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MIT’s CORNER: LE NON PAGELLE DI GEDDA 2024

LE NON PAGELLE DI GEDDA 2024

Neanche il tempo di riprendersi dall’opener stagionale che si riparte!

La carovana della Formula 1, è proprio il caso di dirlo!, attraversa il deserto, magari a dorso di cammelli ultraveloci, e passa dalle rive del Golfo Persico a quelle Mar Rosso in quel di Gedda per mandare subito in scena il secondo atto di questa lunghissima stagione 2024.

Come le antiche corti nomadi dei persiani, la lunga carovana si è snodata per tanti chilometri lasciando nel suo centro, al posto più protetto il suo re indiscusso, non Ciro o Dario che condividevano l’appellativo de “il Grande”, non Serse o Artaserse o persino il terzo Dario, che incapace di contrastare la falange alessandrina segnò la fine di quella grandiosa e misteriosa civiltà, bensì lui! Max III (prossimo IV se continua così) con il suo codazzo di cortigiani in rigoroso litigio gli uni con gli altri per guadagnarsi il posto migliore sotto lo sguardo del Re dei Re! Chissà chi ci rimetterà la testa?

Arrivati nel “circuito cittadino più veloce del mondo” con tanta curiosità per la immediata riprova di quanto visto in Bahrain ci si apprestava ad assistere un GP con molte più emozioni considerando che gli stretti muri di Gedda hanno sempre mietuto vittime da quando è entrato nel calendario. Ma tant’è: le gomme quest’anno vanno bene con tutti e come già notato in Bahrain le strategie sono ancora più difficili da elaborare. Il risultato è stato, in termini di emozioni, sostanzialmente identico al Bahrain con l’unica SC a fare un po’ da spartiacque.

Purtroppo per lui, e in modo decisamente inaspettato, la prima vittima di Gedda è il povero Carlos Sainz che soccombe ad un decisamente improvvido attacco di appendicite acuta. Buon per lui che il pool di medici che i team hanno sempre con sé è stato lesto ad accorgersene! Tirato un sospiro di sollievo per la sua immediata risoluzione il nostro deve comunque cedere il suo posto ad esordiente del tutto inedito: Oliver Bearman.

Me lo immagino il diciottenne inglese, mentre festeggia la pole position di Formula 2 appena conquistata, dare dei gran cinque a tutta la squadra mentre si dirige verso l’albergo. Non fa in tempo ad uscire dal circuito che sente qualcuno arrabattarsi affannosamente dietro di lui e vede arrivare di corsa il visibilmente trafelato John Elkann che esclama ansimando e agitando le braccia verso di lui: “hey, Olli bello! Fermati! Non correre! Anzi no, corri, Olli bello! Cioè, no, fermati Olli bello che ti devo chiedere una cosa!” Sorpreso dalla curiosa situazione Oliver si ferma ad attendere Yaki e, immaginando che pur in questa inattesa modalità, il patron volesse complimentarsi per la pole si schermisce: “grazie presidente, non c’era bisogno, la ringrazio tanto, oggi è andata bene…”

“no, no, cioè sì, ma per cosa? Cioè, bravo! sei parte della famiglia, siamo tutti parte di una grande famiglia che lavora per lo stesso obiettivo e anche tu stai andando nella direzione giusta… cioè no, non quella dell’albergo… ecco… ma perché siete così contenti?” finisce Elkann cercando di riprendere fiato.

“be’, la pole…” risponde Oliver

“ah sì? Eh! Che bravo!”

Al che il giovane volto di Oliver comincia a piegarsi in una espressione un po’ interdetta e non gli rimane che continuare con i ringraziamenti: “grazie, grazie, non c’era bisogno le ripeto, ma grazie davvero, significa tanto per me”

“no no non è per quello, anzi sì anche per quello, bene, bravo!” Elkann cerca di riprendere il suo consueto aplomb “bravo ma no, cioè sì, siamo una grande famiglia!”

All’espressione sempre più confusa di Oliver, Elkann, si aggiusta meglio il cachemire sulle spalle, si mette le mani in tasca, accenna un sorriso studiato appositamente per sembrare un mix tra Hegel e Kant e con la voce cerca, senza successo, di scendere di un’ottava: “ecco, siccome siamo una grande famiglia ti volevo chiedere… ma solo se ti va, eh! Ecco, sì, chiedere, nella grande famiglia, sì, cioè, ti andrebbe di fare un giro sulla Ferrari?”

“quale? Enzo? Purosangue? la 296? La nuova Roma?” Oliver comincia a esaltarsi! Guidare una Ferrari! Che bello! WOW!

“no, cioè sì, se vuoi anche su quelle, no, cioè sì, intendevo quell’altra, sempre se ti va, non è che ti voglio costringere, sai com’è: siamo una grande famiglia!” Ora tra Kant ed Hegel si fa strada una stempiatura aristotelica.

“Quale altra?” interloquisce Oliver “una di quelle vecchie? Quelle di 70 anni fa?” storce un po’ il naso ma va bene lo stesso, pensa, magari è per un servizio fotografico. Poi gli chiedo se le foto le posso mettere su Instagram.

“no, quella lì di là, quella nel garage” accenna John voltandosi indietro con sguardo da consumato peripatetico.

“?”

“Ma sì, dai la SF-qualcosa che è là ferma in garage, siamo una grande famiglia!” ora l’espressione da stagirita lascia posto ad un poco di incertezza “però solo se ti va… non vorrei che ti stancassi troppo… ma ce l’hai la patente? Sì, vero? Perché mi hanno detto che… no, aspetta, siamo una grande famiglia e la licenza, no, non quella di pesca, insomma, ci siamo capiti perché Carlos è andato via, ma non a pescare, è che gli faceva male la pancia e l’hanno portato in ospedale e quindi, siamo una grande famiglia che andiamo tutti nella stessa direzione ma non quella dell’ospedale, eh, che poi si pensa male, ma dobbiamo pensare tutti al futuro, perché siamo una grande famiglia – insomma capito, no?”

“Carlos?! Che ha?”

“quindi è ok? Ti va? Se vuoi ti scrivo una giustificazione per scuola domani, no, cioè, siamo una grande famiglia ma tuo padre non sono io quindi la deve scrivere tuo padre, che non sono io anche se siamo una grande famiglia ma va bene, te la passeranno vedrai, posso dirlo a Federico? A lui va bene, tranquillo, glie l’ho chiesto poco fa e ha sorriso, quando sorride vuol dire che gli va bene, almeno credo, cioè, sì insomma, in una grande famiglia che va tutta nella stessa direzione se non si sorride si sta andando da un’altra parte e lui ha sorriso quindi va nella stessa direzione.”

