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MOTOGP 2023- GP D’AUSTRALIA-LA PRIMA DI ZARCO

Round 16 di 20 in quel di Philip Island, ovvero uno dei circuiti più belli che il pianeta Terra ha avuto modo di ospitare.

Dopo l’Indonesia il leader mondiale, nonché campione in carica, Pecco Bagnaia ha raddrizzato la situazione grazie alla vittoria ed alla caduta del suo primo (ed unico) rivale Jorge Martin.

In terra australiana però succede spesso l’imprevedibile in questo periodo dell’anno. Il tempo non è mai clemente ed in condizioni di pioggia non bisogna mai dar nulla di scontato. Ed infatti le condizioni climatiche consigliano lo stravolgimento del weekend visto che per la domenica è previsto un tempo da lupi.

Intelligentemente la “main Race” viene anticipata al sabato per poterla correre in condizioni ottimali posticipando la Sprint alla domenica che poi salterà del tutto. Per una volta la decisione del baraccone è condivisibile. Massimo punteggio a disposizione e rischi inutili per la salute dei piloti evitati. In questo frangente sarebbe stato davvero deleterio per il campionato.

 

QUALIFICHE

Martinator è inarrestabile ed inavvicinabile per chiunque. Con estrema facilità demolisce il record della pista girando in 1.27’2 mortificando il resto della griglia che può solo applaudirlo. Brad Binder e Bagnaia completano la prima fila. Anche in Australia il campione in carica è costretto a partire dal Q1. E’ una sua caratteristica quella di non partire subito a palla nelle Fp, cercando di utilizzare il poco tempo a disposizione per preparare al meglio la gara. Ma dopo Barcellona tutto gli sta diventando più difficile ancora ed il suo modo di arrivare al top è diventato più lento e faticoso.

Al contrario Martin pare benedetto dalla “mano de Dios” per quanto va forte sin da subito. Viene immediato il parallelo con il re di Philip Island Casey Stoner che qui correva su una pista più corta per quanto ci andava forte. La sua peculiarità era proprio quella di trovare il limite subito dopo pochissimi giri.

Jorge lo spagnolo è stato uno spettacolo per gli occhi nel vederlo girare anche da solo. Armonia perfetta con la sua GP23, un armonia che solo lui ha oggi.

La seconda fila è composta dalla prima Aprilia di Espargaro, da Zarco e da un sempre più ottimo Di Giannantonio. Qualifiche sotto tono invece per i VR46 e disastrose per Fabio Quartararo fresco del podio dell’Indonesia.

 

GARA

Come già detto una lungimirante decisione da parte dell’organizzatore e della direzione corsa anticipa la gara lunga al sabato mattina onde evitare il maltempo previsto (ed arrivato puntualmente) della domenica.

Al via il poleman scatta come una molla e saluta la truppa “forte” della scelta azzardata della gomma soft al posteriore. In breve Martin stacca Binder; Di Giannantonio (che sopravanza abbastanza in fretta un guardingo Bagnaia); Pecco e Zarco che si mettono a viaggiare ad un passo decisamente più lento di Jorge.

Lo spagnolo arriva ad accumulare quasi 4 secondi di svantaggio quando il gruppo dei suoi inseguitori viaggia compatto. La gara pare non avere storia e scivolare verso quella che sarebbe stata una grande vittoria per Martin ed una grande sconfitta per Bagnaia solo quarto dietro a Binder e Di Giannantonio e per giunta con Zarco alle calcagna. Ma a 4 giri dalla fine la posteriore soft di Martin comincia a mostrare i segni di fatica ed il quartetto degli inseguitori recupera al ritmo di oltre mezzo secondo al giro.

Bagnaia fiuta il colpaccio e passa Fabio Di Giannantonio e Binder portandosi dietro Zarco che però lo sopravanza. All’inizio dell’ultimo giro Martin ha ancora un gruzzoletto di decimi sul compagno di squadra e tutti gli altri. Ma non bastano, perché già al tornantino a sinistra dopo la curva Stoner Zarco si butta dentro in staccata e lo sorpassa. Nel microscopico buco di traiettoria che si apre ci si tuffa a capofitto Bagnaia che esce secondo. Ormai sulle tele Martin deve cedere la posizione anche a Di Giannantonio e, sull’ultima curva, anche alla KTM di Binder.

