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F1 2023 – GRAN PREMIO D’AUSTRALIA

Come cambiano le cose da un anno all’altro. Nel 2022 ci si approssimava al Gp australe con una Ferrari sugli scudi, reduce da un gp saudita perso per un’inezia ma con la consapevolezza che, forse, i tempi bui erano passati e ora era tempo di riscuotere a quel tavolo che tante volte ha visto uscire il nero e non il rosso.

Speranze, aspettative confermate di un gp trionfale, dominato dalle prove libere al giro finale, con la ciliegina sulla torta di un Verstappen appiedato dalla sua RB18. Bene, un anno fa la Ferrari toccava il punto più alto della sua parabola sportiva almeno dall’anno 2012 (per tacere del 2007-2008): macchina veloce e affidabile, Leclerc in testa al mondiale e classifica costruttori dominata.

Un anno dopo torniamo a camminare sui cocci di una squadra che perde letteralmente pezzi, in pista e ai box, una carrozza trasformata in zucca e con i topi che abbandonano la nave. Il Gp d’Australia 2023 si prospetta ben diverso rispetto a quello di un anno fa ma con la stessa litanie di domande, incazzature e speranzielle che accompagnano la rossa da lustri a questa parte.

immagine da sportal.it

La rossa arriva con una monoposto e una squadra ai minimi termini come morale e competitività. Si annunciano, come da prassi del resto, grandi aggiornamenti, un nuovo fondo che permetta di abbassare l’altezza da terra e ridurre di colpo molti dei problemi della rossa 2023, addirittura nuove forme nel telaio evoluzione della F1-75 che tanto si era distinta per coraggio e efficacia nel 2022.

Insomma, la Scuderia prova a reagire e a fare ordine nel caos che la accompagna da sempre. Alla fine sembra che dove non potè la TD039 (tra l’altro apprendiamo che è stata “sospesa” per il momento perchè “non serve più”…) ci hanno pensato i controlli al fondo piatto, il vero segreto della velocità della monoposto 2022, un fondo flessibile, sembra oltre il consentito, che riusciva a garantire carico in curva e sul dritto.

Alla fin fine, il tutto sembra risolversi in un banale “trick” non consentito dalla FIA. Ennesima conferma che anche provando a fare come Red Bull e Mercedes (quella pre 2022…), ovvero esplorando le famigerate aree grigie del regolamento, si viene scornati e si ritorna a casa con la coda fra le gambe.

Vedremo cosa proporrà la rossa a Melbourne ma non aspettiamoci chissà quali miracoli. Piuttosto c’è da interrogarsi come saremo messi a livello di budget cap da metà stagione in poi, presumendo i grossi sforzi che la Ges sta compiendo per raddrizzare una situazione al limte del ridicolo.

Lo stesso vale per Mercedes che pare rivoluzionerà anch’essa la monoposto considerata la pochezza di quella attuale. Risorse spese per recuperare, mica per vincere, e alla fine ecco che anche la sanzione comminata a Red Bull per l’affaire budget cap 2022 diventa molto più facile da gestire. Se i tuoi avversari sprecano soldi solo per cercare di salvare il salvabile, tu che sei in testa al mondiale non hai di che preoccuparti.

immagine da racingnews365.com

Unica preoccupazione forse viene da una monoposto che è una lama ma soffre di qualche piccolo problema di affidabilità ma, francamente, sembra davvero una questione di poco conto considerando l’enorme vantaggio competitivo che la RB19 si trova ad avere sulla concorrenza, e questo a causa principalmente della dabbenaggine di quest’ultimi.

Chi continua a fare un figurone cercherà di ripertersi a Melbourne. Al momento Alonso&co non hanno una speranza che sia una di vincere una gara in condizioni “normali” ma metti che il cambio di Perez o Verstappen si rompe in gara e non in prova e allora la prima storica vittoria per la Aston Martin diventa una cosa fattibile, quasi auspicabile.

Dietro queste quattro sarà la solita rincorsa ai punti, ad una bella qualifica, a fare meno danni possibili. Tra queste sembrano farsi preferire la Alpine, Williams e Alfa Romeo ma fare una previsione diventa un esercizio di stile più difficile che cercare di immaginare la prossima cazzata tecnica o gestionale che uscirà da Maranello…

Molto dipenderà dai piloti e allora un gettone vale spenderlo per Bottas, ormai australiano di adozione che si trova molto bene nel cittadino di Melbourne quando riesce e a non stamparsi a muro in prova. Gasly ha una motivazione extra che gli viene dal suo team mate, probabilmente uno dei più antipatici mai apparsi ai box. Ad uno così sei costretto a stargli davanti anche solo per avere ancora rispetto di te stesso. Ultimo gettone per Albon, uno che in teoria valeva poco ma si sta ritagliando il suo spazio, piccolo e senza clamore ma molto meglio di tanti altri.

immagine da granprix247.com

Per gli altri sarà un gp in cui raccattare quell che si può e soprattutto quello che verrà lasciato da altri. Senza dimenticare che per chi deve recuperare, in primis Ferrari, Melbourne potrebbe diventare una sessione di test ao vivo prima di un’assurda pausa di 4 settimane grazie agli ineffabili cinesi che hanno cancellato l’ennesimo Gp causa covid…

Pirelli porterà le mescole centrali della sua gamma: C2, C3 e C4. E’ stato rifatto l’asfalto che dovrebbe avere più grip ma andrà adeguatamente condizionato essendo vergine e quindi con tempi ed evoluzione del conportamento delle monoposto da ridefinire dopo ogni sessione.

