FORMULA ONE SEASON REVIEW: 1984

Qui si narrano le gesta di un Santo il quale, dopo aver visto scivolargli via un Campionato Mondiale per un punto nel 1976, si riprenderà il  maltolto per solo mezzo punto e guidando per il Team che gli sottrasse suddetto Mondiale. L’epicità della cosa a parere di chi scrive sta tutta nel fatto che di solito la vita fa l’esatto contrario, ossia presenta il conto anzichè saldare i debiti. Ma i Santi sono Santi, quindi poche storie. La stagione 1984 vede finalmente l’arrivo in Ferrari del promesso sposo Rosso Michele Alboreto, che a Maranello affianca Pinotto dopo che Gianni si è accordato con Renault previo allontanamento dalla Scuderia. Debuttano in F1 due pilotini da niente (LOL): Ayrton Senna e Stefan Bellof. Quasi dimenticavo: Prost si accorda con la TAG-Porsche Mclaren dopo che il suo contratto non viene rinnovato da Renault a fine stagione nel 1983. E niente, fa già ridere così coi mangiarane che gli preferiscono Warwick ed il già citato Gianni. Una curiosità statistica: il Campione in carica Nelson Piquet mette a segno ben 9 (NOVE) pole positions su 16 gare stagionali (una percentuale record) che però gli frutteranno solo 2 vittorie. La Mp4/2 in gara è virtualmente imbattibile, portandone a casa 12 su 16. Porsche vince il Mondiale di F1 da motorista alla prima stagione completa. Il lavoro di sgrossamento operato da Sua Santità nella seconda metà della stagione 1983 ha finito per ripagare eufemisticamente con gli interessi. Assieme ovviamente al know how maturato da Porsche sulle motorizzazioni turbo in altre categorie del Motorsport. Il Santo disse senza mezzi termini che vincere il Mondiale contro un compagno di squadra nettamente più veloce di lui è stato il punto più alto della sua carriera. Come al solito aveva ragione

25/03/1984: BRAZILIAN GP@RIO DE JANEIRO

 

(IMMAGINE DA LAT IMAGES)

Pole di Elio che al via però si fa bruciare da Michele il quale conduce in testa finchè un problema ai freni non lo mette fuori gara. Elio chiuderà terzo dietro al vincitore Prost ed al WDC 1982 Keke Rosberg. Ritiro per Sua Santità il cui Mondiale comincia in salita contro un compagno di squadra che non si augurerebbe (o quasi) neppure al proprio peggior nemico

07/04/1984: THE SOUTH AFRICAN GP@KYALAMI

(IMMAGINE DA YOUTUBE)

Pole di Piquet, vittoria di Sua Santità che bissa quella del 1977. Prost parte ultimo dai box e si classifica secondo, non avesse vinto dopo aver rimontato da doppiato nel 1983 la cosa sarebbe passata alla storia. Primo punto in carriera per ASdS e male le Ferrari, mai in gara per tutto il weekend.

29/04/1984: THE BELGIAN GP@ZOLDER

(IMMAGINE DA CIRCUS F1)

La F1 torna per la prima volta a Zolder dopo il 1982 (e per l’ultima volta nella Storia) ed il GP se lo aggiudica la Rosso 27 con alla guida colui che avrebbe potuto/dovuto prendere il posto di Gilles dopo la tragedia. Il weekend a dire il vero comincia male per le Ferrari, che nelle qualifiche del venerdì, brancolano nel buio. Salvo poi trovare la quadra col set-up per il sabato, far tutta la prima fila in prova e chiudere al primo e terzo posto in gara. Secondo Warwick, curioso doppio ritiro per le due Mecca. Capiterà ancora solo a Dallas.

06/05/1984 THE SAN MARINO GP@IMOLA

(IMMAGINE DA F1RACE.IT)

Il Santo ed il Vecchio si incontrano di persona ai box sette anni dopo l’ultima volta che accadde tale evento. La pole va a Piquet ma la gara va a Prost con Arnoux secondo ed Elio terzo. ASdS non si qualifica: non solo sarà l’unica volta che questo avverrà in carriera ma la cosa lo motiverà a dar sempre il massimo ogniqualvolta si ripresenterà sul Santerno negli anni successivi, nei quali infatti totalizzerà un numero impressionante di pole positions.

20/05/1984: THE FRENCH GP@DIJON PRENOIS

(IMMAGINE DA MOTORSPORT IMAGES)

Canto del cigno anche per Digione in F1. La gara la conduce in lungo ed in largo Gianni dopo essere partito dalla pole salvo cedere nel finale al Santo. Buon terzo Mansell che torna così sul podio due anni dopo esserci andato per la prima volta. Michele si ritira e Pinotto arriva quarto. Prost fuori dai punti, si va a Monaco.