Nel giro di un minuto e mezzo gara stravolta e classifica del campionato che sorride al leader meglio di qualsiasi rosea previsione prima della gara.

Grandissimo podio per il nostro Diggia del team Gresini. Proprio adesso che si stava divertendo gli tolgono il giocattolo (parole sue).

Bella vittoria, la prima in Motogp, per Johan Zarco che ormai sembrava destinata a svanire per sempre visto che a fine anno lascerà il manubrio di una Ducati.

 

 

 

A fine gara sovvengono alcune domande.

Martin aveva davvero bisogno di fare una scelta diversa visto il suo stato di forma? E perché proprio a Philip Island dove già in passato si è assistito a gomme che ti mollano sul più bello (anche in SBK)? Non era proprio questa la pista dove anni addietro accorciarono la gara perché non erano sicuri di finire con le gomme?

La scelta di chi è stata? Perché Martin (se sono al corrente io di ste cose figuriamoci se non lo è lui) non si è opposto qualora la scelta non è stata sua?

Lo spagnolo in questo momento non ha bisogno di azzardi, deve solo fare quello che gli riesce benissimo, ovvero dare gas. Errore imperdonabile suo e del suo box.

 

Fabio Di Giannantonio. E’ vero, sino a quando non gli hanno tolto il manubrio dalle mani non ha brillato, però è vero che per riuscire a tenere in mano il manubrio di una MotoGp senza test non basta una stagione ed un pezzo, per giunta in un team privato senza tanti “aiuti” che sono riservati agli ufficiali.

Basta pensare al percorso che non è stato interrotto dello stesso Pecco. I suoi primi due anni non sono stati molto diversi da quelli del romano in termini di risultati. Merita una seconda chance.

 

Concludo.

Per vincere il mondiale non basta essere il più veloce in assoluto. Martin oggi lo è ma deve annullare le battute a vuoto che siano cadute che errori strategici.

Questo 2023 lo vincerà il migliore tra Bagnaia e Martin, e quando si intende il migliore non significa solo “il più veloce”. Martin lo è adesso ma lo è stato Bagnaia per oltre un anno su questa moto. A patto di essere di più veloci in assoluto serve tutto il resto, altrimenti Schwantz avrebbe 8 mondiali in bacheca e Lawson manco uno. Il concetto vale sempre come anche per le 4 ruote. Lauda non è mai stato il più veloce in assoluto eppure ha vinto 3 mondiali ed uno con la stessa auto di Prost che lo era. Lo stesso francese ha cominciato a vincere campionati quando non era il più veloce in pista tutte le domeniche.

Se Jorge Martin non riuscisse a vincere questo mondiale avrà imparato quanto sopra. Come lo ha imparato Bagnaia che sino allo scorso anno si stendeva spesso e volentieri.

 

 

 

 

MOTOGP2023-GP DI INDONESIA. E’ UN MONDIALE BELLISSIMO

Il mondiale diventa caldissimo e non solo in senso figurato. I ragazzi della Motogp arrivano nel caldo terribile dell’Indonesia per giocarsi la gara numero 15 di 20 e la prima di un filotto di 3 a cui seguiranno Australia e Thailandia tutte d’un fiato..(come a settembre, Mah).

L’inerzia del campionato è dalla parte di Jorge Martin a partire dalla caduta a Barcellona del WC in carica  Bagnaia. Per loro sarà importante giocarsela e provare a far proprio questo mondiale perché nel 2024 si ritroveranno in casa Ducati un cliente terribile di nome Marc Marquez. Lo spagnolo sarà sulla sella della moto di Gresini e tornerà protagonista: intanto gli è già tornato il sorriso

 

QUALIFICHE

Non doveva nemmeno esserci vista la clavicola rotta poche settimane fa ed invece Luca Marini stampa la pole position davanti alle due Aprilia ufficiali di Vinales ed Espargaro, ad un ottimo Quartararo, al solito Binder e, finalmente al primo dei due pretendenti al mondiale 2023 Jorge Martin solo sesto.

