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VERSTAPPEN VINCE L’INUTILE GP DI ABU DHABI

Una stagione a senso unico si chiude con un gran premio inutile su un circuito altrettanto inutile, almeno stando a quanto si è visto nelle 13 edizioni precedenti. Se si eccettua il 2021, il cui esito è stato definito artificialmente, ad Abu Dhabi non abbiamo mai visto gare entusiasmanti. Tutto troppo piatto, troppo perfetto, non ci possono essere sorprese.

E l’ultimo GP del 2023 non ha fatto eccezione. Verstappen in pole, Verstappen vince, e sono 19 gare per lui, 2 per Perez e una sola agli altri.

La partenza non riserva sorprese, con Verstappen solo leggermente infastidito da Leclerc, che poi si accoda in buon ordine seguito dalle due McLaren.

Dopo 12 giri, il ferrarista è ancora incollato all’olandese, con la McLaren di Norris a distanza di sicurezza.

Al giro 13 si ferma Alonso per un pit-stop anticipato (vi ricorda qualcosa?). Per lo spagnolo, l’obiettivo di oggi è guadagnare la quarta posizione in campionato. Al giro successivo si ferma anche Piastri, che esce proprio davanti a Nando. 

Al giro 15 si fermano anche Norris e Russell, quarto al momento. Lando è vittima di una sosta un po’ più lunga, e George gli passa davanti.

Verstappen si ferma al giro 17, con Leclerc che lo imita al giro successivo. Il monegasco si ritrova Russell attaccato agli scarichi.

In testa alla gara ora c’è Tsunoda, autore di un’ottima qualifica. Il suo box lo fa fermare al giro 23, molti giri dopo tutti gli altri, e il giapponese rientra in undicesima posizione.

Al giro 32 il distacco di Verstappen su Leclerc è aumentato fino a 7 secondi, a dimostrazione del fatto che con le gomme più dure la Red Bull è nettamente superiore non solo alla Ferrari, ma a tutti gli avversari.

Al giro 34, Norris apre la serie delle seconde soste. A ruota, nei giri successivi lo seguono Russell e Leclerc. Le posizioni non cambiano, anche se i tre si ritrovano molto vicini. 

Verstappen effettua la sua sosta molto tardi, al 43° giro. 

Le ultime tornate vivono solo grazie alla sfida fra Mercedes e Ferrari per il secondo posto nel mondiale costruttori. Decisiva è la lotta per la nona posizione fra Hamilton e Sainz, con l’inglese che passa davanti a 8 giri dalla fine, riportando la sua squadra al secondo posto. Ci pensa Perez a mettere in difficoltà gli anglo-tedeschi, superando Russell e prendendosi il terzo posto. Ma una discutibile penalità di 5 secondi per una collisione con Norris lo riporta quarto. Contento Toto, contenti tutti.

L’ultima gara della stagione finisce come altre 18, con Verstappen vincitore indisturbato, davanti ad un ottimo Leclerc e a Russell. Seguono Perez, Norris, Piastri, Alonso,  Tsunoda, Hamilton e Stroll.

Per il 2023 è tutto, appuntamento a febbraio 2024 sperando che l’off-season porti consiglio.

P.S. La stagione 2023 passerà alla storia come quella meno combattuta, ed è stato un peccato perchè ciò che ha mostrato Verstappen in certe occasioni è stato notevole, a livello delle imprese di altri grandissimi campioni. E non è corretto dire che la RB19 è un’astronave, la realtà, probabilmente, è che lui l’ha sfruttata bene a tal punto da risultare invincibile.

P.S. 2 Ieri Vasseur ha avuto l’ardire di affermare che dopo i primi test al simulatore con la SF-23, Leclerc era letteralmente scioccato. E allora tutti i proclami che arrivavano da Maranello prima dei test in Bahrain chi li metteva in giro? Gli ex fedelissimi di Binotto, che, stando a quanto ha dichiarato Elkann in settimana, non si era fatto amare molto? Ad ogni modo, visto l’inizio, la seconda parte della stagione ferrarista è stata molto migliore di quanto si potesse immaginare. Il secondo posto in campionato sarebbe stato più che meritato. E lo si sarebbe ottenuto facilmente, senza il tombino di Las Vegas e l’assurda penalità comminata a Sainz grazie all’opposizione di Toto.

