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MOTOGP 2022-GRAN PRIX OF THE AMERICAS

Quarta gara stagionale e primo back to back dell’anno con le moto che mettono le ruote sul tracciato del COTA ad Austin.

Dopo che tre piloti e tre moto diverse sono riuscite a dividersi le vittorie di questo inizio campionato non ci sarebbe da meravigliarsi di vedere la quarta combinazione diversa sul gradino più alto del podio.

Per aumentarne le probabilità ci sarà anche il ritorno del King of Cota Marc Marquez abile ed arruolato dopo la gara saltata per diplopia. Insieme a lui anche Fabio Quartararo con la Yamaha che non si può non considerare nel novero dei papabili alla vittoria. Così come uno dei due alfieri Suzuki.

Insomma, par essere un bel mondiale, senza un padrone vero anche se da ciò che si è potuto apprezzare sino ad oggi la Ducati resta la moto più forte. Colui che era stato candidato ad assumere il ruolo del “padrone 2022” però sta ancora remando per capire la versione aggiornata di quel gioiello che si chiamava Gp21. Pecco si deve dare una svegliata e lo deve fare subito: la classifica corta ancora glielo permette.

Le FP di ieri confermano una certa “incertezza” con i piloti Ducati di “seconda linea” andati meglio di quelli di punta Bagnaia e Martin. Un redivivo Vinales, che forse ha trovato la quadra, a far meglio di Espargaro fresco vincitore della prima gara Aprila in MotoGp.

Spiace per Morbidelli che sembra essersi d’improvviso valentinizzato…peccato.

Sotto tanti aspetti questa incertezza ricorda la stagione 2020 dove sembrava che nessuno volesse prendersi in mano il bandolo della matassa. Ci sarà nuovamente lo zampino dei francesi?

In Moto2 invece un “padroncino” (ieri in difficoltà) ce lo abbiamo e risponde al nome di Celestino Vietti. Facciamo il tifo per lui  e per Foggia che in Moto3 che se la sta giocando alla grande. Sarebbe bello fossero loro i WC 2022.

Buon divertimento, tanto è di sera e non vi rovina la domenica in gita sul lago

F1 2022 – GRAN PREMIO D’AUSTRALIA

Dopo due lunghi anni si torna nella land down under, a Melbourne in Australia, sul rinnovato circuito dell’Albert Park.

Il GP d’Australia era solito essere quello che inaugurava la stagione, quello delle sveglie micidiali per il pubblico europeo e, data anche la conformazione del circuito, altamente a rischio pennichella dati i trenini che si formavano in pista e la sveglia domenicale a orari improbi.

Da quest’anno (forse) si cambia perchè il circuito ha subito un profondo restyling volto ad aumentare la velocità media e le possibilità di sorpasso.

immagine da formula1.it

Modificate praticamente quasi tutte le curve: curva 1 e 4 sono state ampliate verso l’interno, in pratica viene velocizzato l’inserimento in curva. Grossa modifica a curva 6/7 dove sparisce la chicane per un tratto rettilineo che porta a curva 8.

Altra grossa modifica a curva 9/10: via la chicane per un tratto rettilineo che porta fino a curva 11. Curva 13 invece è stata resa più secca in entrata, quindi necessiterà di una staccata più impegnativa e infine è stato smussato l’ingresso di curva 15 verso la 16.

In sostanza le medie sul giro si avvicineranno a quelle di Gedda e per la prima volta ci saranno ben 4 zone DRS, il tutto volto a favorire lo spettacolo e i sorpassi.

Vedremo se le modifiche sortiranno l’effetto sperato, di sicuro questo stravolgimento fa un favore a Red Bull e non a Ferrari. Facile immaginare che sul tracciato “vecchio”, in cui c’erano più passaggi in cui sfruttare la trazione la Ferrari avrebbe avuto un certo vantaggio nei confronti dei rivali anglo-austriaci.