03/06/1984 THE MONACO GP@MONTECARLO

(IMMAGINE DA ITALIAN WHEELS)

“Ah se non ci fosse stata la bandiera rossa”. Andiamoci a fondo: senza bandiera Rossa ASdS andava in testa per poi ritirarsi poco dopo per cedimento della sospensione (piallò l’anteriore destra sul cordolo, ai tempi più simile ad un marciapiede, della chicane dopo il Tunnel), Rory Byrne confidò la cosa qualche tempo dopo. Prost riprende il comando salvo essere passato in tromba da Bellof che trionfa per poi vedersi levare la vittoria a tavolino assieme a tutti gli altri punti del Mondiale per via della Tyrrell costantemente sottopeso. Morale della favola: la bandiera rossa ha privato Prost del Mondiale 1984, tutto il resto son chiacchiere da bar

17/06/1984: THE CANADIAN GP@MONTREAL

(IMMAGINE DA LAT IMAGES)

Pole e vittoria del WDC 1983 Nelson Piquet che si ripeterà allo stesso modo la settimana dopo a Detroit. Secondo Sua Santità e terzo Prost. Ferrari che chiudono la zona punti e mai in gara per le posizioni che contano

24/06/1984: THE USA EAST GP@DETROIT 

(IMMAGINE DA LAT IMAGES)

Come anticipato sopra Piquet ripete l’accoppiata pole/vittoria. L’Italia completa il resto del podio con Elio secondo e Fabi terzo. Quarto posto per Prost, mesto ritiro per entrambe le Ferrari. Se qualcuno si lamentava della kermesse in Michigan due settimane dopo si rimangerà amaramente le parole per quello che si vedrà in Texas

08/07/1984 THE SOUTHWEST USA GP@DALLAS 

(IMMAGINE DA FORMULAPASSION)

Col termine “one hit wonder” nel gergo musicale si intendono quei gruppi che piazzano una hit in classifica salvo poi scomparire a vita dalla scena musicale. Di fatto è quello che accadde al circuito di Dallas col suo GP nel 1984. Fu un weekend delirante, col circuito che tra il sabato e la domenica si sbriciola e viene raffazzonato “ad estro” con buona pace del perfezionismo USA. La gara vera e propria diventa quasi subito una corsa ad eliminazione che dissemina vetture ritirate in giro per il tracciato, alcune delle quali anche in traiettoria. Il poleman Mansell (prima in carriera) conduce per poi scivolare indietro e chiudere al sesto posto svenendo mentre spinge la sua Lotus rimasta senza benzina. Le due Mecca si ritirano, prima vittoria della Honda in questo suo rientro in F1 grazie a Rosberg. Pinotto resta fermo sulla piazzola per il giro di ricognizione, parte ultimo ed arriva secondo segnando quello che sarà il suo ultimo podio con Ferrari ed in carriera. Terzo l’ottimo Elio

22/07/1984: THE BRITISH GP@BRANDS HATCH

(IMMAGINE DA RACEFANS.NET)

Pole del “solito” Piquet e vittoria di Sua Santità che approfitta del ritiro di Prost per guadagnargli 9 punti in graduatoria. Secondo si piazza Warwick mentre ASdS arpiona il suo primo podio in carriera sulla pista dove ebbe modo di far vedere quanto valesse ai tempi del Campionato inglese di F3 che vinse su Brundle

05/08/1984 THE GERMAN GP@HOCKENHEIM

(IMMAGINE DA TWITTER)

Hat trick di Prost col Santo secondo e Warwick terzo, ritiro per Michele e sesto posto finale per Pinotto. ASdS si rende protagonista di uno spettacolare incidente alla prima chicane dovuto al cedimento dell’ala posteriore. La supremazia della Mecca-Porsche è talmente palese che è chiaro da mesi che il Costruttori è chiuso ed il Piloti sarà una faccenda privata tra i suoi due alfieri. Ferrari in crisi nera manca di potenza (Forghieri dirà anni dopo che chiese per un anno intero una benzina specifica all’Agip venendo soddisfatto solo verso fine stagione) e mostra palesi limiti di telaio/aerodinamica. E’ allo studio una versione a passo lungo che però non debutterà prima di Monza

19/08/1984: THE AUSTRIAN GP@ZELTWEG

(IMMAGINE DA SKY SPORT)

“Nemo Propheta in Patria sua”. Tranne i Santi. L’Immane finalmente sbanca Zeltweg e mette a segno un altro 9 a 0 su Prost ritiratosi. Secondo si piazza il poleman Piquet, buon terzo Michele. Ancora una volta al netto di qualche problema di affidabilità le due Mecca fanno quel che vogliono in gara. Riescono di fatto (specie con Sua Santità) a disinteressarsi delle qualifiche per lavorare esclusivamente in ottica gara e fare a fette il resto della concorrenza. Micidiali

26/08/1984: THE DUTCH GP@ZANDVOORT 

(IMMAGINE DA STATS F1)

Pole e vittoria per Prost che precede l’Immane sul traguardo, chiude il podio Mansell confermando i progressi della Lotus al primo anno con la motorizzazione Renault turbo. Pinotto segna il suo ultimo giro più veloce in gara in carriera ma chiude solo undicesimo, Michele si ritira. Non il miglior viatico con Monza alle porte ma tant’è, ogni Ferrarista degno di tal nome ha sicuramente visto di peggio

09/09/1984: THE ITALIAN GP@MONZA 

(IMMAGINE DA LAT IMAGES)

Consueta pole di Piquet altrettanto consuetamente vanificata in gara, l’Immane piazza il 9 a 0 definitivo su Prost, ritiratosi, e torna alla vittoria a Monza sei anni dopo la tragica edizione del 1978. Sul podio pure Michele con la C4 a passo lungo e Patrese con l’Alfa. A due gare dalla fine il Santo precede Prost di nove punti….e mezzo in classifica generale

07/10/1984: THE EUROPEAN GP@NURBURGRING

(IMMAGINE DA RACEFANS.NET)