Bagnaia non ci ha capito molto finendo addirittura in P13 preceduto anche da un altro potenziale assente Marco Bezzecchi fresco di operazione alla clavicola, da un redivivo Di Giannantonio ed anche dal proprio compagno di squadra Enea Bastianini.

Le gare si mettono in salita ripida per il leader del mondiale e del team Ducati.

 

SPRINT RACE

E niente, la velocità che in questo periodo storico è in mano a Jorge Martin è micidiale. Già “re delle sprint” vince l’ennesima dell’anno e si issa in testa alla classifica del campionato sopravanzando un opaco Bagnaia che dalla P13 riesce solo ad arrivare alla P8.

Eroici i due Mooney VR46 che non avrebbero dovuto esserci e che allietano il proprio box completando il podio della Sprint.

Giusto per “evidenziare” i favoritismi Ducati tra Martin e Bagnaia si classificano Marini, Bezzecchi, Di Giannantonio(P6) Bastianini (P7).

 

GARA

Chi scrive pensa che la gara di oggi sia stata di gran lunga la più bella dell’anno a prescindere dai risultati.

Abbiamo visto tutto ciò che c’era da vedere ed anche quello che ci potevamo immaginare:

  1. Uno strepitoso Jorge Martin partire come una palla di cannone dalla P6 ed agguantare il comando alla prima curva per poi mantenerlo di forza sino a quando non è scivolato.

2. Un fantastico Pecco Bagnaia partire bene e rischiare tutto il rischiabile nei primi 3 giri per risalire sino alla terza posizione. Raggiunta la stessa ha mantenuto la calma ma non ha perso la voglia di andare ad agguantare chi aveva davanti braccando Vinales. Invece di accontentarsi dopo la caduta di Martin è andato a prendere lo spagnolo per poi “controllarlo” sino alla fine.

3. Un ottimo Vinales al quale manca sempre un soldo per fare una lira per vincere ma oggi è stato bravo. Ed è stato bravo perché è riuscito a resistere a Quartararo.

4. Uno spettacolare Quartararo che per arrivare a podio tenendosi dietro varie Ducati, Aprilia, KTM ci ha messo davvero tanto mestiere e tanta velocità.

5. Un eroico Bezzecchi operato 6 giorni fa alla clavicola combattere come un leone.

6. Un commovente Di Giannantonio ai piedi del podio e attualmente a piedi per il 2024.

7. Un redivivo Bastianini (rientrante dopo altre 3 gare di stop) autore di una seconda parte di gara convincente coronata dal giro più veloce in gara che può solo far bene al suo morale ed al campionato.

8. Il solito Marquez che a forza di non darsi per vinto assaggia più asfalto 2023 che può per non assaggiarlo più nel 2024.

9. Il gemello cattivo di Binder che quando entra nel fianco dei colleghi li stende invece di superarli come fa il gemello buono. Alla prima spinta ci può stare il Long Lap ma alla seconda (con gara rovinata sia per Marini che per Oliveira) ci andrebbe la bandiera nera.

 

Giusto il tempo di chiudere il materiale nelle casse per riaprirlo sull’australiana Isola di Filippo già venerdì prossimo per un altro weekend importante.

Bagnaia ha il vantaggio di 18 punti e la fiducia ritrovata grazie ad una gara strepitosa che forse nemmeno pensava di riuscire a compiere.

Martin ha l’euforia dell’ultimo mese e mezzo che gonfia le vele della sua consapevolezza di essere il pilota con il miglior stato di forma del momento.

Lotta a due da qui a fine campionato sulla (stessa) moto migliore già campione Costruttori 2023.

Ducati campione in ogni caso, perché se dovesse vincere il campionato Jorge Martin sarebbe la prima volta che una marca riesce a vincere anche con un team satellite nell’intera epoca Motogp.

Credo che a Borgo Panigale non avrebbero potuto fare di meglio a prescindere da come andrà a finire.

 

Buon divertimento a tutti.

A domenica prossima

MOTOGP 2023-GP DEL GIAPPONE MOTEGI

Tutti d’un fiato dalle Indie al Giappone per il classico di Motegi.

