MotoGp 2019- Grand Prix Monster Energy di Catalunya

Dopo l’inebriante vittoria della Ducati di Danilo Petrucci al Mugello si riaccendono i motori a Barcellona per il settimo appuntamento stagionale del Motomondiale.

Scorgendo i risultati degli ultimi due anni il favorito dalla storia recente parrebbe essere addirittura lo stesso Petrux. Nel 2017 e nel 2018 i vincitori del Gran Premio di Italia hanno replicato immediatamente due domeniche dopo proprio a Barcellona e proprio su Ducati, ovvero Dovizioso nel 2017 e Jorge Lorenzo nel 2018. Sarebbe l’apoteosi per Danilo, e una conferma di forza per Ducati.

Dopo le prime gare i valori in campo sono ormai sufficientemente chiari.

Ducati è nel complesso la miglior moto, continuamente sviluppata da quel “geniaccio” di Gigi Dall’Igna che al Mugello ha sperimentato addirittura una carenatura totale della ruota posteriore, ricordando le ruote lenticolari del ciclismo introdotte anni fa per il record di Francesco Moser. La verve creativa dell’Ingegnere è ormai un classico da anni, al punto di poter dire senza ombra di dubbio che è il tecnico che ha maggiormente influito nell’introduzione dei concetti aerodinamici sulle moto da corsa della classe regina. Ducati miglior moto anche perché l’unica ad aver vinto con due piloti diversi in questo inizio mondiale.

La Honda è sempre al top, anche se la grossa differenza continua a farla il solito immenso ed imperioso Marc Marquez per il quale ogni commento è superfluo. Honda forte perché al Mugello anche il giapponese Nakagami del team di Cecchinello ha portato a termine una gara fantastica a soli sei secondi dal primo, segnale che il mezzo meccanico è validissimo e che il grande assente del 2019 continua ad essere Jorge Lorenzo. A tal proposito lo stesso è stato in visita in Giappone per cercare di parlare direttamente con i tecnici HRC: pare sia tornato fiducioso in merito alle soluzioni che sono state trovate e che verranno provate nel futuro prossimo venturo. Le illazioni diffuse (pare da Giacomo Agostini) lasciavano pensare addirittura ad una rescissione di contratto che, come previsto, non si è concretizzata.. Vedremo se il maiorchino tornerà…. lo spettacolo ne gioverebbe e anche tanto.

La piccola Suzuki è ormai terza forza conclamata, superando il colosso Yamaha. Una vittoria per Rins già in portafogli, delle belle prestazioni anche se qualche incostanza di rendimento del team e dei piloti non sono mancate.

Capitolo Yamaha…..verrebbe da dire “ Epilogo Yamaha”…. Il progetto pare plafonato. I piloti sono alle prese con una moto troppo scostante nel rendimento e difficile da “mettere insieme” nel weekend di gara. Probabilmente gli sforzi tecnici ed economici di Iwata non sono sufficienti per fornire lo step necessario ai piloti per tornare in alto. Il Valentino nazionale non sembra in grado di sbrogliare una matassa così complicata ed ingarbugliata ed il weekend del Mugello né è la riprova (peggior prestazione mai registrata in tanti anni di onoratissima carriera). Staremo a vedere. Proprio in questi giorni ricorre il decennale della battaglia Lorenzo-Rossi su Yamaha protagonisti proprio sul tracciato spagnolo di uno spettacolo che è ancora vivo nei ricordi di noi appassionati. I tre nobili decaduti di questi giorni….

Purtroppo per KTM ed Aprilia gli argomenti di cui parlare non sono molti. Se la prima ogni tanto mostra qualche sprazzo con Pol Espargaro in prova, la seconda è in profonda crisi.

In bocca al lupo agli italiani Bagnaia e Morbidelli.

Moto2

Gara di casa per il fratellino Marquez reduce da due vittorie di fila che lo hanno rimesso in corsa per la vittoria finale dopo un periodo di appannamento. La classifica è cortissima con quattro piloti in 15 punti e con il nostro Baldassarri ancora al comando nonostante le due ultime gare un po’ difficoltose. Nel quartetto è sempre presente il regolarissimo Luthi ed anche Navarro.

Non sarà della partita il supplente per eccellenza Mattia Pasini. Questa volta è toccato a lui essere sostituito dopo un incidente in allenamento. Un vero peccato per la sintonia che ha con la Kalex e perché il team era quello giusto per permettergli un buon risultato. Lo ritroveremo in cabina di commento.

