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A SILVERSTONE VINCE (FINALMENTE) SAINZ. LA RED BULL RINGRAZIA.

La Formula 1 torna “a casa loro”, laddove quasi tutti i team hanno il quartier generale, e il tifo è tutto per Hamilton e company. Mentre per Verstappen ci sono i fischi. La vigilia è preceduta dall’inutile polemica su un’intervista rilasciata mesi fa dal comico Nelson Piquet, al quale verrà impedito d’ora in poi l’accesso al paddock. Il bersaglio era il buon Lewis, reo di avere spedito nelle gomme il genero Max esattamente un anno fa.
Ma oggi i due sono ben distanziati. Uno ha già 6 vittorie, l’altro zero e una Mercedes saltellante. Che, però, in terra inglese sembra avere ritrovato un buon passo.

La qualifica corsa sul bagnato vede Sainz conquistare la sua prima pole position, dopo ben 150 Gp, davanti a Verstappen e Leclerc. Poco prima del via scende qualche goccia, ma la pista non si bagna, nonostante il cielo plumbeo. Tutti i primi montano gomme a mescola media, tranne Verstappen che opta per quella più morbida.

Si spengono i semafori e le due Ferrai perdono immediatamente le posizioni a favore di Max e di Lewis. Ma dietro di loro si vede l’Alfa Romeo di Zhou uscire ad altissima velocità capottata nella ghiaia della via di fuga. La gara viene immediatamente sospesa e l’assenza di replay preoccupa. Nell’incidente sono stati coinvolti Russell, Tsunoda, Zhou e Ocon.

I replay mostrano che l’invasione di pista che era stata preannunciata si stava già verificando, con un gruppetto di 4-5 persone già entrate sul tracciato qualche curva dopo lo start. L’incidente ha quindi solo anticipato la sospensione della gara.

Dopo mezz’ora finalmente arrivano buone notizie sulle notizie di Zhou, e con esse anche i replay, dai quali si vede che è stato vittima di una toccata da parte di Russell, innescata da un urto di quest’ultimo con Gasly. L’auto del cinese si è immediatamente ribaltata, ha percorso tutta la via di fuga con il rollbar collassato e l’halo a strisciare sulla ghiaia, per poi saltare la barriera di gomme e terminare dietro di questa. Una dinamica terrificante, ma dall’esito ancora una volta fortunatamente positivo.

La gara riparte dopo oltre un’ora, con lo stesso ordine delle qualifiche, salvo l’assenza di coloro che non sono riusciti a rientrare ai box con i propri mezzi, fra i quali l’idolo locale Russell. Questa volta anche Verstappen monta le gomme a mescola media. 

Si spengono i semafori e Sainz questa volta chiude Verstappen contro il muro, e riesce a mantenere la posizione. Dietro, Leclerc si fa superare da Perez, poi lo ripassa e attacca anche Max, ma l’olandese lo porta fuori pista. Sia Charles che Sergio hanno la paratia laterale dell’alettone anteriore danneggiata. 

Per Perez il danno è troppo importante e al giro 5 si ferma per sostituire l’ala. Hamilton si riporta così in quarta posizione, superando anche Norris che lo aveva passato in partenza.

Al giro 8 Verstappen entra in zona DRS, Ma non ha bisogno di usarlo, perchè Sainz commette un errore e lo fa passare. Ma l’olandese non scappa via, e, anzi, rallenta improvvisamente a causa di una foratura. Al giro 12 è quindi costretto a rientrare ai box lasciando le due Ferrari al comando ma, soprattutto, trovandosi in sesta posizione dietro ad Alonso. Ma i problemi non si risolvono, e gira 1 secondo più lento, dichiarando in radio che la macchina è “100% rotta”, ma dai box gli dicono di continuare anche se ha molto meno carico al posteriore.

Nel frattempo Leclerc si avvicina a Sainz, ma il più veloce in pista è Hamilton, a 4 secondi. Charles ha già chiesto via radio la posizione, ma ovviamente Sainz non ci pensa minimamente a farlo passare e, anzi, procede a zig-zag in rettilineo per non dargli la scia. Lewis gira 7 decimi più veloce. A Carlos viene detto di andare veloce quanto l’inglese, diversamente dovrà far passare il compagno.

Ma lo spagnolo non va più veloce e per togliersi dall’imbarazzo, in Ferrari lo richiamano al box per montare la gomma più dura. Ma, anche con pista libera, Hamilton va più veloce di Leclerc, e l’inglese si ritrova in men che non si dica in zona DRS.

