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2018 F1 Monaco GP: An Introduction

Giunge ineluttabile anche quest’anno il momento del GP del glitz and glamour, con quel misto tra l’odore di gomma bruciata e di bollicine vintage riconducibile ad un solo appuntamento del calendario: Monaco. Data la particolare natura della gara, la consueta presentazione viene sostituita dai consigli turistici del BRing per passare il miglior weekend possibile nel principato.

COME ARRIVARE

La maggior parte dei lettori di questo ameno luogo è certamente dotata di natante personale. Ci appelliamo però alla coscienza ecologica dei suddetti, e suggeriamo di presentarsi con un mezzo a quattro ruote. Quest’anno si consiglia di dotarsi di una Ferrari, auto agile favorita dal layout delle stradine monegasche. Non è consigliato allungarsi a prendere le chiavi del vostro bolide Made in Stuttgart-Brackley, a causa delle eccessive dimensioni. Importante abbinare pneumatici dal giusto cromatismo, e nel 2018 il colore dominante pare sarà il rosa confetto. È consigliabile decorare il suddetto pneumatico con nomi degni di un film Marvel, o in alternativa di una catena di supermercati.

LO CHAFFEUR

Si sa, l’auto non andrebbe mai guidata da soli, ma affidata alle capaci mani di uno chaffeur professionista. Le strade monegasche hanno colto impreparati moltissimi autisti, e dunque il processo di selezione è fondamentale. Meglio evitare chaffeur transalpini, che già hanno problemi con i guardrail lontani, figuriamoci in un cittadino. Detto ciò, è generalmente consigliabile affidarsi a professionisti di lungo corso, basta che non sia troppo tardi la sera. In quel caso, vi consigliamo di camminare, che è preferibile.

DOVE PARCHEGGIARE

Veniamo ora alla vera problematica del principato, ovvero dove lasciare la macchina quando si va a giocare al casinò. Ci scrivono molti lettori con suggerimenti di vario tipo, e noi li riportiamo. Un utente dall’Olanda ci spiega che i parcheggi alla Santa Devota sono generalmente comodi e larghi, l’importante è posteggiare velocemente, senza aver paura di rigare leggermente la vettura. Un locale ci fa sapere che il sabato pomeriggio si può tranquillamente parcheggiare dalle parti del Mirabeau, e che i vigili sono molto permissivi da questo punto di vista. Meglio evitare, invece, la stessa manovra vicino alla Rascasse. Infine, sappiamo tutti che la domenica è il momento più caotico del weekend, ed è perciò necessario inventarsi qualcosa di diverso. Per esempio, il parcheggio su due ruote, possibilmente con l’aiuto di qualche amico da usare come leva.

COSA FARE

L’attrazione principale di Montecarlo è sicuramente il casinò. Consigliamo di partecipare ad un gioco relativamente nuovo ma già popolarissimo. Si tratta di estrarre da un sacchetto un numero, corrispondente alla vettura che dovrà effettuare un pit stop durante un giro a vostra scelta. C’è anche la possibilità di giocare il fil rouge e decidere quante gomme saranno presenti quando il pilota estratto si presenterà sulla piazzola di sosta. Non vorrete mica dirmi che negli ultimi 3 anni le strategie sono state fatte dai muretti vero?

SU CHI  PUNTARE

A questo punto dovreste averlo capito.

2018 F1 Spanish GP: An Introduction.

L’autore, data la sua mancanza di tempo e fantasia, non ha avuto modo né di visionare il precedente GP, né di informarsi sul prossimo e dunque preparare una preview accurata. Ci affidiamo dunque ad alcuni stralci trafugati da presunti diari di addetti ai lavori, dei quali siamo entranti in possesso grazie alle molteplici conoscenze del BRing. Purtroppo gli stralci sono anonimi, a voi dedurre gli autori…

#1

Caro diario,

Anche oggi ho cambiato pettinatura, scelto un nuovo paio di occhiali e pianificato un altro tatuaggio. La verità è che faccio finta che non mi interessi, ma quest’anno la vedo dura, e non credo di poter sopportare veder vincere quello là. Per fortuna che il mio buon compagno di squadra riconosce la mia superiorità e decide di darmi strada, e cosi innocentemente per giunta! Chissa come ha fatto a farlo sembrare un incidente. Comunque Barcelona non mi è mai piaciuta, e la macchina quest’anno e scorbutica quasi quanto Nicole ai bei tempi. Vabbè, al massimo se non vinco do la colpa alle gomme e dico che do fastidio perche sono nero. Di solito funziona.

