2018 F1 Bahrain GP: An Introduction.

Esauriti i guest writer per il primo valzer della stagione, si torna alla consueta introduzione al GP scritta da un plantigrado avulso ed ignaro di qualsiasi contesto motoristico. Per l’occasione ci spostiamo  nella piacevole monarchia costituzionale del Bahrain, nonché ex-protettorato britannico, che è pure il collegamento maggiore al motorsport che questa nazione abbia mai avuto prima della costruzione del circuito.

I TEAM

Il primo GP della stagione ci ha regalato una classifica consona all’emisfero australe, con le previsioni della vigilia regolarmente ribaltate. Partendo quindi dalla squadra in testa ad entrambi i campionati, l’armonia e la gioia regnano sovrani, almeno finché si riesce a tenere Vettel lontano da uno specchio, onde non fargli notare lo scempio compiuto dal suo parrucchiere. Che poi è anche un po’ colpa sua, le consegne erano “fammi un’acconciatura da campione del mondo”…

Riguardo a MB, è d’uopo un appunto tecnico: fin dai test di Barcelona ha tenuto banco la questione sul rake; purtroppo Bottas ha travisato la questione, andando a rastrellare primule nei prati australiani. A questo proposito, siamo entrati in possesso di un’immagine esclusiva che rappresenta la monoposto con la quale correrà il finnico. Si possono notare la reintroduzione di un vanity panel, una ala posteriore molto scarica ma soprattutto un angolo di rake molto vistoso, per sparare la ghiaia delle vie di fuga direttamente in pista.

Passiamo ora alla RB, team che sta facendo di tutto per portare la F1 allo stesso livello del calcio, e ha deciso di cominciare dalle lamentele incessanti. Possiamo però ricondurre, Freudianamente, tutte queste questioni ad un unico pensiero: strozzare l’amico Cyril. Facciamo anche presente che è in forse la presenza di Verstappen, perché anche questa domenica ha lezione di tarantella, ma stavolta non vuole ricordarsene a metà GP.

Ci sono poi, apparentemente, anche altri team quali:  la Haas, che ha già chiesto informazioni sul funzionamento del disco orario all’interno del rettilineo principale. La McLaren, d’altro canto, è vittima quotidiana di una strana telefonata, che si ripete ogni giorno identica: “Ciao sono Chris, vero che il Renault fa schifo?”. Abbiamo poi la Toro Rosso, prima nella speciale classifica per la soddisfazione degli ex-piloti. E via via anche degli altri, dei quali parleremo un’altra volta perché mi pagano solo fino a 500 parole.

IL GRAN PREMIO

Il circuito del Bahrain è caratterizzato dalla presenza di rettilinei e curve, in ordine e numero sparso, e generalmente favorisce vetture dotate di propulsore. Si vocifera anche della presenza di una pit lane, ma purtroppo a me i dati li fornisce Mercedes e quindi non posso confermare. Circuito all’apparenza non troppo penalizzante per quanto riguarda i sorpassi, a meno che vi ricordiate il GP del 2014.

Dal punto di vista metereologico non dovrebbero esserci sorprese, dato che le previsioni volgono al caldo e soleggiato, nonostante il nome del sultanato lasci presagire diversamente. Riguardo alle strategie, la partnership Pirelli-Crayola porta tre mescole giusto per una questione cromatica, dato che le medie non sono buone neanche come salvagente da usarsi nella piscina del Grand Hyatt locale. A proposito delle gomme, si parla incessantemente di aumentarne il diametro, cosicché la Pirelli possa introdurre le supermegahyperultrasoft e scriverne il nome completo sulla spalla. Ad ogni modo, si prevedono due pit stop per tutti, tranne ovviamente la Toro Rosso (pensate veramente che l’Honda resista con questo caldo) e per la Haas, ammesso e non concesso che siano riusciti a reperire un’intera squadra di meccanici in due settimane scarse.

IL PRONOSTICO

Non vincerà un pilota finlandese. E neanche una Haas, ma forse questo lo sapevate già.