Assenti per infortunio Bastianini, Marini, Alex Marquez (ormai si deve fare il contrappello come durante il servizio militare) si rivede finalmente Alex Rins che torna sulla Honda di Cecchinello per le ultime gare prima di passare in sella alla Yamaha ufficiale nel 2024. In pista anche il collaudatore Yamaha Cal Crutchlow vecchia conoscenza del circo iridato.

La pista di casa Honda è iperconosciuta dai baldi giovani del Motomondiale, pertanto gli stessi non patiranno l’assenza di dati e riferimenti come lo scorso weekend. Ciò dovrebbe portare i valori in campo alla condizione pre-India.

 

QUALIFICHE

Il pilota più in forma del momento resta Jorge Martin che conquista una splendida pole abbattendo il record del circuito fissato al mattino da Binder durante le FP. Bagnaia agguanta il secondo posto in extremis con un giro dei suoi che non è comunque sufficiente a battere lo spagnolo. In terza posizione un redivivo Jack Miller che lo scorso anno a Motegi aveva addirittura vinto la gara. Il mattatore di Buddh Bezzecchi “solo” quarto davanti all’altra Ktm di Binder e ad un magico Di Giannantonio davanti a Marc Marquez “ottimo” settimo.

Bezzecchi ha approfittato dell’aiuto della scia offerta da Bagnaia dopo che nel primo tentativo era caduto rovinosamente con la prima moto. Questo in faccia a tutte le malelingue.

 

SPRINT RACE

Jorge Martin mette in scena una gara alla sua maniera. Se ne va salutando subito i compagni di viaggio e l’unico in grado di stargli vicino è Binder che si issa presto al secondo posto.

Bagnaia rimane a battagliare con Miller e finisce sul terzo gradino dello “sprint podio” lasciando per strada altri 5 punti in favore dello spagnolo che arriva a -8 in classifica generale. Bezzecchi si arrabatta sino alla sesta posizione preceduto anche da Zarco ma davanti al buon Marquez che riesce a mantenere la posizione di partenza in griglia. Opache le Aprilia che finiscono anche dietro all’ottimo Di Giannantonio. Mir resta in piedi e finisce tredicesimo, mentre Quartararo arriva quindicesimo davanti al compagno di team che non vede l’ora di salire sulla sua Ducati.

 

GARA

La corsa parte quando inizia a scendere qualche goccia d’acqua. Giusto un giro e tutti i migliori prendono la corsia box per il cambio moto. Il più veloce della prima fase è Aleix Espargaro che monta una rain morbida come Marquez. La pioggia leggera aiuta lo spagnolo che però ben presto viene sopravanzato dai soliti Big man mano che la pioggia si intensifica. Cade Binder e la gara prosegue con Martin che tiene Bagnaia a distanza di un secondo mentre Marquez risale sino al terzo posto.

Ma verso metà gara la pioggia aumenta al punto che prima Espargaro e, subito dopo, Bagnaia e Marquez alzano il braccio per far uscire la bandiera rossa: poca visibilità ed i piloti partiti con caschi non adattati alle nuove condizioni climatiche, consigliano di usare il buon senso.

Meno di un ora di pausa e la direzione gara fa rientrare i piloti in pista per un nuovo tentativo prima che l’oscurità scenda sulla pista.

Sighting lap e Warm up lap sono sufficienti per dire basta, arrivare oltre la metà gara e assegnare il punteggio pieno.

Jorge Martin completa un altro filotto (pole, sprint, gara) dopo quello di Misano. Conferma così di essere il più in forma del periodo e rosicchiando altri punti al leader Bagnaia che resta tale ma con sole 3 lunghezze di vantaggio. Marc Marquez conquista un podio nel giardino di casa Honda che potrebbe anche essere il suo regalo d’addio alla casa di Tokio.

 

CONSIDERAZIONI SPARSE

Ad ottobre in Giappone il clima è spesso piovoso. Far partire la gara alle 15 locali per fare un “favore” agli spettatori europei resta un idea idiota oggi come lo è stato in passato anche per altre discipline motoristiche. Le giornate si accorciano ed un ritardo qualsiasi porta al risultato di non riuscire a finire la corsa. Attribuire il punteggio pieno con il solo 50% di gara percorso è bizzarro a prescindere dal tifo e dal vincitore.