Seppur le prove al simulatore hanno comunque promosso le caratteristiche della SF-75 al nuovo layout, immaginiamo che la velocità media e velocità di punta più alte che si andranno a creare saranno un indubbio vantaggio per la RBR-18. Per non parlare delle 4 zone DRS che, in caso di una Ferrari lepre su Red Bull, fanno già paura.

immagine da lavanguardia.com

C’è da considerare che i rettilinei non sono così lunghi come quelli sauditi per cui Ferrari potrà temere un pò meno le alte velocità di punta della Red Bull ed esaltarsi invece sulle curve medio/lente che sono sopravvissute al profondo restyling.

Da un certo punto di vista è quasi come affrontare un circuito inedito perchè saranno riviste profondamente gli assetti rispetto al passato, con una chiara predilizione per una configurazione a medio/basso carico.

Vedremo se Ferrari oserà viaggiare un pò più scarica per recuperare un pò di velocità di punta, anche pensando al fatto che il degrado gomma a Melbourne non è mai stato drammatico. L’asfalto rifatto dovrebbe offrire poche sconnessioni e un’evoluzione piuttosto consistente nell’arco del weekend di gara per cui non è escluso che ciò che andava bene nelle PL del venerdì poi possa essere replicato in gara. Asfalto nuovo vuol dire anche poca aderenza, almeno nei primi turni di libere con rischio di avere difficoltà nello scaldare le gomme e incorrere in graining.

Pirelli porta pneumatici C2, C3 e C5, la più morbida a disposizione. Facile immaginare che la C5 sarà esclusivamente gomma da qualifica, mentre C2 e C3 saranno quelle da gara.

Poche gli aggiornamenti previsti per i team, complice budget cap e monoposto ancora da scoprire a fondo. Forse solo Mercedes azzarderà qualcosa costretta dai grossi limiti aerodinamici riscontrati sulla W13.

immagine da rossomotori.it

Per certo Alonso dovrà montare la terza PU in tre Gp, dato che quella utilizzata a Gedda è già da buttare. Curiosità anche per le PU di Red Bull e Alpha Tauri con quest’ultima che ha avuto grossi problemi a Gedda.

Questo è l’ultimo GP prima del ritorno in Europa in cui si vedranno i primi corposi aggiornamenti e l’inizio di un altro campionato in cui non è escluso una sostanziale modifica dei valori in campo.

Motivo in più per Ferrari e Red Bull per scavare anche di più il solco che le separa dalla Mercedes che, presumibilmente, ritornerà ad essere competitiva tra qualche settimana.

La sfida tra SF-75 e RBR-18 sarà serrata anche a Melbourne. Fondamentale sarà adattarsi velocemente al nuovo tracciato e alle condizioni mutevoli che la pista offrirà nel corso del weekend. Da questo punto di vista forse la Ferrari è leggermente in vantaggio, avendo già dato prova di essere una monoposto “facile” da settare e che risponde bene ai cambiamenti di setup, mentre la RBR-18 sembra un pò più difficile da interpretare.

Mercedes dovrà puntare a limitare i danni e aspettare i GP europei per iniziare la risalita. Vedremo se Hamilton avrà smaltito il deficitario week-end di gara saudita.

Nel pacchetto di mischia del mid-field curiosità nel capire i rapporti di forza tra Alpine, Alfa Romeo, Alpha Tauri e Haas. Ci sentiamo di dare Alfa Romeo leggermente favorita, in virtù della PU Ferrari che potrebbe essere un fattore importante in trazione in uscita dalle curve dell’Albert Park e di una vettura più efficace rispetto alla Haas.

immagine da media.stellantis.com

Melbourne vedrà il ritorno alle gare di Vettel, guarito dal Covid. Ad attenderlo una Aston Martin davvero deludente in questo inizio di campionato. Vedremo quante motivazioni avrà il tedesco per cercare di risalire la corrente.

Williams e McLaren arrivano con qualche speranza in più rispetto a Gedda. Problemi un pò dapperttutto per loro, non ultima una PU Mercedes che sembra non essere più così in forma come in passato.