#2

Caro diario,

Andiamo a Barcelona e per il primo anno non mi devo sorbire Maurizio che mi spiega come gli aggiornamenti ci porteranno davanti alla MB, perche mi sa che quest’anno lo siamo gia. Però io sono dietro a quello là, grazie anche al muretto che dorme. Loro si lamentano che i pulsanti non funzionano perche sono impiastricciati di gel. Honestly? E il pensionato sono due gare che mi arriva davanti, sarà che da quando hanno rimesso lo champagne sul podio la cosa lo interessa di piu. Vabbè, al massimo se non vinco neanche a Barcelona ringrazio il team via radio, faccio la mia intervista da uomo squadra e la stampa italiana darà sicuramente la colpa a qualcun’altro. Di solito funziona.

#3

Caro diario,

Ma non potevo drogarmi come tutti i miei coetanei? Almeno mio padre avrebbe scassato di meno. A proposito di scassare, mi sa che Chris il conto a fine stagione me lo presenta, altro che stipendio. Meno male che ci sta quel furbone del danese, che riesce a combinarne peggio di me. Comunque io sono fiducioso, a Barcelona c’ha vinto pure quello là, quello che guidava quando ero alle elementari, Cardonado, Rintronado, come si chiamava? Boh. Sarò mica peggio di quello?

#4

Caro diario,

Finalmente si corre in casa! Cioè, in casa un par di ciufoli che questi sono catalani, quando parlano mi ricordano di più quel tizio che c’era al muretto quando stavo nel team rosso. Ah, e pensare che tra un po’ rimpiango quei momenti. E invece mi tocca guidare ‘sto catorcio, e Éric mi finisce sempre la paella al buffet del giovedì. Davano sempre la colpa ai giapponesi, e quest’anno continuano a superarci pure i canarini in rettilineo, andavo quasi più forte su due ruote, tutto drag in meno. Che poi ‘ste Toyota invece non vanno male, e se fosse che avevano ragione i giapponesi? Comunque mi sento carico, sono pronto alla miglior gara della mia vita.

#5

Caro diario,

Forse dovevo prestare più attenzione quando abbiamo scelto i piloti. Mi avevano promesso un giovane arrembante ed un veterano d’esperienza, ma non sapevo che con arrembante volessero dire deficiente, e per esperienza intendessero “esperienza di andare a muri sotto SC”. Ma io gliel’ho detto, se vanno avanti così le pistole gliele metto…e poi gli ho indicato il nome del team sul muro del motorhome. Mi hanno risposto che forse lì ci sta meglio un poster. Sigh.

2018 F1 Azerbaijan GP: An Introduction.

Giusto un paio di settimane per rifiatare dal bailamme cinese, ed è già ora del GP d’Azerbaijan, fu GP d’Europa, che nel 2017 ci ha riservato la gara meno sensata di un’annata comunque caotica.

L’AZERBAIJAN

Ci spostiamo dunque in Azerbaijan, per concludere il cosiddetto “trittico della democrazia”, dopo Cina e Bahrein. Nazione perlopiù sconosciuta all’occidente europeo, ma dotata sicuramente di una ricca storia: era per esempio snodo centrale della Via della seta, da cui il nome della capitale, Baku (da seta); abitata da una popolazione considerata verbalmente critica, da cui il detto per indicare una valutazione senza pietà (sparare azero); e questo è più ho meno quello che avete bisogno di sapere. Anzi no, c’è ancora l’uccello tipico: il barbaijan. Ecco, adesso ho terminato.

I GP PRECEDENTI

Il GP di Baku è stato inaugurato come tappa mondiale nel 2016, scelta abbastanza incomprensibile in quanto il suddetto mondiale non è stato disputato, come noto. Nel 2017 invece è stato sostituito da un episodio comico di Aldo Giovanni e Giacomo: tra le gag più divertenti ricordiamo la merluzzara (evoluzione meno sveglia ma altrettanto caotica della tonnara) al primo giro, la Subaru baracca che fa a sportellate con quello davanti, quello davanti che si esibisce in contorsioni degne del Cirque du Soleil causate da viti dotate di capacità intendere e di volere, gente che beve dalle scarpe, merluzzi che si vendicano sulla linea del traguardo ai danni di poveri (si fa per dire) ragazzini d’oltreoceano, e altre cose che sicuramente ho rimosso.

IL CIRCUITO

Sei km di nulla avviluppati attorno al centro di Baku. Sono quasi più interessanti i grattacieli e la torre della Vergine, utile ad indirizzare  improperi di vario tipo in caso di guasti/malfunzionamenti/tamponamenti/etc.