A questo proposito, l’ultima boutade che viene addirittura da Domenicali è quella di abolire le prove libere perchè di nessun interesse per il pubblico. E noi ancora ce la prendiamo a male pere seguire questa roba quì…

*immagine in evidenza da austadiums.com

Rocco Alessandro

BASTIAN CONTRARIO: LA VITTORIA HA LA MEMORIA CORTA

Il GP di JEDDAH sarà ricordato negli annali come il chiodo della bara più veloce di sempre, sulla fine prematura di una stagione che è solamente all’inizio. La resa incondizionata da parte di una squadra totalmente allo sbando. Ritornerò su questo aspetto, nel mentre mi attira ciò che ho letto sul social twitter immediatamente dopo il trionfo (in carrozza) dell’armata bibitara: “chi lavora meglio vince”. Vedete, se le orge di vittorie, schiaccianti e perentorie, hanno un pregio (o forse è un difetto?) è quello di avere la memoria breve. Eh già, perché forse ci si dimentica come Red Bull abbia conquistato il dominio della odierna F1. Chi lavora meglio vince? Al sottoscritto piace affermare che chi ha veramente voglia di vincere, lavora al meglio delle sue possibilità ed anche oltre se necessario, scavalcando tutto e tutti. Questo ci ha dimostrato Red Bull e di certo non lo scopriamo ora, visto quello che ha fatto nel suo recente passato. L’anno scorso dissi che il vantaggio che i bibitari avevano acquistato, grazie al latrocinio perpetrato ai danni di tutti, barando sul budget cap, gli avrebbe permesso di campare di rendita fino al 2024… e mi auguro che sia solo fino a quella data, sperando che nel frattempo AMG riesca a colmare il gap e che Aston Martin riesca a migliorare ulteriormente.

Da Ferrarista sono così ferito e disilluso che mi aggrappo alla speranza rinviata ad altre squadre, perché, dopo quanto visto domenica scorsa, ad una ripresa della Rossa nel breve periodo non credo più! Red Bull ha voglia di vincere per davvero (ed aggiungo che deve vincere se vuole sopravvivere, a differenza di Ferrari che, lo si accetti o meno, vive di luce propria… al mercato azionario sicuramente) e per ottenere questo è stata disposta anche a commettere un illecito, sforando il budget cap appunto. Ciò gli ha permesso di sviluppare in maniera indiscriminata la RB18, che a sua volta ha portato alla creazione della macchina da guerra che abbiamo visto qualche giorno fa nella notte di Jeddah. Le ubriacature di vittorie, l’entusiasmo che ne segue, offuscano la memoria come un raro e dolce liquore facendo tessere lodi da poeta e, appunto, facendo dimenticare come realmente si è giunti a questo domino. Lo squallido teatrino montato ad arte in “Drive to survive” (ebbene sì, confesso il peccato: mi sono violentato nel vedere quella serie da bimbo minchia, perché incuriosito dalle polemiche che ne sono seguite sui commenti di Gunther Steiner su Mick Schumacher… poi ho scoperto la difesa televisiva rivolta verso Horner ed i suoi), dove il Team Principal della Red Bull era la vittima e gli altri i “cacciatori di streghe” (con Toto che passa per il primo forcaiolo) è un fulgido esempio di come tutto deve essere sotterrato, di come tutto deve essere messo a tacere. Geniale come lo staff bibitaro da carnefice viene fatto passare anche per vittima per via della “esagerata” punizione che gli è stata comminata in termini di riduzione di ore di sviluppo. Sempre l’anno scorso, affermai che proprio grazie al vantaggio acquisito dalla squadra di Mylton Keynes, quella punizione datagli (la FIA non poteva non fare qualcosa), altro non era che un buffetto sul dorso della manina e così è stato considerando quanto visto nell’ultimo GP. Assodato che Red Bull dovrà rallentare gli sviluppi della RB19, per rispettare il monte ore assegnatogli, per quando lo farà, ormai avranno già messo in cassaforte entrambi i mondiali e buona notte ai suonatori, come si suol dire. Sia chiaro, allo stato attuale nemmeno mi ci arrabbio più e nemmeno ce l’ho più di tanto con i bibitari, perché quelli hanno fame di vittorie, solo che (questo sia chiaro), a differenza di molti la mia memoria non è breve e bisogna tenere sempre a mente questo “piccolo” particolare che, piaccia o meno, permetterà al buon Max di raggiungere quota Fangio (che sono cinque titoli per chi avesse memoria corta) nell’immediato futuro.