P.S. 3 Se in Mercedes sapevano che la W13 era una carriola, perchè l’hanno riproposta anzichè dimenticarsela, come ora vogliono fare con la W14 che ne ha ereditato i concetti? Forse il defenestrato Elliot aveva tenuto nascosto a tutti i progetti della macchina per il 2023?

P.S. 4 Toto Wolff è un grande manager ma le sconfitte lo stanno facendo invecchiare male.

P.S. 5 Chi non è invecchiato male è Alonso, ritornato nelle posizioni alte del campionato, dopo 10 anni. La quinta posizione, per un pilota di 42 anni alla guida di una macchina non di prima fascia, è un risultato eccezionale.

P.S. 6 Simpatica l’iniziativa di Leclerc nel finale, dando la scia a Perez per cercare di fargli prendere 5 secondi su Russell mantenendo il terzo posto. La posizione finale in campionato davanti a Sainz dimostra quali devono essere le gerarchie in squadra per la fine della stagione. Con una macchina buona, è lui il vero rivale di Verstappen, senza se e senza ma. In 5 stagioni con la Ferrari, ha avuto un veicolo decente per mezza, e l’ha saputo sfruttare. Una sesta stagione mediocre sarebbe probabilmente l’ultima in rosso. E, forse, segnerebbe irrimediabilmente la fine dei suoi sogni di gloria, visti i tanti giovani rampanti (e a basso costo) che stanno arrivando.

P.S. 7 Pare che i miei P.S. vi piacciano, e ne sono onorato. Può darsi che li rivedrete anche prima del primo GP del 2024, se ci sarà qualcosa di interessante da commentare. E chissà se fra questo qualcosa continueranno ad esserci le sparate in uscita dalla GES. Oppure il sedile di Perez in bilico. Vedremo.

VERSTAPPEN VINCE IL GP DELLA COERENZA A LAS VEGAS

La F1 ha vissuto a Las Vegas la sua sublimazione organizzando l’evento più importante al mondo. Ma si sono dimenticati di fissare i tombini, e questo è costato alla Ferrari una intera macchina ma, soprattutto, stava per costare la pelle a Sainz. Su questo, e tanto altro, torneremo nei proverbiali p.s.

Ferrari in formissima sulla strip, con prima fila monopolizzata, davanti a Verstappen. Che, però, la domenica parte di fianco a Leclerc e non dietro, perchè Sainz deve pagare penalità per la suddetta macchina distrutta. 

E con Max in prima fila, passare davanti alla prima curva è impossibile. O parte meglio o ti porta fuori. Quest’ultimo è stato il caso, oggi, e Leclerc si deve accodare, sbraitando in radio. 

Dietro di loro accade di tutto, con macchine che si tamponano e si girano, e dopo solo 1 giro viene attivata la VSC. Neanche il tempo di ripartire, e al giro 4 Norris va a sbattere ed esce la SC.

Si riparte al giro 7 e a Verstappen vengono dati 5 sacrosanti secondi di penalitá da scontare al pit stop. Max non riesce a staccare il ferrarista e al giro 14 il suo vantaggio é di soli 2 sec. Al giro 15 il monegasco é in zona DRS, lo supera e l’olandese, in preda al graining, si ferma ai box.

Al giro 20, anche Charles inizia ad accusare graining, e viene fatto fermare. La sua sosta non é velocissima.

I diretti rivali, Russell e Verstappen, sono però dietro Sainz che non si é fermato. Lo spagnolo non oppone una gran resistenza e i due lo passano in tromba portandosi a 2 sec. da Leclerc.

