F1 2019 SINGAPOREAN GP: AN INTRODUCTION

Singapore Street Circuit 2019.

Tradotto: la ricreazione è finita. Almeno per quanto riguarda casa Ferrari. Si perché se c’è un tracciato in cui la rossa rischia di essere presa a schiaffoni è proprio quello di Singapore, tutto curve a 90° e medio-lento, il che equivale alle sabbie mobili per la rossa di Maranello.

E’ stato annunciato un aggiornamento aerodinamico volto proprio a risolvere le lacune palesate sui circuiti in cui c’è da “girare” parecchio, ma è probabile che in ogni caso una zucca non possa diventare improvvisamente una carrozza e che per la Scuderia si tratterà essenzialmente di limitare i danni e, magari raccogliere qualche dato utile nella verifica di questo pacchetto aerodinamico che possa servire per la monoposto 2020.

Singapore è, in teoria, anche uno dei circuiti preferiti di Vettel, quindi quale luogo migliore per sfoderare una prestazione degna del 4 volte campione del mondo e dimenticare l’ennesimo errore occorso a Monza. Ecco, la teoria è una cosa e la pratica, soprattutto in questo tempi bui per il tedesco di Heppenheim, rischia di essere molto più insidiosa di quanto non si possa credere. Sia per la spirale negativa alla guida e che il linguaggio del corpo non fa che palesare, e anche per la verve che il ragazzino monegasco Leclerc sta mettendo in campo e il “peso” che sta avendo all’interno del team.

Una verve che assomiglia al più classico macigno sulla carriera di un Vettel che sente calare sempre di più le sue quotazioni all’interno del mondo Ferrari. Urge una prova d’orgoglio che quanto meno tenga a bada la corsa scatenata di un Leclerc che nel giro di due settimane ha messo un ipoteca su chi sarà il primo pilota già all’inizio della prossima stagione.

Con tutta probabilità Hamilton non dovrà preoccuparsi di un nuovo duello con Leclerc, vista la scarsa competitività della rossa su tracciati di questo tipo. Ma, come in una porta girevole, esce di scnea Leclerc e rientra in gioco prepotentemente Verstappen per la lotta alla vittoria.

immagine da trailblazertour.com

Red Bull e l’olandese hanno prenotato, almeno nelle intenzioni, questo appuntamento già da mesi e si può immaginare con quale voglia si presenteranno già nelle PL1 del venerdì. Smaltite le penalizzazioni per aver introdotto la nuova PU vorranno in ogni modo arrivare alla terza vittoria stagionale, impensabile a inizio stagione. In più avranno un Albon che sta ripagando la fiducia che gli è stata accordata e in pratica corre “quasi” in casa.

E Bottas? Tutto sommato è “solo” secondo nel mondiale e ha tutto per essere della partita anche a Singapore. Ma la sensazione è che ormai il suo ruolo sia sempre di più quello del vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro.

Sempre considerando le caratteristiche dello stradale di Singapore, weekend che si annuncia duro per Renault, sempre che Ricciardo non si inventi qualcosa di particolare. Quello che per esempio potrebbe inventarsi Raikkonen, anche se, come nel caso appena citato, anche per Alfa Romeo-Sauber non sembrano esserci le condizioni minime per un risultato di livello.

Curiosità invece per quanto riguarda McLaren, Toro Rosso e Racing Point. I primi perché sono attesi ad un riscatto dopo due GP sottotono e hanno le potenzialità per farlo, i secondi perché possono anche loro sfruttare la PU Honda evoluta e i terzi perché hanno un ottimo ricordo del Gp di Baku, tracciato non così difforme da quello di Singapore. Haas e Williams candidate naturali a fare numero.

Pirelli ha scelto le mescole C3, C4 e C5, le più morbide a disposizione. Il tracciato non dà particolari problemi di usura per cui non dovrebbe essere un problema terminare la gara con un solo pit e partendo con la mescola C5.

immagine da Pirelli.com

Le scelte dei top team sono state differenti tra loro con Mercedes con 8 treni di C5, Red Bull con 10 e Ferrari nel mezzo con 9, con Mercedes e Red Bull più sbilanciate sulle C3. Gli altri team sono tutti su 9/10 treni di C3 e 1/2 di C4 e C5. Solo Williams si differenzia totalmente snobbando le C5 e scegliendo con Kubica addirittura 5 treni di C4.