Del resto, per quale motivo dovrei essere incazzato con i bidonisti inglesi di Mylton Keynes? Se essi spadroneggiano, non è tanto perché sono forti politicamente innanzitutto, quanto il fatto che è Ferrari che glielo concede. Una Scuderia che dovrebbe dettare legge anche al cesso, se necessario, fosse solo per il fatto che, se la Rossa si ritirasse dalla massima serie, il circo dovrebbe chiudere il giorno dopo! Invece è lì, inerme, a subire ogni tipo di nefandezza, ultima, in ordine di tempo, la famigerata DT039 voluta dalla “vergine” Toto Wolff, grazie all’avvocato della sua azienda messo ad arte in seno alla Federazione. Cosa sarebbe stata la SF75 prima e soprattutto l’attuale SF23 senza quel rialzo infame di quindici millimetri? Dubito che avremmo avuto questa débâcle, dato che le monoposto (di Binotto) sono state concepite per sfruttare l’effetto suolo, effetto che mal veniva digerito dallo “zero side pod” crucco e allora vai con l’aiutino. Ferrari nel frattempo stava alla porta, dicendo per bocca dell’ex Team Principal, che il rallentamento della macchina non era dovuto alla direttiva… sì, buona notte! Intanto ora ci ritroviamo in un vicolo cieco, con una monoposto che becca più di un secondo al giro dai primi in campionato e Vasseur, che dice ai microfoni che “dobbiamo analizzare e capire”. La storia infinita scrissi su questa rubrica quindici giorni fa… ecco, appunto. La realtà dell’attuale disfatta Ferrari è tutta nel sorpasso ai danni di Sainz da parte di Stroll: subito all’esterno, in un circuito cittadino (!), come se Carlito fosse l’ultimo delle pippe e Lance un consumato campione. Un confronto impietoso, un’umiliazione senza precedenti e queste pene, sia chiaro, le meritiamo tutte.

Di chi è la colpa di tutto ciò? Badate bene, possiamo scannarci ogni momento della giornata sul fare la gara a dire chi è più bravo e più simpatico, se Binotto o Vasseur, se Rueda effettivamente è una mezza sega o solamente l’uomo sbagliato nel momento sbagliato, eppure, se di colpa dobbiamo parlare, allora nella Scuderia Ferrari un responsabile a cui guardare è solo ed unicamente l’evanescente Presidente John Elkann: era sua intenzione da sempre forgiare la Rossa a sua immagine e somiglianza, metterci mano per poter dire che la Scuderia ha vinto grazie alle sue migliorie. Voleva fuori Binotto già da gennaio dell’anno scorso, solo che aveva le mani legate e non poteva fare nulla. I risultati ottenuti in pista gli hanno dato il pretesto di agire già in piena fase di sviluppo (luglio 2022) e le conseguenze si sono viste con effetto immediato… al secondo GP della stagione non solo siamo la barzelletta del circus (fuga di tecnici come un’emorragia irreversibile), addirittura siamo divenuti anche la quarta forza del mondiale, quando a dicembre eravamo la seconda. Quale sano di mente va a demolire una squadra in piena ascesa? In Red Bull hanno mandato via qualcuno durante il dominio AMG? Quest’ultima ha cannato due progetti di seguito (W-13 e 14) eppure, non ha mandato a casa i propri progettisti. Complimenti Presidente, missione compiuta! Ora mi tocca leggere dagli stessi che invocano di continuo teste da far rotolare nel cesto che la soluzione è quella di prendere ingegneri validi, di far ritornare Allison e Costa (!)… tifosi distaccati dalla realtà, scollegati da qualunque tipologia di funzione elementare: in una squadra, com’è l’odierna Ferrari, chi mai vorrà venire per abbracciarsi la croce? Il presente è cupo ed il futuro, basato su questo attuale presente, è anche peggio. Non ci rimane che abbuffarci delle vittorie della imbattibile Red Bull, sperando che a fine mondiale la nostra memoria non sia diventata così breve da dimenticare perché essi vincono e la Ferrari perde

 

Vito Quaranta

MIT’S CORNER: LE NON PAGELLE DI JEDDAH

La seconda gara del mondiale 2023 va in archivio senza che siano state granché soddisfatte le promesse di emozioni che la vigilia sembrava aver preparato.

Il guaio di Verstappen in qualifica, infatti, sembrava offrire alla gara molti temi d’interesse perché si poteva pensare che i risultati non sarebbero stati affatto scontati.

Invece, purtroppo, abbiamo assistito ad una gara abbastanza piatta in cui nemmeno le strategie di gara (risorsa di intima spettacolarità delle gare di F1) hanno inciso al punto da rendere quantomeno incerti gli esiti finali.

Peccato, perché le prime due edizioni avevano riservato molte emozioni (nel bene e nel male) e molta tensione, anche al netto delle riserve che un circuito siffatto può determinare nell’appassionato. Quest’anno, con l’intento di evitare i curiosi giochi col DRS visti in passato, sono stati cambiati un paio di detection point e accorciata leggermente la DRS zone sul rettilineo d’arrivo. Mal glie ne incolga agli organizzatori: erano proprio questi che hanno reso spettacolari quelle gare e così facendo è stato tolto un po’ di pepe ad una corsa per correre la quale occorre (tanto) pelo sullo stomaco ma non offre molto su cui speculare quanto a tecnica di guida (forse solo il passaggio delle curve 22-23-24 richiedeva attenta valutazione). Va precisato che quei giochi erano semplici schermaglie tra i piloti in cui non era in gioco la sicurezza oggettiva del circuito ma solo quella relativa tra i piloti. Quand’è così, cioè quando si toglie al pilota anche la possibilità di fare questi giochetti, poi non ci si deve lamentare se si vedono tanti robottini andare avanti indietro per la pista, no?

Nemmeno le strategie, come detto poc’anzi, hanno giocato un ruolo di rilievo in questa gara perché le caratteristiche della pista hanno imposto una ed una sola strategia valida (al netto delle SC) che tutti hanno pedissequamente seguito, senza quindi che l’appassionato potesse essere intrigato dal mistero che l’uno o l’altro pilota avesse in serbo qualche carta da giocarsi diversa da quelle degli altri.