Bagnaia ha dilapidato tutto il vantaggio a partire dalla caduta di Barcellona. Lo scorso anno ha mostrato di saper vincere rimontando, quest’anno dovrà dimostrare di sopportare la pressione di chi lo insegue.

Ormai manca solo l’annuncio ufficiale di Marquez alla corte di Gresini. Un terremoto visto che ha spostarsi è il pilastro della categoria del dopo Rossi. Potrebbe riuscire in un impresa epica e farlo laddove tanti altri non sono riusciti addirittura in un team satellite. Pur non essendo dotato dell’ultima versione di Desmosedici le differenze tra l’ultimo upgrade ed il precedente delle moto bolognesi sono davvero poche. Ci sarà da divertirsi e ci sarà da sputar veleno tra i tifosi socials..

Appuntamento a tra 15 giorni in Indonesia.

 

Salvatore Valerioti

 

MOTOGP 2023 – ROUND 12 – INDIA: IL MONDIALE SI RIAPRE

Dopo ben 10 anni di assenza torna sulla ribalta mondiale il Buddh Circuit in India. Dopo la F1 è la Motogp a tentare la “carta indiana” su un circuito inattivo dal 2018 ed in un paese non proprio “facile”.

Infatti, dopo 10 anni, i problemi con i visti di ingresso sono rimasti tali e quali. La pista, addirittura, è stata omologata per il rotto della cuffia qualche giorno prima di accendere i motori.

Tracciato molto green e scivoloso, layout sconosciuto a tutti ed assenza di dati sono stati fattori che hanno complicato il weekend dei nostri centauri.

Dopo le prime sessioni i valori in campo si sono quasi riallineati completamente in favore di chi è nelle prime posizioni della classifica generale, in sella alle Ducati…

Ktm ed Aprilia sotto tono hanno permesso a Yamaha ed Honda di riaffacciarsi nella parte alta della classifica sin dalle qualifiche. Che questo stia ad indicare un progresso da parte dei giapponesi, piuttosto che un regresso degli “europei”, sarà tutto da dimostrare nelle prossime gare, sebbene proprio la prossima gara sarà a Motegi.

Andiamo per ordine.

QUALIFICHE


La pole va ad uno strepitoso Marco Bezzecchi arrivato carico come una molla in India. I compagni di Marca Martin e Bagnaia completano la prima fila come da “possibile” copione. A dimostrazione che le Ducati vanno sempre forte (anche quelle dei team satellite) Luca Marini si piazza in quarta posizione davanti ad un redivivo Joan Mir che precede nientepopodimeno che sua maestà Marc Marquez: in pratica un evento storico. Due Aprilia ufficiali e riappare in Q2 al nono posto anche l’ex campione del mondo Fabio Quartararo. Tutte le KTM fuori dai primi 12 posti.

 SPRINT RACE SABATO

La prima curva del circuito indiano è una sorta di imbuto ed il primo a farne le spese è il poleman Marco Bezzecchi che viene tamponato dal compagno Marini che gli partiva esattamente dietro. Il risultato è che Marco, pur non cadendo, si ritrova a rientrare in pista in coda al gruppo, mentre Luca si rompe una clavicola salutando il resto della truppa.

La gara non ha storia. In assenza del mattatore Bezzecchi, il comando è preso con prepotenza da Jorge Martin che va a vincere senza essere mai impensierito da Bagnaia che, suo malgrado, si trova invece a dover combattere con quell’osso duro di Marquez che termina al terzo posto difendendosi a sua volta da Binder risalito dalle retrovie dopo le pessime qualifiche. Il mattatore Bezzecchi rimonta sino al 5.posto finale superando all’ultimo giro Quartararo.

MAIN RACE DOMENICA

Che Marco Bezzecchi avesse un passo completamente diverso da chiunque altro sul Buddh Circuit lo si era capito sin dal sabato. Alla partenza decide di salutare tutti e si invola con un passo irraggiungibile per tutti arrivando ad accumulare oltre 5 secondi di vantaggio. Dietro di lui Pecco Bagnaia che dapprima viene sorpassato dal primo rivale in classifica Martin, ma poi riagguanta il secondo posto in tranquillità salvo perdere l’avantreno in una veloce piega a sinistra ad 8 giri dalla fine.