Al giro 24 si ferma nuovamente Verstappen per montare la gomma più dura. L’olandese si ritrova fianco a fianco con Vettel e lo fa passare. 

Al giro 25 è il momento della fermata per Leclerc, che monta ovviamente la mescola più dura. Il monegasco si ritrova però dietro il suo compagno di squadra. Con gomma usata, Hamilton continua a girare su ottimi tempi, guadagnando su Sainz. Ma Charles, una volta mandate in temperatura le gomme, inizia a segnare tempi velocissimi, e si avvicina al suo compagno di squadra, chiedendo al suo box se può lottare con lo spagnolo, ricevendo la comunicazione “Free to fight”, per la gioia del box Red Bull.

Ma a Sainz viene dato ancora una volta un tempo sul giro target, con l’avviso che se non riuscirà a rispettarlo dovranno scambiare le posizioni. Cosa che avviene al giro 31, e immediatamente Charles segna il giro più veloce, portandosi dietro il compagno di squadra. 

Hamilton si ferma al giro 34, e monta gomma dura. Esce terzo a debita distanza dalle due Ferrari.  Ma Sainz perde progressivamente terreno rispetto al compagno di squadra, e Lewis gli si avvicina di gran carriera. 

Ma al giro 39  Ocon si ferma in mezzo alla pista ed esce la Safety Car. Sainz ed Hamilton ne approfittano per montare gomma rossa. Leclerc invece viene inspiegabilmente fatto proseguire. Quelli dietro di lui hanno tutti gomma morbida nuova, e per il monegasco sarà durissima mantenere la posizione.

La gara riparte quando mancano 10 giri alla fine. Sainz mette le mani avanti avvisando il suo box che sarà molto più veloce del compagno. Ma il box gli dice di dare spazio a Charles alla ripartenza. Cosa che non fa. I due ferraristi ingaggiano un duello e Carlos ha facilmente la meglio. Nel frattempo Perez supera Hamilton e si attacca a Leclerc. Ma il monegasco riesce a difendersi, e Lewis torna sotto al messicano. 

Non appena si può attivare il DRS, Leclerc deve soccombere a Perez e Hamilton. Sergio taglia la chicane e viene investigato, mentre Charles riesce a ripassare davanti a Lewis. Ma dura poco, perchè l’inglese riesce a vincere la strenua resistenza del monegasco.

E così finisce con Sainz che vince il suo primo GP dopo 150 gare corse in F1, Perez secondo che rimedia egregiamente alla sfortuna inziale, e Hamilton che non concretizza un’occasione d’oro per tornare a vincere, per di più in casa sua. Quarto un delusissimo Leclerc che guadagna una manciata di punti nel giorno in cui il rivale non fa meglio di settimo. E avrà da discutere, giustamente, con il suo box. Quinto il solito ottimo Alonso, sesto Norris, settimo Verstappen che ha resistito strenuamente all’attacco di Mick Schumacher, ottavo e finalmente a punti. Nono Vettel, e decimo Magnussen.

Fra solo una settimana si corre a Spielberg, la seconda gara di casa della Red Bull. Leclerc avrà pochi giorni per smaltire l’ennesima delusione di una stagione nella quale, togliendo alcuni episodi del tutto fortuiti, potrebbe avere ben più vittorie e ben più punti in campionato, ma la realtà è questa e ora sembra pure avere un problema in casa. E gli avversari ringraziano.

P.S. Abbiamo visto tante volte, nelle ultime stagioni, due compagni di squadra di cui uno indiscutibilmente più forte dell’altro e, in tutte le occasioni in cui il primo si materializzava di gran carriera dietro il secondo, questo lo faceva inevitabilmente passare per poi mettersi a fare il tappo. Anche ammettendo che Sainz valga Leclerc, oggi quest’ultimo era nettamente più veloce, e non solo non è stato fatto passare, ma la sua squadra ha pure deciso di fare lo split in occasione della Safety Car non fermando la macchina davanti ma quella dietro, altra cosa che non abbiamo mai visto fare dai team inglesi. E, nonostante questo, Charles nelle interviste ha detto “non vorrei che la mia delusione oscurasse la prima vittoria di Carlos”. Questi sono fatti, che passano sopra qualsiasi altra considerazione da tifosi. E sono fatti su cui la Ferrari dovrebbe riflettere, ma non lo farà perchè “l’importante è tornare a vincere”, e “un quarto posto è un ottimo risultato”. Il dito puntato di Binotto verso Leclerc, ripreso dalle telecamere, dice tutto.