In testa alla gara c’è Perez che, dopo avere tamponato Bottas alla prima curva, si é fermato al primo giro per montare un’ala anteriore nuova e gomme dure.

Verstappen attacca Russell ma i due si toccano ed entrambi danneggiano la vettura, con l’ala anteriore dell’olandese ad avere la peggio. Esce la SC e si fermano sia Perez che Verstappen, che peró non cambia l’ala.

La gara riparte al giro 29 con Perez che si avvicina a Leclerc che fatica a scaldare le gomme. Ai due si avvicina Piastri, rimontato dal fondo fino alla terza posizione. 

Al giro 32 Perez si porta in prima posizione. E Verstappen supera Piastri e si porta in terza posizione. Al giro 36 Charles si riporta in prima posizione. E subito dopo anche Verstappen supera Perez e poi anche Leclerc riportandosi in prima posizione.

Al giro 43, Charles va lungo e perde la seconda posizione. Ma il monegasco non demorde e dopo avere trascorso gli ultimi giri in zona DRS senza dare l’idea di riuscire a passare il messicano, all’ultima occasione possibile, con una staccata da paura lo frega nonostante questi avesse ottenuto pure la scia del compagno cui era stato chiesto di rallentare.

Finisce così con Verstappen che vince per la 53a volta, eguagliando Vettel, davanti ad un comunque soddisfatto Leclerc, che ancora una volta non trasforma la pole in vittoria, e a Perez. Seguono Russell, che con la penalità ricevuta per la collisione con Verstappen viene poi retrocesso ottavo, Ocon, un rinato Stroll autore ancora una volta di una gara molto buona, Sainz, Hamilton, Russell, Alonso e Piastri.

Fra una sola settimana, Abu Dhabi chiuderà la stagione. Se vincesse nuovamente la Red Bull, 35 anni dopo avremo nuovamente una stagione in cui una squadra vince tutte le gare tranne una, vinta dalla Ferrari. Se questo è spettacolo…

P.S. 1: Verstappen al giovedì ha detto che correre Las Vegas è ridicolo, al venerdì che raderebbe al suolo tutto, e alla domenica che non vede l’ora di tornare. Solo gli stupidi non cambiano idea.

P.S. 2: un tombino distrugge una macchina, rischia di ammazzare il pilota, ma la FIA lo penalizza. Coerenti col regolamento.

P.S. 3:  a proposito del tombino, Wolff ha sbroccato per difendere FIA e LM dopo che un giornalista gli aveva fatto notare il rischio corso e l’assurdità di spendere centinaia di milioni di dollari per poi avere un problema del genere. Fedele alla linea.

P.S. 4: oggi Charles ha perso la gara grazie ad una SC provocata da Verstappen che ha danneggiato l’auto senza conseguenze. Fortuna e sfortuna sono coerenti.

P.S.5: Lo spettacolo di luci, colori e acqua è stato entusiasmante. Ma sostenibile no. Nel 2030 dovranno piantare tanti ma tanti alberi.

P.S. 6 (Las Vegas merita di esagerare): tutti i sorpassi fatti grazie al DRS al termine di  un rettilineo da quasi 2 km. Se per avere spettacolo bisogna avere questo, tanto vale correre sugli ovali montando l’Handford device. Per chi fosse interessato, vedere qui.

P.S. 7: l’ho già scritto. Stando a quello che abbiamo visto oggi, la SF-23 proprio così orribile non sarà. Non si supera una RB19 per tre volte una RB con una macchina scadente.

 

VERSTAPPEN VINCE AD INTERLAGOS. ALONSO FE-NO-ME-NA-LE.

Nel sabato brasiliano, il buon Rubens ci ha informato che sua nonna vive ancora nei pressi del circuito, e c’è da immaginare che quest’anno non si aspettasse di divertirsi molto. Perché Max ha dimostrato, fin dalle prove, di averne molto, ma molto, di più degli avversari. Già nella inutile gara del sabato, dal quarto in poi, Russell, si sono beccati oltre un secondo al giro. Solamente Norris è sembrato potere tenere il passo, e, da quanto si è capito l’olandese avrebbe potuto rifilare un secondo al giro pure a lui.

