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WSBK 2022- FRENCH ROUND

Dopo oltre sei settimane di pausa riparte il mondiale Sbk in Francia sul circuito di Magny Course.

Il recap delle prime gare è molto semplice da fare visto che i protagonisti della prima parte della stagione sono stati i soliti tre noti.

In testa alla classifica svetta Alvaro Bautista che ha condotto sino ad adesso una stagione veloce oltre che concreta rispetto alla sua precedente esperienza bolognese. Alle sue calcagna il “re Rea regolarissimo” con 31 punti di distacco che precede il campione del mondo in carica Toprack Ragzatliogu che a sua volta dista 38 punti dalla vetta.

Che il mondiale si giocasse tra questi piloti era cosa nota sin dal principio ma, se inizialmente il turco era apparso appannato, negli ultimi 3 appuntamenti ha ricominciato a macinare vittorie come lo scorso anno.

Su 9 gare (comprese 3 Superpole race) ne ha vinte lasciandone solo 3 al leader mondiale. Johnny Rea non vince da maggio, ovvero quasi quattro mesi, un’enormità per colui che negli ultimi anni aveva patito digiuni del genere solo durante l’inverno a stagione conclusa.

I nostri tre hanno cannibalizzato la stagione lasciando poco più che le briciole al resto dello schieramento. Solo 7 podi su un totale di 54 posti da inizio anno. Ma quel che più conta è che nessuno degli altri ha mai potuto pensare lontanamente di vincere e nemmeno di pensarci.

Tre piloti diversi in sella a tre moto di marca diversa. E’ una lotta tra uomini quindi, molto di più che tra mezzi tecnici.

Al solito il meteo di questo periodo non è storicamente bello nel centro della Francia e per il fine settimana è si prevista una domenica di sereno, ma un venerdì ed un sabato all’insegna del maltempo con rischio pioggia molto alto. Il fattore meteo sarà quindi influente e complicherà la vita a teams e piloti per la ricerca della giusta messa a punto delle moto tra prove e gare.

Toprack è il più “estroso” dei tre quindi potrebbe esserne avvantaggiato seppur non sarà un compito semplice lottare con il Rea Leone sempre molto veloce con la pioggia e sul circuito di Nevers.

Fatta questa premessa vincerà a mani basse tre gare su tre proprio Bautista (sigh!)

Scherzi a parte la lotta è serrata perché se 30 punti di distacco in Motogp (con una gara a weekend) sono tanti, in SBK non lo sono affatto soprattutto perché siamo a tutti gli effetti a metà campionato considerando il restante numero di gare. E’ strano che ciò accada a settembre quando in passato ormai i giochi erano quasi fatti di questi tempi, ma il calendario 2022 ha questa sequenza quindi il mondiale è ancora tutto da giocare.

Dopo i primi tre ci si aspetta le consuete lotte tra i compagni dei primi e la BMW di Redding che nelle ultime gare ha regalato qualche piccolo segnale di miglioramento.

Notte fonda per Honda anche in questa categoria. Un solo podio in stagione risalente addirittura ad aprile e nonostante l’aver ingaggiato Lecuona ex Motogp. Si dovrebbe avere voglia e tempo per cercare negli annali una stagione più disastrosa di questa per i giapponesi in tutte le categorie.

Buon divertimento a tutti.

F2 OLANDA 2022 – LES JEUX SONT FAIT

La F2 è alle battute finali: da una parte il prossimo appuntamento a Monza sarà il penultimo, dall’altra Felipe Drugovich (MP) ha de facto chiuso il discorso iridato. Per lo sfidante Theo Pourchaire (ART) restano solo le speranze offerte dall’aritmetica. Ma procediamo con ordine.

QUALIFICHE

Zandvoort è un circuito inadeguato già per le necessità della F2. Dal punto di vista dei sorpassi peggio di lui c’è solo Montecarlo e forse Imola. Con queste premesse è chiaro che per ottenere un buon pottino di punti è vitale disputare una qualifica soddisfacente.

ZANDVOORT, NETHERLANDS – SEPTEMBER 02: Theo Pourchaire of France and ART Grand Prix (10) crashes during qualifying ahead of Round 12:Zandvoort of the Formula 2 Championship at Circuit Zandvoort on September 02, 2022 in Zandvoort, Netherlands. (Photo by Lars Baron – Formula 1/Formula Motorsport Limited via Getty Images)

Pourchaire si schianta sulle barriere di curva 3 durante il secondo run. L’incidente del francese lascia liberi Jack Doohan (Virtuosi) e Drugovich di lottare per la pole. Come a Spa il brasiliano segna un tempo quasi irraggiungibile a pochi minuti dalla fine. Un testacoda di Daruvala poco dopo pone termine alle ostilità e di conseguenza Drugovich conquista la seconda pole consecutiva, la quinta della stagione.