LA GARA

Le previsioni di inizio anno, che vedevano secondo gli esperti ai lavori (cit. necessaria) la W09 ampiamente avanti a tutti, sono state prontamente disattese, disilluse e stracciate. Nei primi 3 GP della stagione è sembrata molto più in palla la SF71, ed il 3-0 è stato evitato, nel GP di Cina, solamente dalla congiunzione astrale tra SC e un comodo pisolo al muretto. Nel pallone completo è invece il figliol prodigo Max Verstappen, il quale ha ricevuto di recente offerte dall’UFC per mettere in mostra i suoi talenti (anche perché la sua faccia meglio di no, siamo onesti). Dall’altro lato del box abbiamo il buon Australiano Bevente che, a mo’ di Fantozzi sotto la doccia, alterna momenti di estasi post-vittoria, a momenti di depressione assoluta davanti alle sue attuali prospettive di carriera. Come se stirare le camicie di Vettel, o meglio ancora lucidargli la motosega, fossero delle occupazioni ignobili. Dell’orribilmente orecchinato non parlo, perché forse per lui è meglio far finta che questa pista non esista.
Infine mi preme parlare delle gomme: i team sono al lavoro giorno e notte per capire quale mescola possa resistere meglio agli urti laterali sotto SC, ed inoltre quale installare come parabordo nel caso un’auto col numero 33 appaia negli specchietti. Da montare sui mozzi, invece, immagino la Pirelli abbia portato le solite UltraFlinstones, adatte sia per un torrido Cambriano, che per una bella glaciazione nel Carbonifero-Permiano.

IL PRONOSTICO

Quella del finlandese ve l’ho già detta vero?

 

2018 F1 Chinese GP: An Introduction.

Esaurito il primo weekend tra le sabbie del deserto, il caravanserraglio ormai preponderantemente a stelle e strisce si prepara per il terzo appuntamento della stagione. Per la gioia degli addetti alla logistica dei vari team, c’è da portare tutto il necessaire, in quattro giorni, fino a Shanghai. Cercando di non muovere nient’altro mentre si carica il camion, perché nel caso bisogna lasciare passare il turno e tocca ad un altro team.

Ci spostiamo dunque nella terra dell’esercito di terracotta, una visione di sicuro impatto e che incute grande timore, fino a che non ci si accorge, da vicino, che si tratta solo di innocue statuette, di certo non dotate di espressività e volontà proprie. Per capirci, è un po’ come quando vedi arrivare una W09 alle spalle, ma poi ti accorgi che è guidata da Bottas.

COSA CI SIAMO SORBITI

Ferrari e Vettel primi nei rispettivi campionati grazie alla doppietta di inizio anno, propiziata da acume nelle strategie e contemporaneamente dalle zavorre propinate dal muretto MB al proprio pilota di punta. Ma gli avvenimenti più inaspettati sono appannaggio delle posizioni di rincalzo, partendo sicuramente da una McLaren Renault che non vedeva la terza posizione del mondiale costruttori dall’ultima facezia raccontata da Ron Dennis. La buona prestazione di entrambi i piloti farebbe pensare che il telaio made in Woking sia effettivamente più adatto alla F1, rispetto all’uso come aliante nelle ultime stagioni. Ma a proposito di eventi che sfidano la statistica, il quarto posto di Gasly è inspiegabile quasi quanto un 3-0 della Roma al Barcelona, soprattutto vista la prestazione del compagno di team (per la gioia di Vergne).

L’INTERMEZZO DELLA BARZELLETTA

Ci sono un canadese, un russo ed un’inglese.
È la Williams.

COSA CI DOVREMO SORBIRE

La pista di Shanghai ricorda vagamente un curvilinee di quelli che si usavano al liceo, raccordando curve di raggi molto diversi. Completano il circuito due runways per facilitare il carico/scarico dei cargo, che potrebbe favorire auto con buona penetrazione (che comunque è una caratteristica sempre da preferire). Pista che si trova in mezzo alle risaie in una zona tristemente nota per l’inquinamento stagnante, che per tanto così si poteva correre tra Novara e Pavia. Non so che pneumatici abbia portato la Pirelli perché tanto ormai durano tutti abbastanza per fare un paio di estati sulla 159 di un agente di commercio.