Poi Elkann torna kantiano e con espressione circospetta domanda: “ma tu sei un fenomeno o un noumeno?”

L’immaginario siparietto dura ancora un po’ ma ormai sappiamo come finisce: Oliver accetta e finisce sul podio… dei più giovani esordienti della storia della Formula 1!

Ammetto di non averne sentito parlare altro che nella colpevolmente distratta lettura delle cronache delle formule propedeutiche senza mai interessarmene quindi la curiosità di vederlo all’opera era alle stelle. Anche perché non è un esordiente su una vettura di secondo o terzo piano ma sulla vettura più ricca di storia dell’intera Formula 1.

Ebbene come si è comportato il nostro? E come si sono comportati tutti gli altri piloti? Cominciamo proprio da lui, l’esordiente!

 

BEARMAN

Catapultato all’improvviso su un sedile che scotta il giovane Oliver, a quanto pare, non si è fatto per nulla intimidire. Decide saggiamente di passare le FP3 a imparare la vettura e tutte le procedure annesse e quando si trova, dopo poche ore, a disputare le qualifiche su una delle piste unanimemente giudicate più pericolose dell’intero calendario non fa una piega e passa agevolmente il primo taglio. Anche in Q2 va bene ed è eliminato per pochi millesimi. Non so voi ma credo sia stato un ottimo approccio quello velocistico anche perché immagino che abbia voluto anche stare attento a non sbattere contro i muri di Gedda, che è cosa assai facile che capiti. Dunque avere l’undicesimo tempo, consapevoli che ha “tirato” al massimo delle possibilità per evitare l’errore, è tanta roba! Bravissimo. In gara non parte benissimo anche qui probabilmente molto più attento a non combinare pasticci che non a cercare varchi a dritta e a manca. Dopodiché, tuttavia, non lesina affatto sulla prestazione e si ingaggia in un duello non facile con Tsunoda, testa notoriamente assai calda: segno di coraggio, no? Si avvantaggia della SC per l’incidente di Stroll e come quasi tutti va a pittare: anche qui niente panico e procedura perfetta. Si comporta bene alla ripartenza dopo SC e guadagna la posizione su Zhou, tra i pochi a non aver pittato. Fa un po’ più di fatica quando arriva su Hulkenberg ma ancora una volta non combina pasticci e porta a segno un sorpasso pulito al 21° giro. La sua gara continua poi un po’ più liscia nell’attesa che Norris ed Hamilton, che non avevano pittato in SC, facciano la sosta obbligatoria. Il ritmo deve essere sufficiente per uscire davanti ai due. Ed esegue benissimo perché il suo ritmo non è tanto lontano da quello di Leclerc, più avanti. Infatti, quando i due pittano tra il 37° e il 38° giro, se li ritrova dietro di circa 5-6 secondi. I due recuperano rapidamente tre secondi ma poi non recuperano più nulla perché il nostro si mette a girare sui loro tempi e si toglie anche la soddisfazione, come Leclerc, di fare il proprio fastest lap all’ultimo giro (peraltro il quinto della speciale classifica). Certo, ha fatto fatica (indicativi quanto per certi versi divertenti i camera car in cui cercava l’appoggio per la testa ad ogni curva perché non ce la faceva più), certo ha performato meno di Leclerc (ma a parte Max chi avrebbe la possibilità di far meglio?), certo è stato favorito dalle strategie a posteriori errate di Nor e Ham ma che gli si poteva chiedere di più di quanto ha fatto? Si potrebbe aprire il dibattito su quanto siano facili da guidare queste vetture o su chissà quante prove avrà fatto al simulatore ma io la vedo comunque così: visto che aveva addosso gli occhi di tutto il mondo e che una sbavatura non glie l’avrebbe perdonata nessuno (sì, è giovane ed è stato chiamato all’ultimo minuto quindi gli avrebbero perdonato tutto… sicuri?) è stato bravo, anzi bravissimo!

VERSTAPPEN

Perfetto, semplicemente perfetto. Come sempre, aggiungerei. Di questa continuità al livello assolutamente eccelso che persiste a erogare in ogni gara ci si potrebbe annoiare, magari qualcuno si annoia davvero, ma da appassionato di questo sport quale mi picco di essere non posso fare a meno, ogni volta, di meravigliarmi. Giunge addirittura notizia che nelle profondità della notte tra qualifiche e gara lui fosse su iRacing a correre come un dannato contro mezzo mondo: la magnifica ossessione che personaggi del suo calibro hanno per lo sport che praticano è allo stesso tempo esaltante e spaventosa. Viene in mente il povero Kobe Bryant di cui si diceva che facesse il primo allenamento alle 5 o alle 6 di mattina. Ogni giorno. Che gli si può dire? Avanti così? A differenza che in Baharain dove forse Leclerc avrebbe potuto stargli davanti in qualifica, qui invece stabilisce un giro monstre che tiene lontano di ben tre decimi l’alfiere ferrarista e il suo stesso team mate. Ciò è ancora più rilevante dal momento che Leclerc ammette, anche qui diversamente che in Bahrain, che più di così non poteva fare. Quindi top assoluto! In gara non ha problemi in partenza e in un solo giro si porta oltre la distanza DRS da Leclerc. Quando si riparte dopo la SC causata da Stroll si ritrova per la prima volta in stagione a non condurre la gara ma non ha che da aspettare che le gomme bianche si scaldino a dovere prima di riprendersi con facilità la prima posizione. Noto che a differenza di tutti gli altri il DRS RBR sembra tornato quello del passato: straordinariamente efficace. Da lì in avanti gestisce con agio la posizione senza strafare. Verso la fine prova a riprendersi il fastest lap ma, stranamente, non ci riesce nonostante i DRS dei doppiati. Ecco, se proprio vogliamo trovare un microscopico difetto alla sua gara è stato proprio l’aver mancato un fastest lap che invece è riuscito, proprio all’ultimo, a Leclerc. Ma si tratta di un granello di sabbia, assai minuscolo invero. Bravo? chiediamolo ai suoi competitor di iRacing!