 

 

Moto3

Ipotizzare un vincitore certo tra i cadetti equivale a fare un terno al lotto. Sei vincitori diversi nelle prime sei gare e classifica generale cortissima con Canet al comando ma il nostro Antonelli terzo che pare finalmente rinato dopo la opaca stagione scorsa. Ci sarà da divertirsi come al solito tra il gioco di scie, le traiettorie diverse e le staccate all’ultimo respiro delle quali sono capaci i ragazzini terribili.

 

Buon Gran Premio a tutti.

 

Salvatore Valerioti

 

Immagine in evidenza tratta dal sito motorbox.com

 

Orari del GP di Catalunya su Sky Sport MotoGP

 

Venerdì 14 giugno

Ore 08.55: Moto 3 – Prove Libere 1
Ore 09.50: Moto GP – Prove Libere 1
Ore 10.50: Moto 2 – Prove Libere 1

Ore 13.10: Moto 3 – Prove Libere 2
Ore 14.05: Moto GP – Prove Libere 2
Ore 15.05: Moto 2 – Prove Libere 2

 

Sabato 15 giugno

Ore 08.55: Moto 3 – Prove Libere 3
Ore 09.50: Moto GP – Prove Libere 3
Ore 10.50: Moto 2 – Prove Libere 3

Ore 12.30: Moto 3 – Qualifiche
Ore 13.30: Moto GP – Prove Libere 4
Ore 14.10: Moto GP – Qualifiche

Ore 15.05: Moto 2 – Qualifiche

 

Domenica 16 giugno

Ore 08.35: Moto3, Moto2 e MotoGP – Warm Up
Ore 10.30: Paddock Live
Ore 11.00: Moto 3 – Gara
Ore 12.00: Paddock Live
Ore 12.20: Moto 2 – Gara
Ore 13.15: Paddock Live
Ore 13.30: Grid
Ore 14.00: Moto GP – Gara

2019 24 Hours of Le Mans

Finalmente l’evento dell’anno è alle porte, la gara che tutti aspettano, the “BIG ONE”. La Super-Season si chiuderà proprio con un gran finale a Le Mans, in cui ci sarà una griglia record da 62 vetture e 186 piloti.

Questa 24 ore sarà particolare in quanto sarà la gara d’addio di alcune GTE dall militanza più o meno lunga. Come annunciato, la Ford al termine della stagione si ritirerà dal WEC come impegno ufficiale, per cui è assai probabile che sarà l’ultima volta che vedremo lo squadrone delle Ford GT in GTE Pro. Anche BMW ha deciso, in modo quasi inaspettato, di abbandonare il WEC dopo una sola stagione con la M8 GTE, mentre continuerà nel campionato IMSA. Domenica arriverà la pensione per una vera “Old Lady”, infatti l’Aston Martin Vantage si congederà dalle gare dopo una carriera eterna, pensando che il modello attuale è ancora parente stretto della prima versione di Vantage GTE del 2012; mentre il motore V8 era utilizzato ancor prima sulle GT2 a cominciare dal 2008!

In LMP1 è sempre la solita questione fra le due Toyota, che si disputano il titolo piloti. Anche quest’anno manterranno 1 giro di vantaggio ad ogni stint rispetto ai non-ibridi, anche se almeno sono più pesanti rispetto all’anno passato. Fra le LMP1 private è molto promettente la crescita della BR01 dell’SMP Racing, in grado di far segnare ottimi parziali e sfondare i 350 km/h nel Test Day. Anche la Rebellion è lì come passo, ed ha dalla sua una grande esperienza, utile soprattutto a sfruttare le occasioni che lascerà la Toyota, se ci saranno. L’equipaggio della Toyota #8 (Alonso, Buemi, Nakajima) può godere di un buon margine di punti sui compagni di squadra, quindi per loro sarà sufficiente in pratica finire la gara senza inconvenienti per raggiungere il titolo.

La classe LMP2 presenta tante new entry rispetto alle vetture full season, per Le Mans infatti vengono invitati a team più meritevoli di altre serie come European LMS e Asian LMS. La lotta per il campionato è veramente avvincente con i primi due equipaggi separati da soli 4 punti alla vigilia di Le Mans. In leggero vantaggio c’è il Signatech Alpine con Lapierre, Negrao e Thriet; mentre gli inseguitori sono Aubry, Richelmi e Ho Ping Tung con il team Jacky Chan Racing. Questa classe è sempre imprevedibile, dato che la macchine sono molto equilibrate, per cui team e piloti devono fare la differenza cercando di fare tutto in modo perfetto.