Sarà di nuovo sfida tra Leclerc e Verstappen e questo fa già ben sperare in un weekend di gara entusiasmante. Le variabili in gioco saranno riposte nei loro compagni di team che in qualifica potrebbero modificare pesantemente i rapporti di forza tra i due team in termini di strategie.

immagine da tuttomotoriweb.it

Col senno di poi, l’evento clou di Gedda è stata la pole inaspettata di Perez per pochi millesimi, che ha privato Leclerc di una prima parte di gara da lepre e “rovinato” in parte la gara di Sainz dopo la prima safety car. Dallo spagnolo ci si aspetta un weekend con qualche alto in più, soprattutto in Q3 e a maggior ragione se la Ferrari si dimostrerà di essere la vettura da battere in qualifica.

In Ferrari sanno che ora bisogna battere il ferro finchè è caldo. Questo caldo sembra destinato a durare ma meglio non fidarsi perchè gli aggiornamenti ( e gli aggiramenti al budget cap che in FIA si sentono sicuri di poter escludere) potrebbero cambiare le carte in tavola.

*immagine in evidenza da dailygp.com

Rocco Alessandro

 

SUPERBIKE 2022 – SI RICOMINCIA.

Il Mondiale Superbike riparte da Toprak.

Sarà una stagione stellare e vista la battaglia che ci ha regalato il 2021, non potrebbe essere altrimenti. Il Campione del Mondo in carica è pronto a difendere il numero 1 con i denti contro almeno due pretendenti al trono sicuri. Il Cannibale Jonnhy Rea in sella alla ZX10RR ed Alvaro Bautista sulla V4R saranno i principali rivali del Turco, Toprak Razgatioglu.

Andiamo a vedere i Team ed i Piloti del 2022.

La Yamaha schiera ben 6 R1, distribuite su 4 Team compreso il team Factory composto da Toprak ed il nostro Locatelli. Grande attesa anche per Gerloff chiamato alla definitiva consacrazione.

PATA YAMAHA WITH BRIXX – Yamaha YZF R1

Toprak Razgatlioglu #1 – Andrea Locatelli #55

GRT YAMAHA – Yamaha YZF R1

Garrett Gerloff #31 – Kotha Noane #3

GIL YAMAHA – Yamaha YZF R1

Christophe Ponsson #23

MOTOXRACING YAMAHA – Yamaha YZF R1

Isaac Vinales #32

Kawasaki schiera 5 Ninja sullo schieramento della SBK, in particolare oltre al Team Factory (con entrambi i Piloti in scadenza) da tenere d’occhio, per la Top10, Mahias con la Ninja di Puccetti.

KAWASAKI RACING TEAM – Kawasaki ZX 10RR

Jonathan Rea #65 – Alex Lowes #22

KAWASAKI PUCCETTI – Kawasaki ZX 10RR

Lucas Mahias #44

ORELAC KAWASAKI – Kawasaki ZX 10RR

Oliver König – #52

TPR PEDERCINI KAWASAKI – Kawasaki ZX 10RR

Loris Cresson #84

La Ducati schiera ben 5 moto in griglia, su 4 Team. Ritorna Alvaro Bautista dopo quel 2019 in cui buttò alle ortiche il Mondiale, ed occhi puntati su Axel Bassani che ha ben figurato lo scorso anno. Personalmente avrò un occhio di riguardo per il numero 29…

DUCATI ARUBA.IT RACING – Ducati Panigale V4R

Alvaro Bautista #19 – Michael Ruben Rinaldi # 21

GO ELEVEN DUCATI – Ducati Panigale V4R

Philipp Oettl #5

MOTOCORSA DUCATI – Ducati Panigale V4R

Axel Bassani #47

BARNI SPARK DUCATI – Ducati Panigale V4R

Luca Bernardi #29

BMW schiera soltanto 4 moto su due team, grande attesa per la new entry Scott Redding. Sulla carta possiedono forse i Team più talentuosi, con l’olandese volante VdM, Baz ed il “Genio” Laverty. Da vedere quanto sarà competitiva questa BMW…

BMW MOTORRAD – BMW M1000RR

Scott Redding #45 – Michael van der Mark #60

BMW BONOVO – BMW M1000RR

Loris Baz #76 – Eugene Laverty #50

Anche per Honda saranno soltanto 4 le Fireblade in pista. Da questa moto, che ha un potenziale assurdo (vedere BSB) ci si aspetta molto di più. Il team Factory HRC ha cambiato completamente line-up e si affida ad Iker Lecuona, proveniente dalla MotoGP, ed a Xavi Vierge direttamente dalla Moto2.