La gara finisce con Bezzecchi re indiano, Martin che a fatica agguanta il secondo posto dopo aver combattuto anche con la zip della sua tuta incalzato da Fabio Quartararo che sale sul terzo gradino del podio e sorride per il distacco dal vincitore che questa volta resta sotto i 10 secondi. Binder, Mir (per una volta rimasto sulle ruote) Zarco, Morbidelli, Vinales e Marc Marquez (scivolato durante la gara) completano i primi posti.

Tutta la truppa si sta trasferendo a Motegi per la gara successiva senza soluzione di continuità.

Il mondiale si è riaperto d’improvviso in poche settimane. La caduta di Bagnaia a Barcellona ha spostato l’inerzia a favore degli inseguitori che in tre appuntamenti hanno mangiato il 70% del vantaggio che Pecco si era procurato (e meritato) prima. Dalla parte del chivassese c’è che sia Martin che Bezzecchi corrono per loro stessi e si porteranno via punti a vicenda. Bagnaia non può contare che su se stesso (come accadde l’anno scorso) perché non ha nemmeno il compagno di team in grado di aiutarlo tenendo dietro i suoi rivali.

Sarà un 1 contro 1 contro 1 da qui a fine stagione tra lui, Martin e Bezzecchi.

In ogni caso Bagnaia avrà solo da perderci. Se dovesse vincere sarà per il fatto che lui è l’ufficiale e gli altri no. Se dovesse perdere vorrà dire che non merita (e manco meritato in passato) la moto ufficiale ed il team interno, contrariamente agli altri più bravi di lui. Questo il mood in giro per i socials, purtroppo.

Ducati non ha fatto preferenze quest’anno e manco lo scorso. La dimostrazione che ha sempre fornito materiale di primordine a tutti è nel fatto che nei due anni scorsi le vittorie di marca sono arrivate da tutti e quattro i team forniti, l’interno, Pramac, Gresini, VR46.

Però questo è il clima che si respira, quello di dover creare polemica sempre, di voler sempre vederci del marcio… e questo sarà il motivo per cui dalla prossima stagione questa rubrica verrà tagliata dal palinsesto del Blog.

Al dopo Motegi.

Saluti

 

Salvatore Valerioti

MOTOGP 2023-ROUND 11-MISANO ADRIATICO

Secondo appuntamento di questo intenso mese che vedrà ben quattro rounds. Da venerdì 1 settembre sino a domenica 1 ottobre il pubblico avrà fatto una scorpacciata di gare: Catalunya (già in archivio), Misano, Buddh Circuit, Motegi.

Quattro gare e quattro minigare…..con la sessione di test post Misano nel mezzo….

Tutto ciò per recuperare le 5 settimane di “ferie” a luglio.

Sarà preistorico chi scrive, ma io ci vedo una bella dose di stress per tutti quanti, piloti e non solo.

Concentrare in così poco tempo tutti questi impegni è dannoso anche per lo spettacolo oltre che pericoloso per l’incolumità dei piloti stessi.

Al netto del miracolo a cui abbiamo assistito domenica scorsa con Pecco, cosa sarebbe potuto accadere se il leader del mondiale avesse dovuto saltare tutto il mese per una frattura? Che impatto avremmo avuto sulla classifica generale? E se Bastianini (sfigato dell’anno) fosse stato in lizza per un posto di rilievo in classifica generale?

Lo “spettacolo” non può essere più importante della salute dei piloti e nemmeno dello sport stesso. E per sport intendo la possibilità di giocarsela senza dover saltare troppe gare in caso di infortunio perché “ammassate” tutte insieme senza un attimo di respiro.

Tali considerazioni le feci già alla notizia che la stagione 2023 avrebbe visto aumentate il numero di le gare e che avremmo anche avuto lo stesso numero di minigare… Se Pecco si fosse fatto male seriamente e avesse recuperato in extremis per le ultime gare dell’anno perdendo il campionato? La vittoria finale avrebbe avuto la stessa valenza sportiva per il vincitore? Secondo me no. E non ne faccio una questione di tifo in quanto con quello non ci mangio e manco ci pago le bollette. E’ oggettivo.