ZANDVOORT, NETHERLANDS – SEPTEMBER 02: Pole position qualifier Felipe Drugovich of Brazil and MP Motorsport (11) stops in parc ferme during qualifying ahead of Round 12:Zandvoort of the Formula 2 Championship at Circuit Zandvoort on September 02, 2022 in Zandvoort, Netherlands. (Photo by Alex Pantling – Formula 1/Formula Motorsport Limited via Getty Images)

Alle spalle del brasiliano partirà Doohan, il quale vorrà proseguire il duello di Spa. Terzo è il solido Logan Sargeant (Carlin). Quarto è Verschoor (Trident), alla sua migliore prestazione in qualifica davanti al pubblico di casa. Pourchaire è solo sedicesimo ed è in una pessima situazione, tanto in gara quanto in campionato.

SPRINT RACE

La farò breve, visto che è stata una delle gare con meno spunti della stagione. L’inversione della griglia premia Clement Novalak (MP), che è scortato sulla griglia da Marcus Armstrong (Hitech), Vips (Hitech) e Hauger (Prema).

Armstrong infila Novalak in curva 1, mentre in accelerazione Vips si trova la traiettoria ideale occupata e subisce prima il sorpasso di Hauger e poi alla chicane una sontuosa infilata di Liam Lawson (Carlin). Vips ha spesso la capacità di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

All’inizio del secondo giro, nella foga della rimonta Pourchaire tira una staccata impossibile a Beckmann e finisce nella ghiaia. Passerà il resto della gara a duellare con Tatiana Calderon e Marino Sato e buonanotte ai suonatori.

Il resto della gara è ravvivata solo dalle escursioni di pista di Daruvala e dalla SC uscita per recuperare la vettura di Calderon, insabbiatasi in curva 2. Alla ripartenza Iwasa (Dams) strappa la sesta piazza all’autoctono Verschoor (Trident) ma la cosa finisce lì.

Marcus Armstrong conquista la terza vittoria di stagione. Malgrado il numero di trofei è appena decimo in classifica e ciò la dice lunga sulla sua stagione. Novalak invece conquista il primo podio in F2 (ricordo che il suo compagno di squadra sta vincendo il mondiale) mentre Hauger vi ritorna per la prima volta da Baku. Drugovich decimo era e decimo arriva ma sigla il giro più veloce e conquista un punticino.

FEATURE RACE

A causa degli spazi angusti, in caso di Safety la pitlane verrà chiusa. A dimostrazione della natura di pista di F3 del tracciato (per la quale ha funzionato ottimamente). Legittime le proeccupazioni sulla sicurezza ma  così si distruggono le strategie alternative -quelle basate su un lungo stint iniziale sulle dure. Se uscisse la SC il pilota vedrebbe il vantaggio annullato ma potrebbe pittare  solo in condizioni di bandiera verde e gruppo compatto. Non è la notizia migliore  per Pourchaire, cui viene tolto uno strumento fondamentale per la rimonta.

ZANDVOORT, NETHERLANDS – SEPTEMBER 04: Felipe Drugovich of Brazil and MP Motorsport (11) leads the field into turn one at the start as Jack Doohan of Australia and Virtuosi Racing (3) locks a wheel under braking during the Round 12:Zandvoort Feature race of the Formula 2 Championship at Circuit Zandvoort on September 04, 2022 in Zandvoort, Netherlands. (Photo by Clive Mason/Getty Images)

Il via è regolare per 21 piloti su 22. Lo scatto di Drugovich è sufficiente per conservare la prima posizione, mentre Hauger si impone su Verschoor e Iwasa. Vips perde la consueta caterva di posizioni grazie a posizionamenti poco furbi fino a trovarsi ingarellato con Pourchaire, che dal via guadagna due posizioni.

La star dello start stavolta è Sargeant: prima arriva alla Tarzan con freni e gomme fredde e parte per la tangente. Sfrutta una stradina asfaltata per tornare in pista senza perdere un eternità e nel rientro si sfiora con Boschung danneggiando l’ala. In curva 7 poi tenta una staccata improbabile ai danni dello stesso. Per evitare la Campos si butta nelle vie di fuga e si schianta, danneggiando le barriere al punto che il direttore dopo due giri di SC sospende la gara.

