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NOIA VERSTAPPEN, IMBARAZZO FERRARI ALL’HUNGARORING

“Un bel tacer non fu mai scritto”, scriveva il Sommo Poeta. “Zitti zitti, il silenzio è d’oro”, cantavano gli Aeroplanitaliani (chi?) a Sanremo, nel lontano 1992. Anno in cui la Ferrari se la passava male, con la F92A, ottima in teoria, pessima in pratica, e due piloti che non avrebbero lasciato un segno negli albi d’oro.

Ci sono molte similitudini con la situazione attuale, salvo che all’epoca si stava, appunto, zitti. Non si sentivano tanti proclami, prima dei Gran Premi, mentre oggi il prode TP francese ha il coraggio di fare affermazioni del tipo “ci aspettiamo di lottare per vincere”, con la prima guida che gli va dietro nei proclami. Salvo poi trovarsi di fronte alla triste realtà.

Che è emersa fin dal sabato, con la Mercedes di Hamilton in pole position, Verstappen a pochi millesimi e le due redivive McLaren ancora una volta davanti, a monopolizzare la seconda fila. Il povero Leclerc si accontenta della sesta piazza, fra le due Alfa (!) mentre Sainz non riesce nemmeno a qualificarsi per il Q3, e si ritrova dietro tre macchine col motore Ferrari clienti su quattro.

Ma la gara è un’altra cosa. Hamilton parte maluccio, e si pianta in curva 1, lasciando passare Max e Norris, ma soprattutto Piastri che, tenendosi all’interno si porta in seconda posizione.

Chi parte malissimo è Zhou, che vanifica uno splendido quinto posto dimenticandosi  aspettando un verde che in Formula 1 non si vede più da molti anni e, nella foga di recuperare, tamponando il rientrante Ricciardo che a sua volta fa fuori le due Alpine. Sainz, autore di una partenza clamorosa, recupera 5 posizioni e si incolla agli scarichi del compagno.

Dopo 10 giri i primi sono ancora piuttosto vicini fra loro, e l’unico sorpasso degno di nota é di Perez che si porta un settima posizione ai danni di Alonso.

Poi la migliore gestione gomme della RB19 si fa sentire, e, mentre gli altri rallentano, Verstappen porta a 6 secondi il vantaggio su Piastri, e Perez si porta in sesta posizione.

Al giro 17 si ferma Hamilton per montare la mescola più dura. Questo costringe anche Norris ad effettuare la sua fermata, imitato da Leclerc, vittima di un pit stop lunghissimo. Al giro successivo si ferma Piastri, che esce però dietro al compagno di squadra.

Hamilton si ritrova improvvisamente a 9 secondi dalle McLaren, senza capire perché. Al giro 23, Verstappen effettua la sua sosta e torna in pista con 5 secondi di vantaggio su Norris. Che diventano 12 a metà gara. Le Red Bull sulle gomme dure hanno un passo inarrivabile, e Perez vede il podio, mettendo nel mirino Hamilton. Che é un osso duro, e il messicano preferisce fermarsi per montare gomma a mescola media anzichè tentare l’attacco. Si ferma anche Piastri, che impiega un secondo intero in più, e si ritrova la seconda guida Red Bull alle calcagna. E, al giro 48, deve soccombere, seppure eroicamente, allo strapotere dell’auto austriaca.

Nel frattempo, Leclerc, che era ripassato davanti a Sainz, si becca 5 secondi di penalità per eccesso di velocità in pit-lane. Al giro 50 si ferma Hamilton per la sua ultima sosta, e, alla tornata successiva é il turno di Verstappen.

Con gomme nuove, Lewis recupera la quarta posizione ai danni di Piastri, che sembra essere costretto a risparmiare carburante. Anche il suo compagno Norris vede la seconda posizione minacciata da Perez, ma il messicano non riesce ad avvicinarsi a meno di 3 secondi.

Negli ultimi giri Russell, rimontato dalla diciottesima posizione, guadagna la sesta posizione ai danni dei due ferraristi.

