Buon 67mo, Immane!!!!!!!!

Questo è uno spaccato di vita vissuta, sono ricordi personali non roba trovata in rete né racconti di terzi riportati. Qualcuno potrebbe obiettare che è l’ennesimo tentativo di uno dei tanti narcisi, la
maggioranza ormai, che hanno la smania di apparire per cui pubblicano autoscatti a tutto andare aspettando l’approvazione degli altri, pena la perdita completa della stima in sé stessi.
Ma non conoscendo l’Immenso di persona sono obbligato a raccontarlo per come lo ho conosciuto, e per come ciò mi ha fatto immergere completamente nella Formula 1. Quella vera, non la
pagliacciata a cui si assiste ormai da anni a questa parte.

Di episodi ce ne sono tanti, negli 8 anni che l’ho seguito. 8 perchè ho iniziato a seguire la Formula 1 dal 2 agosto 1976, perciò ho perso le sue gesta precedenti quella data quando, a sentire i racconti di
tanti che lo hanno visto in azione, era un ante Gilles.
Dei tanti che ho vissuto ne riporto 6.
Ricordo ancora quando alle elementari, sarà stato il 1973 o 1974, uno dei miei compagni che aveva il padre benzinaio mi parlava sempre delle corse e di Fitti.
A me non fregava niente perchè anche se ho sempre amato le auto, seguivo il calcio. Non mi rendevo conto di cosa stava per accadere.
Comunque.
2 agosto 1976 – si può dire che è nata la Formula 1 di massa, con l’incidente di Sua Santità. Ero al mare, sentivo e non sentivo le notizie. Ricordo che stavo guardando uno dei settimanali spazzatura,
Gente, Oggi o Novella 2000. Insomma uno di quelli che si fanno gli affari di un certo ceto sociale per far vivere al ceto inferiore cose che non potrebbero mai vivere.
C’era una foto di Niki nella T o nella T2, non ricordo precisamente quale fosse, ma la trovavo assurda nella sua bellezza. Mi sembrava un ufo, con i suoi profili arrotondati.
Per cui ricordo che Monza 1976 fu il primo Gran Premio che guardai per seguire il mio amato.
24 ottobre 1976 – saranno state quasi le 5 di mattina quando mia madre venne a svegliare me e mio fratello per guardare la corsa. A quei tempi sembrava una cosa fuori dell’immaginario, impossibile.
Oltretutto telefonò anche a casa di una mia zia per sentirli, anche loro a guardare la corsa. Mi
sembrava ancora più impossibile. Per me a quell’epoca le case si chiudevano all’ora di cena per riaprirsi il mattino seguente. Le ore nel mezzo erano qualcosa di proibito, un limbo mai profanato prima.
Dal secondo giro ebbi solo la tensione e la speranza che altri fossero arrivati davanti ad Hunt.
L’imbroglio ed il tranello teso dei bastardi inglesi all’Immane si è scoperto solo ultimamente. E lui non ne ha mai profferito parola per più di 30 anni.
Così come ha fatto riguardo il boicottaggio subito da quella faccia di bronzo di Dennis nel 1985.
16 settembre 1979 – sapevo che avrebbe vinto. Me lo sentivo. Quella gara è incorniciata nello zenit dello sport motoristico di tutti i tempi. Il Maestro dimostrò chi era il migliore, semmai ci fossero
ancora dubbi in proposito. Quell’anno c’era stato il famoso Gran Premio di Francia a Digione e Villeneuve era entrato nella leggenda per il duello con Arnoux. I due avevano oscurato il primo
successo storico di un motore turbo in Formula 1. Jabouille, poveraccio, lo ricorderanno solo gli appassionati. Ma quasi le telecamere perdevano il suo arrivo.
Ad Imola la Brabham non si sfasciò, anzi, quella porcheria di motore Alfa Romeo non si sfasciò e l’Immane vinse. Facendo ingoiare tonnellate di bile al Vecchiaccio di Maranello, cosa mai fatta da
nessun pilota né prima, né dopo di lui,
29 settembre 1979 – ero davanti alla tv, non ricordo cosa stavo guardando, quando mia madre rientrando in casa con il quotidiano in mano disse “hai visto? Niki Lauda si è ritirato”. Non ci
credevo. Lessi il giornale e quasi ebbi una sincope. Ero disperato.