PEREZ

Anche Checo è andato molto bene a Gedda. In qualifica non può nulla contro Max e Charles ma in gara si presenta carico: la pista gli piace assai. E infatti parte benissimo superando Leclerc in men che non si dica. Se non fosse stato per la straordinaria e assai coriacea risposta che il monegasco gli rifila alla curva successiva avremmo forse (forse!!) potuto vedere un suo tentativo di duello con Max per la supremazia in gara. Tuttavia, dovendo giocoforza accodarsi al ferrarista, per vedere questo ipotetico duello dovremo aspettare un altro GP. Quattro giri a prendere le misure di Charles e si porta a casa un bel sorpasso ma è ormai troppo lontano da Max per poterlo seriamente impensierire. La SC gli porta in dono… una penalità! Il rilascio troppo affrettato in pit lane mentre arrivava Alonso gli costa 5 secondi e il definitivo addio alla (remota) possibilità di contendere il gradino più alto del podio. Di lì in avanti sta solo attento a tenere a debita distanza Leclerc e non mostra particolari acuti. L’agio con cui RBR ha portato a casa questo GP la dice lunga sulla bontà del nuovo progetto Newey. Non siamo ai distacchi dello scorso anno in termini relativi ma non ci sono dubbi che anche quest’anno RBR è partita assai avanti agli altri. I dati raccolti in queste tre settimane sono oro un po’ per tutti ed è sicuro che all’Albert Park cominceremo a vedere qualche azzardo in più sui setup ma come lo sono stati per gli altri così sarà anche per RBR. Sarà dura!

LECLERC

Deluso dalla qualifica non tanto per non aver fatto la pole quanto, suppongo, per il distacco rimediato da Max il monegasco approccia la gara sperando che non si ripresentino i problemi ai freni che l’hanno azzoppato in Bahrain. Pronti-via e deve subito dover tirar fuori il meglio del suo repertorio tecnico e agonistico per rispondere all’eccellente scatto di Perez. La gioia per la posizione conservata dura poco perché dopo 4 giri deve arrendersi. La sua gara non è particolarmente movimentata, se si eccettua il sorpasso a coloro che eran rimasti in pista dopo la SC. Notiamo il suo ritmo che è “dinamicamente costante”, se mi passate la locuzione, nei confronti di Verstappen: 4 decimi al giro in quasi tutte le porzioni di gara. Non avendo, a quanto pare, alcun problema ai freni vediamo quindi Charles alle prese con il suo primo “vero” GP della stagione. Da questo punto di vista la performance è di altissimo livello soprattutto considerando dov’era lo scorso anno nelle medesime condizioni. Non gli farà piacere il dominio di Max e di RBR ma almeno di questo dovrà per forza essere contento. Direi che lo spunto più interessante di tutti è dato dal giro veloce che ha segnato all’ultimo giro riuscendo dove non era riuscito Max. Dopo 40 giri sulle bianche direi che si tratta di qualcosa di totalmente inedito per Ferrari che non fa soffrire le gomme così bene che si è giunti al paradossale effetto di non riuscire ad “accenderle” in tempi rapidi. Vedremo se in altre piste e con setup più “coraggiosi” si potrà ottenere qualcosa in più. Per il momento bene comunque.

PIASTRI

Risultato di prestigio per il buon Oscar che porta a casa un quarto posto poco prevedibile alla vigilia. La qualifica degli “umani” lo vede quinto, sopravanzato solo dall’eterno Alonso e, soprattutto, davanti a Lando il che ha certamente colorato di rosa il suo week end. A questo si aggiunge una buona partenza e un bel sorpasso su Alonso che sembra metterlo sulle tracce di Leclerc. La SC causata da Stroll, tuttavia, gli toglie ogni velleità. La causa sta nel fatto che alla ripartenza si ritrova dietro ad Hamilton e qui assistiamo al suo personale calvario. Infatti, nonostante miriadi di tentativi, uno quasi riuscito al 35° giro, il buon Oscar deve fare i conti con una McLaren che non riesce a far funzionare il DRS in nessun modo e deve stare sulle ruote di Hamilton per ben 30 giri senza poter nulla. Fortunatamente per lui l’obbligo della sosta cui Hamilton e Norris debbono sottostare gli regala la posizione ai piedi del podio che, vista la sofferenza patita dietro alla Mercedes, immagino abbia un sapore assai amaro. Non appena si libera dall’ingombrante presenza del campionissimo inglese il suo ritmo scende di ben 1 secondo: non sapremo mai cosa avrebbe potuto fare se non si fosse trovato in questo imbuto. Bene ma non benissimo

ALONSO

Eterno e mai domo. Dopo il deludente week end del Bahrain ritroviamo un po’ a sorpresa Aston Martin ai piani alti. Ovviamente con il solo Alonso che si toglie la soddisfazione di un 4° posto in griglia a pochi millesimi da Perez e quasi nove decimi rifilati al suo compagno di squadra. In gara parte bene ma deve arrendersi a Piastri dopo pochi giri. Dopo la SC sceglie (perché con Alonso si deve sempre ipotizzare che sia lui a scegliere!) di plafonarsi a poca distanza da Piastri per tutto il resto del GP, gestendo le gomme e assicurandosi un risultato decisamente migliore del Bahrain che porta un po’ di respiro alla squadra. Sorprendente!

RUSSELL

Non c’è molto da dire su Giorgino per questo week end se non che si toglie la soddisfazione di un bis del Bahrain per quanto attiene al confronto con il suo celebrato team mate cui è davanti e in griglia e in gara. Dopo il deludente 2023 e la scoperta che con RBR per il momento non si può competere l’obiettivo di Russell non può che essere questo: arrivare davanti ad Hamilton. La qual cosa non è banale come sembra perché con la ridda di voci che freneticamente si susseguono nel paddock nessun sedile può dire di essere saldamente ancorato alla vettura. Oltre alla soddisfazione di cui sopra non c’è molto di cui essere felici in casa Mercedes perché nella seconda parte di gara Giorgino non è riuscito minimamente a impensierire Alonso. Bene ma non benissimo.

NORRIS

Dietro a Piastri per tutto il week end è il risultato finale di Lando il quale, oltre a questo smacco, mostra anche per la “emme-sima” volta che, quando il momento è saliente, il suo rendimento cala. Ora, se la “emme-sima” volta diventerà “enne-sima” ho il sincero timore che il suo valore, che da anni viene considerato come uno dei più alti potenziali in F1, si sgonfierà come un palloncino bucato. Non aver sopravanzato il suo team mate in qualifica non è una colpa in senso assoluto, sia chiaro, perché contro l’emergente Piastri ci può anche stare ma se arriva per colpa di un errore piuttosto marchiano nel suo tentativo finale in Q3 il naso si storce e non di poco. In gara va meglio, tolto il pasticcio di quasi jump-start in cui si è trovato invischiato giusto un attimo prima dello spegnimento dei semafori, e il risultato finale è dipeso più che altro dalla monetina che il box McLaren ha lanciato quando è uscita la SC: chi facciamo pittare e chi no? A lui è toccato star fuori e questo è quanto. Null’altro da aggiungere se non che è parso assai evidente quanto McLaren sia forse l’auto che meno riesce a far funzionare il DRS in questa prima fase di campionato. Qualcosa dovranno fare.