P.S. 2 oggi l’angelo protettore dei piloti è stato ben attento, e assieme al suo collaboratore Santo Halo ha salvato almeno due vite umane. Quella di Nissany questa mattina in Formula 2, quando si è trovato letteralmente in testa la macchina di Hauger, e quella di Zhou cui è collassato il roll-bar e il dispositivo introdotto dalla FIA nel 2018, fra mille polemiche, ha tenuto il casco del pilota ben lontano da asfalto e ghiaia. 
Chi di noi ha assistito a qualche stagione di GP, quando esalta i bei tempi dovrebbe sempre ricordare che incidenti come questi qualche decennio fa sarebbero costati quasi certamente la vita a due piloti.

* immagine in evidenza dal profilo Twitter @F1

 

 

 

VERSTAPPEN INGRANA LA SESTA A MONTREAL. LA FERRARI ARRIVA IN FONDO.

Una Montreal fredda e affollata accoglie nuovamente il circus della Formula 1 dopo tre anni, arrivato da Baku dopo avere percorso 9000 km in una settimana in nome della sostenibilità.

Per Leclerc le cose si mettono subito male, anche se era prevedibile. Prima cambia la centralina, e sono 10 posizioni di penalità, e poi la squadra decide saggiamente di “omologare” un quarto motore, in sostituzione di quello andato in fumo in terra azera. E questo significa partire dal fondo.

E così per la pole Verstappen ha un bel tappeto, ovviamente rosso, steso davanti a sè. In un tempo da lupi, il giovane Alonso piazza l’Alpine in prima fila, relegando Sainz, autore dell’immancabile sbavatura, in seconda. Un felicissimo (!) Hamilton partirà di fianco a lui, mentre in terza fila, udite udite, si trovano le due Haas di Magnussen e Schumacher. Per trovare Perez bisogna scendere fino alla settima fila. Il messicano ha mandato la sua macchina a muro in Q2 e poi non è riuscito ad ingranare la retro per riportarla ai box.

La domenica splende il sole, anche se fa ancora freddo e c’è vento. La partenza non regala emozioni. Verstappen parte a fionda, e i primi 4 mantengono le posizioni. Alonso non riesce però a reggere il passo dell’olandese, e, non appena viene abilitato il DRS, al terzo giro Sainz lo passa. Ma l’anziano spagnolo gli rimane incollato agli scarichi, mentre Hamilton, quarto, non riesce a stare assieme ai due davanti a lui e perde progressivamente terreno.

Al nono giro il primo colpo di scena: la trasmissione abbandona Perez, che si ferma al tornante. La direzione gara attiva la Virtual Safety Car e Verstappen ne approfitta per fare il suo pit-stop, mentre Sainz e Alonso continuano. Max ha risparmiato una decina di secondi ma dovrà farne 60 con il set di gomme che ha montato.

Al giro 15, Leclerc è risalito fino alla 12a posizione, mentre Verstappen supera senza tanti problemi Alonso e si riporta in seconda posizione a 5 secondi da Sainz.

Al giro 20 si ritira Mick Schumacher, che navigava in una buona nona posizione,   e viene nuovamente attivata la VSC, ma Sainz e Alonso sono appena passati davanti ai box e non ne possono approfittare subito. Carlos rientra al passaggio successivo ma per sua sfortuna la VSC viene tolta prima che finisca l’operazione. All’uscita si ritrova dietro a Nando, che non si è  fermato, e, di pochissimo, davanti ad Hamilton, che, invece, si era già fermato in occasione della neutralizzazione precedente.

Al giro 25 Verstappen ha 9 secondi di vantaggio su Sainz, che è seguito a qualche secondo da Hamilton, mentre Alonso tiene la quarta posizione ma è sempre più in difficoltà con le gomme che non ha ancora cambiato.

Leclerc, risalito fino alla sesta posizione, grazie anche al fatto che non si è ancora fermato, si trova bloccato dietro ad Ocon, che invece ha già effettuato la sua sosta. Sembra che la Ferrari non abbia sufficiente trazione in uscita dalle curve lente, e questo vanifica l’effetto del DRS. Dai box a Charles dicono che stanno seguendo il piano “D”, e lui risponde, un po’ sconsolato, che comunque non è in grado di  passare il francese dell’Alpine.

In Ferrari stavano aspettando a fermare Charles per farlo restare davanti al gruppetto di 4 auto guidato da Stroll. Purtroppo per il monegasco, però, il suo box sbaglia la sosta, e si ritrova così tristemente dietro a tutti loro.