L’edizione 2018 videro il binomio Hamilton/Mercedes assolutamente ingiocabile, con una grandiosa pole al sabato e una gara vinta in scioltezza la domenica. La sensazione è che quest’anno, con il mondiale piloti ormai “in ghiaccio” e un Verstappen con un mezzo tecnico più performante, ci possa essere una bella lotta per la vittoria, considerando anche la variabile safety car che incide molto sulle strategie.

L’inglese quasi esa-campione non vince da due GP, siamo sicuri che cercherà la vittoria con maggiore determinazione. Anche perché di fare largo alla next-gen Leclerc-Verstappen non sembra proprio nei suoi piani.

*immagine in evidenza da f1grandprix.motorionline.com

Rocco Alessandro

 

La versione di Seldon: Cinderella Charles e le ruote di cristallo.

Il diamante, il carbone, la fibra di carbonio……
tutte espressioni geometriche e plastiche dell’elemento sul quale è basata la vita sulla Terra. Il carbone e il diamante sono la stessa pasta, ma lievitata a temperature e pressioni diverse (così vi risparmio una lagna sulle Kimberliti e i depositi lacustri…), a volte basta poco per fare la differenza…
La fibra di carbonio è carbonio su una matrice polimerica.
Bene, c’entra qualcosa questo con la F1? Certo, e tanto, ma a me serve solo per costruire le mie noiose metafore….
La verità è che leggendo qua e là ho appreso un particolare di Charles che non conoscevo, e cioè che ha perso il padre un paio d’anni fa, tra parentesi abbastanza giovane. Mentre faceva preziosa esperienza perdeva il riferimento maggiore, quel padre che lo accompagnava nella sua avventura su quattro ruote.
Non ho mai pensato che i lutti di certi personaggi fossero più significativi o meritevoli di attenzione rispetto ai nostri. Non ai miei. Ci dispiace, come ci dispiace per chiunque perda un affetto, e andiamo avanti…..e forse per questo, o forse per altro mi sono venuti in mente una favola e un film.
Il film: “Quand’è che capita? Quando capita davvero? Con chi ha funzionato? Tu fammi un solo esempio di una che conosciamo alla quale è andata bene…..!
Quella granculo di Cenerentola!?”
Pretty Woman 1990
Il ragazzo di Montecarlo, uno dei meno danarosi della Formula 1 e che rischiava di fermarsi anni or sono per mancanza di sponsor, ha cominciato un po’ come Cenerentola quindi; pochi soldi e tanto sacrificio il padre, tanta passione, lui.
Chiariamo che essere “poveri” nel motorsport non significa non pagare le bollette, significa non coprire una stagione di categoria senza sponsor.
Ciò non toglie che il giovanotto di principesca cittadinanza ha dovuto sudare e ha visto a volte i suoi “fratellastri” arrivare a ballare nella gran sala del castello prima di lui. Ad un certo punto una fatina buona, credo italo-canadese, l’ha fatto salire su una carrozza bianco rossa con cui si è finalmente potuto recare al gran ballo. Qui il principe rosso (sempre l’italo-canadese uno e bino, forse trino…) l’ha notato, e dopo una breve ricerca gli ha fatto provare un’altra carrozza, sempre in fibra di carbonio, ma questa volta nella forma splendente del diamante. Come è capitato a pochi gli è calzata a pennello, come la famosa scarpina di cristallo, tanto che ora confermeranno il loro matrimonio finchè convenienza sportiva non li separi. E bisogna ammettere che i due sposi sono andati subito molto d’accordo.
In Bahrain, mentre Hamilton sorpassando la n. 5 causava uno spostamento d’aria che azionava la trottola, la n. 16 davanti viaggiava a vele spiegate come se fosse la versione B tanto agognata e mai vista a Barcellona in primavera. Per fortuna si trattava della prima gara, quando ancora il pessimismo più che giustificato dei tifosi rossi contemplava planate radenti di Murphy su qualsiasi prestazione, dunque filosofia a passeggio sui divani e savoir faire che neppure un Inglese che sorseggia il té delle cinque. La compassione di Hamilton sul podio poi era da registrare. Dubito che la rivedremo….
In Austria la tensione e la consapevolezza che another race stava andando a ramengo hanno regalato ben più bestemmie che in Maremma durante una briscola e tresette andati male. D’altronde c’era di mezzo anche Verstappen, e con lui le bestemmie vengono fuori come le lumache dopo la pioggia. Qui si è visto di che pasta è fatto il monegasco, perchè a Silverstone regala un bouquet di vernice a Verstappen subito dopo che questi l’aveva superato in corsia dopo il pit stop. Dichiarazione angelica di Charles: gli ho solo fatto capire che la pista non è solo sua…..! L’avrei baciato!
La favola: noi non sappiamo come sia andata a finire tra Cenerentola e il principe. Magari sono vissuti 120 anni, felici e contenti come dicono i finali delle favole. Magari invece hanno divorziato, lui l’ha fatta uccidere da un Killer, sbranare dai cani. Magari è finito al bar con gli amici (il Conte, il Barone e l’Autista……cit) per evitare di sentirla e vederla a casa. Dovremmo conoscere le favole apocrife.
Quindi non illudiamoci. Quando saremo più grandi rileggiamo la storia.
Intanto però sono rose e fiori……e non venitemi a dire che se Charles è la fortunata Cenerentola Lewis è lo sfortunato Calimero pulcino nero, perchè la sfiga quando va a cercare le sue vittime di casa in casa quella di Hamilton la scansa che neppure l’angelo della morte con le case degli ebrei in Egitto ai tempi di Mosè…
In Formula1 come in altri sport (come nella vita) la fortuna spesso non passa. A volte passa una volta sola, a volte più di una. Pochissimi riescono a prendere quell’unico treno, non tanti si rifanno col successivo. I più li perdono tutti quei treni.
Non è il caso del nostro Cenerentolo, lui ce l’ha fatta (perchè è bravo). Ora ha il compito più arduo, quello che uno come Lewis ha già assolto, non lasciarsela scappare questa fortuna, che si badi bene può cambiare anche colore!
Antonio.
Immagine in evidenza da: f1grandprix.motorionline.com