HAMILTON

Stesso discorso di Norris con l’aggravante che gli è arrivato dietro. Si fa notare solo per l’arcigna difesa su Piastri e per il secondo giro più veloce in gara fatto con le rosse nuove al 38° giro. Non sarà che il porpoising gli ha fatto male alla schiena?

HULKENBERG

Delle sue prestazioni dell’anno scorso (e della prima in Bahrain) ho sempre notato l’eccellente capacità in qualifica unità, però, ad una certa inconsistenza in gara. Ecco che invece, in Arabia, decide di scambiare l’ordine dei fattori e il risultato… cambia! Infatti il buon Hulk per una volta non brilla in qualifica ma riesce a gestire un buon ritmo di gara che, unitamente alla strenua difesa di Magnussen sul gruppo degli “altri” gli consente di entrare in zona punti. Bravo (anzi: bravi!)

NOTE DI MERITO

Tra i meritevoli va inserito Magnussen, ovviamente, che ha fatto un lavoro di difesa straordinario per favorire la strategia del suo team mate. Che Magnussen sia uno dei migliori “difensori” del circus già si sapeva ma va detto che in ciò è stato favorito dalla scarsa efficacia del DRS degli altri il che, nei lunghi rettilinei del circuito arabo, è tutto dire… Ad ogni modo, Haas ha esordito inaspettatamente bene in questo mondiale. Dai test era uscita malissimo e nessuno si aspettava questo buon livello di competitività. Vedremo se continueranno su questa linea.

Aggiungo ai meritevoli anche Albon che pur nella grande difficoltà del trenino guidato da Magnussen ha mostrato ancora una volta la sua combattività con sorpassi notevoli tra cui spicca quello su Tsunoda al giro 33 in cui esce dalla scia del giapponese proprio nel momento in cui quest’ultimo ha smesso di guardare negli specchietti sorprendendolo in modo magistrale.

NOTA DI DEMERITO

Racing Bulls continua a deludere, stavolta con entrambi i piloti, che non riescono a cavare un ragno dal buco in un GP in cui la “copia” della RB19 avrebbe dovuto fare se non sfracelli almeno una comoda entrata nei punti.

Stroll, manco a dirlo, è l’unico che in gara è andato a muro. È vero che Gedda è un circuito in cui si sono sempre visti incidenti ma stavolta lui è stato l’ujnico a farlo: il pollice verso se lo merita tutto.

Alpine conferma il disastro totale con Gasly costretto subito al ritiro e con Ocon (che si merita un +) costretto a guidare sopra le righe per tutta la gara.

Alla prossima!

 

 

BASTIAN CONTRARIO: IL MOSTRO

Mancano solamente, si fa per dire, ventidue GP alla fine di questa stagione che è iniziata così come è finita quella precedente. Ad essere sinceri, devo capire come, allo stato attuale, Ferrari possa vincere cinque gare (Ferrari per bocca di Vasseur dichiarò che si aspettavano questo risultato con la SF24), considerando che contro la RB20 e, comunque, contro questo monopolio bibitaro, non se ne vede la fine. Ciò che mi rattrista e, ad essere franchi mi infastidisce non poco, è la continua mancanza di equilibrio nel commentare e giudicare, a partire da chi dovrebbe dare l’esempio ai tanti giovani che si affacciano al motor sport per eccellenza. Mi riferisco a ciò che viene detto in tv a riguardo di Verstappen e cioè che è “un mostro” o “che è appunto mostruoso”. Non me ne vogliano i tifosi dell’olandese, solo si sappia che quello che attualmente si dice del campione olandese, sono le esatte parole che si profferivano per Hamilton quando era lui a dominare. Come mai ora non si dice più la stessa cosa del campione inglese? Dov’è finito “l’hammer time” che veniva decantato ad ogni GP di ogni maledetta domenica (da quest’anno nemmeno più questa citazione potrò usare, visto e considerato che già ci siamo sparati i primi due GP della stagione per due sabati consecutivi!)? Che fine ha fatto il mostro Hamilton? Sia chiaro che non sto affermando che Lewis sia stato un bluff o peggio, che si esageri con Verstappen nel tessere le sue lodi. Ho appena citato due dei piloti più forti di tutti i tempi ed in una classifica che ho avuto modo di leggere e con la quale mi sono trovato particolarmente d’accordo, questi due campioni si trovano solo dietro a Schumacher (l’ordine era Michael, Max e Lewis se proprio siete curiosi di conoscere la suddetta classifica). Il fatto è che campioni del genere, quando hanno un mezzo che annichiliscono la concorrenza, non fanno altro che fare quello che la loro genetica li ha predisposti per fare: cioè vincere sempre. Eppure cosa sarebbero, in questa F1, questi due campioni senza il loro mezzo che domina e che dà tra i cinque e sei decimi al giro al primo degli avversari? Si dia un’occhiata proprio al fenomeno inglese che non vince dal 2021 (signore e signori stiamo parlando della bellezza di tre anni quasi!) e che pare abbia perso completamente la bussola, rimediando sonore bastonate dal suo compagno di squadra che è (giustamente) sempre più capitano di una Mercedes che ha perso a sua volta il bandolo della matassa. Il sottoscritto si augura che il campione inglese abbia già la testa a Maranello e che, quindi, queste sue scialbe prestazioni siano dovute più ad una mancanza di entusiasmo (dove i risultati della W15 di certo non aiutano in tal senso) che ad un calo evidente di forma e di performance. Allo stato attuale mi viene da rimarcare il fatto che proprio in base a quanto è successo domenica, pardon sabato… l’abitudine (!), Charles abbia accolto con favore la sua venuta.

Infatti si guardi Carlos, che mostro lo è stato per davvero, visto e considerato che si è sparato con un’appendice infiammata e con la febbre addosso, rimanendo in un abitacolo di una F1 con più di trenta gradi centigradi, le prime due prove libere del weekend. Il tempo di farsi squartare (anche se oggi si usano le sonde per operazioni del genere cioè la famosa “appendicectomia laparoscopica”) e in meno di quarant’otto ore era già nei box a guardarsi il GP. Un’attitudine, una professionalità ed una passione come pochi. Si dia a Cesare quel che è di Cesare: lo spagnolo, sapendo che è stato fatto fuori dalla squadra, poteva tranquillamente starsene a riposo in ospedale o nella suite del suo albergo, invece ha preferito stare nella e con la sua Scuderia e di un mostro come questo bisogna solo aver quanto meno rispetto, perché la fame di Carlos è pari tanto quanto quella di Charles, sebbene quest’ultimo abbia sempre quel guizzo in più. Quanto affermato è dimostrato dal giro più veloce, voluto ed ottenuto proprio all’ultimissimo giro con una SF24 che non era, come si suol dire, un fulmine di guerra, considerando che dal “remote garage” avevano deciso nella loro infinita saggezza di optare per l’ala posteriore più carica. Meno male che sempre monsieur Vasseur aveva detto che bisognava essere più coraggiosi nelle scelte. Allora come mai la Rossa non ha osato, fidandosi di più della “loro piattaforma” che hanno battezzato SF24 e che tanto carico genera, provando a mettere un’ala più scarica? Aggiungo che le prove libere ci sono proprio per questo e magari delle prove comparative potevano anche essere fatte, dato che poi in gara sul rettilineo Charles soffriva non poco e, come al solito, il suo talento ha dovuto fare la differenza. Il nostro Charles, si che lui è un mostro di quelli che fanno paura, visto e considerato che riesce a cavare sangue dalle rape ogni volta (sabato scorso con la macchina che andava dove voleva ad ogni frenata ha esordito proprio con una mostruosità… di bravura) che si cala la visiera e il fatto che Perez gli sia passato davanti senza colpo ferire la dice lunga sull’attuale vantaggio della RB20.