Nel frattempo Beckmann e Nissany si sono scontrati dietro la vettura di sicurezza dopo aver battibeccato per un giro intero su chi dei due fosse davanti all’inizio della sospensione. Il comportamento inqualificabile  dei due sarà punito dalla direzione gara – in particolare a Nissany verrà impedito partecipare al round di Monza.

ZANDVOORT, NETHERLANDS – SEPTEMBER 04: Felipe Drugovich of Brazil and MP Motorsport (11) leads Jack Doohan of Australia and Virtuosi Racing (3) and the rest of the field at the start during the Round 12:Zandvoort Feature race of the Formula 2 Championship at Circuit Zandvoort on September 04, 2022 in Zandvoort, Netherlands. (Photo by Lars Baron – Formula 1/Formula Motorsport Limited via Getty Images)

La ripartenza è lanciata e le posizioni restano invariate. Vale la pena segnalare alcuni cambi di mescola avvenuti in regime di sospensione: Pourchaire ora monta le dure, così come Lawson, che dall’alto della quinta posizione è il leader dei piloti su strategia alternativa.

Rispetto alla Sprint Race la corsa è animata da alcuni duelli, frutto della difficoltà dei piloti ad accendere le hard e a preservare le soft. Ma anche stavolta l’unica azione vera è costituita dalle escursioni fuori pista di Daruvala (ad occhio il weekend peggiore da due anni).

ZANDVOORT, NETHERLANDS – SEPTEMBER 04: Felipe Drugovich of Brazil and MP Motorsport (11) leads Jack Doohan of Australia and Virtuosi Racing (3) during the Round 12:Zandvoort Feature race of the Formula 2 Championship at Circuit Zandvoort on September 04, 2022 in Zandvoort, Netherlands. (Photo by Clive Mason/Getty Images)

La lotta per la vittoria si risolve all’ottavo giro quando Doohan, fino allora in scia al leader, spiattella una gomma alla Tarzan, perde ritmo ed è costretto a rientrare in anticipo. Drugovich non ha difficoltà a coprirne la sosta e conserva la posizione (a differenza della settimana scorsa) anche se i suoi primi giri palesano difficoltà maggiori del rivale a far funzionare le hard.

Dopo qualche giro di effettivo duello tra i due la situazione si stabilizza. In testa ora c’è Lawson, davanti a Armstrong e Pourchaire. La speranza per loro dura poco: a Sato fissano male l’anteriore sx e si schianta in curva 2. La SC entra in pista e la pitlane viene chiusa. Fregati.

Alla ripartenza Lawson adotta una tattica stile Baku, ovvero ritardare lo strappo fino alla linea del traguardo. Anche gli effetti sono simili: a centro gruppo si innesca una collisione multipla causata da una falsa partenza di Doohan, che viene tamponato da Verschoor e si deve ritirare. Continuano gli incidenti stupidi che hanno caratterizzato il suo anno da rookie. Il pilota olandese invece prosegue con il naso danneggiato ma ancora funzionale.

ZANDVOORT, NETHERLANDS – SEPTEMBER 04: Liam Lawson of New Zealand and Carlin (5) leads Theo Pourchaire of France and ART Grand Prix (10) during the Round 12:Zandvoort Feature race of the Formula 2 Championship at Circuit Zandvoort on September 04, 2022 in Zandvoort, Netherlands. (Photo by Joe Portlock – Formula 1/Formula Motorsport Limited via Getty Images)

La seconda ripartenza (siamo ancora al 25° giro su 40!) invece è regolare. I superstiti su hard andranno ai box poco dopo. Grazie ad una buona tattica ai box Pourchaire si prende la posizione relativa su Lawson e Armstrong, ma resta dodicesimo a una ventina di secondi dalla zona punti. E’ comunque il primo dei piloti su option e può ancora rimontare.

Il muso danneggiato impedisce a Verschoor di costituire una minaccia per Drugovich, che così va a vincere con più di due secondi di vantaggio. Il secondo posto dell’olandese è sub judice per qualche ora ma poi viene scagionato dalla responsabilità per l’incidente che ha posto termine alla gara di Doohan. L’ultimo gradino del podio è di Iwasa, abile a superare Hauger in occasione delle soste.

