20 mai più 20? Ai posteri l’ardua sentenza……..

Riecheggia ancora nella nostra mente l’eco del weekend di gara a Monza e penso a quella domenica di Settembre 1979 in cui Gilles guardò le spalle a Jody aiutandolo a mettere in cassaforte un WDC col quale il Drake di fatto vinceva la sua scommessa con Sua Santità, reo di essersene andato alla corte di Ecclestone 2 anni prima per poi non riuscire a difendere il suo WDC nel 1978 (e, addirittura, non salir mai sul podio nel 1979). Dopo quella bandiera a scacchi Gilles dichiarò che avrebbe fatto suo il WDC nel 1980 quando invece, nonostante si sarebbe prodotto in acrobazie sempre più leggendarie, finì per vivere la peggior stagione di sempre della storia Ferrari con 0 podi e due quinti posti come migliori (sic) risultati stagionali.

Nonostante una premessa così tremenda (penso nessuno nella storia della F1 moderna difese (sic) il WDC ed il WCC così male come la Ferrari nel 1980, vergognoso davvero) nessuno ad inizio 1981 nonostante fosse l’alba del turbo e si corresse con una vettura che era un telaio T5 ricarrozzato immaginava che per altri 19 anni il WDC non avrebbe preso la strada di Maranello. Tra le cosiddette “occasioni perse” solitamente vengono annoverati il 1982, il 1983, il 1985, il 1990. Sebbene la fredda (e pertanto giusta) matematica ci insegna che nel 1982/1985/1990 le probabilità di WDC erano 0 prima dell’ultima gara stagionale (mentre nel 1983 sarebbe servita una vittoria di Arnoux a Kyalami con sia Piquet che Prost fuori) nel 1997 invece il Kaiser sprecò un vero e proprio match point a Jerez (in testa al WDC prima della gara ed in testa alla stessa fino alla famigerata Dry Sac). Nel 1998 come nel 1999 invece sempre il Kaiser prima ed Irvine poi arrivarono pienamente in corsa per il WDC all’ultima gara col Kaiser sfavorito (non bastava arrivar davanti ad Hakkinen) ed Irvine favorito (bastava arrivar davanti ad Hakkinen).
Due pugni di mosche come ben sappiamo purtroppo.

Poi arrivò il 2000, lo spartiacque che aprì la strada verso il quinquennio d’oro ed in molti ad Interlagos 2007 festeggiando il WDC di Kimi Raikkonen pensammo che sì, magari di quinquenni d’oro non ne avremmo più visti ma di sicuro non avremmo più visto dei….ventenni di sconfitte.
La storia (fredda come la matematica in quanto ha già consegnato ai posteri le sue sentenze e non si possono negoziare) ci sta dicendo che questo 2016 è il nono (NONO) anno senza WDC a Maranello. Sappiam già tutto del 2008/2010/2012 sebbene sia opportuno rimarcare che solo nel 2010 si arrivò all’ultima gara con un pilota Ferrari in testa al mondiale (ma tanto finì come nel 2008/2012 in ogni caso). L’obiettivo nemmeno troppo ben celato del 2016 è chiudere l’anno con almeno un GP vinto che, con quel che si è visto in pista da inizio stagione in poi, con ogni probabilità sarebbe più deleterio che altro (quando invece un bello ZERO sarebbe un vitale bagno di umiltà per tutti in primis per chi pensava che a Melbourne si andava a comandare).

Al che la domanda diventa: a che punto siamo? Il parallelismo 1979+9=1988 / 2007+9=2016 sta in piedi? Al netto della boutade che nel 1988 perlomeno un GP (e che GP) lo vincemmo, durante questa stagione l’opinione diffusa tra gli appassionati è che questo 2016 ricordi di più il 1991 (nessuna vittoria ed un motorista che, seppur non abbia (ancora) soppiantato il TP è stato de facto messo a capo della GES) e che come allora il rischio di essere all’inizio di una sorta di nuovo medioevo (il 1992 ed il 1993 furono da tregenda) sia concreto. Chi vi scrive la pensa in modo singolare ossia che, contrariamente a chi si ostina a sperare di ricalcare le gesta del Kaiser (dimenticandosi però che 5 WDC di fila si vinsero col pacchetto Miglior Pilota+Miglior Macchina+Miglior Squadra mentre ora non sussiste nessuno dei 3 addendi con buona pace dei tifosi di Vettel), non è possibile “posizionare” il 2016 dentro al ventennio nero che abbiamo alle spalle e speravamo di aver dimenticato per sempre. Nel senso: è molto più probabile che a questo giro, com’è logico che sia, le cose stiano seguendo un loro corso in ossequio al quale non si può prevedere quando e come si tornerà a vincere (ho faticato per non scrivere “se”).

Nel DNA Ferrari ci sono i motori, anche se ora li chiamiamo Power Units. In cuor mio dopo quel tremendo 2014 ero convinto che, grazie al fondamentale loophole che portò alla logica dei tokens per lo sviluppo, prima o poi a livello propulsore a Maranello ci sarebbero saltati fuori. E di fatto ci ritroviamo ora con una PU il cui output di potenza massima è simile (seppur ancora inferiore) a quello di MB mentre a livello coppia paga ancora (pesantemente) dazio, il che non è ancora lo stato dell’arte ma vivaddio nessuno farebbe cambio col 2014 quando pagavamo 50+ cv rispetto a MB. Il vero nodo è risaputo quale sia ovvero telaio/aerodinamica, si arriva da un importante allontanamento (Allison) e si senton voci sempre più insistenti secondo le quali sta per definirsi una collaborazione con Dallara per i telai, mentre l’aerodinamica resterebbe in mano al team capitanato da Simone Resta. Il tutto con un cambio regolamentare alle porte nel 2017 che è stato approvato sulla base della proposta presentata dalla Mclaren (quella Redbull è stata giudicata troppo estrema dalla Federazione).

Tornando a noi: chi scrive è persuaso del fatto che Ferrari nel 2017 e negli anni immediatamente seguenti salvo improbabilissimi crolli verticali di MB (molto più probabile vedere una impennata di RBR……..) resterà di fatto più o meno dov’è adesso, forse con più probabilità di mettere assieme delle estemporanee vittorie di tappa nei GP. Ed il perchè è presto detto: in MB solo al progetto F1 lavorano 1500 persone e l’investimento effettuato per vincere dal 2014 in poi non è stato ragionato in ottica BEP (Break Even Point) sullo stesso ma in ottica ritorno di immagine su scala mondiale da sfruttare a cascata per la promozione/commercializzazione dei modelli stradali dalla SLS AMG alla berlina di turno. Di fatto un copycat di quello che volle fortemente l’Avvocato Agnelli dal 1996 in poi e che si produsse in un risultato così straordinario (il quinquennio d’oro) da non far dovutamente risaltare quanto fatto da MB dal 2014 ad oggi ossia un dominio molto più netto di quello Ferrari dal 2000 al 2002.

E chi scrive dubita fortemente che per la MB il 2017 sarà come il 2005 per Ferrari eh……..