GP di San Marino e della Riviera di Rimini, il ritorno del Re.

Bentornati nella terra dei motori dove la passione si fonde con emozioni e unicità, il GP di San Marino e della Riviera di Rimini sul circuito Marco Simoncelli di Misano inizia con alcune sorprese già dalle qualifiche, la scaramuccia tra Valentino e Marquez durante l’ultimo giro di qualifica, la KTM che mette una sua moto (no non quella del pilota di punta e più pagato) in pole provvisoria fino alla zampata di Vinales arrivata all’ultima tornata dell’ultimo giro delle qualifiche ad infrangere il sogno KTM di Espargaro, Ducati in affanno sia con Dovizioso sia con Petrucci un po’ meglio il buon vecchio Pirro come wild card, Yamaha nettamente favorite. La gara vede, come da previsione, le Yamaha prendere il comando con Vinales seguito da Quartararo, l’immancabile Marquez seguito da Morbidelli (Yamaha) la sorpresa Espargaro su KTM e poi Rins (Suzuki) e Valentino.  La gara si svolge all’inizio con le due Yamaha di Vinales e Quartararo a dettare il ritmo seguiti da Márquez. Dopo pochi giri però El Diablo all’ingresso del curvone passa Vinales e si prende la prima posizione, che terrà fino all’ultimo giro. A questo punto Marquez capisce che Quartararo ne ha di più, ed infatti sta mettendo un po’ di margine, l’unica cosa da fare è passare Vinales per non perdere il contatto, e così al Tramonto si prende la seconda posizione. Posizioni di testa congelate fino alla fine, dietro se la giocano Morbidelli (Yamaha), Espargaro (KTM), Rins (Suzuki), Valentino (Yamaha) e Dovizioso (Ducati) tutti molto vicini tra loro ma troppo distanti dalle posizioni che portano al podio. La gara si rivitalizza all’ultimo giro quando Márquez prova il sorpasso ai danni di Quartararo, una prima volta alla Rio ma niente, successivamente alla Quercia Marquez ci riprova e riesce nel sorpasso ai danni del Diablo il quale prova l’incrocio di traiettorie ma stavolta lo spagnolo tiene stretto la corda e per poco Quartararo non lo tampona successivamente in un ultimo disperato tentativo, finisce così Marquez primo El Diablo secondo e terzo Vinales. Dalle posizioni sotto il podio da segnalare la caduta di Rins ed il sorpasso di Valentino ai danni di Morbidelli per il quarto posto, Dovizioso e la sua Ducati passano il traguardo al sesto posto. Quattro Yamaha nelle prime cinque posizioni, come volevasi dimostrare qui erano competitive, peccato però che bisogna sempre fare i conti con l’alieno. Marquez questa volta non si è fatto fregare ed ha studiato per bene il suo avversario per quasi tutta la gara, ed all’ultimo giro ha piazzato il colpo del KO, voleva la vittoria oggi e si è visto! Male le Ducati, mai in lotta per le posizioni che contano e male anche Bagnaia che cade senza riuscire a finire la gara. Peccato per Quartararo ci va sempre vicino ma la prima vittoria in MotoGP stenta ad arrivare, il talento c’è. Spiace anche per Rins, ma quest’anno va così alti e bassi.