La F1 torna sul Nurburgring 8 anni dopo la drammatica edizione del 1976 ovviamente non utilizzando la Nordschleife bensì il nuovo tracciato a sud-ovest della stessa inaugurato qualche mese prima da una gara corsa dai Piloti di F1 su delle Mercedes 190 preparate e vinta da ASdS. Sua Santità ai microfoni dice di non provare nulla di speciale a correre nuovamente da quelle parti ma in realtà è davvero fuori fase per tutto il weekend, chiudendo solo quarto in gara infilandoci pure un testacoda che avrebbe avuto esito ben peggiore per il Mondiale se non fosse riuscito a tenere acceso il Tag-Porsche. Vittoria del poleman Prost che precede Michele ed il poleman Piquet i quali finiscono entrambi la benzina sul rettilineo d’arrivo dando vita ad un taglio del traguardo al rallentatore. Si va ad Estoril con Prost separato dall’Immane da soli tre punti….e mezzo

21/10/1984: THE PORTUGUESE GP@ESTORIL

(IMMAGINE DA PINTEREST)

La pole è del “solito” Piquet e la gara, dopo la sfuriata iniziale di Rosberg, va saldamente nelle mani di Prost. Pare una gara stregata per Sua Santità il quale, dopo essere partito più vicino alla fine della griglia di partenza che non  al suo inizio, in gara sputa fin troppo sangue nel tentativo di passare la Toleman-Hart di Johansson finendo per riuscirci non senza un sia pur piccolo contatto con la stessa. Quando parecchi giri dopo passa ASdS per la terza posizione Nigel Mansell sulla sua Lotus Renault è troppo più avanti per essere raggiunto e superato. Il tempo di pensare che Prost ce la sta per fare e Mansell ha un problema al cambio che gli costa prima un testacoda poi il ritiro. Il Santo a quel punto traghetta la sua Mp4/2 in seconda posizione fino all’arrivo diventando iridato per la terza ed ultima volta in carriera grazie a mezzo punto di vantaggio su Prost. Chiude il podio (e che podio) ASdS, accordatosi con la Lotus Renault per il 1985 ove prenderà il posto del Mansueto a sua volta accordatosi con la Williams-Honda. Ferrari chiude una stagione assolutamente mediocre al netto del lampo di Zolder. A conti fatti la successiva sarà pure peggio per la delusione che lascerà in tutti i Ferraristi in primis Michele Alboreto. Ma questa è un’altra storia

(IMMAGINE IN  EVIDENZA DA PHC EVENTS)

DALLA CALIFORNIA CON FURORE – Ricky Brabec riporta la Honda HRC nell’Olimpo. Vince la Dakar 2020

Sembra un film.

Anzi è sempre un film la Dakar. La “gara” ti tiene col fiato sospeso dal primo all’ultimo chilometro.

Ogni centimetro di sabbia, terriccio o pietre potrebbe essere l’ultima cosa che vedi. I Cavalieri anche quest’anno hanno dato tutto, in sella alle loro moto.

La “gara” ha presentato un conto salato quest’anno richiamando a se l’angelo di nome Paul Goncalves, un “veterano” che adesso starà cavalcando le dune del paradiso.

KTM era imbattuta da tantissimi anni…

Dopo 18 successi di fila il ragazzo di San Bernardino riporta la Honda HRC al successo nella gara più ambita. Ricky Brabec vince l’edizione 2020 della Dakar, corsa nel palcoscenico del deserto Saudita.

Il californiano diventa anche il primo Statunitense della storia a trionfare alla Dakar, riuscendo nell’impresa sfiorata nel 2015 proprio dal compianto Paulo Goncalves.

Chi scrive queste poche righe era nel pancione della mamma quando, il 13 gennaio 1989 il compianto Gilles Lalay conquistò l’ultima vittoria della Honda…

Gilles Lalay alla Dakar del 1989, ultimo trionfo Honda.

La classifica finale vede il Pilota Statunitense vincere in 40 ore 2’36” il Rally più ambito del mondo davanti alla Husqvarna di Quintanilla, autore di una Dakar maestosa ed alla KTM di Toby Price giunto sul podio.

Classifica finale.

 

La “Dakar” è uno di quegli eventi, quasi mitologici, nei quali Cavalieri senza paura si sfidano cercando di rincorrere la loro chimera. Come il Tourist Trophy, la Pikes Peak, il Macao Grand Prix anche la Dakar è un sogno che ogni Cavaliere vive fino in fondo, fino all’ultimo istante.

Lasciamoli sognare. Lasciamogli conquistare la chimera.

Ciao Paulo

 

 

Francky Longo

 

 

Immagini tratte dal sito ufficiale dakar.com

“LA BACHECA DEI RICORDI” – IL DISASTRO DI PORSCHE

1991 – Le idee folli in F1

Correva l’anno 1987 e Porsche diede a Mezger la possibilità di creare una nuova unità aspirata a 12 cilindri 3500 cc, convinti di riuscire a portate in pista una soluzione innovativa, sviluppando un progetto che prevedeva la fusione di 2 motori V6.

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Il propulsore denominato 3512, venne adottato nel 1991 dalla Footwork – Arrows che lo montò sulla sua FA12.

L’unità era caratterizzato da una strana presa di forza a metà del blocco cilindri, che doveva risultare un punto di forza per elevate potenze, ma il tutto restò fermo alla teoria.