La categoria GTE-Pro sarà ancora una volta la “Battaglia dei giganti” con ben 17 vetture di livello assoluto.

Come lo scorso anno Ford e Porsche portano dagli States i team dell’IMSA e schierano 4 vetture a testa con livree speciali e storiche. Dopo le bellissime livree vintage dello scorso anno, le due 911RSR del WEC sfoggiano una livrea classica della Porsche di questi anni, con la differenza che le strisce rosse sono ora dorate per festeggiare in titolo Costruttori già messo in cassaforte per la stagione 2018-2019. Le Porsche “americane”  sono in pista con i colori Brumos Racing, come hanno già fatto  in occasione di Daytona e Sebring. Ovviamente la casa di Stoccarda vorrà difendere con tutte le forze la vittoria conquistata l’anno passato.

La Ford si appresta ad affrontare la sua ultima Le Mans in forma ufficiale, infatti come era programmato metterà fine ai programmi WEC e IMSA alla fine della stagione. Non si esclude però che le Ford GT continuino comunque a correre gestite da team privati con un ridotto supporto di Ford Performance. Staremo a vedere….. Intanto per onorare il viaggio della Ford GT ci saranno livree storiche come quella della prima vittoria del’66, una livrea che riprende la mitica Gulf e una livrea “standard” in riferimento alla vittoria più recente del 2016.

Le Ferrari 488GTE in gara saranno in tutto 3. Le due di AF Corse cercheranno la caccia al successo che ormai manca da 5 anni e più in generale proveranno a concludere in maniera onorevole il campionato WEC. Quest’anno c’è il ritorno del team Risi Competizione con una Ferrari affidata a Jarvis, Gounon e Derani.

L’Aston Martin ritorna ancora una volta a 60 anni dalla sua unica vittoria assoluta, nella speranza di poter finalmente combattere per la vittoria con la Vantage AMR. C’è molta fiducia nel team dopo la ripidissima curva di apprendimento culminata con 2 vittoria in stagione, tra cui quella a Spa nell’ultimo round WEC.

La BMW M8 GTE sarà destinata ad essere solo una meteora a Le Mans, dato che la casa tedesca ha da poco annunciato che non correrà nella prossima stagione del WEC. Una scelta singolare, visto che sviluppare la macchine per una solo anno senza nemmeno aprire un mercato ai clienti non è sicuramente una strada economica da percorrere. Almeno nell’IMSA la BMW è intenzionata a continuare con il team RRL, visto che gli USA sono un mercato fondamentale per la casa. Nel Test Day le BMW sono state le vetture più in difficoltà, e probabilmente il BOP assegnatoli non è molto vantaggioso per la gara.

Infine c’è la fedelissima presenza delle Corvette ufficiali, arrivate alla 20^ presenza consecutiva, con nel mirino la non vittoria di classe. Gli equipaggi sono gli stessi dell’anno scorso, in un team che fa della solidità e della stabilità la sua forza. La C7R comincia ad avere i suoi anni (è la GTE più “anziana”) del lotto, ma il suo V8 romba come un tuono ed incute sempre timore negli avversari. Anche se non vuol dire nulla, la Corvette ha fatto segnare il miglior tempo nei test…anche se nessuno ha puntato alle prestazioni come di consueto.

Le GTE non finiscono qui perché ci sarà lotta anche in classe AM, riservata ad equipaggi con un gentleman driver a bordo. Questa categoria spesso è molto imprevedibile perché l’errore è sempre in agguato soprattutto quando alla guida ci sono i piloti meno esperti, negli ultimi anni infatti si sono visti errori anche decisivi nelle ultime ore di gara. Fra i marchi coinvolti ci sarà una predominanza di Ferrari e Porsche, con 2 Aston Martin Vantage alla loro passerella d’uscita dal mondo delle corse. In più ci sarà una grossa novità quest’anno, poiché per la prima volta una Ford GT sarà affidata al team privato di Ben Keating, in questo modo si apre il mercato per far gareggiare la vettura americana in futuro, anche in assenza del team ufficiale.

Ci sono tutti gli ingredienti per una grande gara.