Al giro 43 Verstappen, già da qualche giro in difficoltà con le gomme, viene fatto fermare. Ma l’olandese si ritrova all’uscita fianco a fianco ad Hamilton, che senza tanti complimenti lo chiude. Ma nello stesso giro anche Hamilton si ferma e Max riguadagna la seconda posizione dietro a Sainz. Ora il dilemma per la Ferrari è se fermarlo o tentare di andare fino in fondo gestendo i 10 secondi di vantaggio con 25 giri ancora da fare,

Al giro 49, quando il distacco è ormai diventato di soli 6 secondi, arriva la soluzione: Tsunoda commette un errore grossolano andando a sbattere all’uscita dai box. In Ferrari fermano subito Sainz e, nonostante il solito pit-stop non perfetto, riescono a mantenerlo davanti ad Hamilton e subito dietro a Verstappen.

Si riparte quando mancano 16 giri alla fine e Sainz si incolla agli scarichi di Max. Mentre Leclerc, con due sorpassi incredibili al tornantino, riesce a sbarazzarsi delle due Alpine salendo in quinta posizione, Sainz dopo avere illuso per qualche giro, è costretto a rassegnarsi ad una comunque ottima seconda posizione.

Finisce così con Max che porta a casa la sesta vittoria su nove gare, Sainz che arriva vicino alla vittoria come forse non gli era mai successo in carriera, ma arriva comunque secondo, e Hamilton che completa il podio con una W13 che, su questa pista, è a soli 3 decimi dai primi. Quarto mr. consistenza George Russell, al nono piazzamento consecutivo fra i primi cinque. Quinto Leclerc, che forse può recriminare un po’ per la gestione di gara del suo box. Sesto Ocon, settimo un imbufalito Alonso al quale il suo muretto ha letteralmente distrutto la gara. Ottavo Bottas, nono un ottimo Zhou e decimo Stroll, autore di una buona gara in casa sua.

Si ritorna in Europa con una Ferrari che conferma di avere risolto il problema della velocità di punta, ma che ora non deve più sbagliare, se vuole rimanere in lotta per il mondiale. Ma, soprattutto, deve migliorare la gestione di gara, perchè anche oggi qualche decisione ha destato più di una perplessità.

P.S. visto che il p.s. è sempre gradito, non avendo sottolineature da fare in merito agli episodi di gara, voglio dedicarlo a Sky. Pazienza per le inutili chiacchiere e la patetica spiritosaggine con le quali riempiono il pre e il post-gara, pazienza per le telecronache urlate con un pilota stipendiato dalla Ferrari che cerca poco credibilmente di criticare la sua squadra, ma ripetere all’infinito che sono i 40 anni dalla scomparsa del grande Gilles, che è stato ampiamente e giustamente ricordato, dimenticandosi completamente che esattamente 40 anni fa, su questa stessa pista, morì Riccardo Paletti, loro che quando c’è da parlare di un incidente non lesinano mai le parole, ebbene questo la dice lunga sulla professionalità di questa squadra di giornalisti e commentatori. E’ tristemente vero che ricordare gli ultimi alla massa fa comodo solo quando periscono il giorno prima dei primi. Per fortuna ci ha pensato questo blog.

P.S. 2 se per caso mi fossi perso qualche ricordo di Sky in merito al povero Riccardo, qualcuno me lo faccia sapere e chiederò scusa.

* immagine in evidenza dal profilo Twitter @redbullracing

VERSTAPPEN PASSEGGIA A BAKU. LA FERRARI RIPOSA.

Il campionato Indycar, pardon, il campionato del mondo di Formula 1 fa tappa nel cittadino di Baku. “Una gara dalla quale ci si può aspettare di tutto”, per dirla con Binotto. 

Ma non per la pole, che è ormai un’esclusiva di Charles Leclerc. Con un giro incredibile, rifila 3 decimi al secondo, che non è Verstappen e nemmeno il suo compagno di squadra Sainz, bensì Perez, che da qualche gara pare più in forma della prima guida Red Bull.

Si spengono i semafori, e si capisce subito che per Leclerc sarà una pessima giornata. La partenza di entrambe le Red Bull è da manuale, e Perez passa primo in curva 1. Come se non bastasse, Charles spiattella l’anteriore destra. Il messicano della Red Bull guadagna velocemente diversi secondi.

Al giro 7, il ferrarista si riavvicina a Perez, ma ha Max alle calcagna, con la possibilità di aprire il DRS. A differenza delle gare precedenti, questo non è sufficiente per consentire a Max un facile sorpasso sul lunghissimo rettilineo di Baku.