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(Alboreto su FA12)

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(Johansson su FA12)

I problemi arrivarono fin da subito, visto che il motore era molto ingombrante e costrinse Footwork a usare la vettura del ’90 a inizio stagione ’91, perchè sulla FA12 era impossibile montarlo.

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Quando si riuscì a installare il motore, il team, nonostante l’appoggio di Porsche e due piloti del calibro di Michele Alboreto e Stefan Johansson, non riuscirono mai a trovare una via di sviluppo, a causa di un progetto fin troppo vetusto.

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Il peso era il principale problema, basti pensare che il Ferrari era più leggero di circa 50 kg (189 contro 139). Inoltre il rivoluzionario metodo pensato da Metzger, per fornire energia al centro del motore, portò anche a numerosi e continui problemi di pressione dell’olio.

Vista la scarsa affidabilità e peso, il V12 teutonico venne pensionato per passare a un più leggero e affidabile Cosworth DFR V8. Il cambio venne fatto nel gp di Francia.

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Storia e passione #blogdelring

Saluti

Davide_QV

FORMULA ONE SEASON REVIEW: 1983

Fu così che arrivò il 1983. Avete presente la sensazione di aver perso l’inerzia per riuscire a mettere le mani su qualcosa che desideravate? Beh, un ragazzino di 11 anni si sentiva così all’inizio di quell’anno ripensando al WDC sfuggito nel 1982 grazie ad una tragedia ed un dramma. Di male in peggio si passò da un gioiello come la 126C2 in mano a Gilles e Didier ad un rutto come la 126C2B a fondo piatto e senza minigonne (la Federazione abolì effetto suolo e skirts a fine 1982) data in mano a Gianni e Pinotto. I quali, ad onor del vero, mettendo assieme le loro caratteristiche migliori facevano quasi un Pilota degno di tal nome (uno aveva un pò di sensibilità nel collaudare, l’altro era un buon racer) ma comunque distante anni luce dal duo che iniziò il Mondiale 1982. Per la serie:”misteri buffi made in Maranello” vi presento la Brabham BT51:

(IMMAGINE DA MOTORSPORT IMAGES)

Che ci azzecca la BT51 con la Ferrari? Semplice: la BT51 era l’unica vettura ad effetto suolo già pronta per correre il Mondiale 1983 assieme alla vera 126C2B, con minigonne e cambio longitudinale, che venne fatta fuori dalla tagliola della Federazione col già citato ban tardivo delle wing cars ed imposizione del fondo piatto per il 1983. Morale della favola: Brabham e Ferrari vengono penalizzate da suddetto ban e devono ripartire da un foglio bianco per presentarsi a Rio con una vettura conforme ai nuovi regolamenti. Il problema è che Gordon Murray partorisce al volo questo gioiello qua partendo da zero che vincerà al debutto in  Brasile:

(IMMAGINE DA XSPIRIT.IT)

Mentre Ferrari, con la reattività di un bradipo gravido, fa debuttare la 126C3 solo a SStone peraltro con un solo esemplare disponibile affidato a Tambay, ai tempi davanti ad Arnoux in classifica del WDC. Favorisco foto della cassapanca portata da Ferrari in Brasile:

Per dirla alla Pizzul o quasi:”fu tutto molto bello”. Il ban dell’effetto suolo non inficiò il trend di prevalenza assoluta che le motorizzazioni turbo stavano prendendo su quelle aspirate. Mclaren a metà stagione si disinteressò completamente del Mondiale in corso per concentrarsi unicamente sullo sviluppo del V6 Tag Porsche per la stagione successiva. Si dimostrerà una scelta oltremodo lungimirante. Honda fa capolino grazie ad un Team di F2 che cortesemente fornisce un telaio sul quale viene installato il loro V6 biturbo e fatto sgrossare lontano dalle luci della ribalta che conta ossia dalle parti del fondo dello schieramento. Entro fine stagione il V6 Honda debutterà sulla Williams col neoarrivato Laffite. Anche questo finirà per essere un sodalizio vincente entro pochi anni. Che altro dire? Ah, giusto. Verso metà stagione due ragazzotti di belle speranze fanno un test di gruppo (presente pure il coriaceo Martin Brundle) a SStone sulla Mclaren aspirata di quell’anno. Si chiamano Senna e Bellof. In modi diametralmente opposti entreranno entrambi nella leggenda del Motorsport

THE 1983 BRAZIL GP: JACAREPAGUA

(IMMAGINE DA WASTEGATE.COM)

Pole di Keke, vittoria di Nelson. I due Rossi si qualificano terzo e sesto ma la cassapanca è degna del loro talento al che chiudono solo quinto e decimo. Il WDC in carica va a fuoco al refuelling e scappa dall’auto salvo esser rispedito dentro a calci da Patrick Head Chiuderà secondo ma verrà squalificato per via del teatrino ai box. Sua Santità e Laffite completano il podio una volta ratificata la squalifica di Keke.

