera (UD), intitolata a Graham Hill e tutt’ora frequentata dai bambini del luogo.

Lunedì 7 giugno si corre il GP di Pau di F2, vinto da René Arnoux davanti a Laffite e Jabouille. La sorpresa arriva dal 24enne canadese Gilles Villeneuve, pilota di F.Atlantic e campione mondiale di motoslitte che gareggia in Europa per la prima volta grazie all’ingaggio di Ron Dennis, ex meccanico di Cooper e Brabham che da qualche anno si è messo in proprio.

Il Mondiale continua ad Anderstorp con il GP di Svezia.

La Ferrari non apporta particolari modifiche alle loro invincibili monoposto mentre alla Tyrrell continuano gli esperimenti alla ricerca del miglior tipo di aspirazione per gli 8 cilindri del DFV. Scheckter prova di nuovo la presa d’aria a forma di corna e anche quella della 007, “decapitata” per rientrare nel regolamento.

Pole sitter Jody Scheckter (RSA) Tyrrell P34 went on to win the race; the first and only victory for the distinctive 6-wheeled Tyrrell.
Swedish Grand Prix, Rd 7, Anderstorp, Sweden, 13 June 1976.

 

Mario Andretti torna in Europa dopo la sfortunata Indy 500 dimezzata dalla pioggia. Sulla Lotus si prova ancora la presa d’aria alle spalle del pilota ma solo per le prove.

La crisi della Brabham Alfa sembra non avere uscita. In Svezia Murray porta un nuovo muso con feritoie tipo BT42 e ala a sbalzo in stile Hesketh, oltre all’ennesimo tipo di presa di alimentazione per il 12 cilindri. Tutto inutile nonostante l’impegno di Ecclestone, addetto alle decorazioni, anche perché l’ala tocca l’asfalto in frenata e si rompe quasi subito.

La First National City Bank decide di sponsorizzare anche la March di Peterson che nelle prove adotta una livrea che la rende simile alla Penske PC3 usata da Donohue e Watson.

La McLaren M23 dopo Jarama non è più nemmeno lontana parente della macchina che contendeva la prima posizione alla Ferrari di Lauda. Caldwell ha fatto riposizionare i radiatori dell’olio sulle fiancate sul muletto.

Sulla vettura di Mass viene provato ancora l’alettone sdoppiato ma questa volta in un unico pezzo realizzato appositamente.

Ritorna Brett Lunger che ora dispone di una nuova TS19 in sostituzione di quella venduta a Pescarolo.

Il francese è assente perché impegnato alla 24 Ore di Le Mans con la Inaltera, così come Jacky Ickx che la vincerà (per la terza volta) con la Porsche 936, in coppia con Gijs van Lennep.

Le Mans 1976, at the wheel: Gijs van Lennep (left) and Jacky Ickx (right), overall winners

 

Debutta finalmente la nuova Penske PC4 dopo che sono stati risolti i problemi di alimentazione.

Tenta la qualificazione il 32enne danese Jacob “Jac” Nelleman, buon pilota di F3 che durante le prove, dopo aver rotto il motore sulla BT42 della RAM Racing, aiuta John Macdonald a mettere il suo numero di gara (33) sulla BT44B muletto di Kessel. Sarà l’unico non qualificato al GP.

Jac Nellemann (DEN) RAM Racing Brabham BT44B, failed to qualify for the race in his first and only GP appearance.
Swedish Grand Prix, Rd 7, Anderstorp, Sweden, 13 June 1976.

Jac Nelleman of Denmark helps team owner John MacDonald to change the numbers on the #33 RAM Racing Brabham BT44B Ford Cosworth V8 during practice for the Swedish Grand Prix on 11th June 1976 at the Scandinavian Raceway in Anderstorp, Sweden. (Photo by Grand Prix Photo/Getty Images)

 

Le lunghe curve a raggio costante di Anderstorp esaltano le caratteristiche della Tyrrell a 6 ruote tanto che Scheckter, da sempre molto scettico nei confronti del Project 34, conquista la sua prima pole position in un GP iridato.

La vera sorpresa arriva dal secondo tempo di Andretti che riporta la Lotus in prima fila da Brands Hatch ’74.