Quinto è l’inossidabile Enzo Fittipaldi – a quanto pare, più ne parlo male e più fa gare gagliarde, sia pure aiutato dalla dinamica caotica della corsa. Sesto è la vera sorpresa del weekend, Amaury Cordeel (!!!). Il belga era stato finora il pilota più imbranato di tutta la griglia (leggendaria la sua gara di Imola). Qui si è qualificato a centro gruppo, è partito bene, ha scelto la strategia giusta, ha evitato i guai della ripartenza e nel finale ha rintuzzato gli attacchi di Vips. Insomma, la gara della vita. Va comunque detto che negli ultimi appuntamenti sta mostrando una comprensione maggiore di macchina e gare.

La zona punti è completata da David “contratto a chiamata” Beckmann, Olli Caldwell (Campos) -un altro pilota che va a punti per la prima volta in F2- e da Pourchaire.

ZANDVOORT, NETHERLANDS – SEPTEMBER 04: Theo Pourchaire of France and ART Grand Prix (10) drives on track during the Round 12:Zandvoort Feature race of the Formula 2 Championship at Circuit Zandvoort on September 04, 2022 in Zandvoort, Netherlands. (Photo by Joe Portlock – Formula 1/Formula Motorsport Limited via Getty Images)

Il francese negli ultimi giri ha chiuso il distacco che lo separava dal gruppo (negli ultimi due giri ha recuperato ben dieci secondi su Daruvala!) ed ha messo a segno qualche buon sorpasso che alla fine gli ha permesso di concludere la gara con un paio di punti (decima posizione + gpv). Non smuove la classifica ma forse fa morale.

CONCLUSIONI

Del doman non v’è certezza ma Felipe Drugovich potrà affrontarlo con il miglior equipaggiamento disponibile. Con 69 punti di vantaggio su Pourchaire su 78 disponibili è probabile che la formalità del titolo verrà sbrigata già a Monza.

Il campionato sembrava riaprirsi dopo l’Ungheria, dove la crisi di prestazioni della MP aveva raggiunto il punto più acuto. Ma al rientro dalla pausa estiva la compagine olandese ha messo a segno un 53 a 5 (!!!) che ha frantumato le speranze del giovane talento francese.

Per quanto riguarda la lotta per il terzo posto in classifica, nessuno dei tre piloti in lotta ha marcato punti nella Feature Race. Iwasa e Fittipaldi si avvicinano e la classifica è di nuovo molto corta – solo 19 punti tra il terzo e il settimo.

Tutte le immagini sono tratte dai canali social della F2 e dal sito ufficiale fiaformula2.com.

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya

BASTIAN CONTRARIO: LA RAGIONE DELLA VITTORIA

Tra qualche giorno inizierà il weekend del GP d’Italia e noi ferraristi lo affronteremo con il lutto nel cuore, in quanto il GP di casa di Verstappen ha confermato ciò che abbiamo visto in Belgio. Siamo consci che se la Ferrari ha preso l’ennesima legnata su un circuito “amico”, figuriamoci cosa mai potrà succedere laddove la velocità di punta la fa da padrona e, in questo settore, la RB18 non ha eguali. Pazienza…ce ne  dovremo fare tutti una ragione. Si dice infatti che chi vince ha sempre ragione e che, quindi, la ragione della vittoria non fa sconti a nessuno.

In questo ambito, purtroppo, Ferrari e noi tifosi con lei ormai abbiamo la scorza dura, già dal lontano 2017. Inutile stare a recriminare, il mondo della F1 anglofona va così e chi paga e fa girare tutta la giostra avanzerà sempre la ragione della vittoria. Gli inglesi, come hanno sempre ampiamente dimostrato, sono dei pessimi perdenti (l’ex campione del mondo non fa eccezione in questo… anzi) e, ogni volta che le cose si mettono male, intervengono per far valere la loro ragione. Eppure, sebbene abbiamo il sangue che ci ribolle nelle vene dalla rabbia e dalla delusione, per capire di chi sia la responsabilità di tutto questo, non bisogna andare lontano, basta affacciarsi a Torino. Non ho mezze misure e parole di conforto per una dirigenza che non mostra il minimo interesse (e buon senso) di vittoria per le Beneamata. Già dopo i fatti ungheresi, un qualunque presidente avrebbe tuonato in privato e fatto muro in pubblico al fine di azzerare tutto il disastro che stava succedendo e magari suonare la carica. Nulla, il silenzio cosmico e tale rimarrà, ne potete stare certi. Molto probabilmente il Presidente si presenterà domenica perché “l’etichetta” lo impone… o forse perché il circuito dista poco da casa sua! Potete contorcervi dalla disperazione quanto volete nei riguardi di Binotto, eppure come già ho detto su queste righe, proprio la settimana scorsa, e che ripeto da tempo, il Team Principal rosso è solo e nemmeno un osannato Horner o un idolatrato Wolff potrebbe fare più di tanto contro tanta inamovibilità.