Al giro 10 altra mazzata per la Ferrari: Sainz si ritira con problemi idraulici. Viene attivata la Virtual Safety Car, e la Ferrari ne approfitta per effettuare il cambio gomme di Leclerc, che, purtroppo risulta più lento di 3 secondi. Charles riesce a mantenere la terza posizione, e la VSC viene disattivata prima che la Red Bull riesca a fare effettuare il pit-stop ai suoi piloti. 

Al giro 15 Verstappen supera Perez, al quale viene intimato di non combattere. Poi il messicano inizia a girare molto lentamente, perdendo fino a 3 secondi al giro su Leclerc, che, invece segna giri veloci a ripetizione. Al giro 17 Checo si ferma, e riesce a stare davanti a Russell, quarto, di un soffio.

Al giro 19 è il turno di Verstappen, che in questo momento ha soli 7 secondi di vantaggio su Leclerc, il quale ritorna in testa alla gara, ma con gomme con ben 9 giri in più rispetto a Max. 

La durata delle gomme però non è un problema, perchè al giro 22 la PU n. 2 esala l’ultimo respiro. 

Al giro 35 tocca a quella di Magnussen, ed esce nuovamente la Virtual Safety Car. In Red Bull, visto che ormai alle spalle non c’è più alcuna minaccia, decidono prudenzialmente di operare un altro cambio gomme. A questo punto della gara, Perez si trova a 12 secondi da Verstappen, mentre al terzo posto c’è l’inossidabile Russell, e al quarto Gasly.

Al giro 44, il francese dell’AlphaTauri viene raggiunto e superato dal rimontante Hamilton, alle prese con un fastidioso mal di schiena. 

La gara finisce così con una doppietta Red Bull, seguita dalle due Mercedes. Al quinto posto Gasly, ritornato su ottimi livelli, seguito da Vettel. Poi Alonso, Ricciardo, Norris e, a chiudere la zona punti, Ocon. 

Nessun motorizzato Ferrari nelle prime 10 posizioni. E su 4 ritiri, tutti e 4 hanno riguardato macchine motorizzate Ferrari. 

Purtroppo per la Ferrari e per i suoi tifosi, Baku rischia di essere lo spartiacque del mondiale. Doppietta Red Bull contemporanea a doppio ritiro Ferrari. Come nella prima gara, ma a parti invertite. E con la differenza che alle spalle ci sono solo vittorie Red Bull, e che ora il problema è l’affidabilità, anche, ma non solo, del motore endotermico. 

Fra una sola settimana si correrà a Montreal, altro circuito da motore. C’è poco tempo per correre ai ripari. E c’è da sperare che in Ferrari non siano costretti a risolvere i problemi depotenziando la PU, con conseguente perdita di prestazione. Perchè, se così fosse, rischieremmo di vedere una restante parte della stagione caratterizzata dal fastidioso dominio di un solo pilota. E sarebbe poco sopportabile, dopo essere ritornati a vedere gare combattute nel 2021 e nella prima parte di questa stagione.

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PEREZ SBANCA IL CASINO DI MONTECARLO. LA FERRARI NON GIOCA.

Montecarlo. Dopo solo una settimana, la Ferrari può riscattarsi dalla enorme delusione di Barcellona. E farlo proprio in casa del suo pilota di punta. Che infatti, con una guida stratosferica, si prende la pole lasciando gli avversari a distanza. In prima fila con lui il suo compagno di squadra, con Perez che rimane costantemente davanti a Verstappen, e provoca una bandiera rossa finale, per la gioia di quest’ultimo che lo accusa pure di averlo fatto apposta.

Sulla carta, con una F1-75 molto competitiva, il risultato della gara dovrebbe essere in cassaforte. Ma sembra proprio che quest’anno, per la Ferrari, nulla debba essere facile. A pochi minuti dal via inizia a piovere. La partenza viene rinviata di 15 minuti, e nel frattempo la pioggia aumenta di intensità. Il gruppo si avvia quindi dietro la Safety Car, con l’obbligo di montare gomme da bagnato estremo. Dopo due giri, la direzione gara espone la bandiera rossa, e tutte le monoposto rientrano in corsia box.

Dopo quasi un’ora di attesa, la direzione gara fa partire ufficialmente la gara, ovviamente ancora dietro la SC. Non piove più, ma si aspetta ulteriore acqua. Tutti hanno le gomme full wet.  In queste condizioni, solo due piloti riescono ad andare a sbattere, ovviamente, e sono Latifi e Stroll.