Garetta sacrificata per la Ferrari, per “la migliore comprensione delle gomme.”. Peccato che per Leclerc la gara vera non cominci nemmeno, causa perdita dell’idraulica nel giro di ricognizione e conseguente botta contro le barriere.

Allo spegnimento dei semafori le due Aston, sorprendentemente in seconda fila dopo i disastri delle due gare precedenti, partono al rallentatore e si fanno bruciare da Norris ed Hamilton.
Dietro, Albon si tocca con Hulkenberg che a sua volta tocca Magnussen. L’inglese sbatte violentemente contro le barriere e, dopo 3 giri di Safety Car, la gara viene sospesa.

Si riparte dopo mezz’ora, e, come al solito, Verstappen va via come un razzo, seguito da Norris e Alonso. Al giro 8, l’inglese tenta un timido attacco, ma Max lo rimanda subito a più di un secondo, e la lotta per il primo posto finisce qui.

Al giro 19 Hamilton apre la serie dei pit-stop, imitato al giro successivo dal suo compagno di squadra. Viene richiamato anche Perez, al momento in quarta posizione, ma è troppo tardi Lewis, che aveva superato poco prima che si fermasse ai box, gli ripassa davanti. Al sudamericano, pardon, messicano della Red Bull basta però un giro per riprendersi la posizione.

Al giro 27 si ferma anche Alonso, al momento terzo. Il suo compagno di squadra Stroll, con le gomme a mescola media appena montate, si sta facendo beffe delle due Mercedes, e in Aston Martin decidono di montarle subito anche allo spagnolo. Al giro successivo si fermano anche Norris e Verstappen.

Al giro 46 Russell, sprofondato in nona posizione, apre la serie delle seconde soste, imitato al giro successivo da Perez e da Hamilton. La fermata della seconda guida della Red Bull obbliga anche Alonso, sempre terzo, a fermarsi per non perdere la posizione sul podio. Al giro 58 si ferma Verstappen, mentre Norris si ferma 2 giri dopo.

Quando mancano 10 giri alla fine, le prime due posizioni sono al sicuro, mentre infuria la battaglia per il terzo posto, fra Perez e Alonso. Il messicano passa lo spagnolo a due giri dalla fine, ma Nando non demorde e si riprende la posizione all’ultimo giro con un sorpasso da paura. Tutto questo dopo avere avuto la Red Bull in zona DRS per 20 giri. I due tagliano il traguardo separati da soli 53 millesimi.

Finisce così con Verstappen alla 17a vittoria stagionale, con Norris a fargli da scudiero e Alonso a gioire per il podio ritrovato. Seguono Perez, Stroll, con l’altra rediviva Aston Martin, Sainz con una Ferrari inesistente, Gasly, Hamilton con una Mercedes letteralmente sparita durante il week-end, Tsunoda e Ocon.

Prossima fermata: Las Vegas. Aspettiamoci una americanata senza precedenti. E chissà che non decidano di sorprenderci anche nel risultato.

P.S. per fortuna che c’è il GP di Las Vegas a tenere un po’ vivo l’interesse. Altrimenti il finale di questo campionato sarebbe uno dei più inutili della storia.

P.S. 2 Ad Austin e in Messico le Aston Martin non andavano da nessuna parte e stazionavano in fondo al gruppo. Le voci di una vendita del team, e di un abbandono di Alonso, si rincorrevano, e, sorpresa delle sorprese, le due verdone si ritrovano in seconda fila, con Stroll improvvisamente ritornato forte. E finiscono pure sul podio con Nando. Di queste stranezze se ne vedono anche in MotoGP, evidentemente nel motorsport di oggi è facile rimescolare le carte. D’altra parte, come ha spiegato lo stesso Nando, le macchine di oggi sono molto complicate, e basta poco per passare dalle stelle alle stalle. 