HONDA HRC – Honda CBR 1000RR-R

Iker Lecuona #7 – Xavi Vierge #97

MIE HONDA – Honda CBR 1000RR-R

Leandro Mercado #36 – Hafizh Syahrin #35

IL CALENDARIO

12 round, per un totale di 36 gare con la consueta pausa di Agosto. Si parte sabato da Aragon e si concluderà a Phillip Island a Novembre. A Giugno il circus sbarcherà a Misano, sul Simoncelli Circuito.

8 – 10 aprile: MotorLand Aragon – Spagna

22– 24 aprile: TT Circuit Assen – Olanda

20 – 22 maggio: Circuito Estoril – Portogallo

10 – 12 giugno: Misano World Circuit “Marco Simoncelli” – Italia

15 – 17 luglio: Donington Park – Gran Bretagna

29 – 31 luglio: Autodrom Most – Repubblica Ceca

9 – 11 settembre: Circuit de Nevers Magny-Cours – Francia

23 – 25 settembre: Circuit de Barcelona-Catalunya – Spagna

7 – 9 ottobre: Autodromo Internacional do Algarve – Portogallo

21 – 23 ottobre: Circuito San Juan Villicum – Argentina

11 – 13 novembre: Pertamina Mandalika International Street Circuit – Indonesia

18 – 20 novembre: Phillip Island Grand Prix Circuit – Australia

GP Aragona gli orari.

Il Mondiale 2021 ci ha regalato emozioni a dire basta, ma non è mai abbastanza e quindi ci auguriamo un 2022 ancora più emozionante…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

F2 ARABIA SAUDITA 2022 – LA RISCOSSA DI DRUGOVICH

In Arabia Saudita la Formula 2 ha vissuto un weekend ricco di azione, sebbene non tutta del tipo che avrei voluto vedere. La notizia principale del weekend però è stato il ritorno di Drugovich alla vittoria, dopo che un 2021 da incubo lo aveva ricacciato nella categoria dei bluff.

Salvo diversamente indicato, le immagini sono tratte all’account twitter della F2 o dal suo sito fiaformula2.com.

Circuit atmosphere – fire following a missile strike on an Aramco oil facility.
25.03.2022 Formula 1 World Championship, Rd 2, Saudi Arabian Grand Prix, Jeddah, Saudi Arabia, Practice Day.
– www.xpbimages.com, EMail: requests@xpbimages.com © Copyright: Moy / XPB Images

Dello sportwashing saudita è meglio che non dica nulla.

Le prove libere sono state travagliate, sia per il tracciato sporco (almeno due piloti hanno raccattato veli di plastica) che per le bandiere rosse dovute a incidenti.

Prima Cem Bolukbasi (Charouz) perde il controllo della macchina sul cordolo di curva 11 e si schianta in curva 12 – dinamica simile a quella di Schumacher jr. Sebbene illeso ha avuto necessità dello staff medico per districarsi dai rottami. Trascorrerà il resto del weekend in ospedale per ragioni precauzionali.

Dopo appena due minuti di bandiera verde Theo Pourchaire (ART), il leader di campionato, si gira in una delle pieghe veloci che portano al tornantino e picchia con il retrotreno. Di nuovo bandiera rossa; sessione conclusa.

In mezzo alle interruzioni Felipe Drugovich (MP) piazza i tempi record in tutti e tre i settori e precede la Carlin di Liam Lawson, secondo in campionato.

Le tre ore tra prove libere e qualifiche sono state sufficienti per riparare la vettura di Pourchaire. Lo sforzo dei meccanici tuttavia va in fumo dopo cinque minuti quando il motore gli prende fuoco. Ultima posizione garantita per il talento francese, che in un tracciato dai sorpassi complicati come Jeddah suona come una mezza condanna. Anche perché, per il cambio di format, dovrà partire ultimo in entrambe le gare.