Dopo due giri viene data partenza lanciata. Le condizioni sono molto difficili, e si vedono parecchie scodate. La pista sembra asciugarsi velocemente, e qualcuno degli ultimi anticipa il passaggio alle gomme intermedie.

La prudenza è comunque tanta, e i tempi sono quasi 30 secondi più alti di quello della pole position. Al giro 9, Leclerc ha 3 secondi di vantaggio su Sainz, che a sua volta ne ha 2 su Perez. Verstappen si mantiene ad un secondo di distanza dal compagno.

Al giro 14 la traiettoria è asciutta in molti punti del tracciato, e le condizioni sono da intermedie. Chi le ha già montate ne sta ampiamente beneficiando, ma i tempi dei primi non sono molto inferiori, e Sainz dichiara di volere andare avanti con le full wet fino a quando non sarà possibile montare le slick.

Al giro 16 rientra Hamilton, che fino a questo momento occupava un’anonima ottava posizione, e monta gomma intermedia. Viene fatto rientrare anche Perez, per montare lo stesso tipo di gomma. Sergio esce però dietro a Norris. A Sainz viene chiesto di rientrare, ma lo spagnolo non è d’accordo e gli viene confermato che può stare fuori. Anche Norris, quarto, rientra per montare gomma intermedia.

Al giro 18 rientra pure Leclerc e monta gomma intermedia, subito imitato da Verstappen. Ma il monegasco si ritrova dietro Perez, che evidentemente è riuscito a recuperare una decina di secondi. Sainz invece continua, con l’obiettivo di passare direttamente alle slick.

Con gomme intermedie la Ferrari non va, e Verstappen guadagna ben 4 secondi a Leclerc. Sainz rientra al giro 22 per montare le slick a mescola più dura. Viene richiamato anche Leclerc, poi gli viene detto di stare fuori, ma è troppo tardi. Il monegasco è furioso con il proprio box, e si ritrova dietro al compagno di squadra.

Anche Perez e Verstappen vengono fatti rientrare, ma l’attesa dietro al compagno dovuta al doppio pit-stop risulta fatale per Leclerc che si ritrova così al quarto posto, dietro anche a Verstappen. Entrambe le Red Bull, però, hanno toccato la linea gialla all’uscita dei box, ma la direzione gara fa finta di niente.

Al giro 27, Schumacher distrugge la sua Haas alle piscine, ed esce la Safety Car. Ma i danni alle barriere sono troppo ingenti, e la direzione gara sospende la gara.

Si riprende con una partenza lanciata quando mancano 45 minuti allo scadere delle 2 ore regolamentari. La Ferrari stranamente riparte con la mescola più dura e per di più usata, mentre le due Red Bull hanno la mescola media. Una decisione che sembra incomprensibile.

Quando la SC rientra ai box, la gara riparte senza riservare grandi emozioni, a parte un bloccaggio di Perez al Mirabeau. Un team radio di Sainz svela come mai la Ferrari abbia scelto di montare gomme dure usate: temevano che sulle gialle si materializzasse l’odiato graining, e la loro speranza è che questo accada alle Red Bull. Ma, purtroppo per loro, questo non succede, e fra i primi 4 non c’è praticamente battaglia.

Anche dietro di loro non accade nulla. Con queste auto, e in queste condizioni, tentare un attacco è praticamente impossibile, anche quando si è molto più veloci dell’avversario che precede. E’ il caso di Hamilton, che si trova ad avere a che fare con Alonso che gira almeno 2 secondi più lento, ma non può fare assolutamente nulla, così come il trenino che si è formato dietro di loro.

A 18 minuti dal termine, Sainz va dritto alla chicane del porto, e Verstappen si avvicina. Ma qualche minuto dopo il graining arriva sul serio sulla gomma anteriore destra di Perez, e Sainz gli si attacca agli scarichi. Ma a Monaco non si passa, e la gara finisce in processione, con Checo che conquista una meritatissima vittoria davanti a Sainz, Verstappen e un delusissimo Leclerc. Seguono Russell, ancora una volta nei primi 5, Norris, Alonso, Hamilton e Ocon, che però ha una penalità di 5 secondi che lo fa retrocedere. Nono arriva quindi Bottas, e decimo Vettel.