Anche in quel gesto era stato Immenso. Aveva provato la nuova BT49 con il motore Cosworth, le aveva dato la sua benedizione (infatti poi vinse a raffica con Piquet) e se ne era andato senza neanche prendere la sua tuta, il suo casco ed il resto della sua roba.

Senza proclami, annunci, conferenze stampa. Semplicemente si era rotto le palle e se ne era andato.
Da quel momento tifai per Piquet, suo compagno, ma sempre come secondo. Il primo era, è e sarà sempre lui.
18 luglio 1982 – come per il Gran Premio di Imola del 1979, anche questa volta avevo la sicurezza che avrebbe vinto. Lo sentivo. Ero in poltrona, al mare, mentre guardavo la corsa insieme a mia
madre apparve sulla porta una mia amica che stava andando in spiaggia, in bikini, con pareo aperto e con Rayban da sole. Una gran gnocca. All’epoca avevo 19 anni. Mi pregò in tutti i modi di andare
in spiaggia con lei, era insistente come pochi. Ma non mi mossi dalla poltrona. Dissi che sarei andato dopo la corsa. Quando, dopo vari tentativi finalmente se ne andò, anche mia madre disse
“…quant’è bella. Potevi andare…”.
Forse le risposi di non disturbarmi, comunque di lasciarmi guardare la corsa. Ad un certo punto, non ricordo che giro fosse, vidi Niki che procedeva lentamente con un braccio alzato, c’era qualche
problema alla macchina. Poltrona annunciava che la Luce procedeva lentamente. Non ricordo se mi stava per prendere una sincope, se stavo per svenire o se stava per crollarmi il mondo addosso. Ma
dopo pochissimo vidi che riprese. Arrivò al traguardo con un vantaggio di 26” su Pironi, con la 126C2 turbo. Lui, con il Cosworth aspirato e con il cambio scassato.
Era come se avessero corso un Gran Premio open: il Maestro e gli allievi.
21 ottobre 1984 – ricordo due cose: la mia rabbia contro quella faccia da cavallo di Johansson, e le lacrime a fine gara. Ero stato seduto sulle spine per tutta la gara, vedere l’Immanente che con le dita
indicava il numero 3 mentre tagliava il traguardo mi rese l’essere, non la semplice persona, ma l’essere più felice sulla faccia della Terra. Anzi nel cosmo.
Aveva battuto tutto e tutti. Quelli che dicevano che era rientrato per soldi, quelli che dicevano che le avrebbe prese da Prost ecc. ecc.
Ha zittito tutti. La ciliegina sulla torta fu l’abbraccio con bacio di Marlene sul podio.
Avevo guardato la corsa insieme a mio padre che mi prendeva in giro, scherzosamente. Diceva che era dietro, che aspettava, chiedeva quando avrebbe rimontato.
Alla fine tra un sorriso ed una risata sottolineò anche lui quanto fosse forte. Il PIU’ forte. Di tutto e di tutti.
Purtroppo l’osceno 1985 non ho potuto viverlo direttamente perchè ero sotto la naja, ma sentivo i risultati ed era un ritiro dopo l’altro. Anche di questo boicottaggio non si seppe niente per secoli
quando, un utente passato per un po’ di tempo in GPX, che era stato benedetto perchè una volta aveva viaggiato con l’allora Lauda Air quando stava pilotando il Re dei Cieli ed aveva modo di
parlare un po’ con lui, aveva detto che Niki gli aveva confermato il boicottaggio nei suoi confronti da parte della stramaledetta mozzarella inglese, avvelenata per il fatto che i meriti per il mondiale
fossero andati giustamente a lui e non alla macchina. Che lui aveva creato, oltretutto. Per cui anche ipocrita l’infame testa d’uovo britannico. Meno male che anni dopo ci avrebbe pensato Alonso a
dargli pan per i suoi denti.
Solo in seguito ho potuto vedere il Gran Premio di Olanda. Quella è stata l’ultima occasione in cui ha dimostrato ancora chi fosse il Messia del Volante. Tenendo a bada Prost che poi vinse il
mondiale, e che per farlo dovette aspettare l’handicap artificiale appioppato al suo Compagno di squadra. Questi sono ricordi che ho, più o meno vividi, per la fortuna di aver vissuto direttamente il
periodo che ha visto il Migliore calcare le piste.
Non ho potuto, sfortunatamente e fortunatamente allo stesso tempo, vedere i Titani all’opera, per forza di cose, ma aver potuto ammirare la Perfezione Assoluta in pista mi ha dato qualcosa che chi