 

ENTRY LIST/SPOTTER GUIDE/ORARI

 

LIVE TIMING

http://www.sportscarglobal.com/LiveTiming.html

Ricordo inoltre che su Eurosport 1 ci sarà la diretta integrale della gara e di ogni sessione in pista.

L’azione inizia Mercoledì alle 16 con le prove libere. La gara scatterà Sabato alle 15.

Ci siamo….non ci resta che goderci questa settimana di motori!!

 

Aury

Bautista fa un regalo a Rea

Finalmente un round del mondiale 2019 superbike come dovrebbe (sempre) essere: gare lottate, spettacolari, colpi proibiti e cadute inaspettate.

E’ successo un po’ tutto nelle tre gare del round spagnolo, ma andiamo con ordine.

Dopo la superpole conquistata da Rea ci si poteva aspettare una gara combattuta tra i due capofila del campionato. E invece, pronti via, dopo poche curve e’ ritornata la “normalita’” tanto auspicata da Bautista: gara di testa e fuga per la vittoria. E cosi’e’ stato.

Immagine da sport.virgilio.it

Dietro invece si e’ acceso un bel duello tra le due yamaha ufficiali e Rea. Van der Mark, pur partendo attardato , e’ riuscito a raggiungere, superare e poi staccare il duo Lowes/Rea, con una grande prova di forza.

La lotta per il terzo posto e’ stata davvero al calor bianco, con ripetuti cambi di posizione tra Rea e Lowes. Il tutto fino alla staccata dell’ultima curva, dove Rea ha provato un’entrata disperata, da far sembrare un duello tra educande quello Rossi-Gibernau di qualche anno fa. Risultato: contatto tra i due, Lowes a terra e Rea che riesce a salire sul podio.

Un Rea disperato e sinceramente dispiaciuto e’ stato poi retrocesso al quarto posto, regalando un insperato podio a Melandri. Dietro, piuttosto dispersi, Haslam e Davies, autori di una gara assolutamente anonima.

Superpole race che ha rispettato il copione di gara 1: Bautista in fuga e gli altri ad inseguire. Dietro di lui ancora gran gara di Van der Mark e Melandri  che riesce ad arpionare il secondo podio del weekend.

Ottimo protagonista anche Rea, che scattato dall’ultima piazza causa penalita’ per il contatto con Lowes in gara 1, e’ riuscito a recuperare fino al quarto posto, seguito da Sykes e da Haslam. Ancora anonimo Davies mentre Lowes paga le conseguenze della caduta in gara 1 e non finisce la gara.

Gara 2 riserva un vero mix di sorprese. In primis, quella piu’ eclatante, e’ la caduta di Bautista che era ormai involato verso il tris di vittorie. Come da lui spiegsto, una caduta “strana” , perso l’anteriore mentre era in una situazione di relativo controllo.

Immagine da metropolitanmagazine.it

A questo punto, via libera per chi inseguiva, ovvero Van der Mark e Rea, autori di un duello nella fasi iniziali ma che ha poi visto prevalere piuttosto nettamente il pilota olandese per il secondo posto. Rea finalmente a podio e che approfitta della caduta di Bautista per recuperare i punti persi nelle prime due gare.

Terzo un sorprendente Ratzgatlioglu, al suo secondo podio stagionale, che precede un ottimo Rinaldi, miglior Ducati al traguardo, Haslam, Cortese e Sykes. Non poteva mancare l’ennesimo contatto di gara  questa volta tra Melandri e Davies che finiscono la loro gara nella ghiaia. Doppio zero per Ducati e successiva penalizzazione per Melandri.

Alla fine di un weekend sull’ottovolante, Rea recupera 5 punti su Bautista, portando il distacco a 38 punti, un’assurdita’ considerando il parziale di 13 vittorie a 2 dello spagnolo sul britannico. Ma rimane la conferma che solo Bautista puo’ perdere questo mondiale.

Male Davies, mai in gara in questo weekend mentre ottime la yamaha, sia ufficiali che private , che fanno sperare in gare lottate nel futuro prossimo. BMW benino ma mai in lotta per il podio mentre, al solito, pessime le Honda.

Prossimo appuntamento Misano il 21-23 giugno. Ducati giochera’ in casa e vorra’assestare un colpo definitivo alle residue speranze kawasaki.