La gara si chiude così con Verstappen che taglia il traguardo con quasi mezza pista di vantaggio su Norris e Perez. Quarto Hamilton, che ha rovinato tutto in partenza, quinto un comunque ottimo Piastri, sesto Russell, poi le due Ferrari di Sainz e Leclerc, e le due Aston Martin di Alonso e Stroll, ancora una volta molto lontane dalle prestazioni di inizio anno, e sarebbe interessante saper e perchè.

Appuntamento in quel di Spa fra una sola settimana. 

P.S. a proposito dello stare zitti di cui si parlava all’inizio, stiamo  certi che sentiremo dire che il passo della Ferrari nell’ultimo stint era buono. Ci ha giá provato Gené in telecronaca per rispondere ad un Vanzini insolitamente duro con la squadra che gli paga lo stipendio. Aspettiamo Vasseur. 

P.S 2 la possibilità che la RB vinca il 100% delle gare sta diventando una certezza…

P.S. 3 …e iniziano a circolare voci di tre team non conformi con il regolamento finanziario. Sembra siano quelli che hanno progetti collaterali. Uno è ovviamente proprio la Red Bull, che sosterrà che è tutto a posto, come lo scorso anno, quando si è beccata una sanzione ridicola. Sono curioso di vedere come la metteranno se, anche quest’anno, la FIA non sarà totalmente d’accordo.

P.S. 4 Perchè Andrea Stella lavora a Woking?

VERSTAPPEN CONTINUA A VINCERE A SILVERSTONE. LA MCLAREN RINASCE, LA FERRARI RITORNA MEDIOCRE.

“La nostra stagione inizierà a Silverstone”. Questo aveva detto l’ex-ferrarista Andrea Stella, che, come altri illustri colleghi, è andato a cercare fortuna altrove. E, a differenza dei proclami franco-maranellesi, questo si è rivelato corretto.

E così, in una qualifica disputata fra umido e asciutto, dietro Verstappen ci sono le due McLaren di Norris e Piastri, davanti alle due rosse. 

Al momento della partenza, nuvole scure incombono sopra il circuito. Allo spegnimento dei semafori, Versappen pattina e Norris parte a fionda e si insedia in prima posizione nel tripudio del pubblico inglese. per pochissimo Max non perde anche la seconda posizione a favore di Piastri.

Al giro 5, come ampiamente prevedibile, l’olandese si riprende la prima posizione e sembra potersene andare indisturbato. Dietro ai primi tre, già ben distanziati, ci sono Leclerc, Russell e Sainz, vicinissimi fra loro.

Al giro 17, le posizioni restano le stesse, e i distacchi non aumentano. I primi 3 sono racchiusi in 5 secondi, Leclerc e Russell seguono ad altri 5 sec.

Ed é proprio Charles a fermarsi per primo al giro 19 per montare le gomme a mescola più dura. Sembra una sosta alquanto anticipata, e, infatti, al giro 26 i primi non si sono ancora fermati e continuano a girare ad un ottimo ritmo, mentre Charles é nel traffico.

E proprio al giro26 si ferma Sainz. Al giro 29 é il turno di Russell, seguito da Piastri. L’inglese esce dietro a Leclerc, ma in 2 giri lo prende e lo passa in tromba.

Al giro 33, Magnussen si ferma con il motore in fiamme. Viene attivata la VSC, e ne approfittano Piastri e Leclerc per fare un pit stop. Viene poi mandata in pista la Safety Car e ai box ci vanno Verstappen, Norris ed Hamilton, con quest’ultimo che si ritrova in terza posizione davanti a Piastri.

Max e Lewis hanno montato la mescola più morbida, mentre le due McLaren la più dura. E questa differenza di mescola rende la ripartenza problematica per Norris, che deve difendersi dagli attacchi di Hamilton. I due ingaggiano un bel duello, ma quando le gomme di Lando vanno in temperatura, il suo connazionale deve desistere.

Al giro 44 Sainz perde 3 posizioni nel giro di poche curve. Perez lo passa, lo spagnolo va largo e perde il ritmo, e lo infilano anche Albon e Leclerc. Questa é l’ultima emozione di una gara a tratti molto noiosa.

