Bottas e la Mercedes chiudono in bellezza ad Abu Dhabi

Ora possiamo proprio dire che le sventure asiatiche abbiano risparmiato alla Ferrari un secondo smacco ad Abu Dhabi dopo quello del 2010 che è risultato poi essere un turning point per molti che allora lavoravano a Maranello.
Fin dalle qualifiche la distanza con le frecce d’argento era sembrata incolmabile, e in un circuito dove le speranze di sorpasso sono legate al solo motore, le possibilità di vittoria erano ridotte a zero.
Abu Dhabi per la Ferrari era l’occasione per la sesta vittoria stagionale e per chiudere la stagione in bellezza andando alla pausa invernale col morale alto. Per la Mercedes c’era invece la (remota) possibilità di issare Bottas al secondo posto nel mondiale piloti. Ci hanno provato, con la piena collaborazione di Lewis, ma una vittoria contro il terzo posto di Seb non è stata sufficiente.

La gara è stata caratterizzata dalla solita noia che contraddistingue i gran premi ad Abu Dhabi. E dopo una partenza più simile ad una processione che ad un avvio di GP non è successo praticamente niente. I primi 5 sono arrivati come sono partiti, e potevano essere 6 se il povero Ricciardo non avesse voluto pareggiare il numero dei ritiri del compagno. Ad un certo punto sembrava che Hamilton potesse attaccare Bottas ma è stato chiaro abbastanza presto che non ne avesse molta voglia.

La Ferrari è sembrata potere reggere il passo nei primi giri, ma poi ha lentamente ma inesorabilmente ceduto il passo, e tornano alla mente i numeri relativi ai consumi circolati la settimana scorsa, che descrivevano una PU Mercedes con un vantaggio del 15%. Vettel e Raikkonen potrebbero essere stati costretti a risparmiare carburante per essere sicuri di arrivare in fondo. E questo sarebbe confermato dal quasi-giro-più-veloce marcato da Seb proprio all’ultima tornata, segno che a livello di prestazione l’auto non era così inferiore a quella degli avversari diretti.

La Red Bull non è praticamente esistita, Ricciardo, come detto, si è ritirato mentre Verstappen è apparso già in vacanza. A questo punto c’è proprio da chiedersi a cosa fossero dovute le prestazioni monstre viste fra Monza e il Messico. Si può tranquillamente pensare male, e in particolare a sospensioni più intelligenti di quelle degli avversari.

Dietro i primi 5, troviamo Hulkenberg ottimo sesto con una Renault rinata dopo un GP del Brasile sacrificato per salvaguardare il magazzino ricambi. I francesi hanno arpionato il sesto posto nella classifica costruttori, ai danni dei futuri ex-clienti della Toro Rosso. Poi le onnipresenti Force India con Perez davanti ad Ocon, e quindi Alonso con Massa a terminare la carriera in zona punti.

Chi è rimasto fuori dalla zona punti può ben essere contento che la stagione sia finita. Haas, Toro Rosso e Sauber possono solo sperare di migliorare rispetto a dove sono ora, e per le ultime due inizierà una nuova avventura con PU differenti, Honda e Alfa Romeo. Per la Haas invece non cambierà nulla, ma per la squadra americana, così come per quella di Faenza, c’è il dubbio che i piloti attuali incidano non poco sui risultati non buoni ottenuti recentemente,

Menzione speciale per Stroll, che chiude una stagione d’esordio che si potrebbe definire disastrosa se non ci fosse stato il podio a Baku. Oggi è arrivato inesorabilmente ultimo fra quelli che hanno visto la bandiera a scacchi. “Things can only get better”, come cantava Howard Jones nei mitici anni ’80.

E così il mondiale va in archivio con un pilota Ferrari al secondo posto, come non succedeva dal 2012, e con 5 vittorie stagionali, come non succedeva dal 2010. Sicuramente un grande risultato, considerato come girano le cose per Maranello dall’ormai lontano 2009, ma una delusione se si considera il risultato complessivo paragonato a quello della Mercedes. 12 vittorie contro 5, quasi 150 punti in meno nella classifica costruttori. Leggendo questi numeri, si può dire che il campionato sia stato combattuto solo in apparenza. Ma ciò non rende giustizia alla SF70H, un’ottima macchina, veloce in qualsiasi occasione, sicuramente più semplice da gestire rispetto alla rivale W08. E allora come si giustifica questa grande differenza? La risposta sta probabilmente in 3 aspetti: i tanti problemi di affidabilità, l’indubbio deficit di cavalli ed efficienza della PU, e il rendimento del secondo pilota, mai in grado di lottare per la vittoria e di disturbare gli avversari.

La Ferrari dovrà lavorare su tutti e 3 questi aspetti per colmare il gap. Sul primo sicuramente c’è molto che possono fare, sul secondo è più difficile perchè i tedeschi sembrano veramente molto più avanti, sul terzo non si può invece fare nulla perchè Kimi è già stato confermato e il suo sedile è ben saldo, pronto per la quinta stagione consecutiva in rosso senza alcuna vittoria (record assoluto).

E proprio parlando di Kimi, non si può non citare nuovamente il buon Felipe, che, come detto, ha chiuso la sua carriera in Formula 1 (stavolta pare sul serio) con un decimo posto. C’è infatti qualcosa di particolare che accomuna la carriera di Raikkonen e Massa. Erano compagni di squadra nelle ultime due stagioni di dominio Ferrari, il 2007 e 2008. In quelle due stagioni avevano a disposizione una macchina fantastica, e hanno  portato a casa un mondiale per il rotto della cuffia, e l’altro è stato perso sempre per il rotto della cuffia. Successivamente ad entrambi sono toccate 4 stagioni in rosso completamente a secco di vittorie, a fare da scudieri a compagni che invece di vittorie ne portavano a casa diverse, spesso ridicolizzandoli nella classifica finale. E’ come se entrambi avessero pagato duramente quei due anni fantastici passati sulla vetta del mondo.

Ora ci aspettano 3 mesi di pausa, si ricomincerà il 26 febbraio a Barcellona con la prima giornata dei test invernali. Il regolamento non cambierà, e quindi non ci si dovrà attendere novità mirabolanti sulle vetture. Sparirà la pinna ma soprattutto comparirà il famigerato Halo, che rovinerà il fantastico look di queste vetture 2017. Forse la curiosità maggiore sarà rivedere all’opera, da pilota ufficiale, Robert Kubica, che, sembra ormai sicuro, ricomincerà il proprio lavoro laddove l’aveva abbandonato 7 anni prima a causa del terribile incidente rallistico, che gli ha lasciato importanti segni sul fisico, e dovrà dimostrare di essere ancora forte come una volta.

P.S. ieri è stato assegnato, sempre ad Abu Dhabi, il primo campionato mondiale di F1 virtuale. Probabilmente i veri appassionati di motorsport storceranno il naso di fronte a queste che sembrano più che altro iniziative di marketing, così come avviene per la FE, ma questo è il futuro, che ci piaccia o no. E non è detto che sia poi così brutto.