Verstappen che partiva così indietro poteva essere un tema ma la facilità con cui si è portato nelle posizioni che contano, compito portato a termine senza che si sia preso il benché minimo rischio, ha lasciato parecchio amaro in bocca.

Insomma, se ne esce tutti un po’ delusi contando che gli unici brandelli di emozione si sono visti in qualche blando duello nelle retrovie e nel pasticcio delle penalità di Alonso. Ma ne parliamo qui di seguito più in specifico nelle consuete NON PAGELLE. Come sempre vado per ordine d’arrivo dei primi 10 per poi aggiungere qualche nota sull’altra metà dell’ordine di arrivo.

PEREZ

Dopo la tutto sommato opaca prova in Bahrain il buon Checo si regala un week end quasi perfetto. Il “quasi” è dovuto al bastardissimo uccellamento del giro veloce subito all’ultimo giro da un Max in versione venditore di stereo all’autogrill. Non fosse stato per questo la perfezione era alla sua portata. Il guaio di Max in qualifica l’ha issato senza particolari problemi in pole position con un tempo monstre che forse pure Max avrebbe fatto fatica a matchare. Anche in partenza non è male e l’essersi trovato alle spalle di Alonso va più a merito di quest’ultimo che non a suo demerito. Impiega comunque solo 4 giri per liberarsi dell’asturiano e imporre un ritmo che gli altri manco si sognano. Prosegue indisturbato per tutta la gara, conscio anche che la residua quanto improbabilissima ipotesi che Alonso possa rappresentare un problema viene definitivamente cassata dalla penalità presa da quest’ultimo. Fa una ripartenza da manuale alla SC e poi va in controllo fino a che non si ritrova il teammate a rincorrerlo. Da lì in avanti si prende a mazzate con Max a suon di giri veloci su giri veloci, millesimo su millesimo che fanno sì che Max non si avvicini mai a meno di 4.5 secondi. Proprio in questa fase sta il suo maggior merito: quando sembrava giunto il momento di fare la solita vittima sacrificale risponde come si deve alla furiosa rincorsa del campionissimo, ossia affilando il cronometro il più possibile senza commettere errori. Conclude meritatamente sul gradino più alto del podio con quel piccolo amaro in bocca dell’ultimo giro che, forse, avrebbe potuto contrastare se si fosse fidato meno delle chiacchiere del muretto. Comunque bravo.

VERSTAPPEN

Come accennato nelle considerazioni iniziali il suo problema in qualifica e la rimonta in gara non hanno generato le emozioni e l’incertezza che ci si poteva aspettare dalla gara. Max mostra la maturità raggiunta negli ultimi due anni correndo una gara priva di rischi e ottenendo il massimo risultato possibile considerando che Checo, oggi, ha sfruttato perfettamente l’occasione che gli è capitata. Impiega (ben) 17 giri per arrivare nelle posizioni che contano e viene pure aiutato dalla SC che gli permette di superare le Ferrari senza colpo ferire. Giusto il tempo di aspettare il DRS e si libera facilmente di Russell (anche qui segno di maturità: il “vecchio” Verstappen si sarebbe dannato pur di passarlo subito) per poi liberarsi facilmente anche di Alonso al 25 giro, esattamente a metà gara. Da lì in avanti ha fatto di tutto per provare a vincerla ma oggi con Checo non c’era niente da fare. Ho il sospetto che i team radio in cui lamentava qualche fantasmatico problema fossero più frutto della frustrazione di non potersi mangiare Checo come un plumcake più che un timore fondato che qualche problema ci fosse davvero. Si è quindi limitato al colpaccio del fastest lap finale che gli porta quel punto in più necessario per stare davanti in classifica mondiale. Bravo anche lui, per carità, ma la facilità con cui sia lui che Checo hanno condotto la rispettiva gara mostra che RBR è non una, come già si evinceva in Bahrain, ma due spanne sopra tutti in gara.

ALONSO

Il vecchio leone non demorde e vuole far vedere che Aston Martin non è un bluff. Però… Però, come già accaduto in Bahrain in qualifica, anche stavolta commette imprecisioni non da lui. L’errato posizionamento sulla piazzola di partenza che gli ha fruttato la penalità è un errore che nel 2012 (tanto per fare un esempio) non avrebbe commesso. Ma poco male, perché sfodera una partenza eccezionale che lo issa al primo posto: come detto sopra non è che Perez abbia sbagliato qualcosa e lui ne abbia approfittato, anzi!. L’illusione che la gara possa dire qualcosa di diverso rispetto alle attese dura pochi giri ma Fernando non si perde d’animo e sfrutta il treno di Perez per staccare gli inseguitori e pregustare un secondo posto forse alla sua portata se non ci fosse stata la SC a favorire ulteriormente il rientro di Max. Alla ripartenza non è perfetto ed è costretto a guardarsi da uno scintillante Russell. Quando arriva Max non può nulla e con gesto elegante alla “si accomodi, prego” lo fa passare per poi mettersi a velocità di crociera per il resto della gara. Si risveglia  solo alla fine quando si moltiplicano le voci di una seconda penalità e fa capire che aveva più di mezzo secondo di margine di ritmo. Il giallo sulla sua posizione finale mi ha destato non poche perplessità. Inizialmente si pensava che la seconda penalità fosse stata data perché non poteva scontare la prima penalità in regime di SC e già la cosa sembrava strana. Poi è stato chiarito che è stata data perché la sua vettura è stata toccata mentre scontava la prima penalità – e qui invece sembra tutto giusto. Poi il giorno dopo scopro che hanno tolto la seconda penalità e restituito il terzo posto con ragioni che, onestamente fatico a capire. Il regolamento dice che durante la penalità sulla macchina non si può lavorare e l’unica interpretazione sensata a questa locuzione è che durante la penalità la macchina non si possa toccare in alcun modo, neanche con un grissino aggiungerei! Sicché mi pare strano che alla fine abbiano tolto la penalità e per quanto Fernando non avrebbe meritato di scendere giù dal podio per questo cavillo (ma non dimentichiamo che tutto nasce da un suo errore) era quello che sarebbe dovuto succedere. Nel campo dei commissari di gara sembra che in FIA continuino a scegliere dei campioni mondiali nella disciplina olimpica del lancio della ca***ta ma tant’è. Bravo Fernando, e ci mancherebbe!, ma con riserva.