Verstappen vince con pochi secondi su un raggiante Norris, e un soddisfatto Hamilton. Poi il bravissimo Piastri, Russell e Perez, che ha dormito per tutto il week end e si è svegliato solo negli ultimi giri.

Settimo Alonso, la cui Aston Martin sembra essere tornata nella mediocrità, ottavo un ottimo Albon, poi le due Ferrari di Leclerc e Sainz.

Ferrari che non ha confermato i miglioramenti visti in Austria, ed è ritornata ad essere anch’essa una macchina mediocre, se possibile pure peggio di quella che abbiamo visto ad inizio stagione.

Fra due settimane si va in Ungheria, su un circuito completamente diverso da Silverstone. Secondo il già citato Andrea Stella, il circuito influisce molto sulle prestazioni, e, probabilmente, non è così solo per la McLaren. Almeno avremo la curiosità di sapere chi sarà, questa volta, alle spalle dell’imbattibile Max.

P.S. all’inizio dell’articolo ho menzionato Andrea Stella, attuale team principal della McLaren, e fautore della rivoluzione organizzativa che ha contribuito ai risultati di oggi. Mi chiedo se, dopo la cacciata di Binotto, sia stato contattato anche lui per un ritorno a Maranello. Se è successo, è evidente che l’ingegnere italiano ne avesse avuto abbastanza dell’ambiente di Maranello, e questo la dice lunga sui motivi per i quali ogni anno a Maranello si rimanda l’appuntamento con il mondiale.

P.S 2
Sono curioso di leggere cosa scriveranno i vari siti e giornali che prima di ogni gara ci raccontano meraviglie degli aggiornamenti portati dalla Ferrari.

P.S 3
Da anni non si vedevano tante squadre diverse alternarsi sul podio. Ma solo sul secondo e terzo gradino, perchè il primo è e sarà costantemente occupato da Max. Se fra poche gare, quando il mondiale sarà andato in archivio, la Formula 1 emettesse una bella TD come quelle che abbiamo visto nello scorso decennio (rigorosamente a sfavore della Ferrari), potremmo sicuramente divertirci molto.

 

 

VERSTAPPEN ANNICHILISCE GLI AVVERSARI IN AUSTRIA. SI RIVEDE LA FERRARI.

Nel gran premio di casa della Red Bull cosa ci si può aspettare di diverso da un Verstappen dominante? Ovviamente nulla, e, infatti, l’olandese la piazza in pole al venerdì, seppur di poco davanti alla Ferrari di Leclerc improvvisamente rinvigorita da una ala anteriore “che la fa volare” (cit.).
Il week-end prevede gara sprint e relativo shoot-out, e questa volta Leclerc non vola, a causa delle condizioni umidicce alle quali non riesce ad adattarsi. E il dominio di Verstappen prosegue, al ritmo di 1 secondo al giro rifilato a tutti, compreso il compagno di squadra Perez sistemato fra curva 3 e 4 dopo aver mandato nell’erba il caposquadra.

La partenza non riserva troppe emozioni, e dopo solo un giro la gara è già neutralizzata a causa dei soliti detriti seminati in curva 1 conseguenti alle battaglie nelle retrovie. 

Si riparte al giro 4, e Verstappen scava subito un solco fra sè e le due Ferrari, con Leclerc davanti a Sainz che si attacca agli scarichi del compagno, facendo notare al proprio box di essere più veloce. A buon intenditor, poche parole, ma a Charles viene comunicato di stare tranquillo perchè non ci sarà battaglia.

Al giro 15 il motore della Haas di Hulkenberg esala l’ultimo respiro, e viene attivata la Virtual Safety car. Questo avviene quando i primi tre sono già transitati davanti all’entrata dei box, e non riescono ad approfittarne subito per un pit-stop a metà prezzo.  I due ferraristi lo fanno al giro successivo, con un doppio pit-stop lento. Leclerc riesce a mantenere la seconda posizione, mentre Sainz sprofonda in sesta e si lamenta con il proprio box per il trattamento ricevuto.

Lo spagnolo inizia a rimontare a suon di giri veloci, e in soli 3 giri si riporta in terza posizione, sverniciando nell’ordine Norris, Hamilton e Perez.