Detto questo l’incedere degli impegni ed il rischio di non potervi partecipare siamo sicuri che non influisca sulla volontà dei piloti di rischiare? E, ammesso che non influisca, è davvero necessario farli correre con il coltello tra i denti rischiando lo stesso di falsare il campionato?

Messe da parte le considerazioni generali passiamo alla gara ed al circuito.

Misano è il vero Gp di casa (molto di più del Mugello) per case e piloti nostrani. Sia le Case che i piloti orbitano intorno a quest’angolo di Italia e non da oggi. I nostri rider conoscono ogni filo d’erba ed ogni ciottolo di ghiaia del circuito quindi possono essere tutti annoverati nella lista dei favoriti soprattutto perché in sella ad una Ducati. Tutti tranne il povero Morbidelli che per le mani un manubrio giapponese (per quest’anno ma ne parleremo a parte più avanti). Tutti tranne Francesco Bagnaia che pur “fit” è dolorante anche se felice di essere presente in qualità di “miracolato” 2023.

Ovvio che anche i piloti Aprilia vorranno essere protagonisti spinti peraltro dall’entusiasmo della prima doppietta di domenica prossima. Per gli altri le possibilità sono più remote con Binder che risulta quello messo meglio rispetto agli altri. Dei piloti su moto giapponesi eviterei di parlare tanto ci sarebbe poco da dire.

 

 

SABATO-QUALIFICHE

Pole monstre con aggregato nuovo record del circuito per Jorge Martin e la sua Ducati Pramac. La prima fila è completata dalle altre due Ducati di Bezzecchi e Bagnaia entrambi Incerottati e doloranti. Spettacolare la wild card Dani Pedrosa che porta la KTM sperimentale a ridosso della prima fila e prima delle moto austriache, segno che lui è sempre forte ma anche che il prossimo step della K è alle porte.

Discrete le Aprilia che si qualificano subito dietro e benino anche Marquez che issa la RCV213 al nono posto (di questi tempi è oro).

Deludono invece Zarco, Marini, Miller che finiscono nelle retrovie insieme al solito Quartararo che non entra nemmeno nel Q2.

 

SABATO-MINIGARA

I pochi giri tirati del sabato pomeriggio confermano i valori delle qualifiche.

Al via Martin scatta meglio di tutti e si invola senza lasciare agli altri nemmeno l’idea di sorpassarlo foss’anche per pochi metri. Dietro di lui Pecco Bagnaia sopravanza per qualche giro Bezzecchi salvo poi ricedergli la posizione per evidenti difficoltà fisiche. Ciononostante riesce ad arrivare sul podio facendo il suo miglior giro proprio all’ultimo per contenere uno splendido Dani Pedrosa che si conferma anche in gara. L’unico a guadagnare posizioni di rilievo dopo la partenza è quel matto di Binder che intraversa la moto ad ogni staccata. Rispetta il suo compagno di squadra che gli arriva davanti non provando a sorpassarlo alla sua solita dura maniera: in fondo un singolo punto in più non avrebbe fatto tutta questa differenza…

Per tutti gli altri prestazioni in linea con quanto espresso in qualifica e pochissimi sorpassi. Nessuna caduta, nessun sussulto, sintomo che quanto scritto ad inizio articolo (viene scritto man mano che il weekend si sviluppa e subito prima o dopo ogni singolo evento dello stesso,ndr)è una realtà. Durante la gara breve del sabato in un mese pregno di appuntamenti i piloti fanno attenzione, altro che tirare a cannone, soprattutto nelle posizioni di rincalzo.

Degno di nota, si fa per dire, il campione del mondo 2020 Joan Mir che pur navigando tra l’ultima e la penultima posizione in classifica riesce a beccarsi una penalità per superament track limits e riesce anche a sbagliare il long lap penalty beccandosene un altro…..

 

DOMENICA-MAIN RACE

Inarrestabile Jorge Martin che completa il suo weekend perfetto partendo bene e facendo respirare il fumo dei suoi scarichi a tutti dall’inizio alla fine. La gara domenicale è stata una sorta di replica allungata della garetta del sabato. Bagnaia che sopravanza Bezzecchi inizialmente e che poi cede la posizione causa fatica fisica salvo resistere con i denti al leone Pedrosa che resta la prima delle KTM (ad un soffio dal podio).