THE 1983 USA WEST GP: LONG BEACH

(IMMAGINE DA PINTEREST)

Col senno di poi (di parecchio dopo eh) penso che avessero attaccato degli elettrodi ai genitali di Keke prima del via. Il duo Rosso più o meno inspiegabilmente fa un lock up in  prima fila con le due cassepanche, Rosberg è subito dietro. Quel che farà in gara è roba che nemmeno Verstappen ai giorni d’oggi riuscirà a fare con le due Rosse nella stessa gara. Al via parte fortissimo ma urta Arnoux piegandogli la sospensione anteriore e rendendogli la cassapanca (ancora più) inguidabile. Prima della fine del primo giro mentre insegue il poleman Tambay si produce in un 360 in pieno rettilineo dal quale si riprende come se avesse bevuto un bicchiere d’acqua. Poi il capolavoro: non potendo avvicinare Tambay per via della potenza del turbo Ferrari approfitta di un’epica dormita del francese in staccata all’hairpin, il quale sta talmente largo che pare un giro di prove libere e non  la gara con uno attaccato dietro, per tuonargliela contro e costringerlo al ritiro. Lui continua ma la manda definitivamente in barriera due curve dopo. Finirà con una doppietta Mecca Wattie/Sua Santità dopo che erano partiti 22mo e 23mo (letto bene). Al terzo posto chiude Arnoux grazie soprattutto ai tantissimi ritiri. Si torna in Europa.

THE 1983 FRENCH GP: LE CASTELLET

(IMMAGINE DA GPINSIDER.COM)

Le due Rosse si qualificano undicesima e quarta e chiudono quarta e settima in un GP che dimostra la loro pochezza tecnica di fronte alla concorrenza più agguerrita. Vince il poleman Prost davanti a Piquet ed a Cheever. Già, Cheever. Un anno intero, questo, su una macchina da titolo e, se ben rammento, nemmeno un giro percorso in testa. Quando si dice il talento eh. Rosberg e Laffite chiudono quinto e sesto in quella che è a tutti gli effetti una resa degli aspirati nei confronti delle motorizzazioni turbo. Si torna ora ad Imola dopo i noti fatti del 1982

THE 1983 SAN MARINO GP: IMOLA

(IMMAGINE DA PINTEREST)

Questa è una gara che fa il paio con Monza 1988. Tambay parte terzo dalla piazzola che fu quella di Gilles nell’ultimo GP corso in vita sua. I tifosi nella notte avevano dipinto una bandiera canadese sulla stessa. Patrese, appena passato Tambay nelle fasi conclusive della gara, pensa bene di tuonarla in uscita dalle Acque Minerali senza nemmeno provare a fare la curva. La sua uscita di strada verrà accolta da un tripudio della folla con la quale farà pace solo 7 anni dopo. Vince così la Rossa numero 27 con un anno di ritardo davanti a Prost ed al poleman Arnoux.

THE 1983 MONACO GP: MONTECARLO

(IMMAGINE DA LAT IMAGES)

Di questo GP rammento una vittoria schiacciante di Keke partito con le slick su pista bagnata, Tambay che la porta a casa al quarto posto, Arnoux che sbaglia ogni cosa che fosse umanamente possibile sbagliare e si ritira. Piquet chiude guardingamente in seconda posizione col poleman Prost in terza. L’exploit di Imola non cancella la sensazione netta di star assistendo ad un Mondiale Ferrari corso con una vettura senza infamia e senza lode con due Piloti che di sicuro non hanno conigli dal cilindro da poter pescare.

THE 1983 BELGIAN GP: SPA FRANCOCHAMPS

(IMMAGINE DA FORMULAPASSION)

La seconda sliding door della carriera del povero Mandingo dopo Long Beach dell’anno prima. Si issa al comando al via non una ma due volte (il primo fu fatto ripetere), domina la gara fino al pit ove per via di problemi torna in pista sesto, segna il gpv e poi si ritira. Curiosamente sarà la sua penultima gara condotta in testa in carriera fino ad 8 anni dopo sulla stessa pista con la Jordan. Non avrà sorte migliore purtroppo. Vince il poleman Prost davanti a Tambay e Cheever, Piquet deve rallentare per problemi al suo propulsore BMW. Problemi che verso fine campionato verranno risolti con una benzina legale quanto delle analisi del sangue di un ciclista di testa del gruppo al Tour de France

THE 1983 USA EAST GP: DETROIT

(IMMAGINE DA MOTORIONLINE.IT)

“Il complesso del semaforo”. Il GP di Detroit 1983 passò alla storia per due aneddoti riguardanti il dinamico (sic) duo Ferrari. Il primo coinvolgeva Tambay il quale rimase fermo in griglia sulla terza piazzola. Il Vecchio lo bollò dicendo che aveva per l’appunto “il complesso del semaforo”, cosa che lo aiutò a cannare altre partenze tipo quella dalla pole in Sudafrica. Il secondo riguarda Arnoux che parte dalla pole, domina la gara passando indenne dal pit col refuelling, salvo poi doversi ritirare per un problema ad un iniettore. Nove punti in meno pesantissimi nell’economia del WDC per il quale fini per trovarsi a lottare dopo che sempre il Vecchio gli diede una tenera sveglia minacciando di licenziarlo a stagione in corso. La gara finì nelle capaci mani di Alboreto che siglò l’ultima vittoria della gloriosa storia della Tyrrell. Secondo si classificò Rosberg e terzo Watson.  Nessuno dei tre era in lotta per il WDC cosa questa che fece pensare al GP di Detroit come ad una gara di mera transizione

THE 1983 CANADIAN GP: MONTREAL

(IMMAGINE DA F1-FACTS.COM)

Cara vita, fai pure con comodo che tanto non c’è fretta. O quasi. Il 1983 regalò una vittoria ad Imola alla Ferrari numero 27 ed una vittoria a Montreal a quella numero 28. Piccolo particolare, erano due cose che sarebbero servite come l’aria un anno prima. Non nel 1983. Arnoux domina la gara dalla pole con Cheever secondo e Tambay terzo. Si torna in Europa con con Tambay a soli due punti da Prost nel WDC, Piquet in crisi ed Arnoux in ripresa dopo le “carezze” prese dal Drake prima della trasferta Nordamericana

THE 1983 BRITISH GP: SILVERSTONE

(IMMAGINE DA PINTEREST)

Debutta la 126C3. Curiosamente venne cassata la sua aerodinamica “a freccia” simil BT52 (vedasi foto qua sotto) in favore di quella a guisa di cassapanca tipica della 126C2B.