Al giro 21, viene data bandiera bianco-nera ad Hulkenberg, che è fuori gara da diverso tempo.

In questa fase della gara, Leclerc è più veloce di Verstappen, che, infatti, si ferma al giro 25 per montare la gomma più dura e provare ad andare fino in fondo. Leclerc si ritrova così al comando, e l’olandese esce in terza posizione subito dietro a Sainz, ma gli basta un giro per passare lo spagnolo. Che poi si becca pure 5 secondi per avere superato per più di tre volte i limiti della pista.

Al giro 35 Verstappen passa senza alcuna fatica Leclerc e si riporta al comando. Il ferrarista sembra non opporre alcuna resistenza, d’altra parte sa che non può in alcun modo tenere il ritmo, ed è inutile tentare di resistere. E, infatti, dopo il sorpasso tira i remi in barca, vittima di un degrado maggiore di quello preventivato. 

Al giro 47 viene fatto fermare Sainz, e a quello successivo è il turno di Leclerc. I ferraristi si trovano terzo e quarto dietro Verstappen e Perez. Per entrambi è prevista un’ulteriore sosta, che l’olandese compie al giro 50, e il messicano a quello successivo.

La seconda guida Red Bull si ritrova in quinta posizione a pochi secondi da Norris e Sainz, sui quali inizia velocemente a recuperare. Al giro 56 passa agevolmente l’inglese, mentre lo spagnolo gli rende la vita difficilissima e gli  servono 3 giri per guadagnare la terza posizione. Quando ci riesce, ne mancano solo 10 alla fine, e Leclerc è già troppo lontano. 

La gara sembra finita così, con Verstappen comodamente primo, ma all’olandese manca qualcosa. Il giro più veloce è infatti in mano al compagno di squadra, e la cosa non va bene. La squadra accetta di farlo fermare ai box per montare la gomma da qualifica, correndo un rischio sproporzionato rispetto al misero punticino che potrebbe guadagnare. Quando torna in pista, Leclerc è solo a 3 secondi, Max ha il tempo di preparare il giro veloce come se fosse in Q3, perdendo un altro secondo, e poi, ovviamente, piazza la tornata record proprio all’ultimo giro.

Un esempio di arroganza sportiva senza precedenti, per suggellare la 42a vittoria con la quale supera Ayrton Senna nella classifica di tutti i tempi. Al secondo posto un ritrovato Leclerc con l’altrettanto ritrovata Ferrari.  Terzo Perez, che ha raddrizzato una pessima qualifica, mentre Sainz, quarto, può recriminare per la penalità che gli ha fatto perdere il podio. Quinto un ottimo Norris, sesto Alonso, sempre in ombra per tutto il fine settimana, così come le Mercedes di Hamilton e Russell, tornate ad essere una “bad car”, per usare le parole di Toto Wolff. Chiudono la zona punti Gasly e Stroll.

Fra solo una settimana il circus sarà a Silverstone, dove Verstappen potrà continuare il suo dominio e, possibilmente, la Ferrari confermerà di essere ritornata la seconda forza, per farci sperare in una seconda parte del mondiale un po’ più divertente.

P.S. la gestione dei track limits è ridicola. Non dico altro, perchè non è, purtroppo, la cosa peggiore fatta dagli uomini FIA in questo week-end.

P.S. 2 senza Verstappen, il mondiale sarebbe combattutissimo, essendo difficile capire chi è la seconda forza. Prima abbiamo avuto l’Aston Martin, poi si è rivista la Mercedes, e, ora, sembra la Ferrari quella più in forma. E Perez sarebbe in lotta con loro, essendo chiaramente molto inferiore a Max. Ma, purtroppo per lo spettacolo, c’è Max e, forse, stiamo vivendo il dominio più importante della storia della Formula 1. A fine anno faremo i conti, ma la strada è quella.

P.S. 3 chi prevedeva che su un circuito diverso da quello canadese la Ferrari sarebbe tornata a soffrire (anche il sottoscritto) pare abbia sbagliato di grosso. O, forse, si riferiva alla Mercedes. 

VERSTAPPEN VINCE PASSEGGIANDO A MONTREAL. LA FERRARI RECUPERA (UN PO’).