Verstappen&Co. minacciano di andarsene se verrà allontanato Marko? Allo stato attuale ha ragione Horner e cioè Red Bull continuerebbe a vincere anche senza l’olandese perché il vantaggio che hanno è tanto. Certo le vittorie sicuramente non sarebbero così schiaccianti (perché sarebbe un atto di ignoranza in primis mettere sullo stesso piano Verstappen e Perez) così come non è detto che continuerebbero ad essere protagonisti oltre il 2025, di certo fino a suddetta data il loro futuro è assicurato. Il vero Verstappen mostruoso era quello del 2021, che lottava con un altro mostro (che mondiale quell’anno!) che era appunto Hamilton al quale ha fatto vedere i sorci verdi, tanto da spingerlo a fare quella porcata alla Copse nel suo GP di casa in Inghilterra. Attualmente per Max tutto ciò è routine, tanto da fare le quattro del mattino mettendosi a giocare ad un torneo (!) di videogiochi… proprio come Lewis quando, tra un GP dominato e l’altro, andava in giro per il mondo a questa e a quella festa alla moda.

A proposito di mostri, è giusto spendere una considerazione su chi mostruoso lo è stato per davvero: onore e rispetto ad Oliver Bearman, che a diciotto anni (il diciottenne medio italiano oggigiorno deve fare l’esame due volte per prendersi la patente) viene sbattuto dalla notte alla mattina in una Ferrari, accanto ad un mostro come LeClerc per svolgere (praticamente improvvisando) le terze prove libere, le qualifiche e, soprattutto, il suo primo GP di F1 della sua vita. Nessuno pretendeva nulla da lui, nessuno si aspettava il risultato, eppure lui (e suo padre) sapeva benissimo che questa era l’occasione della vita, il treno che passa una volta sola e che se sei pronto ci sali, altrimenti rimani a piedi per sempre. Un all in pazzesco che il ragazzino inglese ha saputo sfruttare a suo vantaggio come solo i giovani talenti sanno fare. A tal proposito, guardando cos’ha fatto Oliver, mi chiedo due cose:

1 Se ci fossero stati i test, anziché solo il simulatore a disposizione, questo ragazzo (e tanti come lui) non sarebbe arrivato ancora più preparato all’appuntamento, invece di farsi il week end in apnea per la comprensibile emozione?

2 Alla luce di quanto ha mostrato Bearman e Lawson prima di lui, piloti come Stroll, Ricciardo, Sargeant, Bottas e Tsunoda… che diavolo ancora ci fanno in pista? Questo sì che è una mostruosità.

Vito Quaranta

VERSTAPPEN 2 DI 24 IN ARABIA SAUDITA

Quello che si è presentato in Arabia Saudita più che il set di Drive to Survive sembrava il set di Beautiful.
A tenere banco, ancora le storiacce Red Bull, fra amanti contese, nonni estromessi, manager rampanti osteggiati, e così via.

Ma il risultato non cambia. Max in pole e Charles di fianco a lui.
In tutto questo, Sainz si becca l’appendicite e al suo posto viene messo un diciottenne quasi sconosciuto e dal cognome la cui traduzione in italiano risulta piuttosto buffa. Per non parlare del soprannome. Ma dietro al volante evidentemente ci sa fare, visto che dopo una sola sessione di prove con la SF-24, riesce a piazzarla in undicesima posizione, subito dietro al sette volte campione del mondo, che lo estromette dal Q3 per un soffio.

Partenza senza grandi emozioni, a parte la difesa strenua della seconda posizione da parte di Leclerc, partito peggio di Perez. Strenua quanto inutile, perchè dopo 4 giri il messicano lo passa senza tanta fatica.

Nel frattempo, Max sta già guidando col braccio di fuori.

Al giro 7, Stroll si dimentica di un muretto e pianta la macchina nelle barriere. Inevitabile l’uscita della Safety Car, e tutti rientrano ai box, tranne Norris ed Hamilton. 

Si riparte al giro 10, e servono pochi giri a Max per riprendersi la prima posizione ai danni di Norris. Nel frattempo, Perez si prende 5 secondi di penalità per una plateale ostruzione ad Alonso in occasione del pit-stop.

A metà gara, Verstappen ha 7 secondi di vantaggio su Perez, che a sua volta ne ha altri sette su Norris, braccato da Leclerc. 

Al giro 36 si fermano finalmente anche Norris e Hamilton, per la loro unica sosta. Entrambi rientrano dietro al debuttante Bearman. 

L’ultima parte di gara non riserva emozioni, e il GP dell’Arabia Saudita si chiude con una scontata doppietta Red Bull, con Leclerc terzo, autore del giro più veloce proprio all’ultima tornata. Seguono Piastri, Alonso, Russell, un fantastico Bearman, Norris, Hamilton e un inaspettato Hulkenberg a chiudere la zona punti.

Fra due settimane si andrà in Australia. Se volete, vi dico chi vince.

P.S. All good things must come to an end.  Tutti i cicli vincenti prima o poi finiscono. Può succedere per un cambio di regolamento, o per la ricerca di nuove sfide da parte di chi vi ha partecipato. Quello della Red Bull sembra destinato a finire per motivi del tutto nuovi.

P.S. 2 in settimana Villeneuve ha criticato aspramente Ricciardo per avere preteso la posizione da Tsunoda in Bahrain, scatenando la reazione scomposta di quest’ultimo. Jacques lo ha definito un pilota buono giusto per Netflix. A vedere il risultato di oggi, pare proprio che abbia ragione.

P.S. 3 18 anni, chiamato all’improvviso a guidare una Ferrari, subito a punti. Comunque la si pensi, a proposito delle difficoltà di questa F1, si tratta di un’impresa non di poco conto, considerando le responsabilità che si porta dietro il mettersi al volante di una rossa. Speriamo che non sia vittima, come altri suoi colleghi, della penuria di sedili disponibili.