Della gestione del muretto ne possiamo discutere quanto se ne vuole, perché ovvio che in quel caso è Binotto il responsabile della scelta degli uomini nei posti chiave e sottolineo “sceglie”, perché non è lui a decidere le strategie. Il disastro di Sainz al pit di domenica scorsa, in ossequio ad Irvine che era presente in circuito, è ingiustificabile e chi vi scrive ha sempre difeso, difende e difenderà sempre il buon Mattia. Certo è che di fronte all’evidenza non v’è ragione che tenga e quella mancata prontezza di riflessi alla quale abbiamo assistito è figlia di una pressione e di una tensione che ormai è destinata ad amplificarsi.  Purtroppo la famigerata DT039 ha colpito duro, checché i detrattori o gli avversari ne dicano.

In nome della sicurezza la Federazione non guarda in faccia a nessuno (non sia mai si macchi di responsabilità per la sciatica di Hamilton!), la stessa sicurezza che evidentemente non era importante, quando Bottas si è fermato in pieno rettilineo e la direzione gara si è presa comodamente due giri prima di prendere la decisione di far uscire la safety car. Evidentemente i fatti di Abu Dhabi scottano ancora e nessuno naturalmente si voleva prendere la responsabilità di determinare l’esito della gara con quella scelta. Due pesi e due misure, quando si tratta di colpire la ragione di chi sta vincendo. Dal canto suo, Verstappen non si è scomposto e l’alfiere Red Bull ha fatto valere tutta la sua ragione nei riguardi di un annichilito Hamilton, facendogli fare una grama figura con quel sorpasso in ripartenza da manuale. Max è entrato in quella che chiamo “zona wow”: l’olandese sa di avere un mezzo poderoso e le vittorie non fanno che aumentare la sua fiducia nel mezzo e nei suoi di mezzi. Non sbaglia praticamente nulla, un cecchino in qualifica (sebbene deve sudare per superare LeClerc in questa classifica), un rapace durante la gara. Raggiunta la piena maturazione agonistica, non c’è nulla che lo può fermare se non la sua stessa monoposto. Del resto il buon Max, come ho già scritto, non fa altro che fare il suo mestiere e quindi quello che farebbe chiunque al suo posto se si trovasse sotto le chiappe una RB18, cioè vincere! In merito a ciò, il campione olandese ha ragione da vendere. Purtroppo resta il rammarico di trovarsi nuovamente d’innanzi ad un campione che battaglierà da solo, proprio come il campione inglese che ha sfigurato malamente davanti agli orange in visibilio. Ad inizio mondiale ci eravamo illusi che tutto il campionato sarebbe stata una lotta serrata, ruota a ruota tra lui e LeClerc (dove peraltro il monegasco ebbe ragione di lui), mentre invece ci dobbiamo arrendere al fatto che la sua sarà una cavalcata solitaria (a meno di miracoli) fino ad Abu Dhabi. Complimenti a Red Bull e, di riflesso, a Mercedes allora, perché chi vince ha sempre ragione e loro, a suon di poteri politici nelle stanze che contano, sono riusciti a ribaltare il tavolo. Da Monza in avanti, il mondiale della Rossa cambierà gli obiettivi: non sarà più un inseguimento (affannato) nei riguardi dei bibitari, bensì sarà una fuga (convulsa) da AMG, la quale clamorosamente è ritornata prepotente a ridosso della Beneamata. Solo trenta punti li separano e, considerando quanto visto sino ad ora, non è peregrino pensare ad un probabile sorpasso ai danni di Ferrari stessa.

La dirigenza rossa, questo mondiale e soprattutto questa monoposto, l’avrà sulla coscienza a vita, a causa della sua cronica assenza. Sia chiaro, il mondiale non lo perderemo principalmente a causa della dannata direttiva ed il clamoroso errore (per non dire altro), accorso in mondo visione al box Ferrari, è la certificazione che la squadra non solo non è pronta a vincere un mondiale, forse non lo è mai stata quest’anno! Eppure, passino i motori arrosto che abbiamo bruciato in giro per il mondo, sorvoliamo sulle enormità commesse dal muretto e sugli errori dei piloti, ciò che non può essere giustificato è il cambio delle regole in corso, dove ad essere colpita è sempre la stessa squadra. La F1-75 è una monoposto nata per questo regolamento che corre secondo le regole ed i risultati in un modo o nell’altro non si sono fatti attendere. Evidentemente gli avversari, capendo contro chi si sarebbero dovuti confrontare e, presagendo il destino che li attendeva, hanno pensato bene di far valere la ragione della vittoria che hanno sempre avuto: cosicché AMG ha avuto ragione in seno alla Federazione, al fine di salvaguardare il mal di testa ai suoi piloti (ed i suoi azionisti) e Red Bull, dal canto suo, ha spinto tantissimo sullo sviluppo, oltrepassando il budget cap ed acquistando una vantaggio di sviluppo tale che direttiva o meno non gli fa né caldo e né freddo. Ritornando al punto di partenza, inutile stare a recriminare dunque se la Rossa continua ad invocare l’equità sportiva da un lato rimanendo immobile dall’altra.