RUSSELL

Dopo la insufficiente prova in Bahrain Giorgino nostro ritorna a fare quel che tutti ci aspettiamo da lui, cioè andare come una scheggia e mostrare che fa parte dell’elite! Eccezionale, assolutamente eccezionale in qualifica perché rifila la bellezza di 4 decimi al celebrato team mate. A mia memoria mai Hamilton aveva subito, in condizioni regolari, un distacco così ampio da un suo compagno di squadra. In gara si comporta splendidamente tenendo per tutta la gara il miglior ritmo che la Mercedes di oggi può ottenere. A questo si aggiunge che ad un certo punto della gara, dopo la SC (anche qui eccellente ripartenza che lo porta a duellare con Alonso), si ritrova Hamilton con le gialle alle sue spalle che contava su un ritmo potenzialmente migliore e un team order pronto per essere eseguito. Ebbene cosa fa il nostro? Accelera e Hamilton non riesce a rispondere. Bravo bravissimo. E la penalità finale di Alonso ci stava tutta quindi si può perfino dire che il podio gli apparteneva di diritto.

HAMILTON

Sarò breve. Male in qualifica dove si prende 4 decimi dal teammate come mai gli era accaduto senza particolari condizioni a contorno. Decisamente incolore in gara, a parte il buon sorpasso su Sainz dopo la SC (ma aveva gialle nuove), in cui non riesce a reggere il ritmo di Russell e solo la SC gli consente di stare davanti alle Ferrari. C’è molto da rivedere, e non mi riferisco solo alla vettura…

SAINZ

Ancora un week end incolore per il buon Carlos. E non è giustificato dalla vettura al di sotto delle aspettative. Non regge Stroll in partenza e non da mai la sensazione di poterlo impensierire. Ciononostante congegna insieme al muretto una bella finta di andare ai box per poi sopravanzarlo in overcut ma poi non ha ritmo. La SC non l’aiuta ma nemmeno lui si aiuta non riuscendo a opporre resistenza ad un Hamilton già di suo incolore. Con le bianche si ritrova impantanato allo stesso modo di Leclerc in un limbo in cui non è minimamente in grado di recuperare su Hamilton né di offrire la sensazione che la Ferrari sia poi così meglio della Alpine che seguono. Apprezzabile solo il gioco di detti e non detti sui potenziali team order a favore di Leclerc: “fatelo venire sotto DRS e ne parliamo”. Mah!

LECLERC

Week end ambivalente nei risultati ma non per colpa sua. Infatti, il buon Charles sfodera l’ennesima strepitosa qualifica che, non fosse stato per la penalità in griglia, avrebbe poi potuto sortire una gara ben diversa. La gara stessa parte come da lui ci si aspettava: in pochi giri si libera da par suo dei contendenti che lo separavano da Sainz, sfoderando qualche bel sorpasso dei suoi. Poi la SC non l’aiuta perché si ritrova (quasi) inaspettatamente dietro ad Hamilton. Quel che accade in seguito è un mistero. Con le bianche non va. Chiede di far spostare Sainz da davanti ma non riesce minimamente ad avvicinarlo per dar fondatezza a tale richiesta e si ritrova infine in quello stesso limbo di cui parlavo prima per Sainz a portare stancamente a casa una gara che non verrà certo celebrata per le imprese della rossa. La sensazione è che in Ferrari o non hanno ancora capito la vettura oppure che questo progetto è davvero fallimentare rispetto alle ambizioni della vigilia. Un vero peccato per il nostro eroe.

OCON E GASLY

Li metto insieme perché hanno fatto una gara fotocopia e perché confermano il deciso passo avanti di Alpine dopo la incerta gara disputata in Bahrain. Bene tutti e due in qualifica (con Gasly comunque leggermente più dietro di Ocon) e bene tutti e due in gara. Questo “bene” applicato al giudizio sulla loro  gara deriva dal fatto che, a differenza del Bahrain, non si sono trovati in bagarre col resto del centro gruppo e hanno potuto portare a casa il (loro) massimo risultato possibile senza particolari affanni. Sulle bianche non avevano un ritmo così diverso da Ferrari e se quest’ultima continua a passo di gambero…

MAGNUSSEN

Un bravo bravissimo al buon Kevin non glie lo nega nessuno. Eppure le premesse non erano buone. Per la seconda volta consecutiva ha dovuto subire, e non poco,  in qualifica da Hulk ma almeno passa il Q1. In gara ancora una volta mostra le sue qualità sia strategiche che di combattività. Infatti tiene bene in partenza e nei primi giri (rende anche un po’ difficile la vita a Max quando se lo ritrova negli specchietti) e poi passo dopo passo riesce a costruire una eccellente gara che lo porta a ritrovarsi a battagliare con Tsunoda per il decimo posto che, a questi livelli, vuol dire tanto. E ci riesce non mollando mai, anche quando sembrava che l’altrettanto combattivo Tsunoda potesse farcela. Questa qualità di Magnussen me l’ha sempre fatto essere un beniamino tra i piloti di seconda fascia e mi fa piacere vedere che è ancora ben presente.