P.S. 4 Vive la France

 

F1 2024 – GRAN PREMIO DELL’ARABIA SAUDITA

Da un deserto all’altro che in pratica non si nota la differenza, sara’ cosi’ anche l’esito della seconda prova del mondiale in Arabia Saudita?

Se c’erano dei dubbi sul fatto che la Red Bull potesse ricominciare da dove aveva lasciato nel 2023, il Gp del Bahrein ha immediatamente smentito ogni ipotesi di appannamento dei tori austriaci, nonostante il caos dirigenziale che stanno vivendo.

Ecco, da questo punto di vista e considerati gli ultimi sviluppi che vedrebbero entrare in scena prepotentemente la famiglia Verstappen, forse qualche motivo di distrazione o nervosismo potrebbe intaccare l’inattaccabilita’ del binomio Red Bull-Max Verstappen ma e’ piu’ una speranza che coltivano i suoi rivali che un qualcosa di tangibile.

immagine da funoanalisitecnica.com

Certo e’ che la lotta di potere intestina tra la proprieta’ thailandese (pro Horner) e quella austriaca (spalleggiata dai Verstappen e Marko) si sta rivelando intricatissima e che ormai getta lunghe ombre sul futuro del team, in primis sulla permanenza di Max Verstappen.

Le ipotesi sul campo sono tante, non ultima il fatto che l’entourage olandese non sia convintissimo della competitivita’ della Pu made in Red Bull che esordira’ a partire dal 2026 e quindi stia preparando in anticipo l’approdo su altri lidi piu’ appetibili in termini di possibilita’ di vittoria. Siamo ancora nel campo della fanta-F1 ma si sta delineando uno scenario da mezzogiorno di fuoco: o Horner o Verstappen. E Wolff sta gia’ sondando il campo…

In tutto cio’ ci si mette anche Ben Sulayem, indagato per aver tentato di interferire nel Gp di Arabia 2023 in merito alla penalita’ data ad Alonso e, pare, di aver fatto pressioni per non omologare il Gp di Las Vegas. Anche in questo caso e’ tutto da dimostrare e definire nel concreto ma non sorprende che il tutto salti fuori proprio quando il team piu’ vincente del circus e’ alle prese con grossi problemi di gestione delle sue figure chiave. Tra l’altro Ben Sulayem si e’ preso anche un bel rifiuto da parte di Max Verstappen alla richiesta di un sostegno nei confronti di Horner, tira davvero una brutta aria nelle stanze del potere.

Parlando di ”sport”, Ferrari arriva a Jeddah con stati d’animo contrastanti: da una parte la conferma che la monoposto e’ valida anche se non a livello della RB20 e dall’altro la conferma di tutta una serie di problemi che ne compromettono le ambizioni di lotta con Red Bull. L’ultimo problema e’ quello ai freni che hanno condizionato la gara dei rossi e che sembra non aver ancora trovato una causa ben precisa. Inutile dire che la Scuderia deve essere perfetta nell’arco di tutto il weekend per avere qualche possibilita’ di lottare ad armi quasi pari con Red Bull e al momento sembra uno scenario non ancora percorribile.

immmagine da racingnews365.com

Anche Mercedes arriva con sensazioni simili, con una monoposto che sembra valida ma azzoppata da inconvenienti tecnici alla PU nella prima uscita stagionale. Jeddah e’ un circuito dove serve molta efficienza aerodinamica e una PU che spinge forte, sara’ un bel banco di prova per loro.

McLaren e’ partita meglio rispetto al 2023, e non ci voleva tanto, aspettando con impazienza delle conferme che i curvoni veloci della Corniche potrebbe darle. Nel novero delle deluse invece fa gia’ parte Aston Martin, lontana parente di quella brillante di inizio 2023. Appuntamento alla seconda parte di stagione per maggiori soddisfazioni, anche se non e’ che sia scontato seguire il percorso che ha fatto la McLaren l’anno scorso.

Tra le cenerentole del gruppo invece c’e’ la Sauber che punta a replicare e migliorare la discreta forma fatta vedere in Bahrein, mentre in Racing Bulls ci sono gia’ state le prime avvisaglie di nervosismo tra i due piloti. Meno male che Tsunoda aveva dichiarato di essere cresciuto diventando piu’ calmo e maturo.

immagine da motorinolimits.com

Williams rimandata a causa dei tanti problemi avuti in Bahrein cerca riscatto in Arabia Saudita mentre e’ gia’ notte fonda, fondissima per Alpine che ha visto le dimissioni del DT Harman e del capo aerodinamica De Beer dopo il disastroso inizio di stagione. Ora saranno in tre ad avere le redini dei reparti principali del team ma la risalita si prevede molto lunga e molto difficile. Un’opportunita’ inattesa per Andretti che della crisi dei francesi potrebbe approfittare per entrare finalmente nel circus.

Non resta che attendere cosa dira’ la pista, con i suoi curvoni veloci e il basso degrado, in teoria tutti elementi che dovrebbero giovare alla rossa di Maranello. Max candidato numero uno alla vittoria, ovviamente ma inutile dire che molti occhi e orecchie saranno puntati piu’ su quello che potra’ succedere fuori dalla pista.

*immagine in evidenza da leaders-mena.com

Rocco Alessandro

MIT’s CORNER: LE NON PAGELLE DI SAKHIR 2024

LE NON PAGELLE DI SAKHIR 2024

Finalmente torna la Formula 1! Per non farci sentire troppo il freddo invernale la Formula 1 ha deciso di scaldarci con notizie esplosive con cui gli appassionati hanno potuto trastullarsi non poco. Tra il sorprendente annuncio del passaggio di Lewis Hamilton in Ferrari a partire dalla stagione 2025 e uno scandalo a tinte calde altrettanto sorprendente che ha coinvolto nientemeno che il Team Principal più titolato della griglia non c’è stato certo tempo per annoiarsi!

Il primo GP della stagione si svolge pochi giorni dopo che sullo stesso circuito tutti i team avevano acceso i motori delle loro nuove monoposto lasciando aperti tanti punti interrogativi sul come si sarebbe svolta la stagione o, quantomeno, la prima gara. Tra chi si è nascosto, chi ha provato solo le gomme, chi era ancora in cerca di sponsor e chi si è dannato per fare i tempi i test non avevano detto molto non solo agli appassionati ma anche agli addetti ai lavori. In particolare, c’era la sensazione che Ferrari e Mercedes fossero pronte per rendere la vita difficile a Max e alla sua nuova RB perché se è vero che un po’ tutti i team si sono dati da fare per “copiare” a vario titolo le caratteristiche della RB 19 è altrettanto vero che il geniale Adrian Newey ha deciso di sparigliare le carte con soluzioni inedite sapendo perfettamente di prendersi un rischio di non poco conto.