si avvicina al motorismo solo ora, purtroppo per lui, difficilmente potrà avere.

Ciclicamente escono fuori classifiche fatte da “esperti” e da appassionati, su quale pilota sia il migliore di tutti i tempi. In dette classifiche spesso vengono citati Senna e Schumacher, quasi
sempre per motivi di età da parte di quelli che le stilano. E’ sempre difficile giudicare o parlare di qualcosa che non si è vissuto direttamente. Per questo motivo evito sempre sia di dare opinioni sia
di crearmi un giudizio personale che vada dal 1973-1974 indietro.
Però ci sono dei dati esatti, matematici. Nel 1984 Senna era all’esordio così come lo era Bellof, come scritto qui da qualche parte, ma su mezzi differenti e con un risalto mediatico ancora
maggiore. Eppure il tedesco non era secondo al brasiliano. Oltretutto c’è il dato inconfutabile che Senna è sempre arrivato su auto che erano già vincenti, ma quando il livello di queste auto è sceso o era scarso, vedi McLaren 1992-1993 o Williams inizi 1994, ha vinto poco o niente e non ha migliorato l’auto.
Cosa fatta invece dai suoi compagni di squadra, Prost prima, Hill poi.
Questo senza togliere che fosse un fuoriclasse, così come lo era Schumacher. Fuoriclasse anche in fatto di scorrettezza.
Niki è sempre arrivato quando la squadra veniva da periodi bui, Ferrari 1974, e l’auto non era certo
vincente, Brabham 1978-’79, McLaren 1982.
Ha vinto con veri e propri cessi, Ferrari 312 T2 1977, Brabham BT48 (Brands Hatch Corsa dei
Campioni ed Imola 1979), con auto aspirate, con auto effetto suolo, con auto con motori turbo.
E quando si è trovato a pari livello con Andretti che correva su un’astronave rispetto a tutti gli altri, Gran Premio di Svezia 1978, lo ha umiliato.
Nota non indifferente: avendo come compagni di squadra campioni del mondo et similia. Prost, Piquet, Peterson, Regazzoni.
Non come oggi che i campioni si scelgono lo zerbino scendiletto come secondo e pretendono che lo metta nero su bianco in un contratto per evitare ipotetiche alzate di testa.
Parlare di numeri è inutile, si possono trovare in rete quando si vuole.
E’ stato quello che ha reso la Formula 1 quella che era fino ad oggi, un fenomeno di massa, non solo ristretto agli appassionati.
E’ stato l’unico Pilota a memoria d’uomo, a rivoltarsti contro il sistema politico che controlla la Formula 1 mettendo d’accordo i suoi colleghi.
Se si volesse descrivere il tutto in una frase: stiamo parlando di un Pilota che è arrivato quarto a Monza 6 settimane dopo aver ricevuto l’estrema unzione.
Il resto sono parole al vento che lasciano il tempo che trovano