Stando alla meteorologia da gran premio, in Canada o piove a catinelle o fa un gran caldo. Più spesso la prima, basti ricordare il 1981, quando Gilles arrivò terzo nel diluvio facendo a meno dell’ala davanti.
Anche quest’anno, come peraltro lo scorso anno, è il turno dell’acqua a catinelle, materializzatasi già durante il sabato, e ripropostasi in gara.

La cosa non fa evidentemente nè caldo nè freddo a Verstappen, che è primo in qualsiasi situazione, e nemmeno ad Alonso, quest’anno sempre a ruota dell’olandese, a dimostrazione non solo che la classe non è acqua, ma che la classe si vede nell’acqua.
Chi invece di acqua ne fa da tutte le parti è la corazzata Ferrari, piloti compresi. A Maranello riescono a rovinare “Il miglior venerdì del 2023” (cit.) con una bella penalità a Sainz, costretto a partire 11°, e con un gran casino combinato con la strategia di Leclerc, le cui responsabilità vanno divise al 50% fra squadra e pilota. Il monegasco si schiera in un’anonima decima posizione.
Ma “il passo gara è buono ” (ri-cit.)

Il giorno della gara sull’isola di Notre-Dame splende un pallido sole. Allo spegnersi dei semafori, come al solito Max si invola, mentre Hamilton soffia la seconda posizione ad Alonso, che rischia di venire infilato pure da Russell.

Al giro 8 Sargeant si ferma e viene attivata la Vittual Safety Car, che dura pochissimo. Dietro Hulkenger, settimo, si è fermato un trenino comprendente quasi tutti gli altri a partire da Norris. Il tedesco è un osso duro e la sua Haas è velocissima sul dritto. Fra quelli bloccati ci sono i due ferraristi, con Leclerc nono e Sainz undicesimo.

Fortunatamente per tutti, Nico rientra ai box al giro 12, e lascia strada libera. Contemporaneamente Russell sbatte, ed esce la Safety Car. Ne approfittano tutti per fare la sosta, tranne le due Ferrari e Perez.

Al giro 17 la gara riparte, e Verstappen scava il solito solco, questa volta piccolo, fra sé e gli avversari. Al giro 23 Alonso rompe gli indugi e passa in tromba Hamilton. Sarà il secondo ed ultimo sorpasso visto oggi nelle prime 6 posizioni.

Al giro 37 Perez rientra ai box e consente cosí ai due ferraristi di fermarsi senza perdere la posizione. Il primo dei due a passare dal box è Sainz, seguito al giro dopo da Leclerc. Entrambi montano la gomma a mescola piú dura.

La Mercedes fa fermare anche Hamilton per montare gomme a mescola media, la migliore oggi. Al giro successivo è il turno di Alonso ,che però monta la gomma a mescola dura. E, infine, si ferma Verstappen, che monta gomma a mescola media.

A 20 giri dalla fine, i primi 6 sono separati da distacchi molto simili, fra i 3 i 5 secondi. Anche i tempi sul giro sono molto simili, con Verstappen che non annichilisce gli avversari ma dà l’impressione di andare a spasso.

Al giro 55 Russell, che era riuscito a rimontare fino all’ottava posizione, si deve ritirare.

Negli ultimi quindici giri non succede più nulla nelle prime posizioni, mentre la lotta per le posizioni dalla settima posizione, occupata da un ottimo Albon con la Williams, in giù. L’inglese riesce a resistere fino al traguardo agli attacchi di Ocon, a sua volta incalzato da Norris, sul quale però pende una penalità di 5 secondi che gli farà perdere la zona punti.

Un gran premio del Canada tutto sommato noioso finisce con Verstappen che coglie la sua 41a vittoria, eguagliando Senna, e la 100a per la Red Bull. Lo segue Alonso, al settimo arrivo nei primi tre su otto gare, ed Hamilton, a completare un podio occupato dai tutti i campioni del mondo che partecipano al mondiale 2023.