Con in testa tutti questi dubbi si è dunque arrivati all’esordio del mondiale con la sincera aspettativa di poter vedere delle battaglie al vertice che non si vedevano dai primi GP del 2022.

Ebbene, com’è andata? Mi limito ad un laconico “esattamente come si temeva di più” e cioè con Max Verstappen sugli scudi a mostrare al mondo che non solo nel 2024 vuole ripetere il risultato del 2023 ma che lo vuole fare anche nello stesso modo: dominando.

La gara non ha dato molti spunti di valutazione. La strategia assai piatta e senza varianti che non fossero la scelta di RBR di fare rossa-bianca-rossa in luogo di rossa-bianca-bianca di tutti gli altri non ha creato molta tensione e i pochi avvicendamenti in testa al gruppo non hanno regalato molte emozioni.

Per il momento si conferma il trend dell’enorme divario tra i crono della qualifica e quelli della gara e, soprattutto, la scarsa incidenza del DRS nei rettilinei. Trend, quest’ultimo, nato con la reintroduzione dell’effetto suolo e che nei due anni passati ha risparmiato soltanto RBR e che nella seconda metà della passata stagione era stato messo in secondo piano dall’appiattimento in alto delle performance dei principali protagonisti. Può anche essere che il setup dei mezzi sia ancora molto acerbo e che già a Gedda si vedrà qualcosa di più interessante sotto questo profilo ma non nascondo che la cosa è un po’ preoccupante. Beninteso, non sono un amante del DRS ma visto che c’è allora che funzioni! Mi è parso un po’ imbarazzante vedere le auto a centro gruppo che si sfidavano a colpi di “ti-vedo-non-ti-vedo” negli specchietti senza riuscire a portare veri attacchi neanche con 3 decimi di distacco in rettilineo e con DRS aperto: negli ultimi giri il non-duello tra Ricciardo con rosse nuove contro Magnussen con bianche usate è stato particolarmente indicativo. Per converso la gestione delle gomme sembra migliorata praticamente per tutti: se il dato verrà confermato nel 2024 la vita per gli strateghi dei team sarà difficilissima.

Non è questo l’articolo in cui si fanno complicate analisi sulle caratteristiche delle monoposto ma non potrò esimermi, cercando di esaminare l’interpretazione della gara fatta dai vari piloti, nel relazionare tali interpretazioni anche con l’esordio tecnico del loro mezzo.

VERSTAPPEN

Miglior inizio non poteva immaginarlo, il buon Max. Pole, vittoria, giro veloce e gara dominata dal primo all’ultimo metro. È stato semplicemente straordinario: oltre a seminare gli avversari in pista ormai semina anche tutti gli aggettivi che si cercano per descriverne le gesta. Che dire? Lui stesso, sceso dalla macchina a fine gara, pareva sorpreso dal dominio che aveva avuto il che la dice lunga anche sulla bontà della RB20. In partenza è ingaggiato da CLC giusto per i metri che mancavano alla prima curva ma poi se ne va con un ritmo inavvicinabile per gli altri. La RB 20 sembra, ça va sans dire, assai gentile con le gomme rosse sicché scopriamo Max a pittare praticamente per ultimo nel primo stint e, soprattutto, a usare le rosse anche per l’ultimo stint di gara (come Perez, peraltro) senza che ciò incida minimamente sull’usura o sulla performance. È vero che non ha dominato la gara allo stesso modo dello scorso anno ma la sensazione che avesse ancora tanto margine da gestire è stata piuttosto netta perché dopo un fastest lap sull’1.32 si plafona a 1.34 per i giri restanti. Altro da dire non c’è. Chapeau!

PEREZ

Anche il buon Checo si scopre a suo agio in gara. Se sembrava aver avuto qualche difficoltà in qualifica tutto è poi magicamente scomparso quando si sono spenti i semafori. Guadagna subito la posizione su Sainz e pochi giri dopo regola anche un Leclerc in difficoltà con i freni. Per superare Russell deve invece attendere qualche giro in più dopo il primo pit. Da lì in avanti controlla la sua gara con un certo agio, in particolare tiene a debita distanza Sainz nell’ultimo stint senza apparentemente patire alcun degrado delle gomme rosse. A differenza di quello di Max il suo ritmo, in generale, non pare irresistibile ma è comunque sufficiente per non farsi impensierire da nessuno. In pratica, la nuova RB20 è nata bene… Ottimo!

SAINZ

Una partenza non eccezionale lo costringe a inseguire Perez fin da subito e per tutto il resto della gara. Anche in questa prima gara della stagione si fa apprezzare per la solidità e la consistenza della sua guida che, a differenza dello scorso anno, sembra poter beneficiare di una vettura che pare finalmente in grado di accompagnare gli pneumatici per tutto lo stint con efficienza e costanza di performance. In questo sta la vera novità di Ferrari rispetto agli ultimi due anni (e più): la capacità di far rendere le gomme. Certamente con le rosse non pareva a suo agio ma visto che sono durate solo pochi giri poco male, quantomeno rispetto ai team che non fossero RBR. La differenza con Perez è stata minima ma c’è da dire che nell’ultimo stint Checo ha guidato in modo molto conservativo. Va da sé che comunque si merita molti applausi per non aver concesso un millimetro di asfalto a nessuno. Bravo!

LECLERC

Nelle tiratissime qualifiche è sempre lui: velocissimo a dispetto di tutto. A nessuno sfugge che il suo miglior crono in Q2 è alla fine risultato migliore di quello della pole di Max sicché sembrerebbe che abbia perso un’occasione d’oro per partire davanti a tutti. Tuttavia, sebbene il suo miglior giro in Q3 non sia stato perfetto, pare che ad una più attenta analisi le condizioni della pista non consentissero di ripetere la performance del Q2 quindi è corretto sostenere che è stato un secondo posto guadagnato più che un primo posto perso. Al pronti-via riesce ad ingaggiare Max per qualche secondo ma poi lo perde inesorabilmente. Scopriamo poi che ha grossi problemi ai freni anteriori, in particolare a quello anteriore destro, che lo limitano pesantemente in tutte le curve a sinistra. Patisce così il ritorno di Russell, Perez e del suo team mate con il quale duella un po’ stancamente. La cosa positiva e che con le gomme bianche che non degradano trova comunque il modo di adattare la sua guida alla pessima condizione dei freni e può sfruttare con un certo agio i problemi patiti da Russell portando a casa un quarto posto che, per come si erano messe le cose, vale oro. Il voto positivo se lo merita ampiamente. Bravo anche lui!