Jeddah (SAU) Mar 25-27, 2022 – Grand Prix of Saudi Arabia at Jeddah Corniche Circuit. Ralph Boschung #15 Campos. © 2022 ERIC ALONSO / Dutch Photo Agency

I protagonisti della battaglia per la pole sono Ralph Boschung (Campos) e Marcus Armstrong (Hitech). Boschung conclude in testa il primo run tuttavia una bandiera rossa (crash di Sargeant, Carlin) gli nega il secondo tentativo e nel terzo si trova Frederik Vesti (ART) tra i piedi. A quattro minuti dal termine è secondo a 7 millesimi da Armstrong. Lo stesso Vesti causa la terza interruzione, sia pure senza colpe. A causa di un guasto al trasponder la sua macchina viene segnalata ferma in mezzo al tracciato quando in realtà stava correndo senza problemi, quindi esce la bandiera rossa per nulla.

Armstrong e Boschung hanno ormai esaurito la benzina necessaria per completare i loro run quindi assistono impotenti ai miglioramenti di Jack Doohan (Virtuosi), Richard Verschoor (Trident) e soprattutto Felipe Drugovich (MP), che demolisce il tempo di Armstrong di 6 decimi e conquista la prima pole da Silverstone 2020. Gli altri leader di campionato sono più arretrati e dimostrano che devono migliorare in qualifica: Liam Lawson (Carlin) è sesto e Juri Vips (Hitech) nono.

Nelle ore successive alle qualifiche si assiste a una smitragliata di penalità. Doohan jr -terza top 3 consecutiva- viene escluso dalle qualifiche perché non in grado di fornire abbastanza benzina per le verifiche. Vips, Clement Novalak (MP), Vesti e Olli Caldwell (Campos) perdono tutti tre posizioni per impeding. Amaury Cordeel (VAR) si prende invece una penalità di 10 posizioni per aver sorpassato in regime di bandiere gialle sotto bandiera rossa (!). Le penalità si applicano solo sulla griglia di partenza della Sprint Race, lasciando inalterata quella della Feature Race (Doohan a parte).

Dennis Hauger (Prema, rookie e campione F3 in carica) scala decimo e ottiene la pole position per la sprint race. Tutti i piloti delle prime file montano gomme medie a eccezione di Hughes, secondo, che opta per le morbide. La sua tattica è basata sulla speranza che entrino abbastanza SC per evitare il decadimento delle gomme. Non è un’idea stupida, considerando le cinque bandiere rosse che ci sono state tra prove libere e qualifiche.

Il suo avvio però è al rilento e perde terreno a vantaggio di Calan Williams (Trident) e Ayumu Iwasa (Carlin) mentre Hauger resta al comando della corsa.  I top driver -Lawson, Vips, Armstrong, Drugovich, Pourchaire- sgomitano nel gruppo e sono in moderato recupero finché Cordeel si schianta in uscita di curva 3 all’inizio del secondo giro. SC dopo poco più di 6 km di gara.

Al sesto giro si riparte ma il regime di bandiera verde dura quindici secondi: in fondo al gruppo Doohan aveva preso slancio prima che il gruppone fosse ripartito e si schianta su Sargeant, in una riedizione del via di Mugello 2020. Pourchaire per evitarli perde le posizioni che aveva guadagnato e torna ultimo. Giornataccia.

L’incidente innesca l’evento più discusso del weekend.

Dal momento che i rottami si trovano sul rettilineo di partenza, in un primo momento la direzione invia il messaggio “SC through Pit Lane” – sotto Safety Car i piloti dovranno passare in corsia dei box. 22 secondi dopo, la rettifica: “Pit Lane closed”, La SC si ferma ad aspettare i piloti sul rettilineo.

In Prema chiedono chiarimenti per ben due volte e gli viene confermato il passaggio attraverso la pitlane. Hauger imbocca la corsia box ma Williams non lo segue, il resto del gruppo con lui. Morale della favola, Hauger si fa un drive through gratis e riemerge in dodicesima posizione.