P.S. 3 Per Leclerc si sta per concretizzare la terza stagione a secco di vittorie su 6 corse con la Ferrari. Solo Alesi e Berger hanno fatto di meglio (o di peggio). E nella sfortuna assomiglia sempre di più al francese.

P.S. 4. Una macchina perde l’idraulica nel giro di ricognizione. L’altra parte al rallentatore e il pilota dichiara pubblicamente che spera che buttino via la frizione appena tornati a Maranello. Anche in questo sembra di essere tornati a 30 anni fa. Ci vorrebbe di nuovo un francese al comando per farla ritornare grande. Ah, no, c’è già.

P.S. 5. Il francese ha detto che erano molto concentrati sulla gara. Talmente concentrati che si sono dimenticati di iniziarla.

VERSTAPPEN VINCE IN MESSICO ED EGUAGLIA PROST

Sarò breve, visto che tanto passerete subito a leggere i PS.
Breve come l’illusione che la Ferrari ha dato ai suoi tifosi monopolizzando la prima fila. A me sono tornate in mente le prime file gialle del 1979 e 1980, quando in qualifica la Renault aumentava la pressione del turbo e, salvo rarissime occasioni, perdeva le prime due posizioni prima di arrivare alla prima staccata, a causa del famigerato ritardo di risposta del turbo.

E allo spegnimento dei semafori le due rosse partono come le due gialle all’epoca, al rallentatore, con le due Red Bull che accerchiano Leclerc alla staccata della prima curva. Perez, all’esterno, ci arriva per primo, ma la imposta come se all’interno non ci fosse nessuno, e tocca violentemente Leclerc, finendo la sua corsa nella via di fuga. Per lui sarà un meritatissimo ritiro, proprio davanti al suo pubblico.

Con Verstappen davanti, Charles deve fare i conti con un danno all’ala anteriore, cui si è staccata la bandella di sinistra e, per recuperarla, la direzione gara deve neutralizzare la gara con la Virtual Safety Car.

Al giro 10, Max comanda davanti alle due Ferrari e al sorprendente Ricciardo, che viene superato da Hamilton al giro successivo.

Al giro 19 si ferma Verstappen, il che fa pensare che l’olandese abbia una strategia a due soste. In testa alla corsa si ritrova quindi Leclerc, seguito da Sainz che ha Hamilton attaccato agli scarichi da diversi giri. Non riuscendo a passare, l’inglese tenta l’undercut fermandosi al giro 25. Carlos non lo imita, e l’ingegnere lo informa che la sua gara sarà ad una sosta sola.

Al giro 29, Max raggiunge lo spagnolo e lo supera come se fosse fermo. Leclerc è 8 secondi più avanti e comunica al suo ingegnere di essere in grado di proseguire ad un buon ritmo ancora per diversi giri.

Lo stop di Sainz arriva al giro 31, dopo che i suoi tempi si erano alzati in maniera preoccupante. Al giro successivo è il turno di Leclerc, I due ferraristi dovranno fare quasi 40 giri con la gomma più dura.

Al giro 34, Magnussen sbatte violentemente e la direzione gara è costretta a sospendere la gara. Leclerc ne approfitta per cambiare l’ala, e le due Mercedes per montare le gomme a mescola media, mentre Verstappen e le Ferrari tengono quella più dura.

Si riprende dal giro 36 con partenza da fermo e questa volta non succede nulla. Bastano 3 giri ad Hamilton per passare Leclerc. Anche Russell prova ad attaccare Sainz, ma senza successo.

 Al giro 53, Verstappen ha già accumulato 10 secondi di vantaggio su Hamilton, il quale ne ha 5 su Leclerc.

Gli ultimi 20 giri regalano emozioni solo nelle retrovie, soprattutto grazie a Norris che riesce a risalire fino al quinto posto, dopo essere partito ultimo, avere rimontato fino alla 10a posizione ed essere ripiombato in 14a dopo la seconda partenza.