Moto 2

Gran bella gara che ha visto una lotta, per alcuni un po’ troppo accesa per altri maschia, tra Di Giannantonio e Fernandez con il leader del mondiale Marquez che si deve guardare da Luthi che lo tiene sotto pressione. Ultimo giro e sorpasso di Fernandez su Di Giannantonio, conatto tra i due con Fernandez che ne esce vincitore e si prende la prima posizione e la vittoria. Terza posizione per Marquez che mette margine tra lui e Luthi nel mondiale. Il dubbio è che Fernandez arrivando sulla parte verde del circuito riesca a trarre quel vantaggio in accelerazione che gli permette di superare Di Giannantonio, ed infatti è sotto investigazione.

 

Moto 3

Forse la categoria più combattuta ed in alcuni momenti anche la più divertente, qui sul circuito Marco Simoncelli di Misano il destino ha scritto una pagina bellissima.

Pole del Giappo Riccionese del team SIC 58 completata con una splendida vittoria che porta così al suo primo successo Tatsuki Suzuki Riccionese di adozione. La gara ha visto il Giappo Riccionese essere quasi sempre al comando o comunque controllare la gara, dietro di lui come spesso accade in questa categoria gli incidenti sono frequenti ed infatti tra i vari quello tra Vietti e Antonelli VR46/SIC58 poteva, per la dinamica dell’incidente, avere conseguenze diverse. Canet lascia la gara per problemi meccanici verso metà gara, quando era in terza posizione e capace di lottare per la vittoria, Dalla Porta dovrebbe approfittarne ma non fa meglio di un quinto posto finale per di più punito di 3 secondi dalla direzione gara che lo porta ad un ottavo posto finale.

Moto E

Gara della domenica, vede De Angelis in pole (da padrone di casa essendo di San Marino), Moto E dove ci sono anche vecchie glorie della MotoGP come Gibernau e De Puniet. Lo so non è il massimo questa categoria, ma essendo agli albori mi faceva piacere dargli un po’ di fiducia. La gara si svolge sulle 7 tornate e vede all’inizio una lotta tra DeAngelis, Ferarri e Nicolò Canepa, ma dopo un paio di giri Ferrari prende un po’ di margine sul gruppo che manterrà fino alla fine. Il gruppetto che si gioca il podio dalla seconda posizione in poi è folto e molto agguerrito ne viene bene su anche la Herrera che lotta insieme ai maschietti senza nessuna timore reverenziale, a due giri dalla fine perdiamo DeAngelis che ormai era finito nelle retrovie e anche il buon vecchio Sete. La gara si conclude con Matteo Ferrari primo, lo spagnolo Garzo secondo e  Mattia Casadei terzo, appena fuori dal podio Canepa e la ottima Herrera. Le moto non emozionano più di tanto bisogna essere onesti, la gara è di soli 7 giri ed il livello medio è appena decente vedasi la presenza di vecchie glorie della MotoGP. Come dicevo prima però questa categoria è agli albori e quindi un uno sguardo senza troppe aspettative lo si può dare.

 

Immagini prese dal sito CNN Indonesia e dal profilo twitter di Suzuki.

 

LucaBKK

 

MotoGP 2019 – GP Octo di San Marino e della Riviera di Rimini

La MotoGp approda in Romagna, antica “terra de mutor”, nel bellissimo circuito di Misano Adriatico. In un’epoca ormai lontana erano decine le competizioni che si correvano lungo la riviera sui tanti circuiti che sorgevano nelle strade cittadine, disegnati dalle balle di paglia.
I tempi sono cambiati ma la passione per la moto resta unica. Ancora oggi nel paddock l’accento più diffuso fra i piloti e i manager è sicuramente quello romagnolo.

In questo circuito, quando ancora si girava in senso antiorario, nel lontano 1978, ho visto la mia prima corsa. Formula 2, Bruno Giacomelli sugli scudi. Alla vigilia del periodo Alfa Romeo. Che ricordi!.