Ora si va a Baku, un circuito che, sulla carta, dovrebbe essere favorevole alla Red Bull, con quell’interminabile rettilineo. Ma ormai questo conta poco, perchè, che sia favorita o meno, la Red Bull vince comunque, a dispetto del fatto che gli avversari dispongano di una vettura formidabile e di un pilota che, probabilmente, in questo momento è il più in forma di tutti. 

Su 7 gare, 2 sono andate alla Ferrari e 5, di cui le ultime 4, alla Red Bull. Credo non ci sia molto altro da dire sulle prospettive mondiali. La storia della Formula 1 insegna.

P.S. chi scrive temeva proprio quello che abbiamo visto oggi. Una macchina competitiva ma una squadra non in grado, per mancanza di esperienza, di leggere correttamente le situazioni impreviste. Considerando anche che se la stanno giocando con dei vecchi volponi. Una doppietta sicura si è così trasformata in un “misero” secondo e quarto posto, che aumenta ancora le distanze nei confronti dei diretti avversari. E questo a causa di decisioni che sono sembrate quantomeno singolari.
Certo, mi si può dire che rispetto ai chiari di luna delle ultime stagioni, giocarsi sempre la vittoria è un gran risultato. E io rispondo con due considerazioni. La prima è che sono due anni che ci raccontano che lavorano per il 2022, e la seconda è che sono 14 anni che la Ferrari non vince un mondiale.

P.S. 2 Verstappen ha pestato la linea gialla all’uscita dai box, nell’ovvio tentativo di chiudere in anticipo la traiettoria. Non c’è nemmeno stata investigazione, quando in passato abbiamo visto analoghe decisioni punite pesantemente. Perchè? Per la risposta, rivedere il GP di Abu Dhabi del 2021.

LECLERC DOMINA, VERSTAPPEN VINCE A BARCELLONA

Si torna in Europa dopo l’americanata in quel di Miami. E si torna sul circuito più difficile, quello che permette di distinguere i progetti giusti da quelli sbagliati, senza possibilità di appello.

E la Ferrari porta il primo pacchetto di aggiornamenti, che “dovrebbe valere 2-3 decimi”, indispensabili per recuperare su una Red Bull dimostratasi molto forte dopo i problemi di affidabilità iniziali. E, dopo un venerdì non proprio brillante, con un tanti problemi di durata delle gomme, al sabato i ferraristi indovinano il setup giusto, e ritrovano il passo gara senza sacrificare il giro veloce. Leclerc, con un giro magistrale piazza la sua rossa in pole, con Verstappen a debita distanza. 

Si spengono i semafori e Leclerc mantiene la posizione senza troppi patemi. Chi invece sbaglia é Sainz che ne perde due a favore di Russell, col quale si tocca pure, e Perez.. Hamilton si scontra con Magnussen e rimedia una foratura, mentre il danese dopo una escursione nella ghiaia riesce a rientrare.

Verstappen cerca di non far scappare Charles. Mentre Alonso rimonta furiosamente dall’ultima posizione nella quale era stato relegato da una pessima qualifica, il suo connazionale Sainz finisce malamente nella ghiaia, continuando la striscia di errori che sta ormai diventando inquietante e perdendo molte posizioni.

Ma il suo errore viene ridimensionato qualche giro dopo da uno molto simile commesso da Verstappen quasi nello stesso punto. Ma l’olandese dopo un giro nella ghiaia rientra perdendo solo due posizioni proprio Perez, che lo fa passare subito. Ma, tanto per complicare ulteriormente la vita all’olandese, il DRS inizia a funzionare male.

Al giro 14 si fermano sia Russel, secondo, che Max, terzo. Al giro 18 si ferma anche Perez, liberando per Leclerc la possibilità di fermarsi  a sua volta. Ma il monegasco é ancora molto veloce, e in Ferrari aspettano. 

Verstappen, col DRS che funziona a singhiozzo, non riesce a superare Russell. Al giro 22 si ferma Charles, e con un pit-stop perfetto rientra in pista con 5 secondi di vantaggio sul due in lotta. Max é infuriato con il suo muretto, il quale gli fornisce istruzioni per cercare di fare aprire la benedetta ala mobile, che però continua a fare le bizze.  Al giro 24 l’ala si apre per un momento, e assistiamo ad un duello favoloso con Russell che riesce a ripassare Max che l’aveva superato in curva uno. Al giro dopo a Max non si apre il DRS, e Perez che ha raggiunto i due, chiede al suo team di passare il compagno, ottenendone un ovvio rifiuto.

Al giro 28, mentre viaggia tranquillo in testa alla gara, con ampio margine e in totale gestione delle gomme, la macchina di Leclerc si rompe e la sua gara finisce lì.