Facile prevedere il duo MB/SF davanti a tutti, con una pletora di motorizzati Renault a seguire, puntando sulla quantità e sperando che almeno un paio di motori non decidano di aggiornare il software al quarto giro. A proposito di motorizzati Renault, pare che dopo le lezioni di danza e quelle di kick-boxing, Verstappen non abbia altri impegni per questa domenica, per quanto lo zainetto con cui si aggirava per il box in Bahrain lasci presagire che non ha ancora terminato i compiti. Da seguire con attenzione anche il sopraccitato Gasly, che sull’Honda dell’entusiasmo potrebbe portare a casa un altro ottimo risultato. Un’altra prestazione difficile da confermare è quella di Ericcson, che si conferma elemento complesso da inquadrare. Per ora però il finnico pare non soffrire la convivenza con Leclerc, che in Bahrain ha offerto una guida da tassista, forse confuso dal nome del suo team, la (Sa)Uber.

IL PRONOSTICO

Neanche questa volta vince un finlandese.
E vedremo meno pit stop dell’anno scorso.

2018 F1 Bahrain GP: An Introduction.

Esauriti i guest writer per il primo valzer della stagione, si torna alla consueta introduzione al GP scritta da un plantigrado avulso ed ignaro di qualsiasi contesto motoristico. Per l’occasione ci spostiamo  nella piacevole monarchia costituzionale del Bahrain, nonché ex-protettorato britannico, che è pure il collegamento maggiore al motorsport che questa nazione abbia mai avuto prima della costruzione del circuito.

I TEAM

Il primo GP della stagione ci ha regalato una classifica consona all’emisfero australe, con le previsioni della vigilia regolarmente ribaltate. Partendo quindi dalla squadra in testa ad entrambi i campionati, l’armonia e la gioia regnano sovrani, almeno finché si riesce a tenere Vettel lontano da uno specchio, onde non fargli notare lo scempio compiuto dal suo parrucchiere. Che poi è anche un po’ colpa sua, le consegne erano “fammi un’acconciatura da campione del mondo”…

Riguardo a MB, è d’uopo un appunto tecnico: fin dai test di Barcelona ha tenuto banco la questione sul rake; purtroppo Bottas ha travisato la questione, andando a rastrellare primule nei prati australiani. A questo proposito, siamo entrati in possesso di un’immagine esclusiva che rappresenta la monoposto con la quale correrà il finnico. Si possono notare la reintroduzione di un vanity panel, una ala posteriore molto scarica ma soprattutto un angolo di rake molto vistoso, per sparare la ghiaia delle vie di fuga direttamente in pista.

Passiamo ora alla RB, team che sta facendo di tutto per portare la F1 allo stesso livello del calcio, e ha deciso di cominciare dalle lamentele incessanti. Possiamo però ricondurre, Freudianamente, tutte queste questioni ad un unico pensiero: strozzare l’amico Cyril. Facciamo anche presente che è in forse la presenza di Verstappen, perché anche questa domenica ha lezione di tarantella, ma stavolta non vuole ricordarsene a metà GP.

Ci sono poi, apparentemente, anche altri team quali:  la Haas, che ha già chiesto informazioni sul funzionamento del disco orario all’interno del rettilineo principale. La McLaren, d’altro canto, è vittima quotidiana di una strana telefonata, che si ripete ogni giorno identica: “Ciao sono Chris, vero che il Renault fa schifo?”. Abbiamo poi la Toro Rosso, prima nella speciale classifica per la soddisfazione degli ex-piloti. E via via anche degli altri, dei quali parleremo un’altra volta perché mi pagano solo fino a 500 parole.

IL GRAN PREMIO

Il circuito del Bahrain è caratterizzato dalla presenza di rettilinei e curve, in ordine e numero sparso, e generalmente favorisce vetture dotate di propulsore. Si vocifera anche della presenza di una pit lane, ma purtroppo a me i dati li fornisce Mercedes e quindi non posso confermare. Circuito all’apparenza non troppo penalizzante per quanto riguarda i sorpassi, a meno che vi ricordiate il GP del 2014.

Dal punto di vista metereologico non dovrebbero esserci sorprese, dato che le previsioni volgono al caldo e soleggiato, nonostante il nome del sultanato lasci presagire diversamente. Riguardo alle strategie, la partnership Pirelli-Crayola porta tre mescole giusto per una questione cromatica, dato che le medie non sono buone neanche come salvagente da usarsi nella piscina del Grand Hyatt locale. A proposito delle gomme, si parla incessantemente di aumentarne il diametro, cosicché la Pirelli possa introdurre le supermegahyperultrasoft e scriverne il nome completo sulla spalla. Ad ogni modo, si prevedono due pit stop per tutti, tranne ovviamente la Toro Rosso (pensate veramente che l’Honda resista con questo caldo) e per la Haas, ammesso e non concesso che siano riusciti a reperire un’intera squadra di meccanici in due settimane scarse.

IL PRONOSTICO

Non vincerà un pilota finlandese. E neanche una Haas, ma forse questo lo sapevate già.