2019 MotoGP Austin. La prima di Alex nel regno di Marc

Prima sorpresa dell’anno proprio quando il copione di Austin era già stato scritto.
Marc scivola nel salotto di casa sua lasciando via libera a tutti gli altri.
Il più pronto a raccogliere il trofeo con le corna di bue è stato Alex Rins alla sua prima assoluta in MotoGP su una Suzuki che non vinceva dal 2016.
Bella la gara dello spagnolo. Partito da dietro è stato lesto a risalire ed a piazzarsi subito dietro un Valentino Rossi in grande forma il quale ha però commesso un paio di sbavature che gli hanno tolto quella vittoria che da tanto tempo aspettano lui ed i suoi tifosi. Vincere a quarant’anni suonati non deve essere facile quando ne hai quasi 20 di più di quelli che ti corrono intorno. Merita applausi a scena aperta per l’impegno e la voglia.
Rins è stato calmo, riflessivo, mai sopra le righe, pulito e maturo. Già, perché trovarsi a combattere fianco a fianco con una leggenda vivente del motociclismo e riuscire anche a batterlo, deve essere qualcosa da far tremare i polsi a chiunque. Figuriamoci ad un ragazzino che vedeva il Rossi nazionale in TV mentre stacciava altri nomi altisonanti di questo sport. I polsi di Alex sono stati saldi anche quando Vale ha provato a forzargli le staccate, quando gli ha fatto sentire il rumore dei suoi scarichi in maniera prepotente.
Bravo Alex, pilota silenzioso e sempre sorridente, dal profilo basso e visiera abbassata.
Vale ci ha creduto, ci ha provato. Non c’è riuscito ma la sua passione ci dice che ci riproverà ancora, tutte le volte che potrà.
La gara ha detto anche che siamo di fronte ad una bella Suzuki e ad una bella Yamaha. Tolto Marquez, che ad Austin non può essere considerato un benchmark per manifesta superiorità, il livello delle altre moto è stato abbastanza simile con tre marche diverse sul podio completato da un ottimo Jack Miller con la sua Ducati Pramac.
Dovizioso ha corso in difesa. Mai nella lotta di vertice né in prova né in gara, ha raddrizzato il weekend con una buona partenza che, dopo le cadute di Marquez e del solito Cal, si è tradotta in un quarto posto finale che lo spedisce in testa al Mondiale davanti a Rossi, Rins e Marquez. E’ lui quello che ha raccolto di più tutti ad Austin rispetto anche alle sue stesse aspettative.
Bravo il Morbido a finire quinto ed a regolare in gara il suo compagno di box che gli finisce regolarmente davanti in prova.
Bene anche Bagnaia non a 9 secondi da Petrucci che guida una moto ufficiale 2019 e non una Gp18.
KTM ed Aprilia sono ancora di un altra categoria: l’exploit in prova di Pol Espargarò e rimasto tale ed i piloti di questi due team non ancora pervenuti al mondiale 2019.

MOTO2
Il vecchio Luthi ha vinto davanti al suo compagno di squadra Schrotter ed a Navarro. Nella prima parte di gara ha regolato il fratello di Marc Marquez (forse adottivo?) che dopo qualche giro è scivolato indietro in crisi di gomme. Il vero protagonista di giornata è però stato Mattia Pasini che ha abbandonato il microfono in favore della manopola del gas. Immenso quarto, in rimonta con costanza e caparbietà dopo mesi di inattività e su una moto che non conosceva considerata la nuova motorizzazione Triumph. Baldassarri caduto ha salvato la testa del campionato.

MOTO3
La solita bella gara dei ragazzini ha regalato spettacolo e sorpassi. Canet consegna la prima vittoria al Team di Max Biaggi davanti a Masia e Migno che si mandano a quel paese dopo essersi presi a carenate. La più bella scena della giornata è quella di Paolo Simoncelli che abbraccia il suo Suzuki mentre, in lacrime, gli sussurra di aver vissuto un emozione per averlo visto in testa alla gara prima della caduta.

Ci si rivede tra tre settimane a Jerez per l’inizio della lunga stagione europea.

2019 WSBK ASSEN- ALVARO XI

Cambiano le regole, cambiano le piste ma Bautista e la sua Ducati continuano a vincere segnando il record di 11 vittorie consecutive completate da tutte le pole da inizio campionato ad oggi.

Tolti 250 giri motore la supremazia è rimasta devastante al punto da mettere in dubbio la superiorità dell’uomo rispetto alla mezzo meccanico.  Che il pilota ci sta mettendo tantissimo del suo è evidente guardando i risultati dei suoi compagni di marca, ma è anche vero che questa Panigale V4 ha permesso ad Alvaro di girare a 3 decimi dal giro più veloce di una MotoGP dello scorso anno!! La V4 è dannatamente veloce, al punto che gli altri piloti normali non riescono a sfruttarne le potenzialità, forse perché stiamo parlando di una “quasi” MotoGP….