*immagine in evidenza da bandierascacchi.com

Rocco Alessandro

 

Ad Hamilton la vittoria di Pirro, a Vettel un pugno di mosche

La coerenza non fa parte del bagaglio professionale di chi lavora in Formula 1. Ti comporti in un certo modo e si può fare, poi subisci lo stesso comportamento, protesti e magari ti danno pure ragione. Ma non ci fai una bella figura. Tu e chi ti ha dato ragione.

Il gran premio del Canada ha avuto un esito talmente surreale che non vale nemmeno la pena di fare la cronaca, meglio concentrarsi sull’episodio chiave: quell’errore di Vettel ad una ventina di giri dalla fine, quando stava cercando di portare a casa una vittoria fino a quel momento meritatissima, e che lo avrebbe aiutato ad uscire dal tunnel in cui si era cacciato ad Hockenheim lo scorso anno, e dal quale non era più riuscito ad uscire.

La pressione di Hamilton, il solito errore, il posteriore che fa il pendolo, la macchina che punta sull’erba e lui che riesce a tenerla, uscendo però largo. Lewis arriva da dietro, ha del margine, potrebbe alzare il piede ma furbescamente non lo fa, tenta di infilarsi fra la Ferrari e il muretto, ma pur avendo un risicatissimo spazio, alza il piede. E poi si apre in radio e protesta.

Torniamo indietro di 3 anni. Montecarlo 2016. Hamilton è braccato da Ricciardo, arriva alla chicane del porto, va lungo, la taglia ma non ha trazione, Daniel tenta di affiancarlo ma lui punta deciso verso il guard-rail e l’avversario, che in quell’occasione di spazio non ne aveva per niente, deve alzare il piede.

Due episodi del tutto simili, gestiti diversamente dai commissari. 5 secondi di penalità a Vettel costatigli la vittoria, niente ad Hamilton.

Ma la cosa più grave è quella che è successa dopo. Non tanto il comportamento di Vettel che non si presenta in victory lane, e poi va ad invertire i cartelli. Quello è spettacolo, una gustosa scenetta che fa di sicuro contenti i padroni del vapore. No, la cosa grave è l’atteggiamento di Hamilton che, intervistato da Brundle, dice testualmente “queste cose non si fanno”. No caro Lewis, queste cose si fanno, da sempre, in tutti i circuiti del mondo, le hai fatte anche tu. E allora dopo che la tua squadra ha vinto 6 gare, tu ne hai vinte 4 e il sesto mondiale è il tuo, indipendentemente dal fatto che tu abbia ragione o torto, devi stare zitto (e zitto lo deve stare anche il tuo team principal). Non perchè è giusto che tu stia zitto, puoi fare e dire quello che ti pare nella tua posizione di grandissimo campione, ma ti puoi anche permettere di non infierire sull’avversario, che già si è punito da solo, evitando di fare la figura dell’incoerente. Perchè dal prossimo gran premio tu e la Mercedes ritornerete a dominare e a stravincere.

Ma la penalità non deve trasformare Vettel in una vittima, perchè di scusanti non ne ha. Tutto si è generato per un suo errore. L’ennesimo errore. Dopo il capolavoro di ieri ha dimostrato una volta di più che quando si tratta di combattere corpo a corpo lui semplicemente non ne è capace. Appena sente la minaccia dell’avversario, e sa che la macchina non lo asseconda, non è in grado di metterci del suo per gestire la situazione. L’ennesimo errore nel momento topico gli ha portato via una vittoria che avrebbe tolto l’imbarazzante zero dal ruolino di marcia della Ferrari. E se quello zero c’è ancora è più per colpa del suo errore che della penalità.

E infine la FIA, maestra di incoerenza. Del precedente di Montecarlo 2016 e trattato diversamente ne abbiamo già parlato. Forse sarebbe meglio che si riguardassero un po’ di gare del passato, oppure qualche gara di qualche altro campionato. Probabilmente gli ex piloti che chiamano a supporto dei commissari devono vendicare un po’ delle frustrazioni che hanno subito da giovani. Perchè la penalità di oggi, come quelle viste in diverse occasioni nel recente passato, non trovano giustificazioni con un discorso di sicurezza. A maggior ragione se contemporaneamente si vedono macchine lasciate in pista come accadeva nel 1978 o marmotte che scorrazzano nel punto di massima velocità.

Due parole sulla classifica finale. Ottimo Leclerc sul podio, oggi doveva portare a casa la gara senza sbavature e lo ha fatto. Inesistente Bottas quarto, mai in lotta fin dalle qualifiche. Se questo è l’avversario di Hamilton per il titolo, possiamo già dare a Lewis la coppa. Inesistente anche il motore Honda, con Verstappen a quasi un minuto, non solo per la sfortuna patita nelle qualifiche.