Martin controlla i suoi rivali che gli stanno incollati, guidando tutti e tre ad ad un ritmo forsennato (quasi sempre sotto il minuto e 32!!!). Sino a 10 giri dalla fine… A quel punto Bagnaia cede un po’, “tappando” anche Bezzecchi che lo passa poco dopo ma che ormai si ritrova con un distacco vicino ai due secondi che non riuscirà più a recuperare allo spagnolo.

Dani Pedrosa quarto ha annusato l’odore del prosecco che avrebbe potuto sorseggiare sul podio ma può tornarsene a casa fiero ed orgoglioso del lavoro fatto.

Dopo lo spagnolo la prima delle Aprilia con Vinales seguito da Miguel Oliveira. Considerati i tempi bui Marquez settimo è una notizia non da poco. Marc porta a compimento l’ennesimo calvario domenicale mettendosi dietro due Aprilia e tre Ducati…. Non male..

Le Yamaha non sono mai state inquadrate e restano ingiudicabili.

Il campione del mondo 2020: pur sempre navigando tra l’ultima e la penultima posizione, riesce a non prendere penalità scivolando in curva 4 verso metà gara…(che moto indegna!!!).

Scena commovente all’arrivo con Pecco sfinito che fatica a scendere dalla moto ed a stare in piedi.

Bisognerebbe far vedere questi momenti a tutti coloro che questo sport lo guardano giusto per poi parlarne sui socials.

 

MERCATO PILOTI

Siamo in un momento dell’anno particolarmente decisivo ed i giorni dopo ii test romagnoli potrebbero essere decisivi e vedersi incastrare qualche tessera.

E’ tutto in stand by, in attesa di ciò che Honda porterà in pista da far provare a Marquez per il 2024. Se tale materiale lo dovesse convincere a restare il resto delle operazioni di mercato potrebbero andare velocemente in porto. Se, al contrario, Marc dovesse provare qualcosa che non lo aggrada gli scenari potrebbero cambiare in maniera repentina.

Fatto salvo che Bezzecchi resterà al 90% al suo posto in VR46 dove Marini ha già firmato, resta scoperta la seconda sella Pramac orfana di Zarco che andrà in Honda LCR. Con ogni probabilità ci salirà il nostro Morbido nella speranza di salvare una carriera che ad Iwata (oserei dire) sono riusciti a boicottare dopo la bella stagione in Yamaha Petronas.

Ktm è rimasta col cerino in mano… Sperava di avere il benestare per il terzo team e con sei moto essere serena. Invece così non è stato.. Avrebbero preso volentieri Marquez (lo sponsor comune ne sarebbe stato ben felice) ed invece adesso si ritrovano per le mani Acosta e devono far scendere qualcuno da una delle loro belve. Il principale indiziato a farlo è Miller (con in mano un contratto anche per il 2024) sia perché nel team interno sia perché sta avendo più difficoltà del preventivato. A lui sono state offerte più wild card possibili per il 2024 a meno che Pol Espargaro non liberi un posto. Comunque vada hanno una bella gatta da pelare tra le mani.

Ma torniamo a Marquez. Nel caso in cui il materiale Honda per il prossimo anno non lo dovesse soddisfare, il suo contratto prevede il pagamento di una penale per liberarsi anticipatamente a patto di non salire su una moto ufficiale per il 2024. Ed è qui che entra in scena il team Gresini il quale starebbe lavorando per il colpaccio del decennio.

La seconda sella del tema del compianto Fausto ha più pretendenti di quante ce ne sono alla corona di miss Mondo. Marquez, Diggiannantonio stesso, Mir, Miller se KTM lo dovesse appiedare etc etc..

Staremo a vedere nei prossimi giorni.

Ci vediamo tra due settimane sul tracciato Indiano Buddh International Circuit. Si, proprio quello in cui ci corse la F1 ad inizio dello scorso decennio e che non piacque a nessuno delle quattro ruote. Un opera sontuosa dell’onnipresente Tilke ben presto abbandonata dal mondo dorato della Formula Uno

 

Salvatore Valerioti