Nonostante la riviera abbia ormai chiuso i battenti nella discutibile fretta di abbreviare una stagione al solo picco di presenze, il meteo ha deciso di regalare un’appendice di piena estate e si prevede un fine settimana baciato dal sole con temperature oltre i trenta gradi.
Il campionato mondiale di MotoGp approda nella sua terra quando ormai è giunto a due terzi delle tappe messe a calendario e, se si da anche solo una sbirciatina alle classifiche, si comprende come sia già tempo di bilanci o quantomeno, per molti, di revisione degli obiettivi iniziali.

Manca la certezza matematica ma i giochi per il titolo sono fatti. Marc Marquez potrebbe pure iniziare a dedicarsi ai festeggiamenti (e forse, per come corre, lo sta già facendo) senza per questo rischiare di impensierirsi sull’esito finale. Il suo approdo in Romagna sarà, fatto il pieno di piadina e sangiovese, incentrato unicamente sull’obiettivo unico di non farsi randellare all’ultima curva dal velleitario di turno.

Viceversa il bilancio è disastroso per il suo compagno di squadra, George Lorenzo. Auguri. Non sarebbe bello chiudere una carriera in questo modo.

La Ducati approda a Misano sull’orlo di una crisi di risultati. Perchè il piatto piange a Borgo Panigale. E lo si comprende dalla insoddisfazione di Dall’Igna culminata con l’adesione al club asturiano degli “insoddisfatti da secondo posto”. Ma questo è solo l’apice di un malessere palesatosi pubblicamente con il tentativo di riagganciare il rapporto degenerato con Lorenzo. E sul fronte piloti non può essere soddisfacente il bilancio di Dovizioso neanche mettendo sul piatto i due “zeri” rimediati incolpevolmente. Correre a quaranta Km da casa potrebbe essere per lui l’impulso giusto.

Allo stesso modo il bilancio non può essere troppo positivo per Petrux che seppur vicino al compagno in termini di punteggio, esclusa la felice tappa del Mugello, raramente si è palesato fra i protagonisti. E anche Miller, incapace di continuità di prestazioni, non può essere soddisfatto della stagione nonostante il fresco rinnovo.

Sul fronte Yamaha il bilancio è in rosso con tendenza al miglioramento(!?). Nei box ufficiali né Vinales né Valentino possono essere soddisfatti della stagione. Vinales non riesce a trovare continuità nelle prestazioni (soprattutto in gara) e Valentino sta lentamente scivolando nelle posizioni di rincalzo con sempre più rari affacci fra i primi. Probabilmente le responsabilità del team sono preponderanti su quelle dei piloti e ci si avvia all’n-esimo inverno di revisione del progetto.

Sul fronte della goliardia Valentino invece non mostra cedimenti. Stupenda la sceneggiatura del raggiungimento del circuito a cavallo della sua M1 (Tavullia è a pochi metri da Misano).

La tendenza al miglioramento in casa Yamaha si deve soprattutto ai team satellite e in particolare al ragazzino terribile Quartararo, atteso protagonista dopo la brutta caduta a Silverstone.
Da Silverstone approda a Misano il vincitore e ultimo ugellatore di Marc Marquez. Rins e la Suzuki sono in gran spolvero a questo punto della stagione ed il bilancio è nettamente in utile per entrambi. Credo che anche a Misano saranno protagonisti.

L’aria di “quasi” casa potrebbe far bene a Iannone e alla sua Aprilia, a differenza di Zarco per il quale non vedo ancora una luce in fondo al tunnel e, sinceramente, spero di essere in torto.

A tutti la riviera offrirà la tradizionale ospitalità, con la scelta di affogare eventuali delusioni nel sangiovese o nelle balere a caccia delle ultime turiste.  Non male, ma pur sempre un ripiego.

Buon divertimento.
Valther

 

** immagine di copertina da corsedimoto.it

 

La versione di Seldon: Monza e ricorsi

La Formula 1 è per molti un’enciclopedia di passione. Alcuni, senza andare sul web, ricordano pure i diversi sponsor di una vettura anche di decenni or sono. Nutro per loro un’immensa invidia, io che ricordo solo tracce dei GP, linee generali. E’ sempre stato il mio modo di ricordare questo sport. Certo, ci sono eventi che mi hanno colpito e che ricordo meglio. Quello di domenica è sicuramente uno di questi ultimi. Se volessimo potremmo risparmiare vagonate di Bytes e non registrare questo GP di Monza appena concluso. E chi se lo scorda?