Sesto ma doppiato Ricciardo, con una Renault parsa in timida ripresa, che piazza anche Hulkenberg settimo. Gasly ottavo e ancora insufficiente, Stroll nono, ottimo nella gara di casa, e Kvyat decimo chiudono la zona punti.

Gara da dimenticare per Haas e Alfa Romeo, per le quali è lecito pensare che il problema siano anche i piloti, viste le prodezze di Magnussen ieri e Giovinazzi oggi. E brutto week-end anche per la McLaren, con Sainz undicesimo e Norris ritirato per rottura della sospensione. Le Williams, come al solito, sono state semplicemente imbarazzanti.

Ora si va in Francia. Binotto ha detto che la macchina del Canada era fisicamente uguale a quella di Barcellona (il che non è una gran cosa per un team come la Ferrari), ma in Francia sono attese tante novità. Sarebbe bello rivedere una gara tirata come quella vista in Canada, in definitiva la lotta, anche se dagli esiti discutibili, esalta lo spettacolo e innesca discussioni come ai bei tempi. Ma è meglio non farsi tante illusioni.

 

Immagine in evidenza da sport.sky.it

2019 WSBK – ROUND DI SPAGNA

Dopo una lunghissima pausa di quattro settimane tornano le gare del mondiale superbike sulla pista di Jerez, per il round spagnolo del calendario 2019.

Si arriva dal primo serio stop per Ducati, sconfitta piuttosto nettamente ad Imola da una rediviva Kawasaki e soprattutto da Johnny Rea, capace di fare doppietta e tenere accese le speranze di mondiale.

Parziale attenuante per Bautista il fatto di non conoscere e non avere feeling con il tracciato imolese ma resta il dato di fatto di una sconfitta piuttosto bruciante proprio perché inizia a instillare il dubbio che da Imola in poi sarà molto più dura per la casa di Borgo Panigale.

immagine da livegp.it

Jerez è pista di casa per lo spagnolo ed è l’occasione ideale per riprendere le fila di un discorso che parlava di 11 vittorie su 11 fino al weekend imolese.

Si potrebbe dire lo stesso anche per Rea e la Kawasaki dato che proprio a Jerez le “verdone” hanno brillato nei test pre-stagionali, motivo in più per approcciare il weekend con la giusta attitudine positiva.

I due “scudieri” Davies e Haslam arrivano con differenti stati d’animo: il primo con la consapevolezza che il rendimento in sella alla V4 migliora costantemente, il secondo invece vede addensarsi il dubbio di non riuscire ad arrivare al livello prestativo del compagno di squadra. Anche per loro Jerez sarà il momento di conferme o smentite.

Gli “altri” restano alla finestra, sperando che qualcosa cada dalla tavola dei “ricchi” per poter rimpinguare un bottino che sarebbe altrimenti piuttosto magro.

BMW dovrebbe finalmente far debuttare il nuovo motore con qualche cavallo in più, che alla luce delle discrete prove offerte ad Imola, è un ottimo auspicio.

Yamaha si arricchisce con l’esordio del team Ten Kate e di Loris Baz che vorranno subito essere della partita. Difficile ma di sicuro saranno un motivo di interesse. Il team ufficiale e quello GRT continueranno la loro “lotta” interna e la conformazione del tracciato potrebbe aiutarli ad essere competitivi anche nei confronti di Kawasaki e Ducati.

immagine da gpone.it

Honda rimane l’oggetto misterioso di questo mondiale e fa parlare di se più per quello che sarà in divenire che per quello che può attualmente offrire in pista. Si parla addirittura di un interesse per Bautista per la prossima stagione, oltre ad uno per Zarco che sembra però già essere sfumato…

Sul fronte dei piloti reduci da infortuni troviamo Bridewell che sostituirà il convalescente Laverty e Takahashi al posto di Camier, ancora dolorante alla spalla.

Sarà di sicuro un round tiratissimo tra i due soli vincitori di questo 2019. Bautista vorrà, come ha dichiarato, “tornare alla normalità” mentre Rea cercherà di scardinare ancora di più il castello di certezze Ducati. Ne vedremo delle belle.

*immagine in evidenza da asphaltandrubber.com

Rocco Alessandro