Finisce così con Verstappen che vince la sua 51a gara, come il Professore, la 16a in stagione, davanti ad Hamilton, Leclerc, Sainz, Norris, Russell, il redivivo Ricciardo, Piastri, Albon e Ocon.

Ancora una pausa di una sola settimana, e si tornerà ad Interlagos, per un week-end con gara sprint. Si spera nella pioggia per portare qualcosa di diverso dal solito.

P.S. Pur non concretizzando in gara, se la SF-23 è una monoposto in grado di infilare qualche pole, ed evidentemente tanto scadente non sarà. Così come non sono macchine scarse nè la McLaren nè la Mercedes, visto che sono capaci di sprazzi di competitività notevoli. E che, aggiungo, sono costantemente davanti ad una Red Bull, quella di Perez. Questo fa supporre che la RB19 non sia effettivamente eccezionale, ma semplicemente un’ottima macchina in mano ad un team che la sa gestire e ad un pilota super. E viene il dubbio che anche le altre tre monoposto non siano vincenti non a causa delle loro caratteristiche ma del materiale umano che le gestisce.

P.S. 2. Celebrare la festa dei morti durante un Gran Premio di Formula 1 lo trovo di pessimo gusto. 

P.S. 3. Fischiare un pilota reo di avere buttato fuori l’idolo di casa, e menare la gente solo perchè porta le magliette rosse (ci sono i video che girano sui social) è ancora più di pessimo gusto.

P.S. 4. Il padre di Perez che pontifica nei box è ugualmente di pessimo gusto, almeno quanto Horner che dichiara che le voci di un ritiro del messicano a fine stagione sono infondate, e che il loro rapporto è ottimo. A meno che, visto che vuol far fuori Marko, il quale notoriamente odia il “sudamericano”, non abbia preso una posizione opposta giusto per non essere d’accordo con lui.

P.S. 5. La chiusura di Perez alla prima curva, come se non ci fosse nessuno all’interno, dimostra che ha ragione Marko. Per lui è ora di cambiare mestiere così come per Helmut di andare in pensione.

NORRIS ILLUDE, HAMILTON SPRECA, VERSTAPPEN VINCE IN TEXAS

Austin, Texas. Quando, una decina di anni fa, qualcuno decise che era il momento di riportare la Formula 1 negli USA, dopo i disastri del decennio precedente, non si immaginava certamente che l’operazione avrebbe avuto un enorme riscontro di pubblico, specialmente dopo i primi anni di rodaggio, caratterizzati anche da difficoltà economiche.

E, invece, per una volta un nuovo circuito, costruito in una delle nazioni che, certamente, di autodromi nuovi non aveva bisogno, soprattutto per metterli a disposizione di una categoria “europea”, ha portato qualcosa di interessante, nonostante la presenza di Tilke. Perchè, indubbiamente, quello di Austin è un circuito che non ha nulla da invidiare alle piste classiche.

Il venerdì in pole, a sorpresa, ci va la tanto amata Ferrari dell’altrettanto amato Leclerc. Ma la garetta inutile del sabato la vince comunque Max. Che, però, la domenica deve partire in terza fila.

Allo spegnimento dei semafori, è subito lotta fra Leclerc e Norris, con l’inglese che ha la meglio. Dietro di loro, Sainz guadagna la posizione su Hamilton e si accoda al compagno di squadra. L’inglese si riprende la terza posizione al giro 4, quando lo spagnolo della Ferrari crolla di colpo, dovendo arrendersi anche a Verstappen.

Al giro 6 anche Hamilton supera Leclerc, e si butta alla caccia di Norris, che ha già un vantaggio di 3 secondi.

Al giro 11, Verstappen attacca Leclerc alla fine del lungo rettilineo, e lo accompagna gentilmente fuori pista. Per l’arbitro tutto ok, ovviamente. A questo punto, l’olandese si trova a 4 secondi da Hamilton, che segna il giro più veloce ma si trova ancora  a quasi 3 secondi da Norris.