Altrettanto sorprendente è il terzo tempo di Chris Amon con la Ensign N176, una monoposto realizzata in grande economia che cresce gara dopo gara. Questo risultato è il migliore mai ottenuto in qualifica dalla piccola squadra di Mo Nunn.

Depailler completa la seconda fila e precede Lauda, Nilsson (che conferma i progressi della Lotus 77), Laffite e Hunt. Regazzoni è solo undicesimo e Fittipaldi torna nelle retrovie col 21° tempo.

Andretti anticipa nettamente la partenza e conduce il gruppo alla prima curva davanti a Scheckter, Depailler, Amon, Nilsson, Lauda, Laffite e Hunt.

Il primo ritiro è quello di Watson che esce di pista con l’acceleratore bloccato. La PC4 si ferma contro un palo di sostegno delle reti che proteggono gli spettatori.

Al terzo giro Nilsson non riesce a controllare la sua Lotus che si va a schiantare contro il muretto dei box sotto gli occhi imbarazzati della sua squadra.

The Lotus 77 of Gunnar Nilsson (SWE) is recovered by marshals by the pit lane after he crashed out on lap 3 of his home GP.
Swedish Grand Prix, Rd 7, Anderstorp, Sweden, 13 June 1976.

 

Andretti è il più veloce in pista e guadagna mezzo secondo al giro su Scheckter seguito da Depailler, Amon, Lauda, Laffite, Hunt e Peterson che ora ha la livrea identica a quella della Penske.

A metà gara, quando il vantaggio di Andretti sulla prima Tyrrell si è stabilizzato sugli 8 secondi, i commissari di gara informano Chapman di aver sanzionato Andretti con un minuto di penalità per aver anticipato la partenza. Scheckter è ora virtualmente in testa al GP di Svezia.

Al 38° giro Depailler va in testacoda all’uscita del Karusell, riparte senza danni ma perde la seconda posizione in favore di Amon il quale però non riesce a completare la tornata perché la sospensione anteriore sinistra della Ensign si rompe e il neozelandese va a sbattere frontalmente contro il guardrail dopo aver abbattuto due file di reti. Se la cava con alcune contusioni alle gambe e l’ennesima delusione.

Mentre Ken Tyrrell è indaffarato a cercare la conferma della penalità data ad Andretti per dare le giuste informazioni ai suoi piloti, Piedone rallenta, perde la metà del vantaggio accumulato e al 46° giro il suo DFV esplode togliendo qualsiasi dubbio a Mr. Chopper.

Gli ultimi 26 giri non hanno storia, con i distacchi tra le vetture ben consolidati. Jody Scheckter vince la prima gara di F1 con una vettura a 6 ruote davanti al compagno di squadra Depailler: un vero trionfo per la Tyrrell e Derek Gardner.

ANDERSTORP RACEWAY, SWEDEN – JUNE 13: Jody Scheckter pulls up beside designer Derek Gardner and team in his Tyrrell P34 Ford to celebrate his victory. Stirling Moss looks on during the Swedish GP at Anderstorp Raceway on June 13, 1976 in Anderstorp Raceway, Sweden. (Photo by David Phipps / Sutton Images)

 

Lauda limita i danni su una pista che non è mai stata molto benevola per le Rosse conquistando il terzo posto con oltre 30 secondi di distacco. L’austriaco, al suo peggior risultato della stagione, sale a quota 55 punti e vede diminuire per la prima volta il suo vantaggio sul secondo classificato che ora è Scheckter, staccato di 32 punti. Depailler è terzo con 20 e Regazzoni sale a 16 dopo aver conquistato un bel sesto posto, facendo tutta la corsa senza un piombo di bilanciamento in una ruota e terminando con le mani piagate. Hunt riesce a tornare in zona punti con il quinto posto finale, appena davanti a Regazzoni, e ora ha 8 punti. La Ferrari è sempre irraggiungibile con 58 punti in 7 GP davanti alla Tyrrell con 31 e McLaren 14.

La Ferrari ha trovato nella Tyrrell P34 la sua degna antagonista?

 

Giovanni Talli