RUSSELL

Splendido in qualifica e reattivo nel primo terzo di gara sembrava che ieri per Giorgino si fossero spalancate le porte per un podio assai agevole. Invece scopriamo che il suo motore stava pericolosamente surriscaldando e che da un certo momento in avanti ha dovuto girare con l’handicap. Mercedes delude sul piano dell’affidabilità, dunque, e diversamente dal problema avuto da Leclerc (che pare facilmente risolvibile) qui siamo invece di fronte a qualcosa che potrebbe preoccupare non poco i tecnici di AMG. Mi auguro che risolvano al più presto perché finché ha potuto contare sul mezzo al suo massimo Giorgino non è parso affatto male. Si porta comunque a casa una prestazione decisamente migliore di quella del suo celebrato team mate, tenuto a debita distanza per tutto il week end (il che non è poco vista la ridda di chiacchiere che ha preceduto l’inizio di stagione). A Gedda, in un contesto che mette ancora più a dura prova il motore, ci sarà da stare attenti. Bravo comunque!

NORRIS

Cominciamo ora con qualche delusione. La McLaren non si era affatto nascosta nei test e Sakhir mostra che il suo livello non è quello strepitoso raggiunto alla fine dello scorso anno. Dovendo farei con questa amara realtà Lando perde pressione e come sempre quando non ha la spada di Damocle sopra la testa sfodera prestazioni da urlo. Quindi McLaren deludente, sì, ma Lando sugli scudi che guida per tutta la gara al limite massimo di ciò che può fare la sua vettura. Ciò non si è dimostrato sufficiente per ambire al podio né per impensierire gli azzoppati Russell e Leclerc. Certo che se si confronta Bahrain 2024 con Bahrain 2023 e sapendo che, dicunt, Sakhir non sia adatto alla McLaren ci sarebbe da lanciare i cappelli in aria ma di circuiti così ce ne sono tanti in questa lunga stagione quindi non c’è da stare molto allegri dalle parti di Woking.

HAMILTON

Male in prova, anonimo in gara. Con gli occhi del mondo (soprattutto ferrarista) tutti puntati addosso non pare che l’eptacampeao abbia particolarmente impressionato. L’unico sprazzo di classe si è visto in occasione del sorpasso su Alonso ma vista la delusione di Aston Martin non è poi questo gran merito. Va detto che anche lui, come Giorgino, ha sostanzialmente corso ad handicap dovendo girare il manettino della power unit al minimo per evitarne il cedimento. Rimandato.

PIASTRI

Dopo la strepitosa stagione di esordio il 2024 di Oscar si apre con aspettative ben diverse secondo le quali deve cominciare a dare segni di crescita non solo prestazionale ma anche di maturità agonistica. Sotto questo profilo, quindi, non posso esimermi dal dare un voto comunque buono ma seguito dal segno meno. Perché rimane dietro al compagno di squadra, sia pur di poco, e soprattutto commette qualche piccola sbavatura in gara che consente all’azzoppato Hamilton di superarlo. Lo attendiamo a miglior prova.

ALONSO

Ecco un’altra delusione. Scopriamo infatti che Aston Martin non si era affatto nascosta nei test il che ha portato ad un esordio stagionale che è tutt’altra cosa da quello trionfale del 2023. In questo deludente contesto Fernando non manca di far valere la propria classe in qualifica strappando un posto in griglia che ha del miracoloso ma non può far nulla in gara accontentandosi di un, per lui, mesto nono posto al traguardo. In una gara assai piatta dal punto di vista strategico è l’unico insieme a Ricciardo a provare qualcosa di diverso allungando di molto il secondo stint. La mossa non ha sortito l’effetto desiderato il che è interessante per le prossime gare: se le strategie saranno obbligate, com’è stato qui in Bahrain, la posizione in griglia e un perfetto “timing” di gestione degli stint saranno più determinanti delle abilità del pilota. Tornando a Fernando siccome questa è una non-pagella allora il suo sarà un non-voto.

STROLL

Nel deludente contesto di Aston Martin il buon Lance trova comunque lo spunto per essere più contento del suo compagno di squadra. La sua qualifica termina nel Q2 e la sua partenza è malamente rovinata dal trenino Hulkenberg-Bottas che lo manda in testacoda alla prima curva. Di lì in avanti però il nostro sfodera una prestazione gagliarda che passo dopo passo lo porta a ridosso dei punti riuscendo infine a conquistare la decima avendo ragione del sorprendente Zhou nell’ultimo terzo di gara. Per certi versi è divertente vedere Fernando scurissimo in volto e Lance invece raggiante considerato che il primo è arrivato davanti al secondo. La vita è bella perché è varia.

NOTE DI MERITO

Che gara Zhou! La sua gara ha impressionato non tanto per la performance, comunque buona rispetto a come era messa la Sauber alla fine dello scorso anno, quanto per l’abilità di girare costantemente avanti a tutti gli “altri” senza commettere la minima sbavatura. Condizione, questa, che stavolta non è stata sufficiente per i punti ma solo perché non c’è stato nemmeno un ritiro. Thumbs up!

Magnussen, dopo una qualifica decisamente incolore quantomeno rispetto a Hulk (strepitoso in questo senso), sorprende con una gara straordinariamente solida in cui è secondo degli “altri” e capace di resistere agli attacchi che in gara gli hanno portato Albon, Tsunoda e infine Ricciardo. Tosto!

NOTE DI DEMERITO

Racing Bulls, o come diavolo si chiama la scuderia di Faenza quest’anno, ha deluso tanto, anzi, tantissimo. La RB 19 in pectore, infatti, era attesa ad una prestazione molto più consistente sia in qualifica che in gara. E se in qualifica, così serrata, puoi perdonare ai piloti la perdita di qualche millesimo ipotizzando che il deludente Q2 sia stato estemporaneo la gara, ad un ritmo decisamente più lento di quanto atteso, è tutt’altra cosa. A quanto pare, non basta “copiare” per essere performanti e, per converso, se davvero questa è sostanzialmente la RB 19 dello scorso anno, si sta dimostrando che il passo avanti fatto dai top team è stato notevolissimo. Spiace, infine, vedere Tsunoda fare il bimbo dell’asilo nel giro di rientro: al quarto anno di F1 (peraltro dopo la convincente stagione 2023) non questi comportamenti non si possono proprio vedere e ciò anche al netto del fatto che lo “swap” per un tredicesimo posto fa un po’ ridere.

NOTE DI MA COSA AVETE COMBINATO DURANTE L’INVERNO?

Sargeant ricomincia esattamente da dov’era, cioè a distanza siderale da Albon.

Alpine un disastro totale.

 

Alla prossima!