Non resta che applaudire pilota e Team ed essere orgogliosi di questo dominio rosso/italiano che, se non ci si fosse messa di mezzo la neve del sabato, sarebbe arrivato a 12 gare di fila già in questo weekend.

Le due gare hanno avuto uno sviluppo differente ma i valori sono rimasti uguali anche nelle posizioni di rincalzo.

In gara 1 Bautista ha preso il comando alla prima curva con Rea che ha cominciato a rimontare subito. Partito in terza fila è arrivato in seconda posizione facilmente ma senza mai poter pensare di lottare per il primo posto. La Ducati Aruba si è tenuta a debita distanza di sicurezza dando l’impressione di controllare agevolmente il ritmo senza necessità di forzare. La gara è poi scivolata liscia rispettando le gerarchie ormai consolidate  nelle gare precedenti con le Yamaha subito dietro ed il resto del gruppo capitanato dalle Bmw, con un Sykes sempre più evenescente e dietro al compagno di squadra. Male anche Melandri fuori dalla top ten.

Gara 2 è partita illudendo il pubblico che si sarebbe vista la riscossa di Rea. Partito come una molla dalla terza fila, è andato in testa dopo mezzo giro mettendo in riga tutti con un ritmo blando per un terzo di gara. Ad un certo punto anche Davies ha sorpassato Bautista dando l’impressione di aver finalmente capito la V4. Si è vista una bella battaglia a suon di sorpassi e controsorpassi fino a quando Alvaro ha deciso di salutare la truppa sverniciando la Kawasaki di Rea e sgranando a questo modo il gruppone. Bella la gara di Van Der Mark che è risalito dal centro classifica ed ha recuperato a suon di giri veloci su Rea costringendolo al terzo posto finale su quella che sarebbe dovuta essere la pista della riscossa Kawasaki.
Davies con la seconda Ducati ufficiale è finito solo quinto preceduto anche da Lowes autore di due gare consistenti ma lontane dal podio.

Adesso ci saranno 4 settimane di riposo per permettere ai team di capire come lavorare per poter avvicinare il 19 e la sua V4. Nel weekend del 10-12 maggio si correrà in casa Ducati ad Imola per allungare la striscia di vittorie e stabilire nuovi record…..chissà magari il cappotto di gare vinte da un solo pilota ed una sola moto in tutta la stagione..

Icemankr7

La Mercedes domina (ancora) in Cina, Ferrari (ancora) bocciata

Tre doppiette Mercedes nelle prime 3 gare. Meglio del 2014, quando solo la legge dei grandi numeri impedì alla casa tedesca di vincere tutte le gare. All’epoca erano le prime gare con un nuovo e rivoluzionario regolamento, che le malelingue volevano scritto dalla FIA a 4 mani con la casa tedesca.

Sono passati 5 anni, e siamo ancora qui. Due frecce d’argento vanno via alla partenza e nessuno le raggiunge più. Gli avversari si arrabattano fra team order discutibili e strategie diversificate ma il risultato non cambia. In controtendenza con la battaglia che si era vista nei due anni scorsi, ricordando però che la battaglia stessa è comunque finita a diverse gare dal termine del campionato.

Abbiamo cominciato dalle conclusioni, giusto per ricordare a tutti quelli che continuano a dire frasi del tipo “ogni gara è diversa dall’altra”, “il campionato finisce ad Abu Dhabi”, “la gara è domenica”, che la realtà dei fatti, alla fine, è, se non sempre, quasi, una macchina grigia guidata spesso da un pilota nero che taglia (meritatamente) il traguardo per prima. E così sarà presumibilmente fino alla fine di questa sesta stagione ibrida. Sperando che, dopo, la pancia dei tedeschi sia piena e ci sia, finalmente, spazio anche per gli altri, anche se non se lo meritano.

Tutto ciò premesso, veniamo alla cronaca, anche se c’è poco da dire. Qualifica dominata dalla Mercedes, ma con Bottas davanti ad Hamilton, e alle due Ferrari con Leclerc di poco dietro a Vettel. Red Bull in terza fila con Gasly staccatissimo da Verstappen.

Alla partenza la fila di destra parte decisamente meglio, e Hamilton passa Bottas per involarsi verso la vittoria. Il problema, per la Ferrari, è che Leclerc passa Vettel, e già si presume che qualcosa verrà chiesto al monegasco. Cosa che, dopo qualche timido accenno, avviene perentoriamente al giro 11, quando il tedesco viene fatto passare davanti, ma non dimostra di essere più veloce, e non solo fa scappare Bottas, ma fa pure avvicinare Verstappen. Questa manovra costa 6 secondi a Leclerc, ma, quel che è peggio, lo porta su una strategia differente mirata a disallineare i suoi pit con quelli delle Mercedes per provare a rallentarle.