(IMMAGINE DA AUTOSPRINT)

Il risultato è che di fatto diventa arduo distinguere le due Ferrari in gara con l’unico esemplare di C3 disponibile dato a Tambay in quanto davanti ad Arnoux nel WDC. In qualifica il duo Rosso monopolizza la prima fila con la C2B davanti alla debuttante C3. In gara invece vanno entrambe in crisi di gomme chiudendo terzo e quinto. Vince Prost davanti a Piquet, Alain allunga imperiosamente nel WDC

THE 1983 GERMAN GP: HOCKENHEIM

(IMMAGINE DA LA F1 IN DIRETTA)

Tempo di dargli la sua C3 e Renatino la porta alla vittoria. Alla sua maniera, ossia senza sapere manco lui come c’è riuscito (come diceva tutto il paddock da quando cominciò a vincere delle gare nel 1980). Tambay vanificò la pole con un ritiro in gara che segnò il passaggio di consegne tra lui ed Arnoux nella corsa (ammetto che ridacchio all’idea) al WDC. Piquet entra ai box per ritirarsi facendo cenno ai meccanici di cambiargli le gomme, gliele cambiano e lui esce dall’abitacolo. Saranno stati i fumi della benzina illegale in arrivo che gli regalerà il Mondiale. Ottimo secondo posto di De Cesaris con Patrese terzo. Solo quarto il leader del Mondiale Prost. Ora tutti in Austria

THE 1983 AUSTRIAN GP: ZELTWEG

(IMMAGINE DA LAT IMAGES)

Penso a questa gara e tutto quello che ricordo è una gara dominata da Tambay, partito in pole, fino al doppiaggio di J.P.Jarier. Il quale, complice un’indecisione via l’altra da parte di PT che manco un rincoglionito cronico, riesce nell’impresa di fargli perdere non una, non due, non tre ma QUATTRO (letto benissimo) posizioni prima di venir sorpassato a pugno levato dal francese. Il quale, ad onor del vero, piglia e risorpassa tutti riportandosi in testa. E venendo tradito dal turbo Ferrari, che lo costringe al ritiro e con ogni probabilità all’addio alla corsa al WDC. Vince Prost davanti ad Arnoux e Piquet, il trio in lotta per il Mondiale

THE 1983 DUTCH GP: ZANDVOORT

(IMMAGINE DA YOUMEDIA.COM)

Il trappolone di Piquet a Prost che a conti fatti decise il Mondiale 1983. La pole va a Patrese ma davanti è lotta tra Piquet e Prost. Nelson si accorge che il suo motore sta esalando gli ultimi respiri ed allora, vedendo Prost particolarmente vicino in staccata alla Tarzan, decide di lasciargli la porta sì sufficientemente aperta ma anche sufficientemente in ritardo perchè Alain potesse completare regolarmente il sorpasso. Infatti Prost perde la sua Renault in staccata, entra in collisione con la BT52 del Carioca ma se quest’ultimo aveva comunque i metri contati in gara per i già citati problemi al motore per lui il ritiro significano 9 punti certi in meno che, come già detto, finiranno per fargli perdere il Mondiale. Ed il “bello” è che Prost dovrà pure scusarsi con Piquet nel weekend del GP successivo a Monza. La gara segna la più bella vittoria della carriera di Arnoux, partito decimo, ed anche la sua ultima vittoria in F1 però. Cosa che ai tempi sarebbe sembrata impossibile, eppure…. Tambay completa la doppietta Ferrari con Watson terzo. Sua Santità porta al debutto in gara il Tag Porsche sulla sua Mecca. Faranno strada

THE 1983 ITALIAN GP: MONZA

(IMMAGINE DA F1GRANDPRIX.COM)

Monza, terra d’emozioni. O quasi. Anche quest’anno la vittoria resta una chimera per la Ferrari che si piazza al secondo posto con Arnoux alle spalle di Piquet col 4L BMW turbo reso imbattibile dalla già citata benzina irregolare. Cusiosamente al poleman Patrese suddetto BMW saltò invece per aria, sicuramente un depistaggio per non dar troppo nell’occhio con quanto stavano facendo sulla BT52 numero 5. Cheever chiude terzo con Tambay quarto. Il ritiro di Prost significa che prima della penultima prova Mondiale a Brands Hatch la classifica dice Prost 51, Arnoux 49, Piquet 46. La Ferrari che ha fatto 7 pole e vinto 3 delle 13 gare finora disputate non conquisterà nemmeno un punto (UNO) nelle ultime due gare rimanenti. Un naufragio che, ovviamente, costerà il WDC ma non il WCC per via dei due Teams rivali nettamente sbilanciati su un Pilota solo. A fine anno il Vecchio ride di nuovo insomma, i Tifosi meno