In quarta e quinta posizione le due Ferrari di Leclerc e Sainz, cui la squadra, una volta tanto, ha riservato una buona strategia. Sesto un inguardabile Perez, sul cui rendimento la sua squadra ha sempre più dubbi. Settimo Albon, ottavo Ocon, nono il padrone di casa Stroll, capace di bruciare proprio sul traguardo Bottas, che chiude la zona punti.

Si riparte da Montreal verso l’Austria con la sensazione che Aston Martin, Mercedes e Ferrari si siano un po’ avvicinate alla Red Bull (di Verstappen). E’ però necessario sottolineare che quello di Montreal è un circuito senza curve veloci, quelle per le quali è necessario avere il carico aerodinamico indispensabile per potere gestire al meglio le gomme. E non sappiamo nemmeno quanto Max si sia tenuto in tasca oggi, l’impressione è che abbia passeggiato. Meglio non farsi illusioni per le prossime gare. Soprattutto per la Ferrari e per chi ci ha continuato a ripetere per due ore che “la strada è stata ritrovata”. A meno di non volersi esaltare per un quarto e quinti posto.

P.S.
Il teatrino andato in scena sabato dopo le qualifiche davanti all’hospitality Ferrari ha del grottesco. Intervistato dall’inviata di Sky, Leclerc si era lasciato andare a pesanti critiche verso la squadra. Vasseur ha preteso che si presentasse all’intervista di fianco a lui per scusarsi e ritrattare, ammettendo di avergli parlato da solo nel suo ufficio, e, si può immaginare, non per fargli i complimenti per essere uscito in Q2. E’ vero che il monegasco, come già detto. non è esente da responsabilità, ma è anche vero che il suo TP francese, visto il momento, avrebbe anche potuto glissare ed evitare il chiarimento di fronte alle telecamere. Evidentemente, è cambiato il TP ma non è cambiato l’andazzo, e, di conseguenza, non cambieranno neanche i risultati. A meno, lo ripeto per la seconda volta, di non volersi esaltare per un quarto e quinto posto, come, in effetti, oggi è successo.

P.S. 2
Un episodio, passato un po’ sotto silenzio, dà l’idea di come funziono le cose in questo momento in Ferrari. Giovedì abbiamo visto le foto del casco celebrativo portato da Charles, avente lo stesso disegno di quello del grande Gilles ma, ovviamente, con gli sponsor attuali del pilota. Per deformazione professionale, mi sono immediatamente chiesto se questo non violasse qualche tipo di copyright. Ma mi sono anche dato subito la risposta: in Ferrari hanno fior di avvocati che avranno sicuramente analizzato la materia. E invece no. Il venerdì Leclerc indossava il suo solito casco, e il perchè è stato chiarito il sabato: la famiglia Villeneuve non era stata avvisata, e ha subito posto il veto perchè i problemi di copyright da me ipotizzati c’erano eccome. Poi, ovviamente, la situazione è stata sanata, con tanto di invito di moglie e figlia del mito canadese ai box Ferrari e, magari anche con un indennizzo economico, che, se anche fosse, non sarebbe di certo scandaloso. Ma la figuraccia non si cancella.

VERSTAPPEN DOMINA A BARCELLONA. LA MERCEDES SI RIPRENDE, LA FERRARI NO.

Quando si installano gli aggiornamenti, si sa, ci si deve aspettare di tutto. Tranne che per la Ferrari, dove, per bene che vada, non succede assolutamente niente. A Barcellona la rossa cancella gli sviluppi frutto di un lavoro di tre anni e si presenta con le fiancate stile Red Bull, così come aveva già fatto la Mercedes a Montecarlo. Il giudizio dei piloti dopo le libere è molto cauto, ma quando si fa sul serio Leclerc si ritrova penultimo, e Sainz secondo, ben distanziato dal solito Verstappen e aiutato certamente dalle condizioni meteo, in continua evoluzione.

Quando si spengono i semafori, Sainz sembra potere attaccare Max, ma l’olandese tiene duro e mantiene il comando. I primi due in lotta rallentano molto in curva 2 e sorprendono chi li segue, con Norris che tampona Hamilton ed é costretto a fermarsi vanificando l’ottima qualifica. Qualche curva dopo, Stroll attacca Lewis e si prende la terza posizione, che l’inglese si riprenderà al giro 7. Chi pare in difficoltá é Alonso, partito in quarta fila e incapace di rimontare.