Strategia della disperazione, che in qualche occasione abbiamo visto fare lo scorso anno anche ai tedeschi, spesso riuscendo perfettamente nell’impresa. Cosa che non succederà oggi per la Ferrari.

Il primo a fermarsi è Verstappen al giro 18, Vettel risponde al giro successivo, esce di poco davanti all’olandese il quale in fondo al lungo rettilineo tenta la stessa manovra di un anno fa, buttandosi all’interno. Fortunatamente Sebastian mantiene la lucidità, lo fa passare incrociando la traiettoria e ripassandolo per tenersi la terza posizione che porterà fino al traguardo. E’, questo, il momento più interessante di un gran premio altrimenti piuttosto noioso.

Le due Mercedes rientrano subito dopo ma il vantaggio che avevano le mantiene saldamente davanti. Leclerc viene invece mantenuto in pista ancora per molti giri, per attuare la strategia sopra descritta.

Non succede null’altro fino alla seconda serie di pit-stop, inaugurata ancora una volta da Verstappen che tenta un undercut su Vettel, ma la Ferrari risponde immediatamente. Questa volta il margine è ampio e il tedesco non corre alcun rischio. Subito dopo la Mercedes fa entrare i propri piloti contemporaneamente, ma al rientro in pista Bottas si ritrova dietro a Leclerc. Il finlandese perde però pochissimo tempo dietro al monegasco, e la strategia Ferrari che mirava a far riavvicinare Vettel non riesce. Con Verstappen a debita distanza da Vettel, ma molto più veloce di Charles, la Ferrari decide di farlo rientrare per tentare una rimonta sull’olandese, contando su gomme più fresche. Ma il distacco accumulato è troppo elevato.

La gara si trascina noiosamente per gli ultimi 10 giri, senza grandi emozioni nemmeno nelle retrovie, e Hamilton mette così il suo sigillo sul gran premio numero 1000, davanti a Bottas, Vettel, Verstappen, Leclerc e ad un inesistente Gasly, autore del giro più veloce solo per avere cambiato le gomme a due giri dalla fine.

La Formula 1/2 viene vinta da Ricciardo, doppiato e finalmente autore di una buona prestazione. Poi il sempre solidissimo Perez, l’altrettanto solido Raikkonen, e l’ancora ottimo debuttante Albon, che ha saputo raddrizzare il week-end dopo il grande botto di ieri.

Fuori dai punti le due Haas, che hanno perso competitività, separate da Stroll che, non sorprendentemente, non riesce a mantenere il livello di prestazione del compagno di squadra. Poi Sainz, con una McLaren non competitiva (anche se comunque penalizzata dal doppio botto iniziale causato da Kvyat), Giovinazzi ancora molto deludente, e le due Williams, che al momento sono le uniche protagoniste della terza categoria.

Fra due settimane si va a Baku, circuito molto discusso caratterizzato da un lunghissimo rettilineo e da una parte misto-lenta molto lunga. Da quello che si è visto in Cina, con una Ferrari veloce sul dritto ma in difficoltà nel misto, la musica non dovrebbe cambiare di tanto. Ma Toto Wolff e Lewis Hamilton dicono che quest’anno i rapporti di forza cambiano ad ogni gara (a loro fa comodo vederla in questo modo), quindi possiamo sperare in una gara combattuta.

P.S. la premessa così “decisa” non pretende di essere “definitiva”, ma è comunque la proiezione futura di ciò che si è visto negli anni recenti. Con un avversario così forte (soprattutto economicamente), determinato ed esperto, o parti molto bene o non lo raggiungi più. 

* immagine in evidenza dal profilo twitter @MercedesAMGF1

2019 WSBK – GP OLANDA

Neanche il tempo di rifiatare che è già ora di sfida per gli uomini del WSBK. Si fa tappa ad Assen, in quello che una volta era chiamata l’università del motociclismo e che, nonostante qualche modifica al tracciato lo abbia troppo “ammorbidito”, rimane comunque un punto di riferimento per appassionati e addetti ai lavori.

Si arriva con un Bautista assoluto dominatore per vittorie, 9 su 9, e distacchi rifilati in gara. Ma, con tutta probabilità, questo GP potrebbe vedere la fine del suo perfetto ruolino di marcia.