THE 1983 EUROPEAN GP: BRANDS HATCH

(IMMAGINE DA PINTEREST)

Non molti sanno che nel marzo 1983 si corse la ROC di F1 a Brands Hatch. Ferrari corse con una sola vettura, una 126C2B (la nota cassapanca) affidata alle “capaci” mani di Arnoux. In gara Arnoux si ritirò quando, fermatosi per la quinta volta a cambiar le Goodyear che continuavano a distruggersi, il Team rimase senza gomme fresche da montargli. Con questo promettentissimo antefatto la Ferrari si presenta a Brands Hatch per il GP di Formula uno col suo Pilota di punta a soli due punti dalla testa del Mondiale. Ovviamente va tutto a puttane come da programma, le Goodyear piantano in asso Arnoux mentre sta sputando l’anima in quinta posizione cercando di restare attaccato a Cheever (sic) in quarta mentre davanti Piquet e Prost son scappati lontano. Testacoda e nono posto finale. Purtroppo il povero Elio non concretizza la pole dopo essere passato attraverso un contatto con Patrese prima mentre erano in lotta per la leadership ed un ritiro poi. Mansell con l’altra Lotus-Renault chiuderà terzo dietro ai già citati Piquet/Prost. La Classifica Mondiale dice Prost 57, Piquet 55 ed Arnoux 49 prima dell’ultimo GP in Sudafrica. Renè avrebbe bisogno di vincere con Prost fuori dai punti e Piquet non meglio di quarto. Non ci andrà nemmeno vicino

THE 1983 SOUTH AFRICAN GP: KYALAMI

(IMMAGINE DA TWITTER.COM)

C’è una Ferrari in pole! Peccato sia quella sbagliata del neo-licenziato Tambay il cui posto verrà preso da Michele Alboreto nel 1984. Magari però ci scappa una vittoria di commiato, dai. Come no: il complesso del semaforo (cit) colpisce ancora e dopo la prima curva PT è già terzo. Finirà ritirato, proprio come Arnoux che parte quarto e non è mai in gara finchè non si ritira mentre è in nona posizione. Con sommo gaudio di Piquet e della sua benzina illegale Prost si ritira per un problema al turbo Renault, a questo punto gli basta un quarto posto per portare a casa il WDC al che si piazza terzo in  tutta tranquillità. Vince Patrese davanti a De Cesaris ma i più attenti non avranno dimenticato che la gara sarebbe stata vinta facilmente da Sua Santità, che stava andando a prendere Patrese in testa, se l’affidabilità non l’avesse tradito. Fu l’alba di un 1984 di dominio per la Mp4/2 motorizzata Tag-Porsche, ma questa è un’altra storia

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…A 300 METRI DALLA STORIA

Ogni pilota ha avuto un giorno fortunato e uno sfortunato, ma in qualche caso è persino riduttivo parlare di fortuna, quando in ballo c’è la tua salute e questa, sicuramente vale il prezzo di una sventura, anche se distrugge un sogno…

Correva l’anno 1998, di una stagione del mondiale WRC con il maggior numero di case agguerrite alla ricerca del titolo mondiale. A bordo dei loro mezzi, ogni casa aveva dei gran pezzi da 90 come piloti, di quelli che ancor oggi riecheggiano nelle orecchie dei più appassionati.

  • LE AUTO E I PILOTI

Mitsubuishi

La Ralliart schierava il bicampione del mondo Tommi Makinen, sulla sua Lancer Evo 4, (diventerà la Evo 5 durante la stagione) con accanto il coriaceo Richard Burs.

Subaru

Il team 555, schierava la Impreza WRC 22b e aveva nelle sue fila l’amatissimo campione del mondo 1995, ossia Colin McRae, con al fianco il nostro Piero Liatti, due bei piloti veloci e vincenti.

Ford

La casa Americana supporta ufficialmente il nuovo team M-Sport di Malcom Wilson, che seguirà gli sviluppi delle Escort WRC, schierando come pilota di punta il 4 volte campione del mondo e leggenda, Juha Kankkunen, con al suo fianco Bruno Thiry. Il belga in qualche gara sarà sostituito da “un certo” Ari Vatanen.

Toyota

La casa Giapponese schiera le Corolla WRC e cerca la riscossa da quella squalifica di due anni e nella stagione 1998 il team punta tutto, schierando nelle sue fila due campioni del mondo quali Carlos Sainz e Didier Auriol.

Seat

Durante la stagione, farà la sua comparsa nel mondiale anche il marchio Spagnolo Seat con la Cordoba WRC, avendo come uomo di punta il finlandese Harri Rovanpera.

  • LA STAGIONE

I favoriti di questa stagione rimanevano Mitsubishi e Subaru, che nella stagione ’97 si erano giocate il titolo fino all’ultima corsa, con Makinen che ha sopravanzato McRae di un solo punto. Toyota, però non è li per guardare, la stagione precedente l’aveva usata per ricreare la struttura del mondiale, dopo i due anni di squalifica (la famosa questione delle flange mobili sul turbo) e per lo sviluppo della sua macchina, quindi questa è la stagione del riscatto. Ford, sempre sul pezzo, ma è la vettura più anziana del lotto partenti.

