AAA Cercasi antagonista per l’imperatore spagnolo di Sassonia

Al Sachsenring Marc Marquez suona la nona vittoria su nove partecipazioni con altrettante pole position. Il senso della giornata è tutto qui, a conferma delle sensazioni emerse in ogni sessione di prova e delle aspettative della vigilia.

Una gara autorevole, senza sbavature, che ha avuto qualche incertezza sul vincitore solo nei primi giri per lo scatto iniziale di Lorenzo che si è portato in testa e ha battagliato con il futuro compagno per gran parte della gara. Ma alla fine la migliore gestione delle gomme e il passo nettamente migliore hanno consentito a Marquez di smettere di giocare e guadagnare quel paio di secondi che gli hanno consentito di controllare ancora fino alla fine. Alle sue spalle l’unico reale antagonista fino alla bandiera a scacchi è stato Valentino Rossi, costantemente in scia ai primi due e sul gradino d’onore sul podio.

Al terzo posto ha finito il compagno di Valentino, Vinales, che partito indietro, è risalito dapprima fino a stare stabilmente in vista del gruppo dei primi e poi, nel finale di gara, fino a recuperare  il terzo gradino del podio. Questi cambi di ritmo alla stregua di un motore diesel che ha bisogno di riscaldamento restano una costante inspiegabile della stagione del pilota Yamaha.

E le Ducati?  Bisogna dire che la moto, rispetto alle previsioni della vigilia, si è rivelata competitiva a dimostrazione del gran lavoro che Dall’Igna & C. stanno facendo per lo sviluppo della moto. Tutti i piloti, Lorenzo, Petrucci, Dovizioso, Bautista sono stati nel gruppo di testa, alle spalle di Marquez e Rossi, per tutta la gara. Petrucci , partito dalla seconda posizione, è stato autore di una bellissima gara (finalmente!) e si è giocato il podio solo per una toccata con Lorenzo. Il quale evidentemente è ripartito dal Sachsenring non avendo ancora perdonato al Petrux la scia con cui questi sabato gli ha soffiato il secondo posto in griglia.

L’atteggiamento di Lorenzo, il suo minimo senso di appartenenza alla squadra, enfatizza l’amaro in bocca che lascerà l’addio di fine anno e la sensazione di non aver colto da ambe le parti una grandissima opportunità. Lo stesso amaro che si ritrova sicuramente a dover biascicare il Dovi, ultimo dei Ducatisti, alle spalle anche di Bautista e mai in grado di mostrarsi realmente competitivo. La Ducati gli ha dato un ottimo contratto, gli ha messo a disposizione una signora moto e la sta sviluppando costantemente; è necessaria da parte di Andrea un’autocritica e il superamento del “non abbiamo raccolto quanto era nel nostro potenziale”.  La pausa di due settimane che il mondiale si concede per le ferie estive gli sarà utile. Almeno me lo auguro.

Infine per rimarcare ancora di più il valore della prestazione di Marc Marquez, nel caso ve ne fosse bisogno, occorre segnalare che, complice anche la  solita caduta di Cal Crutchlow, per trovare una Honda diversa dalla 93 in classifica occorre risalire fino alla decima posizione di Predrosa.

Pedrosa che  ha annunciato il ritiro a fine anno. Onore a un piccolo grande pilota. Anche se ieri, per come ha corso, si è pensato che avesse anticipato l’evento a subito.

Moto2. Dopo la pole di Pasini le speranze di una lotta italiana sono svanite immediatamente nel primo giro con la caduta dello stesso Pasini che ha costretto Bagnaia ad una lunga gara di rincorsa terminata al dodicesimo posto. Risultato che ha consentito a Bagnaia di restare leader del mondiale per soli 7 punti. Vittoria (la prima!) di Binder con la Ktm e podio per Mir e Marini.

Moto3. Il solito Martin rispetta il pronostico della vigilia e porta a casa una bella vittoria davanti a Bezzecchi e McPhee. Risultato importante per Bezzecchi che resta a sette punti dalla vetta della classifica mondiale.

Valther