Ma il peggio deve ancora arrivare: dopo pochi minuti gli viene comminato uno stop/go di 10s per essere passato ai box in regime di pitlane chiusa. In pratica si è trovato da primo a ultimo per aver seguito le indicazioni della direzione di gara. Robe che farebbero incazzare pure il Dalai Lama.

Va comunque osservato che il rookie norvegese ha peccato di inesperienza: sotto SC devi andare dove va la SC – se questa resta in pista,  non devi andare ai box. Inoltre la cartellonistica di pista indicava correttamente la chiusura della pitlane, come raccontato dagli altri piloti. Quindi insomma, la direzione gara ha sbagliato a comunicare alla squadra, ma le indicazioni in pista parlavano chiaro. Il campione F3 ha accumulato esperienza per il futuro…

Dopo una SC infinita al 14° giro si riparte. Hughes fa valere le gomme morbide (e anche una buona dose di fegato) e passa all’esterno Williams, portandosi dietro Lawson. Alle loro spalle Armstrong, Vips, Iwasa e Drugovich animano la ripartenza con manovre coraggiose. La spunta l’estone a spese del neozelandese, che retrocede in fondo al quartetto.

La strategia di Hughes finora ha pagato ma nei giri finali le morbide  hanno ormai raggiunto il limite. A tre giri dalla conclusione Lawson lo svernicia sul traguardo e si invola verso la prima vittoria stagionale, la seconda in carriera. Le sfortune di Hughes continuano: prima viene beffato in volata da Vips (neanche un decimo a separarli) infine  viene squalificato per irregolarità tecnica – fondo troppo consumato.

Al suo posto sale sul podio Drugovich, che ha sfruttato tutte le occasioni possibili per risalire dalla decima posizione. Grande gioia in casa Trident, non avvezzi a vedere molti punti, per il quarto e il quinto posto di Williams e Verschoor. Iwasa completa la top 6, mentre Boschung, settimo, viene penalizzato di 20s (errato posizionamento sulla casella di partenza). Jehan Daruvala (Prema) e Marino Sato (Virtuosi) ereditano le ultime posizioni valevoli per i punti. Pourchaire non riesce a mettere insieme una gara incisiva (anche per il contrattempo con Sargeant/Doohan) e conclude ben lontano dai primi.

L’appello della Prema contro la decisione di Hauger approda a un nulla di fatto, mentre Doohan viene giudicato colpevole e penalizzato di 3 posizioni per la gara di Domenica. Not a big deal, considerando che partirà già ultimo.

Nella sprint race ci sono stati 7 giri di bandiera verde su 20. Quante SC usciranno nella gara lunga? Le scommesse si sprecano ma la realtà ci sorprende con una gara lineare al limite del noioso.

La procedura di partenza viene abortita senza addurre motivazione (lì per lì ho pensato a un guasto dei semafori, visto che il quinto semaforo rosso non si era acceso). Al secondo tentativo Drugovich mantiene la leadership su Verschoor.

Hauger è il primo dei piloti su gomme dure ma compie lo stesso un’ottima partenza, che da decimo lo proietta in ottava posizione. Ancora meglio fa Theo Pourchaire, che dalla penultima posizione scala fino alla quattordicesima. Anche Lawson è in rimonta ed è terzo dopo il secondo giro.

Davanti le posizioni si stabilizzano: Verschoor tallona Drugovich, mentre Lawson segue a un paio di secondi. Le emozioni principali si vedono a metà gruppo, con Daruvala che mette a segno addirittura un sorpasso triplo in curva 1 (!!!). Le gomme morbide iniziano a faticare già a partire dal sesto giro, con Boschung che subisce i sorpassi di Iwasa, Vips e Hauger.