La stagione comincia in maniera molto equilibrata, tanto che ci saranno 5 vincitori diversi in 6 corse, con il campione del mondo in carica, artefice di vari errori e colpito da qualche sventura tecnica, che lo porteranno ad accumulare 4 ritiri in 6 corse, ottenendo però una vittoria e un terzo posto

Sainz, al ritorno in Toyota, nelle prime sei gare ottiene una vittoria e due secondi posti, ma meglio di lui fa McRae, con due vittorie e un terzo posto. Buono e costante il ruolino di Kankkunen. Le altre due vittorie vanno, una a Burns e una a Auriol.

A metà stagione la situazione è la seguente;

  • Colin McRae -24 punti
  • Sainz – 22 punti
  • Richard Burns – 18 punti.

la classifica fino a quel momento è abbastanza aperta a più possibili vincitori finali, ma da li in poi, inizia una sfida a tre, con il pilota della Mitsubishi (Makinen),  che ottiene 4 vittorie e un terzo posto nelle successive 6 gare.

Sainz si difende come può, giocando sulla costanza di risultato, non ottenendo alcun ritiro, portando a casa una vittoria, tre secondi posti e due quarti posti. McRae raccoglie le briciole e ottiene una vittoria, un terzo, due quarti e un quinto posto. Dietro di loro, a spartirsi il podio con frequenza, dei costanti Kankkunen e Auriol.

La classifica ora vede;

  • Makkinen – 58 punti
  • Sainz – 56 punti
  • McRae – 45 punti
  • L’ULTIMA GARA 

Si arriva all’ultima corsa con in lotta per il titolo solamente Makkinen e Sainz, distaccati da solamente 2 punti. Tutto è ancora aperto e tutto è da scrivere, con pochi tatticismi, perchè il risultato dell’altro conta poco, visto che difficilmente assisteremo a due campioni che si contenderanno le posizioni fra il quarto al sesto posto.

Il duello inizia con un Makinen che parte a tutta, sembra imprendibile a tutti, Sainz è già molto distaccato e si sta giocando il secondo posto con Kankkunen. Pare che il mondiale stia già assegnando il vincitore…

…ma come nella più classica delle corse, arriva l’incredibile…

TOMI MAKKINEN – OUT OF THE RACE

l’incredibile è successo, sottoforma di macchia d’olio lasciata in una curva da una delle delle vetture storiche, passate poco prima delle WRC. Makinen perde il controllo della vettura e finisce per sbattere e staccare la sospensione posteriore della sua Lancer.

Prova a tornare al parco assistenza, ma la polizia gli intimerà l’alt, visto che nei trasferimento la vettura non poteva circolare in quelle condizioni. è ritiro.

Per Sainz è una manna dal cielo, tanto da non crederci quando glielo raccontano e ora gli basta anche solo arrivare quarto, per avere il titolo in tasca. Lo Spagnolo si mette tranquillo, tiene un ritmo molto sicuro, che gli permetta d’arrivare alla fine del rally, lasciando che a giocarsi podio e gara siano Burns, Mcrae e Kankkunen.

Ultima speciale, scoppia il motore della Subaru di McRae, ormai praticamente è solo pura formalità per Carlos Sainz, il titolo non può sfuggirgli.

Km dopo km la speciale sta finendo, i tifosi son li festanti, Makinen viene intervistato in albergo, in attesa di consegnare l’alloro iridato al rivale Spagnolo.

Manca un Km, quella distanza che a un pilota fa percepire qualsiasi rumore come un dramma, ma siamo su una Toyota, dai non può succedere nulla…

Un rumorino diventa un rumorone…un rumorone diventa fumo…il fumo diventa la vettura che rallenta….una vettura che rallenta, diventa una vettura che…

  • ….300 METRI DAL TRAGUARDO

…si ferma…un rumorino diventa un incubo!!!

La Corolla WRC si ferma a lato della speciale, è incredibile e pazzesco!!! Sainz e Moya escono dall’auto, aprono il cofano, cercano di capire. Prendono l’estintore, provano a raffreddare il motore lanciando mille improperi vari.

Le telecamere si avvicinano, nessuno ci crede, Carlos sale in auto, prova a riavviarla, ma il motore non ne vuole sapere…

I suoi occhi sono quelli di un uomo arreso, sconfortato, distrutto, scende dall’auto, con il suo navigatore incazzato come una bestia, con quella vettura che li aveva traditi, tanto da sbattere il portellone, prendere il casco e lanciarlo contro la vettura, sfondando il lunotto.

Rabbia e disperazione, il mondiale è veramente andato in fumo.

(Questo video spiega più di mille parole)

  • E Tommi Makinen ?

Anche in questo caso vi lascio alla reazione che ebbe in diretta, durante l’intervista che citavo poco sopra…

Nessuno poteva credere a quello a cui si era appena assistito, va oltre alla peggior sconfitta, essere arrivato li, quasi a prendere quel trofeo e vederlo fuggire via…

Makinen è campione del mondo per la terza volta consecutiva.

  • LA FORTUNA

Avevo iniziato citando la fortuna che chiese il suo tributo? Beh, forse questo fu solo il tributo che la dea bendata chiese a Sainz, dopo il terribile incidente in cui uscii illeso nel 1991 in Australia.

La sua vettura si capotto una miriade di volte, cedette quasi tutto dell’auto, tetto, sedile, roll bar e cinture, con la testa di Carlos che uscii dal finestrino durante le giravolte. Fu un vero miracolo che sia uscito praticamente indenne.

…se quello fu il tributo richiesto, meglio sia andata così…

Storia e passione #Blogdelring

Saluti

Davide_QV