Il layout del tracciato olandese presenta tante curve, molte da raccordare, punti di frenata in piega e ben pochi rettilinei. Tutti aspetti che potrebbero penalizzare il binomio italo-spagnolo considerando che la V4 Panigale si è rivelata molto veloce ma ancora un po’ instabile in staccata e non fluidissima nelle curve in percorrenza. Vedremo se il “fattore Bautista” eliminerà ancora una volta queste pecche, e se Davies riuscirà quanto meno ad essere vicino al compagno di squadra.

immagine da motorbox.com

Per Kawasaki è davvero la prova della verità. Rea nel 2018 ha dominato e il circuito olandese sembra davvero fatto apposta per esaltare le doti della sua moto. O la va o la spacca: se anche ad Assen Bautista dovesse compiere il suo personale “hat trick”, suonerebbe come una sentenza per gli uomini in verde.

Anche per Yamaha ci sono buone possibilità di riscatto. Lowes ha già dimostrato di poter puntare al podio e Van der Mark corre in casa, motivo in più per dare una scossa definitiva alla sua, fin qui, anonima stagione.

Per BMW sarà probabilmente una gara di attesa prima di poter contare sul nuovo motore che esordirà ad Imola. Spetta a Sykes tenere alta la bandiera bavarese, in attesa di tempi migliori.

Honda è chiamata quanto meno ad una prova di orgoglio. Possono contare su ben 500 giri motore in più da mettere in pista. Vedremo che effetti produrrà.

A parte la già citata Honda, Ducati si vede ridurre di 250 giri il regime di rotazione massimo del V4. Considerando che i rumors indicano che il V4 non gira mai al massimo regime consentito, è una misura che potrebbe rivelarsi ininfluente. Invariati i regimi di Kawasaki, Yamaha e BMW.

Per quanto riguarda le concession parts, sono aggiornamenti concessi per motore ed elettronica in base alla classifica per piazzamenti (3 punti al vincitore, 2 al secondo e 1 al terzo posto). La Kawasaki (13) è staccata di 7 punti da Ducati (20) e avrà diritto ad aggiornamenti, che scattano per un distacco superiore a 9 punti. Tutte le altre potranno invece beneficiare di un solo aggiornamento per il 2019.

Gli orari del weekend di gare:

Venerdì 12 Aprile : 10.20 FP1 – 14:50 FP2

Sabato 13 Aprile :

11.00 Superpole SBK – 11.40 Superpole Supersport

14.00 Gara 1 SBK

Domenica 14 Aprile :

11.00 Superpole race SBK – 12.10 Supersport race

14.00 Gara 2 SBK

(immagine di copertina da visordown.com)

Rocco Alessandro

MOTOGP 2019 – RED BULL GRAND PRIX OF THE AMERICAS

Solito dominio INCONTRASTATO di MARC MARQUEZ e alle sue spalle giungono….

…tanto in Texas è casa sua, ed è dominatore incontrastato da sempre in tutte le classi, non gli gira male manco quando cade o gli si rompe la moto, possiamo chiuderla qui e passare alle altre categorie.

MOTO2

Baldassarri è quanto mai in palla e sarà qui a cercare la terza vittoria di fila, anche se il suo cammino sarà ostacolato dall’intramontabile Luthi, senza dimenticarci di Gardner e Schroetter. Sarebbe da preoccuparsi anche di Marquez Jr,ancora un vaolta atteso alla dimostrazione del suo reale valore.

Il team VR46 è zoppo con entrambi i piloti, visto che Marini è reduce dall’infortunio alla spalla, mentre Bulega si è dovuto sottoporre a un intervento alla braccia, causa sindrome compartimentale.

Gli altri Italiani sono ancora alla ricerca del giusto feeling con la nuova categoria, speriamo di rivederli presto nelle posizioni che contano.

MOTO3

Attesa la risposta di Fenati, che solitamente su questa pista ha sempre stupito e ottenuto ottimi risultati, anche se saranno da controllare i vari Masià e Arbolino. Il pilota Italiano ha iniziato a lavora con il mental coach di Lorenzo e pare averne tratto parecchi benefici, speriamo lo aiuti nella corsa al titolo.

MOTOGP

Non dovevo parlarne, ma…

…la gara di Austin solitamente ci si aspetta che sia pro Ducati, visto i lunghi rettifili, ma molto spesso invece diventa per lei ostica, riuscendo a far fare bella figura alla Yamaha. Attendiamo quindi di vedere le due case e relativi piloti, se ci forniranno uno spettacolo degno di quello Argentino.

Aspettiamoci una buona gara anche di Suzuki e Rins, mentre per Aprilia e Ktm, la strada e ancora molto incerta, sul piano prestazionale.

Orari TV

SKY SPORT MOTOGP HD

Domenica 14 aprile

18.00: Diretta Moto3 Gara
19.20: Diretta Moto2 Gara
21.00: Diretta MotoGP Gara

TV8

Domenica 14 aprile

20.00: Differita Moto3 Gara
21.20: Differita Moto2 Gara
22.30: Differita MotoGP Gara