NOTE DI MERITO:

Tsunoda è costretto a soccombere a Magnussen ma ha comunque fatto una signora gara.

Piastri ha fatto una qualifica eccezionale e pure in gara ha mostrato dei bei numeri, nonostante una McLaren allo sbando.

Bene anche Zhou che risponde al Bahrain di Bottas con una eccellente qualifica ed una buona gara.

NOTE DI DEMERITO:

male male male Bottas, nullo sia in qualifica che in gara (peraltro unico doppiato), male anche Hulkenberg ancora una volta evanescente in gara dopo una buona qualifica e male pure DeVries ancora una volta oscurato da Tsunoda sia in qualifica che in gara. Malissimo Norris che fa un errore da principiante in qualifica: da lui non ci si aspettano queste cose.

Male anche Williams che fa un passo indietro rispetto al Bahrain.

Come dite? Mi sono dimenticato Stroll? Ah perché c’era anche lui? Sono ancora dell’idea che doveva stare a casa e tornare solo con polsi e piede a posto. La splendente Aston Martin di quest’inizio di stagione si meriterebbe ben altro.

 

Spero proprio che Melbourne sarà molto più interessante.

Ad maiora

 

Metrodoro il Teorematico

PEREZ VINCE, VERSTAPPEN RIMONTA. LA RED BULL DOMINA ANCORA IN ARABIA SAUDITA

Che per la Ferrari il mondiale 2023 non fosse iniziato bene si era già capito. Ma che potesse proseguire di male in peggio non era, forse, tanto prevedibile. Forse. Prima le dimissioni di Sanchez, poi le voci di un Vasseur “depotenziato” e di un passaggio di Leclerc in Mercedes, prontamente smentite, manco a dirlo, dalla televisione ufficiale della squadra di Maranello.

Le voci sono voci, i fatti sono i fatti. E questi ultimi dicono che le 2 centraline disponibili per Leclerc per il 2023 sono già andate in fumo, e che su entrambe le auto hanno dovuto “per misura precauzionale” montare power unit nuove. Ma, ancora peggio, che la SF-23 si becca 6-7 decimi da Verstappen. E, quando quest’ultimo ha “problemi, problemi, problemi”, se ne becca 2 da Perez, nonostante un giro mostruoso di Leclerc. E sta dietro pure ad Alonso.

C’è poco da stare allegri, dunque. Con Leclerc dodicesimo e Verstappen quindicesimo, si spengono i semafori e Nando parte a fionda presentandosi primo alla prima curva, ma si becca immediatamente una penalità per avere posizionato la sua Aston Martin troppo a sinistra.

Al giro 4 Perez si porta in testa senza troppa difficoltà, mentre dietro Stroll si porta in quarta posizione superando Sainz, Leclerc è salito in nona posizione e Verstappen in undicesima. 

Sorprendentemente, Perez non riesce a staccare Alonso, il quale sembra farsi rimorchiare approfittando del DRS. E la strategia funziona, perchè Russell, terzo, è già oltre i 5 secondi.

Chi se la passa malissimo è Hamilton, cui sono state montate le gomme più dure che sembrano non funzionare. L’inglese si lamenta via radio, ed è costretto a farsi sverniciare prima da Leclerc e poi da Verstappen.

Al giro 14 viene Sainz, bloccato dietro a Stroll, viene richiamato ai box per finta. L’Aston Martin ci casca e ferma il canadese, lasciando via libera allo spagnolo che prosegue per altri due giri e riesce a guadagnare la posizione.

Nel frattempo, Perez ha messo 5 secondi fra sè e Alonso, il quale si lamenta del degrado delle gomme. Il suo vantaggio su Russell è di 7 secondi.

Al giro 17 a Stroll viene detto di fermare la macchina in pista. La sua Aston Martin è posizionata in corrispondenza di un varco, ma la direzione gara decide di usare una Safety Car anzichè una Virtual. Questo consente al suo compagno di squadra di effettuare il cambio gomme in tutta tranquillità scontando la penalità e rimanendo in seconda posizione davanti a Russell. Anche Hamilton ne approfitta, e riesce a fare il cambio gomme riguadagnando la posizione su Leclerc.

Va ancora meglio a Verstappen, che ora si trova in quarta posizione a ridosso dei primi,. 

Si riparte al giro 20 con Perez che se ne va comodamente, e Russell che impensierisce per qualche curva Alonso, e poi deve preoccuparsi di Verstappen. Hamilton, l’unico con gomma a mescola media, passa Sainz.

Tempo due giri, e Verstappen fa fuori con facilità prima Russell e poi Alonso, e si porta all’inseguimento del compagno di squadra.