I giri successivi saranno fondamentali. Al settimo Pourchaire accusa problemi elettrici: dopo due minuti a passo d’uomo raggiunge i box e si ritira. Nel frattempo iniziano le soste ai box, inaugurate da Sato e Daruvala. I colpi di scena continuano qui. A Lawson viene fatto cenno di ripartire prima che una gomma fosse stata fissata. Ritiro per lui e fine della striscia di podi consecutivi. Vips subisce di nuovo un pit stop lento e riemerge in quindicesima posizione. A differenza del Bahrain o della sprint race non riuscirà a rimontare.

Con i big eliminati nell’arco di due giri, a Drugovich basta evitare l’overcut di Verschoor per piazzare un’ipoteca sulla vittoria.

Il resto della gara è una variazione di un tema classico. I piloti su dure proseguono a oltranza mentre quelli che hanno già effettuato il cambio da morbide a dure recuperano. Le option sono così inutili che la strategia dei piloti partiti su dure è più di effettuare un gigantesco overcut che non confidare nel rimontone con gomme morbide. In ogni caso funziona fino a un certo punto: Hauger era ottavo prima delle soste dei primi, dopo la sua è sesto.

Per questa ragione i giri finali non offrono tutte queste emozioni. In testa Drugovich stressa un po’ troppo le gomme alla ricerca del giro più veloce e permette il riavvicinamento di Verschoor. Hughes si mostra minaccioso minaccioso alle spalle di Daruvala ma anche qui non si risolverà in alcuna azione. Ai margini della zona punti si registra un po’ di movimento con le rimonte di Doohan e Vips.

La gara si conclude con il testacoda di Vesti e con il rovinoso declino di Boschung, come spesso gli accade: dopo ottime libere, qualifiche e prima parte di gara, sul finale crolla e conclude quindicesimo.

Dopo l’unica gara nella storia di Jeddah a non aver mai visto una SC, Drugovich conclude il weekend perfetto con la vittoria in una gara dominata. Oltre a ricordarci che MP non è più una cenerentola tra i team, il brasiliano conquista la vetta della classifica e si propone come ulteriore contendente per il titolo.

Verschoor completa la giornata dei team “minori” e mette a segno il secondo podio in altrettanti weekend. Per la Trident non accadeva dal lontano 2014, quando la serie si chiamava Gp2 e vedeva una lotta al vertice tra Palmer, Nasr e Vandoorne. In soli due round la scuderia italiana ha ottenuto già più punti di quelli che ha totalizzato in quattro delle cinque stagioni in F2. In più, con il quarto e quinto posto di Verschoor e Williams, il team milanese ha portato due piloti a punti nella stessa gara per la prima volta da Baku 2018.

Torna a sorridere anche Jehan Daruvala. Non lo ritengo un pilota eccezionale, ma stavolta ha guidato molto bene ed ha guadagnato il podio dalla quindicesima posizione a forza di sorpassi, una strategia azzeccata e un solido passo gara. Senza il disastro in qualifica forse poteva anche ambire a qualcosa di meglio.

Quarto è Jake Hughes. L’inglese è un pilota sottovalutato: in F2 ha corso poco e con team di seconda/terza fascia ma si è spesso trovato a lottare nella top 6.

Quinto è Armstrong, che contiene gli attacchi del rimontante Hauger. Iwasa e Nissany (DAMS) ottengono qualche punto da un weekend partito bene ma scivolato via via nell’anonimato. Doohan (gpv) e Vips completano la zona punti.

Al termine del secondo round del campionato la classifica vede Felipe Drugovich al comando con 45 punti seguito da Lawson a quota 34 e Verschoor terzo a due sole lunghezze dal neozelandese.

Il weekend da dimenticare di Pourchaire gli causa una caduta libera in classifica: da primo a quinto, alle spalle anche di Vips. Il francese finora è stato il più sfortunato tra i contendenti al titolo, avendo subito tre guasti in due weekend.

Il campionato è ancora senza un padrone. Ci sono dei piloti chiaramente favoriti (Lawson, Vips, Pourchaire, forse anche Drugovich) ma nella griglia nessuno è disposto a recitare un ruolo da comprimario.

[Immagine di copertina tratta dall’account twitter di Felipe Drugovich]

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FINALMENTE APRILIA. FINALMENTE ALEIX. Post GP ARGENTINA MOTOGP

Aprilia trova la vittoria nel Mondiale prototipi.