Godiamoci, si fa per dire, questa ultima parte di campionato sperando che chi di dovere nella dirigenza Ferrari tiri fuori le palle e, soprattutto, la voglia di vincere veramente, facendo valere così la sua ragione. Nel frattempo che a Maranello cercano di correre ai ripari per quanto sta succedendo ora e, soprattutto, per il futuro e che la dirigenza, bontà loro, abbia uno scatto d’orgoglio, assisteremo inermi al disgraziato GP d’Italia che si appresta, dove Red Bull sta già preparando la parata finale, imponendo la sua di ragione di vittoria.

 

Vito Quaranta

BAGNAIA POKER MONDIALE, QUARTARARO IN CRISI – SAN MARINO POST GP

Bagnaia vince la 4^ di fila, record nella storia Ducati. Convinti ancora che non sia un fenomeno?

Aragon e Motegi a settembre, Thailandia, Phillip Island e Sepang ad ottobre, infine Valencia il 6 Novembre. Mancano 6 gare alla fine del Mondiale, il distacco è di 30 punti. Aragon sarà la carneficina Yamaha, con quel rettilineo lunghissimo così come Sepang. Sono 4 le gare in cui il Campione del Mondo in carica dovrà difendere la corona, probabilmente con un avversario in più.

Domani rientra Marc Marquez che correrà le ultime 6 gare del Mondiale se i test daranno i segnali sperati. Non starà lì a guardare ve l’assicuro e potrà essere l’ago della bilancia di un Mondiale tiratissimo, dove finora però NON ABBIAMO visto un sorpasso che sia uno tra Quartararo e Bagnaia. Non una bagarre, nulla di nulla.

Ducati da favola.

La Ducati è una moto favolosa, ormai dal 2017 la più forte del lotto. Quest’anno di sta esaltando sia in qualifica che in gara. Nella Top 10 del Mondiale ci sono 5 Ducati, in qualifica le prime file sono quasi sempre delle rosse, in gara occupano sempre il podio. Pecco ha a disposizione un’astronave e la guida magnificamente così come Enea Bastianini, che ha migliorato anche la qualifica. 

Non vincere il Mondiale Piloti con questa moto è come se il Pontefice tirasse un bestemmione durante l’Angelus in piazza San Pietro, invocando la Santissima Trinità.

Yamaha un disastro.

La Yamaha R1 di Quartararo (guida una R1 a carburatori del 99) è dannatamente lenta. Il Campione del Mondo sta facendo letteralmente un miracolo ad essere in testa al Mondiale, la M1 le prende anche dalla Aprilia in rettilineo. Serve un miracolo per vincere questo Mondiale, 30 punti sono pochi anche se Quartararo nel poker “asiatico” a mio avviso metterà le mani sul secondo titolo Mondiale.

Fossi in Quartararo il prossimo rinnovo con Yamaha me lo farei pagare in cv alla ruota. Ha già firmato? Ah…

Aprilia da Mondiale.

Vinales ha finalmente trovato la quadra giusta sulla RS-GP, sono serviti 2/3 di stagione a conferma di quanto sia difficile cambiare moto in questa MotoGP. A mio avviso è lo step successivo per puntare al Mondiale. Aleix Espargaró è un gran Pilota ma non un Fenomeno. Per puntare al Mondiale servono quelli, e Maverick è un assoluto fenomeno sminuito soltanto da una certa parte di stampa schierata.

LA GARA

Gara noiosa. No, di più. All’inizio giocano come sempre al risparmio gomma con i Piloti nelle retrovie che fanno i giri veloci. Miller si leva subito dall’intralciare Pecco e si stende dopo poche curve, stessa sorte per Bezzecchi. La gara è condotta da Bagnaia dall’inizio alla fine, con Bastianini e Vinales gli unici a tenere il passo. A pochi giri dalla fine Pecco e la Bestia mollano tutti e vanno via regalandoci un ultimo giro da paura con Bagnaia che vince per 0.034...