Inizia una battaglia a suon di giri veloci, con il distacco fra i due che si stabilizza attorno ai 5 secondi, fino a quando, al giro 39, Verstappen comunica di sentire uno strano rumore al posteriore, che gli ricorda il problema al semiasse avuto durante le qualifiche. Perez, invece, si lamenta del pedale del freno diventato lungo. Fatto sta che i due hanno quasi 15 secondi di vantaggio sul terzo..

A Max viene detto di lasciar perdere l’inseguimento al compagno e di girare un secondo più lento, cosa che non fa. A Perez viene ugualmente detto di rallentare, e il messicano ovviamente non ci sta. Così, entrambi continuano a tirare come matti.

Il box Red Bull implora Max di rallentare, e quando mancano 4 giri alla fine, e un distacco ormai incolmabile, l’olandese ha l’ardire di chiedere di potere fare il giro più veloce, in quel momento in mano a Perez. Ma decide saggiamente di lasciare perdere. Anzi no, perchè lo sigla proprio all’ultimo giro.

Finisce così con un’altra doppietta Red Bull e una meritatissima vittoria di Perez, davanti a Verstappen, ad Alonso, nuovamente sul podio, e alle due Mercedes di Russell e Hamilton. La macchina più veloce della storia della Ferrari si conferma quarta forza con Sainz sesto e Leclerc settimo. Chiudono la zona punti le due Alpine di Ocon e Gasly, e Magnussen.

Si diceva che il Bahrain fosse una pista anomala, e che il vero valore delle auto lo avremmo visto a Jeddah. E, infatti, nulla è cambiato. La Red Bull vista oggi rischia veramente di vincere tutte le gare. Appuntamento fra due settimane a Melbourne.

P.S. se hanno abbandonato lo sviluppo della F1-75 a metà stagione per sfornare la SF-23, forse hanno bisogno di uno veramente bravo, per tornare a vincere, altro che Vasseur.

P.S. 2 Alonso ha conquistato il podio numero 100. Colui che 10 anni fa veniva definito come il male della Ferrari, oggi, a quasi 42 anni, ha la soddisfazione di stare comodamente davanti alla sua ex-squadra. Chi l’avrebbe mai detto…

F1 2023 – GRAN PREMIO DELL’ARABIA SAUDITA

Secondo gp stagionale e ci rendiamo conto che il mondiale è praticamente già finito.

Detta così non faccio certo un favore a me nè al blog che ci ospita nè tantomeno a chi si prenderà la briga di leggere queste poche righe. Ma la realtà sembra essere proprio questa: il 2023 inizia come è finito il 2022 con l’aggravante di una Ferrari scomparsa dai radar, una Mercedes che, incredibile anche solo a pensarlo, ha fatto la stessa cazzata ingegneristica dello scorso anno, una Mclaren che, parole loro, pensano già al 2024.

Gli unici contenti quelli della Aston Martin che hanno fatto la cosa più intelligente da fare per un team di secondo piano e con una sacco di soldi: compra i tecnici da(l)i team migliori, prendi un gran pilota e fai una copia della Red Bull 2022 leggermente riveduta. Risultato? Seconda forza del mondiale anche se ben distanziata dalla corazzata bibitara.

Quindi tutto finito? Ci teniamo liberi per i prossimi 23 weekend di gara? Forse no, considerando che nell’arco di una stagione infinita come questa tante cose possono succedere anche solo per sfinimento delle risorse umane in gioco, considerando la mole di lavoro che dovranno sobbarcarsi soprattutto le maestranze di ogni team.

immagine da planetf1.com

Intanto si va a Gedda per il gp saudita sperando che, in primis, non ci siano missili vaganti come nel 2022 e in secondo luogo le caratteristiche della pista favoriscano una maggiore lotta per le posizioni di vertice.

Se lo augurano i tifosi Ferrari, ormai più un riflesso condizionato che un esercizio volontario perchè se sei un tifoso Ferrari e considerando l’evoluzione delle ultime stagioni, allora si può tranquillamente buttare il ferro a fondo e sedersi sulla riva del fiume non per vedere di passare il nemico morente ma per fare ciao con la manina al nemico che passa con lo yacht mentre pasteggia ad aragoste e champagne.

Dopo la stagione 2022 non poteva esserci inizio peggiore per la rossa: buona in qualifica ma non come nel 2022, lenta in gara e disastrosa dal punto di vista dell’affidabilità. E non vale portare ad esempio lo zero Red Bull in Bahrain nel 2022 perchè è evidente come si parta da due basi completamente differenti, per potenzialità e approccio.

E’ la solita commedia che puntualmente si ripresenta dalle parti di Maranello, un pò come “Una poltrona per due” immancabile ogni vigilia di Natale considerando che quest’ultimo è fatta molto meglio e fa ridere ogni volta. In Ferrari invece c’è poco da ridere, o meglio, per i suoi tifosi di sicuro.