Al giro 17 Max anticipa la propria sosta e costringe Norris a fare lo stesso al giro successivo ma, a differenza dell’olandese, monta la mescola più dura.  Anche Sainz si ferma, mentre Hamilton e Leclerc proseguono.

Con gomme nuove,  Verstappen vola e guadagna manciate di secondi su Lewis, al quale la squadra ha chiesto di allungare lo stint, probabilmente per tentare di fare un’unica sosta. Ma l’inglese non ce la fa più, ed entra quando è troppo tardi, perdendo così la posizione sull’olandese, che adesso è virtualmente secondo. In tutto, la sosta ritardata gli è costata quasi 10 secondi.

Al giro 23 si ferma Leclerc, quando ormai Norris l’ha raggiunto. Ovviamente questa sosta ritardata gli ha fatto perdere una vita rispetto ai primi, relegandolo in sesta posizione.

Al giro 25 l’inglese della McLaren commette un errore e Verstappen lo raggiunge. E due giri dopo, con una mossa a sorpresa, lo passa in fondo al lungo rettilineo e, come ampiamente previsto, si porta in testa alla gara.

Al giro 35, quando il distacco da Verstappen è salito a 3 secondi, e Hamilton gli si sta avvicinando,  Norris effettua la sua seconda ed ultima sosta. Verstappen si difende e si ferma. Ancora una volta Hamilton viene fatto fermare in ritardo, al giro 39, e questo gli costa altri secondi dai primi.

Al giro 44, dopo che tutti e tre hanno superato Leclerc, unico dei primi a tentare la carta dell’unica sosta, Verstappen ha 2 secondi di vantaggio su Norris che, a sua volta, ha 3 secondi su Hamilton. Che però evaporano velocemente, e al giro 49, dopo un breve ma intenso duello, Lewis si porta in seconda posizione.

Ma è troppo tardi, Verstappen è ad oltre 5 secondi, quelli che ha perso nella sciagurata prima sosta ritardata.

Finisce così con Verstappen che vince per la cinquantesima volta, davanti a Lewis, Lando, Sainz, Perez, Leclerc,, l’inesistente Russell, Gasly, il redivivo Stroll e Tsunoda, quest’ultimo autore anche del giro più veloce.

Fra una sola settimana il circus sarà a Città del Messico, in casa di Sergio Perez che, vista la situazione, potrebbe anche annunciare il ritiro. E questo sarà probabilmente l’unico motivo di interesse del prossimo week-end di gara.

P.S. Al sabato la Ferrari sacrifica la garetta di Sainz per provare la gomma rossa, palesemente inadatta. Alla domenica, sacrifica la gara di Leclerc per provare una improbabile strategia ad una sosta sola, che nemmeno la Pirelli consigliava. Questo dimostra che i due piloti hanno pari trattamento. 

P.S. 2 Vi consiglio di ascoltare il podcast “Beyond the grid” con Andrea Stella, pubblicato la scorsa settimana. Si capisce come mai la McLaren è cresciuta così tanto, e perchè, invece, la Ferrari non ce la può fare. 

P.S.3  Ho trovato molto bella l’idea della NASA si allestire in circuito una mostra sul progetto Artemis, con tanto di equipaggio a disposizione dei fan. Se questo è il tipo di intrattenimento a cui pensa Liberty Media per rendere più interessanti le giornate agli appassionati di corse, ben venga. Anche perchè, con le auto dal chilometraggio centellinato, qualcos’altro va trovato.

P.S. 4 Sempre a proposito di intrattenimento, ripeto per l’ennesima volta che gare come quella di oggi (come la corsetta di ieri) devono fare riflettere tanto. Le macchine sono abbastanza vicine, ma col fatto che è tutto ottimizzato, si vede sì qualche sorpasso, ma alla fin fine manca il sorpasso decisivo, quello che negli ultimi giri decide la vittoria. E l’incertezza non può derivare solo dalle gomme o dall’uso del DRS.