Vinales chiude sul podio e Marini arriva 4° disputando una magnifica gara e mettendosi dietro un bel po’ di Piloti. È la pista di casa, non male.  Quartararo chiude 5° alle spalle di Marini non riuscendo mai ad impensierire il Pilota Ducati. Solamente 6° Aleix Espargaró. In Aprilia dicono che questa pista non “garbava” tanto al Pilota Spagnolo, mia idea è che Aleix si stia accorgendo che Maverick comincia a capire la moto ed a sentirla come vuole lui. Sarà un bel finale di stagione in casa Aprilia.

La prima Honda chiude a 22 secondi dal vincitore con il 10° posto di Alex Marquez. Un eternità. In HRC soltanto Marc può riportare alla vittoria questa moto.

Il Mondiale fa tappa tra due settimane in Aragona, nel regno di Marc Marquez e probabilmente rivedremo finalmente in pista il Campione di Cervera.

Classifica Mondiale

GRAZIE DOVI

24 vittorie, 103 podi. Il Pilota Italiano più vincente nell’ultimo decennio di MotoGP, Campione Mondiale 125 e vice-Campione del Mondo MotoGP 2017-18-19. Ha regalato tante emozioni, probabilmente rimarrà l’unico in grado di battere più volte nel corpo a corpo un certo Marc Marquez. Si ritira Andrea Dovizioso. Grazie.

Immagine MotoGP.com

 

Francky

 

(Immagini utilizzate tratte dal sito MotoGP.com)

F1 2022 – GRAN PREMIO D’OLANDA

Seconda gara del trittico post vacanziero e si va in casa del campione del mondo, nell’olandese Zandvoort.

Ad aspettare il circus ci sarà la consueta, ormai da qualche anno, marea di tifosi orange che si contraddistingue per rumore e tasso alcolico ben superiore alla media, con tutto quello che comporta, soprattutto nel male.

D’altronde se uno dei main sponsor del mondiale è una famigerata marca di birra olandese siamo pienamente in tema.

Considerando gli esiti del GP del Belgio, più che un Gp sembra una passerella d’onore quella che si prospetta per l’idolo degli olandesi che ha ridicolizzato la compagnia tra i boschi delle Ardenne.

Perfettamente assecondato da una RBR18 ipertrofica in quanto a prestazioni ha, almeno psicologicamente, messo in saccoccia il secondo mondiale di fila, ampiamente meritato.

La famigerata TD39 sembra aver dato una mano agli angloaustriaci anche se chi l’ha presa nei denti (vedi Ferrari/Mercedes), giura che la differenza vista in Belgio non dipende dalla supercazzola made in Stoccarda, ma dal fatto che per sua natura il tracciato belga obblighi le squadre a stare un pò più alte di default, date le forti oscillazioni verticali che richiede l’eau rouge.

immagine da motori.it

Sarà ma quello visto a Spa è l’inizio della fine del mondiale, che sembrava avviato ad una lotta serrata, pensiero che è presto scomparso, scusate il francesismo, come una scorreggia nel vento.

Quindi per Red Bull zero problemi in vista per Zandvoort, cosa che non si può dire per Ferrari e Mercedes. Già deprime in fatto ormai di accostare i due team quando a inizio stagione il binomio era formato da RBR-Ferrari ma tant’è.

La conformazione del tracciato olandese, con alcune curve con banking compreso tra 4° e 18° circa di pendenza, obbligherà i team ad alzare il fondo delle vetture ed ecco che uno scenario tipo Spa è quasi logico.

Al di là delle dichiarazioni più o meno sincere di Binotto e del cronico disagio delle SF75 con temperature basse, sembra che la Ferrari sia quella che più ha subito o rischia potenzialmente di subire gli effetti della direttiva 39. Le prestazioni della rossa in Belgio sono state piuttosto imbarazzanti soprattutto in gara, addirittura incalzati dalla Mercedes di Russell.

Zandvoort darà qualche risposta in più ma le previsioni non sono buone, come non lo sono per Mercedes che sembra abbiano avuto gli stessi problemi di Ferrari in termini di perdita di carico dovuto ad altezze dal suolo superiori ai livelli ottimali.

immagine da circusf1.com

Si potrebbe pensare ad un bel boomerang la TD39 per Wolff&co ma se alla fine il risultato è quello di avere una Ferrari più debole, tutto sommato va anche bene così per loro.