La prima gara, forse in maniera fin troppo evidente e quindi un pò esageratamente, ha mostrato lo sfascio attuale della Ges che si è dimostrata ancora a metà strada tra quella dell’uscente Binotto e del subentrante Vasseur, con tecnici e addetti di primo piano che hanno fatto i bagagli (tranquilli non ci metto Rosato tra questi) e fiori di responsabili che hanno abbandonato la barca dopo la prima gara seppur affermando che era una decisione pensata a lungo. E certo, uno va via, guarda caso, al termine di un GP tragicomico con l’aggravante di essere il primo GP stagionale. Mai visto gente rassegnare dimissioni a lungo meditate dopo un trionfo.

immagine da f1sport.it

Questo fa pensare a come sia gestita la GES e quale ambientino si fosse creato con le gestione Domenicali, Mattiacci, Arrivabene, Binotto e ancora prima nei secoli dei secoli… Sembra Beautiful ma c’è poco di bello. Vasseur forse non aveva compreso in pieno in che ginepraio si sia infilato o comunque gli diamo il beneficio del dubbio. Ora è difficile cercare di tappare le falle di una barca enorme con le dita, l’unico modo è di tornare a fare risultato in pista, vincere o quanto meno cercando di fare bella figura.

A questo proposito, le due rosse si presenteranno a Gedda con l’ala posteriore monopilone, sperando che sia un pò più stabile di quella vista nelle pl1 del Bahrain. Leclerc avrà sul groppone anche 10 posizioni di penalità per l’introduzione della terza centralina dopo le due saltate per aria a causa di cablaggi difettosi. Immaginiamo con quale gioia il monegasco abbia accolto la notizia…

In tutto ciò ancora non si è capito l’interesse e il ruolo di Elkaan e Vigna, per il momento eminenze grigie che poco hanno contribuito se non per affermazioni ben auguranti ma improvvide.

Tutte illazioni giornalistiche? Speriamo, anche se di solito quando questi spifferi escono dalla GES qualcosa e anche più di qualcosa di vero c’è. In ogni caso la Ferrari si è presentata in maniera totalmente inadeguata in questo inizio di 2023 e si sa che la Scuderia è sempre nell’occhio del ciclone, nel bene o nel male. Bienvenue monsieur Vasseur.

Se Maranello piange Brackley di sicuro non ride, con una W14 già bocciata dal suo pilota in cerca dell’octa e con un Wolff che ha già provveduto a mandare una lettera di scuse ai suoi tifosi, sempre con il malcelato tentativo di parlare alla moglie perchè suocera intenda, come fatto l’anno scorso con la famigerata TD39. Vedremo quest’anno quale sarà il problema fisico che affliggerà i suoi alfieri al volante. In ogni caso dal punto di vista mediatico e non, la tempesta di Brackley è poco più di un temporalone rispetto all’uragano di classe 5 che imperversa a Maranello.

Red Bull e Aston Martin invece viaggiano con il vento in poppa, cercano di mettere fieno in cascina in attesa di momenti difficili. Poco da dire, se In Red Bull hanno iniziato così bene è perchè sono bravi e magari non cambiano organigramma ogni anno o quasi. Poi ci sarebbe la piccola questione sul budget cap dello scorso anno, su quanto abbia influito per costruire l’attuale vantaggio prestazionale e sulla risibile pena inflitta da scontare quest’anno. Ma sono solo considerazioni da rosicone, alla luce anche dello sfacelo compiuto dalle più immediate concorrenti.

immagine da motorsportmagazine.com

Mr Stroll ha finalmente dato un senso ai suoi investimenti puntando sul meglio in termini di risorse umane e, probabilmente, anche nella maniera di gestirli. Vedremo quando e se la parabola della Aston ritraccerà con il proseguio della stagione oppure si tratterà di una presenza fissa dalle parti del podio. Alonso professa calma e gesso, ma figuriamoci se il primo che ci crede nel ritorno alla vittoria non è quella vecchia faina.

Scusate la faciloneria nel parlare delle altre cenerentole invitate al ballo ma onestamente le uniche parole da spendere sono per una Williams che è riuscita a mettere in piedi una prestazione di tutto rispetto in Bahrain e punta al bis a Gedda e una Alfa Romeo Sauber Audi ecc ecc che, almeno con Bottas ha tenuto un minimo fede alle aspettative della vigilia. Le altre, a cominciare da Alpine e finendo con Haas e Alpha Tauri, dovranno rimettersi in riga altrimenti saranno volatili per diabetici, anche se non confrontabili con quelli che eventualmente voleranno dalle parti di Maranello nel caso di un malaugurato bis.

A dispetto dell’inopportunità del luogo in quanto a tradizione motoristica e rispetto dei diritti umani, si spera che questo gp edizione 2023 possa essere altrettanto spettacolare come quello 2022. Si spera che le caratteristiche del tracciato accorcino le distanze, enormi, viste tra i team in Bahrain. Si sa che la speranza è l’ultima a morire ma anche che chi visse sperando ecc ecc.

Pista con degrado basso, dovrebbe favorire una gestione del passo gara più aggressiva, con Pirelli che porterà le mescole C2, C3 e C4, quindi al riparo da usura eccessiva.

Un ultima considerazione sull’uomo del momento, Vasseur. Da uomo addentro alle vicende motoristiche da trent’anni come ha affermato esso stesso, si spera che abbia fatto un corso accellerato e proficuo di maranellismo applicato alla Ges per poter dare quell’impronta che, forse non i suoi capi, ma i tifosi si augurino possa dare alla Scuderia. Insomma deve cercare di trasformarsi nel Thomas Cromwell della Ferrari. Che lo faccia in fretta perchè al momento assomiglia più a Don Abbondio. E se è vero che anche Cromwell finì decapitato, la cosa è comune a tutti quelli che lo hanno preceduto, che cerchi almeno di arrivare al patibolo attraverso un cammino lastricato di vittorie.

*immagine in evidenza da thelastcorner.it

Rocco Alessandro