Verstappen rientra per provare l’undercut su Russell, montando gomma rossa. Al giro 31 Perez supera Russell,  mentre Verstappen, scatenato, si prende la terza posizione su Bottas e va alla caccia dell’inglese, che raggiunge qualche giro dopo, ma non ha bisogno di superarlo perché il pilota Mercedes rientra ai box, imitato al giro successivo dal leader Perez che rientra in seconda posizione.

Nel frattempo, Sainz ha rimontato fino alla quinta posizione subito dietro un ottimo Bottas, primo dei motorizzati Ferrari.

Al giro 44 Verstappen ha 16 secondi di vantaggio su Perez e 22 su Russell. L’olandese si ferma per la sua terza e ultima sosta ed esce dietro al compagno di squadra ma davanti all’inglese. Al messicano viene ordinato di far passare Max, e la risposta é un “it’s not fair” che suona piuttosto falso, ma esegue comunque la consegna, ricevendone un sincero *thank you mate” dal compagno.

Al giro 52 Russell effettua la sua terza sosta, e rientra in quarta posizione, con Bottas che si prende il podio, che però dura poco perché l’inglese impiega meno di un giro a ripassare davanti. Anche Perez si ferma ma riesce a mantenere la seconda posizione, 

Gli ultimi giri di gara vivono sulla lotta per il quarto posto, con Sainz che raggiunge Bottas e Hamilton, autore di un’ottima rimonta e, fino a questo momento, del giro piú veloce. Il finlandese, al quale il box ha riservato una strategia errata non fermandolo, in poche curve viene passato sia dal ferrarista che dal sette volte campione del mondo. Il quale subito dopo si prende la quarta posizione.

Ma non é finita, perché ai due Mercedes viene detto di fare attenzione alla benzina, e Hamilton, vittima pure di un problema di surriscaldamento, viene ripassato al penultimo giro da Sainz. Ma Russell é molto lontano, e riesce a tenersi il posto sul podio.

Finisce così con la seconda doppietta stagionale per la Red Bull, la terza vittoria di fila di Verstappen e la conquista di entrambe le classifiche mondiali, Della serie “meglio di cosí…”. Terzo un ottimo Russell, quarto un pessimo Sainz, quinto uno sfortunato Hamilton che da un lato può recriminare per quell’incidente al primo giro e dall’altro può essere contento di “avere finalmente una vera F1 da guidare”. Sesto Bottas, con una Sauber che si conferma quarta forza, settimo Ocon, ottavo un malandato Norris con un’altrettanto malandata McLaren, nono Alonso rimontato dall’ultima posizione, e decimo Tsunoda, ancora una volta davanti al compagno Gasly.

Malissimo Ricciardo, così come le due Aston Martin che hanno presentato una copia della RB18 ma, evidentemente, non hanno fotocopiato il libretto di istruzioni.

Ora si va a Monaco, a casa di Leclerc. Il quale nelle ultime tre uscite non ha avuto molta fortuna (la terza è stata domenica scorsa quando ha sbattuto la 312 B3 di Niki Lauda, a causa di un guasto meccanico). Inutile dirlo, la vittoria è d’obbligo, per dimenticare con un trionfo la grossa delusione di oggi.

P.S. ovviamente dopo la gara di oggi c’è e ci sarà una grande discussione su Carlos Sainz, fra chi ritiene che gli si debba continuare a dare fiducia, e chi, invece, come il sottoscritto, ritiene che i bonus siano ormai terminati.
Questo il pensiero di Binotto su Carlos: “deve ancora adattarsi alla macchina, è indietro di tre decimi, dobbiamo dargli una macchina più veloce così sta davanti a tutti”. 
Il mio pensiero, che ovviamente vale nulla rispetto a quello di Mattia, è invece una semplice considerazione: quando ci si gioca il mondiale, l’apporto del secondo pilota è indispensabile nell’economia del risultato finale. Senza la difesa di Perez ad Abu Dhabi, Verstappen non sarebbe riuscito a vincere il mondiale nemmeno con l’aiuto della FIA. Nel 2010 e 2012, Alonso ha perso il mondiale anche perchè guidava praticamente da solo, e si potrebbero fare tanti altri esempi. E’ necessario che Sainz non diventi un problema per la Ferrari, perchè la Red Bull corre con due macchine, e Leclerc non porterà mai a casa il mondiale da solo. Quattro gare con errori gravi di fila sono un brutto campanello d’allarme. 

* immagine in evidenza dal profilo Twitter @redbullracing