Per gli altri team la farò breve anche perchè Zandvoort, con tutta probabilità e al netto delle temperature che ci saranno nel weekend di gara, confermerà i pregi e i difetti visti in Belgio.

Buone prospettive per Alpine che ha sempre Alonso a elevarla al di sopra delle sue possibilità, punto interrogativo sulla Aston Martin e McLaren di cui non si può mai prevedere il livello di competitività, anche se il Vettel post annuncio ritiro è probabilmente il migliore degli ultimi 4/5 anni.

immagine da formula1.it

Le “Al(ph)fa” saranno anche loro un bel mistero e mi viene da pensare che in Olanda conterà più il manico del pilota che la competitività della monoposto per arpionare qualche punto.

A proposito di piloti in forma, Albon ha dimostrato in Belgio di starci bene nel gruppo di quelli, se non bravi, almeno degni di restare in F1, cosa che ultimamente non si può dire di MIck Schumacher che il buon Steiner vorrebbe sostituire con Ricciardo.

Proprio a causa delle forti sollecitazioni di carico verticale sulle gomme, Pirelli porterà le mescole più dure a disposizione e nonostante questo ci si aspetta una gara su due soste poichè i team cercheranno di non utilizzare la mescola C1, troppo più lenta rispetto alle altre due.

Come detto Zandvoort dirà sicuramente di più sulle possibilità per Ferrari di puntare almeno alle vittorie di tappa, possibilità qusi scontata prima della sosta estiva. La sensazione è che tra errori e mancanza di competitività nella Scuderia si sia un pò persa quella fiducia che la portava a lottare con RBR ad ogni GP.

Forse per la prima volta anche gli aggiornamenti portati in Belgio non hanno funzionato a dovere ma è l’ennesima conferma di come l’atttenzione verso le rosse sia sempre spasmodica, con critiche sempre feroci nel caso le cose vadano male, soprattutto da giornalisti inglesi ed ex-piloti (sempre inglesi) che ogni tanto farebbero meglio a guardare i casini che combinano altri team.

Quello che ormai sembra fuori di dubbio è che Verstappen e Red Bull si avviano con una certa tranquillità a vincere entrambi i mondiali di questo 2022, il che certificherebbe l’apertura di un nuovo ciclo vincente dopo quello Mercedes, difficilmente scalfibile anche dal cambio di regolamento tecnico per le PU del 2026.

Insomma la ruota gira ma chi resta sempre ferma al palo o comunque a poche, centellinate vittorie resta la Ferrari. Certificato l’addio alle speranze iridate di quest’anno sembrano a rischio anche qualche ulteriore vittoria e un futuro che resta costantemente incerto, dovuto al costante trend che vede una Scuderia in difficoltà da metà campionato in poi.

D’altronde, come si faceva notare il buon Filippo Vettel nei commenti al gp belga, dal 2011 ad oggi la Ferrari ha messo a referto solo 4 doppiette, 6 se consideriamo la stagione 2010. Un pò pochine per un team con così tanta storia e ambizione. Solo quest’anno la Red Bull ne ha collezionate quattro…

Certo è che i prossimi due Gp saranno molto importanti anche per Binotto: altre due scoppole in Olanda e a Monza potrebbero vedere in bilico la sua posizione come capo del team. Rientriamo sempre nel campo della tendenza tutta italica di “gettare il bimbo insieme all’acqua sporca” ma tant’è, ci deve sempre essere un capro espiatorio.

Sarebbe però quanto meno curioso che la silente (assente?) dirigenza Ferrari prendesse una decisione tanto importante dopo mesi di colpevole mutismo, soprattutto in quegli ambienti politici della FIA nei quali Ferrari sembra essere considerata solo come portatrice di un prestigio ad uso e consumo della grancassa mediatica della FIA e non più di una seria contendente, di cui viene comprato lo stare zitti e buoni con il famoso obolo extra in quanto team “storico”. Viene da pensare che alla fin fine, finchè i conti della Ferrari S.p.a. sono in ordine, non conta poi così tanto se si vince o meno in pista. Con buona pace dei tifosi col fegato grosso che ancora ci credono.

Avranno capito anche loro che basta fare il minimo indispensabile, stare con i migliori ma non esserlo mai, lottare qualche volta ma non per tutta la stagione, nutrire l’ego del tifoso qual tanto che basta da alimentare le speranze di gloria alla stagione successiva, sul pilota che verrà, sul progettista che farà il miracolo…

*immagine da f1experience.com

Rocco Alessandro