La mente viaggia a ritroso e vola via all’anno 2015, dove l’Aprilia tornò a gareggiare nel Mondiale prototipi dopo averlo bruscamente abbandonato nel 2004. La scelta del rientro in MotoGP è “costata” la splendida partecipazione (in forma Ufficiale) della RSV4 in SBK ma oggi si può dire che ne sia valsa la pena.

Dopo 7 anni, un via vai di Piloti e tanti, anzi troppi stop la RS-GP trova la vittoria nel GP di Thermas de Rio Hondo.

Fortuna? Assolutamente no. Il passo di Espargaró e dell’Aprilia era fortissimo sin dalle FP1. Aleix ha condotto una gara eccezionale trovando la vittoria dopo ben 283 GP disputati in carriera. Una vittoria tutta sua e di Rivola (soprattutto) che hanno finalmente trovato la quadra su una moto ormai sempre più nella TOP5.

LA GARA.

Abbastanza noiosa. Anzi molto. Anzi tantissimo a parte gli ultimi giri in cui Martin e Espargaró hanno tenuto tutti col fiato sospeso.

Aleix vince davanti a Martin e le due Suzuki, con Pecco Bagnaia che chiude 5°. Pol Espargaró cade mentre era in zona podio negli ultimi giri mentre il Campione del Mondo in carica chiude 9° ad oltre 10″ dal vincitore.

Da sottolineare la Top10 di Marco Bezzecchi , che si mette dietro sia Marini che Bastianini, e l’assoluta debacle di Jack Miller (14°).

Cosa succede a Bagnaia?

Pecco, come presumevo, è nell’occhio del ciclone. Vincere quando non hai nulla da perdere e da dimostrare, alle volte è molto semplice. Ad inizio stagione dissi più o meno questo…

https://twitter.com/FranckyHawk29/status/1495695775275397123?t=eZW_gTgucMM8jMqAUAbpXw&s=19

Non sbagliavo. Il rivale più pericoloso è proprio lui, e la conferma l’ho avuta quando ha steso Jorge Martin, qualche GP fa.

In casa Ducati hanno un serio problema. Hanno la moto più forte in assoluto ma con il team Factory sono ancora latitanti. Il problema dov’è? Il problema è proprio in quella pressione che tutti hanno gonfiato nel personaggio Bagnaia. E qui mi fermo.

Marquez torna in Texas?

Marc Marquez serve come il pane a questa MotoGP, e serve soprattutto ai suoi rivali. Il Mondiale non è ancora iniziato, siamo soltanto all’antipasto e lui lo sa bene. Qualora tornasse in Texas sarebbe un bel regalo per tutti quanti, soprattutto per il resto del gruppo che potrebbe misurarsi con lui a casa sua.

Il Mondiale è noioso? NO. È uno dei Mondiale più belli ed equilibrati di sempre. 3 vincitori diversi in 3 GP. What else?

Il Mondiale è senza padrone? SI. Il padrone di chiama Marc Marquez, nonostante non ne vinca uno dal 2019. Vuoi o non vuoi quando c’è lui in pista ne guadagnano tutti, rivali compresi.

In Yamaha che succede?!?

Succede che il Campione del Mondo potrebbe avere già un accordo verbale con HRC (come Mir d’altronde) e stia mettendo pressioni enormi a Yamaha sul rinnovo contrattuale. Questa M1 è lontana parente di quella vista lo scorso anno ed il campione del Mondo ha fame. Ad Iwata avranno voglia di privarsi del Francese puntando tutto sul turco Campione del Mondo Superbike?

Morbidelli è praticamente inesistente ad ogni gara, Dovizioso neanche a parlarne. Sicuramente dalle gare Europee la musica cambierà ma già in Catalunya il buon Quartararo potrebbe annunciare l’accordo con un altro Top Team…

Il Mondiale sbarca già venerdì in Texas, sul tracciato di Austin dove il favorito d’obbligo è Marc Marquez. Ma attenzione alle sorprese…