Al giro 10, Verstappen ha 5 secondi di vantaggio su Sainz, seguito a 2 secondi da Hamilton. Leclerc é risalito dall’ultima all’undicesima posizione, mentre Perez, partito undicesimo, é giá ottavo.

Al giro 16 Sainz viene fatto fermare per montare gomma a mescola media. Lo spagnolo stava per essere attaccato da Hamilton, il quale, con pista libera, inizia a girare sui livelli di Verstappen, per poi rallentare e iniziare a perdere nuovamente mezzo secondo al giro.

Ad un terzo di gara, Max ha 10 secondi di vantaggio sulla prima delle due Mercedes e 20 sulla seconda di Russell. E sta correndo con una mescola più dura. Si tratta quindi di una superiorità imbarazzante.

Al giro 25 si ferma Hamilton per montare gomma a mescola media, e rientra dietro a Sainz. Al giro successivo é il turno di Russell. Si ferma poi anche Verstappen, che monta la gomma a mescola più dura, così come il compagno al giro successivo. Nel frattempo, Hamilton ha superato Sainz e si é portato in seconda posizione. Lo spagnolo é in grossa difficoltà e perde 3 secondi al giro da Russell. Le sue gomme sono vittima del graining. E, al giro 25, l’inglese si prende facilmente la terza posizione.

Al giro 42 doppio pit-stop per la Ferrari, per montare la gomma più dura. Al giro 46 si ferma invece Russell per montare quella più morbida.

Al giro 51 é il turno di Hamilton e Perez, mentre al giro 53 Verstappen é l’ultimo a fermarsi. Per tutti le gomme montate sono quelle più morbide. Il messicano si riprende subito la quarta posizione ai danni di Sainz.

E Verstappen completa il dominio spagnolo segnando il giro più veloce alla quintultima tornata.

Finisce così con Verstappen davanti alle due Mercedes di Hamilton, e Perez, distanziate di quasi trenta secondi. Poi Perez, Sainz, le due Aston Martin di Stroll e Alonso, oggi stranamente in ombra, Ocon, un ottimo Zhou e Gasly a chiudere la zona punti. Dentro la quale avrebbe dovuto esserci Tsunoda, penalizzato assurdamente per una difesa aggressiva al cinese. Leclerc, autore di una gara anonima nelle retrovie, chiude undicesimo.

Il teatro del prossimo dominio dell’accoppiata Red Bull-Verstappen, e della prossima disfatta Ferrari, sarà Montreal, fra due settimane. La pioggia, che a Barcellona non si è vista, resta l’unica possibilità di divertimento che è concessa quest’anno agli appassionati che non siano di nazionalità olandese.

P.S. lo abbiamo già detto. Il mondiale 2023 potrebbe essere il primo nella storia della F1 in cui un team vince tutte le gare, e, a questo punto, non è improbabile che Verstappen batta anche il record di vittorie ottenute da un solo pilota. Merito sicuramente suo e del team, ma, è bene sottolinearlo, in questo dominio c’è anche molto demerito da parte degli avversari, Mercedes e Ferrar in primis, perchè con le risorse che hanno farsi battere in questo modo è francamente inaccettabile. E la cosa grave è che, almeno per la Ferrari, non solo non c’è un accenno di risalita, ma si ha proprio l’impressione che si inizi pure a scavare.

P.S. 2. Che Vasseur non fosse esattamente un TP all’altezza della Ferrari lo si era già capito quando con le forbici correva dietro a Giovinazzi per tagliargli il codino. Ma che fosse in grado di fare peggio di Arrivabene e Binotto ai microfoni degli intervistatori era francamente non prevedibile. Il primo anno del francese passerà probabilmente alla storia come uno dei peggiori della Scuderia, e, mi si permetta, i paragoni con l’era Todt non reggono, perchè è evidente che i due personaggi in comune abbiano solamente la nazionalità.

P.S. 3. Sono proprio curioso di vedere come la stampa di regime difenderà la prestazione odierna.