Di Charles si è cominciato a parlare anche troppo per i miei gusti. Un campione ha bisogno di spazi silenziosi in cui eliminare le tossine. E qui casca l’asino, essere in Ferrari ed essere un pilota di questi tempi significa diventare extra-social. D’altronde non poteva essere altrimenti per un “NON campione del Mondo” che appunto guida una Ferrari non eccezionale e che tuttavia al suo primo anno vince più del caposquadra. O ex caposquadra!

C’è il sospetto che se Carletto Magno avesse avuto una W10 Lewis sarebbe finito a 20 secondi…….Il ragazzo è sulla buona strada per acchiappare un tifo trasversale, spero (e credo) meno monocramatico e uterino di altri sulle tribune, ma più vero, più sentito.

Ma parliamo di Lewis!Il campione del Mondo in carica ha dimostrato per l’ennesima volta che se vuoi diventare il prossimo campione devi prima batterti con lui e sconfiggerlo. Ed è un’impresa tutt’altro che semplice! Sono convinto che al momento, complice lo stato mentale poco brillante di Vettel, solo altri due a parità di macchina possono rivaleggiare col nero. A parità di macchina ho detto! Domenica non era così, anche se Charles lo ha fatto sembrare tale. Il nero è stato sugli scarichi del monegasco per 42 giri, e qui andrò a fare due considerazioni.

La prima è che Charles, ed è per questo che lo si celebra, ha resistito alla pressione di un mastino come Lewis che guidava una macchina con una leggera superiorità. E durante questo lungo tratto di gara gli attacchi di Lewis sono stati tutto sommato pochi grazie alle caratteristiche della SF90 che nei rettilinei è obiettivamente velocissima e difficile da avvicinare. Ma la guida quasi perfetta di Charles specie nella percorrenza della parabolica, di certo non un tratto a favore della rossa, ha fatto la differenza.

L’altra considerazione, questa volta pro Lewis, è che quest’ultimo ha guidato in aria sporca tutta la gara, e in questa condizione la tenuta e il degrado ne risentono negativamente. Nonostante ciò non ha mollato l’osso neppure per un giro, e ha fatto un solo piccolo errore a gomme usurate, e nell’unico serio tentativo di sorpasso. Notevole! E ha stancato il ragazzo.

Quello che è successo verso la fine, quando Bottas con gomme fresche gialle si avvicinava al suo compagno merita però un punto di vista più “cattivo” di quanto raccontato. Cioè, quando ad un certo punto in molti si aspettavano un invito a Lewis a lasciare strada al compagno per andare a caccia di Charles, questi sbaglia la staccata, zigzaga tra gli ostacoli alla variante, e viene passato dal compagno. Mi sono ricordato di un episodio qualche anno fa con Rosberg.

Insomma, com’è come non è, l’inseguimento rabbioso di Lewis mi ha ricordato un altro inseguimento rabbioso di 14 anni fa. Ma non voglio portare troppo in là le similitudini, perchè poi si finisce per ragionare come quando arrivò  Vettel, nella quale occasione qualcuno si affannò a far notare come la temperatura e l’umidità dell’aria, la posizione della luna, i pianeti allineati al suo debutto fossero tutti simili o uguali a quelli presenti al debutto di Shumacher. Quindi sicuramente altri 5 titoli mondiali…..! Vediamo se quel qualcuno ora si impegnerà a trovare le similitudini con l’addio di Alonso……

Detto ciò, in quel GP di S.Marino del 2005, Shumacher, recuperate un po’ di posizioni, a 13 giri dalla fine si incolla al posteriore di Alonso e della sua Renault, e pur con una macchina più performante e dopo aver provato a passare in tutti pertugi del circuito si arrende all’asturiano.

Questi due episodi hanno in comune due giovani che si difendono, e due campioni (totale 12 (tra poco 13) mondiali!!!!!) con una macchina e una determinazione difficili da arginare. Entrambi gli episodi per me rappresentano uno scatto generazionale. Perchè il momento è giusto, perchè i protagonisti sono giusti, perchè le motivazioni dei giovani sono più forti. La fame di chi non ha ancora vinto niente è insaziabile, quella di chi ha vinto tutto è attenta.

La conclusione, molto vicina o meno vicina in fondo la conosciamo. E tale sarebbe anche se il protagonista del futuro fosse un altro….ma questa è un’altra storia, speriamo bella.

Seldon

 

 

Immagine in evidenza da: motorsport.com e pilotiemotori.blogspot.com

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